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Spotify e Content Marketing

Se distribuisci la tua musica sulle app di streaming non puoi sperare di sfruttare al massimo le opportunità offerte se non conosci le logiche del loro funzionamento e degli algoritmi che le gestiscono. Ma non si tratta solo di questo: in questo articolo ti descriverò le dinamiche principali che muovono Spotify e che ne hanno decretato il successo.

Spotify e il content marketing

Spotify ha capito che non basta offrire musica a chi ama la musica; bisogna conoscere, coinvolgere e parlare la lingua degli ascoltatori in modo autentico. In un mercato in cui l’attenzione del pubblico si disperde tra miriadi di contenuti, Spotify ha trasformato il content marketing da semplice pubblicità a una forma di connessione profonda. Le sue playlist curate, le esperienze di ascolto personalizzate, come Discover Weekly o Your Daily Drive, non sono solo funzioni; sono esperienze costruite attorno ai gusti, agli stati d’animo e agli stili di vita delle persone.

Il cuore del successo di Spotify è lo storytelling musicale. Oggi, nel mondo del marketing digitale, raccontare una storia che rispecchi il pubblico non è un lusso, ma una necessità. Non è un caso che lo storytelling sia alla base di tutti i grandi progetti di Spotify. Ogni interazione dell’ascoltatore, che si tratti di scoprire nuova musica tramite la Discover Weekly o di seguire curiosità e retroscena sulle canzoni preferite con Behind the Lyrics, è un’opportunità per creare una connessione emotiva. L’ascoltatore diventa non solo il fruitore, ma anche il protagonista di un viaggio musicale creato su misura, grazie a un algoritmo capace di comprendere le sfumature delle sue preferenze musicali.

Spotify cerca addirittura di anticipare i bisogni e desideri dei suoi utenti attraverso la personalizzazione estrema, dalla playlist mattutina alla selezione perfetta per un allenamento o un viaggio, rappresenta la rivoluzione dell’esperienza d’ascolto. Ogni playlist è un contenuto che risuona con momenti specifici della vita di chi ascolta, diventando così un elemento fondamentale del loro quotidiano.

Ma perché tutto questo funziona così bene? La risposta risiede in un concetto chiave: Spotify sa utilizzare i dati in modo empatico. A differenza di altre piattaforme, non sfrutta i dati solo per migliorare il targeting pubblicitario, ma li trasforma in una forma di cura e attenzione per l’ascoltatore. Attraverso l’analisi delle abitudini d’ascolto, Spotify è capace di proporre non solo brani che rispecchiano i gusti dell’ascoltatore, ma anche esperienze musicali costruite in base a stati d’animo, attività quotidiane e momenti della giornata.

Un altro esempio del coinvolgimento emotivo offerto da Spotify è la campagna Spotify Wrapped. Non si tratta solo di un riepilogo annuale delle proprie abitudini d’ascolto, ma di un momento di celebrazione personale. Gli utenti dell’app, i tuoi ascoltatori, non vedono l’ora di condividere su social media i minuti trascorsi ascoltando la propria musica preferita, dimostrando l’orgoglio di appartenere alla comunità Spotify. La piattaforma sfrutta questa occasione per dar voce agli ascoltatori e ai musicisti, creando così una vera e propria famiglia musicale.

Spotify è anche al fianco dei musicisti e dei team di marketing, offrendo un supporto completo che va ben oltre la semplice pubblicazione dei brani. Tramite Spotify for Artist i musicisti e il loro staff dispongono di dati preziosi sulle abitudini d’ascolto dei fan, permettendo loro di comprendere meglio il proprio pubblico e di interagire in modo più mirato. Questa stretta connessione con i musicisti e la possibilità di monitorare in tempo reale il successo delle proprie tracce e delle proprie playlist offre agli artisti uno strumento potente per ottimizzare la propria presenza su Spotify.

Per i brand, Spotify rappresenta un’opportunità senza precedenti. La piattaforma ha individuato cinque abitudini di streaming fondamentali, scoperta, varietà, tendenza, nostalgia e ripetizione, che consentono di targetizzare il pubblico in modo estremamente preciso. In un contesto in cui il marketing tradizionale fatica a catturare l’attenzione dei consumatori, Spotify è riuscito a rendere la pubblicità parte dell’esperienza musicale. Un brand può essere ascoltato e percepito non come un’interferenza, ma come parte integrante di un momento speciale per l’utente.

Per chi lavora nel marketing, Spotify rappresenta una lezione importante: comprendere il pubblico non è un’operazione meccanica, ma un’arte che richiede sensibilità e comprensione. In un mondo in cui le persone cercano autenticità e connessioni reali, le strategie di content marketing che si limitano alla promozione fine a sé stessa sono destinate a fallire. La vera sfida per i brand è capire che gli utenti non cercano più solo un prodotto, ma un’esperienza che li faccia sentire parte di qualcosa di più grande.

Alla fine, Spotify dimostra che per avere successo in un mercato sovraccarico di stimoli non basta solo avere una buona tecnologia; bisogna essere capaci di ascoltare, adattarsi e interagire con il proprio pubblico in modo umano.

Sei pronto a rendere il tuo contenuto più che una semplice pubblicità, trasformandolo in un’esperienza che il tuo pubblico possa amare e ricordare?

Hai almeno un’idea del percorso che dovresti intraprendere?

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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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Fare marketing con Spotify

La premessa, che dovrebbe esser ovvia, è che Spotify non è una bacchetta magica che trasforma la tua arte in successo senza un piano preciso. È un campo di battaglia digitale dove l’attenzione degli ascoltatori è merce rara, e solo chi gioca con intelligenza riesce a farcela.

Fare marketing con Spotify

In questo articolo affronteremo le strategie per massimizzare il potenziale di Spotify come strumento di marketing musicale. Il cuore della questione è chiaro: aumentare gli streaming e far crescere il numero di ascoltatori mensili. Ma il trucco sta nel trattenere questi ascoltatori, non solo attirarne di nuovi.

Come convertire gli ascolti in fan

Partirei dal fatto che un singolo stream su Spotify non vale granché, soprattutto se quell’ascoltatore sparisce nel nulla subito dopo. Quello che davvero conta è quanto a lungo riesci a trattenere il tuo pubblico, facendolo tornare per riascoltare le tue canzoni. Ecco perché devi monitorare non solo il numero di streaming, ma anche il rapporto tra questi e il numