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Your Release Radar richiede follower reali

Le due principali playlist algoritmiche di Spotify, sono Discover Weekly e Your Release Radar. Discover Weekly viene generata e proposta all’ascoltatore selezionando brani che potrebbero interessargli scelti in base alle sue abitudini d’ascolto. Your Release Radar invece, raccoglie le ultime uscite degli artisti che l’ascoltatore segue o ascolta con maggior frequenza.

YOUR RELEASE RADAR RICHIEDE FOLLOWER REALI
courtesy by pixabay.com

Oggi vorrei concentrarmi su Your Release Radar, giusto per mettere in chiaro un paio di cose che già dovresti aver intuito nella premessa che hai appena letto.

Your Release Radar è una playlist che Spotify aggiorna settimanalmente il venerdì, il giorno in cui generalmente le etichette discografiche pubblicano i nuovi brani. Questa playlist, come già detto, offre all’ascoltatore la possibilità di essere aggiornato sulle nuove uscite degli artisti che segue.

Your Release Radar pubblica un solo brano per artista, nella sua selezione settimanale, ma se l’ascoltatore dedica la sua attenzione a questo brano, la settimana successiva si vedrà riproporre le più recenti uscite dello stesso artista. In pratica la Your Release Radar è la playlist principe per tener legati gli artisti con la loro fanbase su Spotify.

Tenendo conto che questa playlist è tra le più seguite della app, significa che avere un’ampia platea di follower farebbe decollare gli ascolti di un brano immediatamente dopo la sua pubblicazione, con ricadute positive anche sul suo inserimento in altre playlist algoritmiche.

Ottenere follower su Spotify però richiede attenzione, lavoro e costanza. Non si tratta solo di condividere le tue canzoni sui canali social media che gestisci, ma di costruire un dialogo capace di interessare il tuo pubblico e quello a cui piace il genere musicale che suoni.

Sebbene internet offra enormi potenzialità di promozione, non sottovalutare il potere del passaparola, o le situazioni, come i live, in cui ti incontri con il tuo pubblico: invitali a seguire il tuo profilo Spotify oppure il tuo profilo nella loro app preferita.

Non tirarti indietro se qualcuno ti chiede di parlare delle tue canzoni, sia online che nella vita reale. Rendi partecipe il tuo pubblico del tuo processo creativo, imparerà ad apprezzare meglio il lavoro che stai facendo.

Avere un pubblico realmente interessato alla tua musica è molto importante, sono persone che ti apprezzano per quello fai. Una cosa ben diversa dai follower che puoi acquisire con una campagna di ascolti a pagamento e che, come ho sperimentato, si dissolvono appena l’investimento è esaurito.


Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica

di PlayHola

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“Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica” è la guida essenziale per gli artisti che desiderano fare della promozione musicale il loro punto di forza. Grazie ai consigli di PlayHola, brand specializzato nel marketing musicale, imparerai come creare playlist efficaci, ottimizzare la tua presenza su Spotify e promuovere la tua musica attraverso i canali più adatti. Scopri come utilizzare al meglio le playlist di Spotify, una vera e propria arma nel mondo del marketing musicale, per raggiungere un pubblico più ampio e far crescere la tua carriera artistica.

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5 modi per diventare amico di BaRT

BaRT è il tuo miglior amico ma è anche il tuo peggior nemico. Nessuno è più cinico e spietato di BaRT, è freddo, calcolatore e incorruttibile. Però è uno che cede alle lusinghe se sai come prenderlo, in pratica ha i suoi punti deboli, nonostante la sua fredda intelligenza calcolatrice.

Ma chi è BaRT?

Bart è l'algoritmo di ricerca base di Spotify
courtesy by pixabay.com

BaRT è l’acronimo di Bandits for Recommendations as Treatments ed è l’algoritmo che domina incontrastato sull’ecosistema di Spotify. È il Demiurgo, il Re del Mondo che propone all’ascoltatore i brani più adatti ai suoi gusti, è il trait d’union tra te e il tuo pubblico su Spotify.

BaRT combina diversi sistemi per creare un potente motore di scoperta di nuova musica. Lo fa monitorando e analizzando lo storico degli ascolti di ogni ascoltatore cercando di capire le sue motivazioni nelle scelte musicali.

È BaRT che crea le playlist algoritmiche, che ogni settimana ti propone la Discover Weekly e la Release Radar, solo per citare le due principali.

Ho raccolto in giro un po’ di informazioni,  ed ora provo ad  illustrarti con che logica ragiona BaRT e in quali modi puoi renderlo tuo amico. Confido che questo post possa esserti d’aiuto e comunque darti un orientamento corretto nell’ecosistema dell’app streaming svedese.

Sappiamo che BaRT si muove su due linee principali: la prima è quella di suggerire brani con cui l’ascoltatore ha già familiarità; la seconda è quella di proporgli musica nuova, che ancora non conosce ma che potrebbe piacergli.

Le scelte di BaRT sono basate sui risultati di questi parametri:
Raw Audio Analyzation: un parametro che identifica il mood dell’audio e l’atmosfera del pezzo, determinando se è pesante, strumentale, ritmata o morbida ecc…
Elaborazione del linguaggio naturale: ovvero analizza il contenuto, la lingua e il testo della canzone.
Filtro collaborativo: confronta le nuove tracce con le abitudini attuali dell’ascoltatore per determinare cosa si adatta alle sue preferenze.

Conoscendo queste tre abitudini di BaRT, è condivisa l’opinione che per muoversi con profitto nell’ecosistema di Spotify sia necessario trovare una saggia applicazione di questi 5 metodi che, messi insieme, sono un valido mezzo per farsi amico BaRT.

1. Le Statistiche

L’ecosistema Spotify è basato sulle statistiche, è una giungla di statistiche, in cui ogni dato viene pesato e valutato per dare all’ascoltatore la migliore esperienza musicale basata sui gusti personali.

BaRT si nutre di statistiche e le studia con cura quando decide le tracce da suggerire: si studia gli skip dell’ascoltatore, le caratteristiche delle sue playlist, i tempi di ascolto e anche la cronologia degli ascolti. BaRT tiene molto in considerazione brani che superano i primi 30 secondi di ascolto ed hanno una bassa frequenza di skip. Sono due dati che indicano l’indice di gradimento del brano.

Per questo l’analisi delle statistiche che ti vengono offerte in Spotify for Artist per te è fondamentale. Studiandola, puoi capire, al di là del numero degli ascolti, il reale gradimento della tua traccia e a quale tipo di pubblico piace.

2. Il Tempismo

Le prime 12, 24 ore dopo l’uscita della tua canzone sono cruciali per la sua diffusione o, come dicono i più entusiasti, per il tuo successo.
I tempi di ascolto, i picchi negli ascoltatori e la bassa frequenza di skip sono estremamente importanti in questo lasso di tempo e nei giorni successivi. Come su YouTube, anche su Spotify il tempismo è un fattore fondamentale. Devi attirare l’attenzione dei tuoi follower in modo che possano salvare e ascoltare la tua canzone il primo giorno.

Prima di decidere la data di uscita, dovresti anche fare un’indagine di mercato per evitare di entrare in competizione con i grandi artisti: BaRT adora i grandi artisti dai grandi numeri, finirebbe per ignorarti. In pratica, devi studiare le preferenze dei tuoi follower in modo di non pubblicare negli stessi giorni i cui escono i loro big preferiti. è una sfida che hai poche possibilità di vincere.

Resta il fatto che il venerdì è il giorno migliore per pubblicare perché se sfrutti con vantaggio le prime 24 ore promuovendo la tua release potresti ritrovarla già dal lunedì successivo nelle playlist algoritmiche di punta come Best of the Week, New Music Friday, Discover Weekly o Release Radar.

3. L’importanza dei tag

BaRT ha bisogno di tutte le informazioni possibili riguardo la tua traccia, per capire dove potrebbe collocarla nella piattaforma e capire a chi può piacere. I metatag che indicano il genere musicale e il mood sono i primi ad esser presi in considerazione.

Devi prestare molta attenzione nel compilarli perché se indichi dei dati sbagliati e BaRT indirizzerà la tua musica verso un pubblico non adatto e le performance del brano non saranno buone. E questo porterà una penalizzazione al tuo brano, in termini di visibilità.

4. Ottimizza il tuo profilo

Una cosa che talvolta ho l’impressione non sia stata ben capita da molti artisti musicali è che Spotify è un social media. Come ogni social media, utilizza una grande quantità di dati utente per fornire agli ascoltatori ciò che desiderano. Senza un’adeguato numero di follower, BaRT fatica a collocare con criterio le tue produzioni musicali.

E’ perciò importante creare un profilo artista forte, ricco di follower. Direi che è più importante avere una base ampia di follower, gli ascolti arriveranno di conseguenza, fermo restando che la qualità del tuo lavoro artistico deve essere alta.

Raccogli follower invitandoli a iscriversi alla tua pagina artista sfruttando altri social e con ogni mezzo possibili. Alcuni consigliano di diffondere il link della pagina, invece del link al brano, quando si pubblica un nuovo pezzo.

Naturalmente devi anche mantenere in ordine e aggiornata la tua pagina artista. Devi assicurarti di aggiornare le foto e magari aggiornare la grafica ad ogni nuova uscita; includere le date dei tuoi prossimi concerti, immagini, merchandising, link social e biografia aggiornata.

5. Pre-Save

Per BaRT i Pre-Save sono molto utili per collocare il tuo brano già dopo le prime ore di uscita. Diffondere il link di Pre-Save e diffonderlo, al fine di raccogliere già da subito un pubblico interessato al brano, è strategicamente fondamentale per partire con il piede giusto al momento dell’uscita del pezzo.

Questi 5 passaggi sono noti e testati da chi ha fatto di Spotify la piattaforma principe per la diffusione della sua musica. Come vedi richiedono un certo impegno ed una certa attenzione. E’ un lavoro che dopo aver svolto va anche valutato nei risultati per poter correggere il tiro, in futuro, se ritieni che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto.

L’algoritmo BaRT è cinico ed esigente, ma se riesci ad accogliere le sue richieste al meglio, diventerà il miglior alleato della tua musica.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Alla scoperta della Songwriter Page di Spotify

Il 12 febbraio 2020 Spotify for Artist ha annunciato sulle pagine di la versione beta test della Songwriter Page, un modo nuovo per far conoscere tutte le canzoni scritte da un cantautore presenti nella app, così da raccogliere in un’unica schermata tutta la produzione di un artista, non solo quella interpretata, ma anche quella firmata.

Alla scoperta della Songwriter Page di Spotify

La Songwriter Page è raggiungibile tramite l’indirizzo http e tramite la scheda Mostra Riconoscimenti presente in ogni traccia e visualizzabile con il tasto destro del mouse; una volta che la Songwriter Page è attiva il nome dell’autore diventa un link verso essa.

La pagina ovviamente può essere condivisa, diventando uno vero e proprio catalogo delle opere disponibili su Spotify: una sorta di curriculum interattivo, se vogliamo metterla così.

A questa pagina si affianca, la playlist ufficiale certificata Written by… dove viene raccolto il meglio  della produzione dell’autore. Non avendo ancora messo mano su una Songwriter Page, che ricordo, è ancora in versione beta test, non ho chiaro se la playlist Written by è algoritmica o personalizzabile.

Potenzialmente chiunque può richiedere la sua Songwriter Page, ma direi che questa funzione è adatta per chi può vantare  collaborazioni con altri artisti musicali.

Un’idea niente male che rende ancor di più Spotify lo strumento più accessibile per far conoscere la propria musica, nonostante tutto.

Richiedi la tua Songwriter Page

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Come entrare nella Discover Weekly di Spotify

Oggi vorrei ritornare sulla Discover Weekly di Spotify, la playlist algoritmica di Spotify che settimanalmente propone 30 nuovi brani agli ascoltatori portandoli alla scoperta di nuovi brani e nuovi autori.

Come entrare nella Discover Weekly
courtesy by pixabay.com

Del metodo con cui gli algoritmi creano Discover Weekly ne ho già scritto dettagliatamente qualche settimana fa. Questa volta vorrei darti alcuni consigli pratici che ti aiuteranno a raggiungere l’inserimento di questa playlist personalizzata che è la seconda più ascoltata sulla app svedese ed è fondamentale per ogni artista emergente.

Cura il tuo Profilo Artista

Spotify ha le sue logiche che talvolta confliggono con le esigenze artistico creative, una di queste è la necessità di pubblicare musica con una certa regolarità.

Ha suscitato polemiche la dichiarazione di Daniel Ek, CEO di Spotify, che ha insistito sul fatto che un artista musicale dovrebbe uscire con un nuovo singolo al mese; dal suo punto di vista, il consiglio non è mal posto. Purtroppo gli algoritmi privilegiano gli artisti molto attivi, anche se questo può andare a discapito della qualità delle composizioni.

Per fortuna la vita reale è fatta di molte sfumature. Pubblicare con una certa regolarità non significa pubblicare spesso anche se certamente sono da evitare lunghi periodi tra una pubblicazione e l’altra.

Come possiamo fare per evitare questo senza sacrificare la qualità delle produzioni?

Per esempio, invece di uscire con un unico album ogni 12-18 mesi, potresti anticipare i brani con l’uscita di due o tre singoli nel corso dell’anno, così da tenere viva l’attenzione del pubblico. Magari in seguito, se uno dei singoli che hai già pubblicato non ti soddisfa, nell’album potresti mettere una nuova versione più vicina ai tuoi obiettivi.

Cosa accessoria ma non secondaria, è anche aggiornare la grafica, la bio e le foto del proprio profilo artista. Anche queste operazioni sono cose che vengono valutate positivamente dai meccanismi della piattaforma.

In generale, più il tuo pubblico e la piattaforma multimediale si accorge che sei un utente attivo, più sarai notato. Tieni sempre presente che gli ascoltatori detestano profili dormienti o non aggiornati.

La qualità conta!

C’è poco da fare, una bella canzone, suonata bene, strutturata bene, arrangiata bene e ben registrata sarà comunque più premiante e performante di un brano improvvisato e affrettato.

I brani tecnicamente ben riusciti hanno performance di ascolti di gran lunga superiori rispetto ad altri. Per questo devi riuscire a pubblicare con una certa regolarità senza sacrificare la qualità delle tue composizioni. Questa è una regola aurea assoluta. Potresti trovarti in difficoltà per questo, ma è una fatica che alla lunga ti verrà premiata.

Utilizzare tutti i canali multimediali per la promozione

Sebbene Spotify offra molte possibilità per promuovere la tua musica, non focalizzarti solo su questo canale. Una costante attività sui social network è indispensabile.

Trova i social che sono più funzionali al tuo genere musicale e frequentali, aggiornando il tuo profilo, raccontando la tua vita artistica, le tue amicizie artistiche, scrivendo delle tue canzoni e segnalando dove si possono ascoltare.

Per ogni tua uscita sarebbe anche essenziale ti appoggiassi ad una media agency che, come minimo, ti crei una campagna stampa e magari una programmazione radiofonica: le dimensioni della campagna dipenderà dal budget che avrai a disposizione.

Avere una presenza sul web con articoli e recensioni è molto importante perché Spotify misura la popolarità di un artista musicale anche dalle citazioni che trova in rete sul suo conto.

Le playlist

Avere i propri brani nelle playlist create dagli utenti di Spotify è il metodo più economico e per poter ambire alla Discover Weekly. E’ un vero lavoraccio e un risultato eccellente non è garantito, ma dalle mie esperienze lo ritengo ancora un buon metodo, richiede tempo e pazienza ma funziona.


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La forza della Release Radar di Spotify

La Release Radar è una playlist personalizzata che Spotify ha creato per aiutare gli utenti a trovare e ascoltare la musica che preferiscono.

La release radar di Spotify

Attualmente, questa playlist è la più ascoltata e popolare tra gli ascoltatori e tra gli artisti. Release Radar viene aggiornata ogni venerdì e la sua caratteristica principale è che ogni ascoltatore ha la sua Radar fatta a misura delle sue preferenze.

In altre parole, ogni utente avrà una playlist diversa in quanto la Release Radar si basa sull’artista che ascolta, in genere basata sulle nuove uscite degli artisti seguiti dall’utente. Per Spotify è la combinazione perfetta per tenere aggiornati gli ascoltatori sulle uscite dei loro artisti preferiti e, di conseguenza per assicurare agli artisti che il loro lavoro verrà ascoltato dai fan.

Release Radar viene aggiornata settimanalmente ogni venerdì, giorno che le label dedicano alle uscite discografiche, ogni artista può avere solo un brano alla volta in questa selezione e, soprattutto, deve essere un brano inedito. Questa nuova traccia, se non viene ascoltata, viene riproposta all’ascoltatore per altre quattro settimane.

Viene da sé che solo i follower di un Artista X possono vedere le sue canzoni su Release Radar, e solo le sue nuove canzoni possono essere aggiunte a questa playlist. La Release Radar in pratica è lo strumento creato da Spotify per mantenere un contatto diretto tra artisti e il loro pubblico. Quindi, la chiave per far funzionare adeguatamente la Release Radar è avere molti follower di Spotify.

E qui siamo al fulcro della questione, il pubblico. Pubblicare le tue canzoni su Spotify e distribuirle in ogni angolo del mondo è facile, ma interessare e coinvolgere un pubblico alla propria musica non è proprio così immediato. Ci vuole metodo, costanza e ostinazione. Ci vuole anche la consapevolezza che la musica virtuale può non essere sufficiente per fare della musica la tua professione, in particolare di questi tempi in cui i guadagni dallo streaming e dalle vendite online sono veramente risicati.

Il segreto sta nel giusto equilibrio tra vita online e vita offline, tra il contatto diretto con i tuoi fan attraverso i live, o anche seminari o lezioni e la cura della tua presenza sui social.

Iscriviti a questo blog, troverai parecchi spunti per promuovere al meglio la tua figura professionale di artista musicale.


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business musica streaming social music marketing Spotify

Il pubblico di Spotify visto da Spotify

Puntuale, lo scorso 23 settembre Spotify ha rilasciato il periodico Culture Next, il rapporto che analizza i gusti e le tendenze degli ascoltatori cercando di comprenderne i gusti e le abitudini.

Il pubblico di Spotify visto da Spotify
courtesy Pixabay.com

Il campione della ricerca è stato fatto sul pubblico americano, coinvolgendo 5.000 persone, ed ha confermato l’accelerazione delle tendenze culturali che hanno preso forma negli anni scorsi tra la Z Generation (15-25 anni) e i Millenial (26-40 anni): le due fasce più interessanti per Spotify perché più attive sui dispositivi elettronici rispetto le fasce più mature.

Sulle abitudini d’ascolto, la ricerca ha evidenziato che il 75% dei Z Gen. e Millenial utilizza l’ascolto di musica per fronteggiare lo stress e l’ansia. Questo li spinge verso musiche che, secondo loro, hanno marcate qualità emotive, terapeutiche e personali, intime.

La ricerca conferma la crescita nell’ascolto di Podcast, sia d’informazione sia per intrattenimento. Negli ultimi mesi all’attenzione del giovane pubblico americano sono saliti i podcast dedicati alla politica ed ai diritti civili.

Questa indagine periodica, che Spotify usa come strumento per attrarre sponsor pubblicitari facendo un ritratto del suo utente medio, ci restituisce anche alcuni informazioni sui gusti politici delle giovani generazioni americane, dimostrando, tra le altre cose, che sono più interessate ai programmi politici che agli schieramenti. Il 66% ritiene che gli attuali sistemi politici siano corrotti ed obsoleti e solo il 30% della Z Gen. approva la politica del presidente Trump a differenza delle generazioni più anziane che arrivano fino al 54% a favore dell’attuale presidente.

Ma ciò che la politica divide, la musica unisce. A quanto risulta, Il 64% del campione, nel sondaggio afferma che ascoltare la musica dei loro genitori dia loro “una maggiore comprensione di chi sono i loro genitori”, e il 78% dei genitori intervistati ha ammesso di usare la musica come un modo per legarsi con i loro figli.

Le generazioni più giovani sono anche incuriosite dall’imprenditorialità e dalla cultura self-made-man e molto aperte cittadinanza globale. Su scala mondiale, il 65% delle Z Gen. ha dichiarato di voler essere, o di essere già, il proprio capo, addirittura un Z Gen. su tre di età pari o inferiore a 17 anni ha affermato che preferirebbe avviare un’impresa invece di andare all’università. Le due giovani generazioni sono tendenzialmente proiettate in avanti e credono che la pandemia stia offrendo nuove opportunità di sviluppo.

Nel disegno che ci fa Spotify, i giovani americani, non mi sembrano molto diversi dai giovani italiani (o europei). In entrambi i casi troviamo generazioni interessate alla politica del fare e non a quella degli schieramenti ideologici, generazioni aperte verso il mondo e verso nuove culture, generazioni intraprendenti che intendono lasciare un mondo migliore di quello che hanno trovato.

Ma quello che forse più interessa a noi, è che la Z Gen. ed i Millenial sono molto legate alla musica, la usano per vivere meglio, per provare emozioni e conoscere cose nuove. Sono generazioni curiose che non danno nulla per scontato, che guardano al domani con un occhio verso il ieri. E’ chiaro che in questo momento dove vedono l’incertezza e la paura, loro vedono nuove possibilità. D’altra parte, a mio modesto avviso, non possono far altro; sono giovani, hanno un mondo nuovo da costruire.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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Due strumenti utili per condividere la tua musica.

Oggi ti voglio far conoscere due strumenti rapidi e utili per condividere nei social o nelle mail la tua musica e il tuo profilo di artista musicale. Possono esserti utili perché confezionano i tuoi link con una veste grafica coerente e accattivante, arricchendo la qualità della tua proposta.
Le Promo Card di Spotify

Promo Card by Spotify

Le Promo Card di Spotify sono un gadget utile per condividere la tua musica sui social network e anche sul tuo sito. In pochi semplici passaggi puoi creare una semplice cartolina elettronica che può essere collegata al tuo profilo Spotify, ad un tuo album o a una tua canzone.

Le Promo Card hanno delle semplici opzioni di personalizzazione e puoi facilmente condividerle su Twitter o Facebook. Puoi anche salvare l’immagine per utilizzarla sulle tue email o sul tuo sito, come ho fatto io, per esempio.

Rex Von Kostia Promo Card
Esempio di una Promo Card legata ad un Profilo Artista

Nelle Promo Card puoi personalizzare il colore di sfondo e il formato: orizzontale, quadrato o verticale.

Può tornarti utile perché con pochi click ti consente di condividere la tua musica con una grafica pulita e ordinata senza aver bisogno di competenze grafiche.

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Presentandosi come il miglior modo per migliorare la presenza su Instagram, Lnk.Bio è uno di quei servizi che permettono di raggruppare tutti i link verso i tuoi social e i tuoi prodotti discografici in un’unica pagina. Puoi usarlo gratuitamente o sfruttare le funzioni aggiuntive con un pagamento mensile.

Lnk.Bio è strategico per social come Instagram che non ti permettono di aggiungere link nei post. Ma direi che va bene anche su altri social, potrebbe diventare un solido punto di riferimento per chi ama la tua musica e vuole rimanere aggiornato sul tuo lavoro.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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musica streaming Spotify

Tempi duri per le cover

Non mi è riuscito di trovare una conferma ufficiale a questa novità che da qualche mese sta interessando alcune piattaforme di musica streaming. Ma è un dato di fatto che Spotify abbia rifiutato la distribuzione di alcuni album di cover, o di nuove versioni da interpreti originali, in particolare album pubblicati da piccole etichette.

tempi duri per le cover
coutesy pixabay.com

Questo rifiuto non è sistematico, per esempio proprio in questi giorni Tiziano Ferro se ne è uscito con una sua versione della storica Rimmel di Francesco De Gregori, ma è certo che la piattaforma svedese non gradisca trovare nel proprio catalogo qualche decina di versioni della stessa canzone. Stessa cosa vale poi per album di versioni originali pubblicate su licenza.

D’altro canto è comprensibile che prima o poi si dovesse arrivare ad una scelta di questo genere. Nell’epoca dei supporti fisici per le editrici discografiche valeva un paradigma che chiamerò delle Top 200.

In pratica, ogni editore discografico poteva far riferimento ad un roster di 200 canzoni che, in qualsiasi versione venissero realizzate, gli assicuravano una garanzia di vendita perché popolari e amate in ogni latitudine.

Visto dall’Italia, possiamo dire che esisteva un roster Top 200 per la musica italiana e un Top 200 per la musica internazionale. Se anche voi amavate frugare nei cesti degli autogrill alla ricerca di nuove compilation, ora capite perché spesso e volentieri in queste playlist su Cd trovavate più o meno le stesse canzoni.

Questo freno alle cover imposto da Spotify e altre piattaforme va a rompere il paradigma Top 200 costringendo i musicisti, gli autori, gli interpreti e gli editori ad uno sforzo maggiore nel produrre nuovi brani originali.

Purtroppo i criteri con cui viene eseguita questa selezione non sono chiari e conosco casi che hanno penalizzato versioni di alto contenuto artistico e creativo.

Credo che ritornerò ancora su questo argomento perché mi piacciono le cover, in particolare quando gli interpreti riescono con la loro arte a dare una vita nuova ad una canzone che sente il peso del tempo che passa.


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Il nécessaire internet per un musicista.

“No che non puoi defezionare
il nécessaire col bilama e il piegaciglia
e un videoclip col Barbiere di Siviglia.”
(L’Arca di Noé di Segio Caputo).

internet per musicisti
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Per qualsiasi professionista avere un’adeguata presenza in rete è indispensabile per poter emergere e distinguersi, questa regola aurea vale per il musicista, sia che si tratti di uno strumentista o di un cantante, indipendentemente dal fatto che abbia pubblicato o meno la sua musica.

Spesso un musicista trae la propria sussistenza da diverse fonti di reddito: concerti, turni in sala di registrazione, pubblicazione delle proprie musiche, insegnamento, trascrizione partiture ecc… a seconda del grado di preparazione. Un musicista completo può offrire diversi servizi professionali, compresa la propria esperienza artistico-lavorativa, che vanno oltre la bravura con lo strumento o la notorietà pubblica. Perciò, perché non far conoscere queste doti professionali ad una platea che ne ha bisogno e che le richiede?

Ma cosa serve al musicista per far conoscere la propria professionalità sul web, bastano i social network? La domanda è, ovviamente, retorica e nelle prossime righe vedrai anche il perché.

1) Il Sito internet

Come ogni professionista, il musicista dovrebbe iniziare la sua presenza in rete con un sito internet ben costruito, ma sopratutto costantemente aggiornato. Il sito è l’unico modo per poter gestire la propria immagine sotto ogni punto di vista. Oltre alle date dei concerti e le uscite discografiche costantemente aggiornate, nel sito dovrebbero trovare spazio anche le altre attività, come ad esempio lezioni di musica o trascrizioni di spartiti.
E importante che il sito abbia anche un form di contatto, che raccolga gli indirizzi mail di chi scrive, per poter mantenere comunque un rapporto con chi ha fatto una richiesta, magari con una newsletter periodica. Il sito internet deve diventare il cuore della tua presenza in rete, se poi, riesci a mantenerlo vivo anche con un blog, il coinvolgimento con la tua platea sarà più performante, sia che decidi un approccio creativo-poetico o un approccio tecnico-professionale.

2) Indirizzo mail professionale

Che sia Gmail o qualsiasi altro servizio, usa una mail dedicata per il tuo lavoro di musicista. Non mescolare la vita privata con il lavoro, nemmeno nella posta elettronica. Vedrai come ti cambia la vita.

3) Pagina Facebook

Una pagina Facebook professionale da affiancare al tuo profilo personale è essenziale, curala bene, falla conoscere nelle community, con metodo e pazienza usala per aggregare i tuoi fan e fai in modo che da Facebook arrivino alle pagine del tuo sito.

4) Twitter

Twitter insieme a Instagram è il social che Spotify usa per autenticare l’artista e consentirgli la gestione del suo profilo. Ma Twitter è importante anche perché è veloce e più frequentato di quel che pensi. Come Facebook può rivelarsi un ottimo veicolo per indirizzare fan e contatti verso il tuo sito. Richiede un certo impegno e una certa costanza, ma può dare risultati brillanti. Ho scritto un piccolo manuale su come Twitter può aiutare un musicista, lo puoi scaricare gratuitamente qui.

5) Instagram

Come già detto, Instagram è importante per accedere a Spotify for Artist. Ma quello che più importa è che con Instagram puoi raccontare la tua vita professionale con immagini e video. Giocandotela bene, la tua presenza ne uscirà rafforzata e concreta.

6) Tik Tok

Il social network cinese ha dato risultati sorprendenti con la musica pop. E’ largamente usato da una platea di giovanissimi che si diverte a giocare con musica e video. Lo consiglio caldamente al musicista che ha pubblicato la sua musica, indipendentemente dal genere. Ci sono alte probabilità che riesca a trovare una sua attenzione, anche se la sua musica coinvolge una ridotta nicchia di appassionati.

Questo è tutto. In questi sei punti ho elencato lo stretto necessario degli strumenti che un musicista dovrebbe dotarsi per avere un’adeguata e completa presenza in rete. Su come poi questi strumenti vadano opportunamente usati per trarne il massimo risultato, lo vedremo magari nelle prossime settimane.


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Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.

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musica streaming Spotify

Che musica si ascolta negli altri paesi?

Ragazze Bulgare in costume tradizionale
Foto di MireXa da Pixabay

Ci sono parecchi motivi per cui Spotify è il più usato distributore di musica streaming nel mondo, un giorno dedicherò un po’ di righe su questo tema perché merita d’essere approfondito per meglio capire le dinamiche dell’ecosistema Spotify e trovare le strade migliori per sfruttarne le potenzialità.

Ma oggi vorrei riprendere il tema dello scorso post Sai come Spotify ascolta la musica, dove ho illustrato alcuni dei 15 parametri con cui Spotify classifica i brani caricati sulla sua piattaforma.

Questi parametri vengono resi accessibili agli sviluppatori che possono così creare applicativi per estrarre e utilizzare le informazioni sui brani raccolte dalla piattaforma, come fa, per esempio, l’etichetta Soundplate per il suo Track Analizer.

Usando questi dati offerti da SpotifyJustin Chen si è divertito ad analizzare le caratteristiche della musica ascoltata nelle diverse nazioni del globo. Lo ha fatto utilizzando 5 dei parametri che Spotify usa per classificare un brano, ovvero:

  • Danceability;
  • Energy;
  • Acousticness;
  • Speechiness;
  • Valence.

Prendendo come campione le playlist ufficiali Spotify Top50 Justin Chen ha analizzato di fatto i gusti musicali di alcune nazioni con risultati a volte sorprendenti e non così scontati.

L’articolo di Justin Chen lo trovi su The Start Up un magazine di Medium. Leggilo adesso.


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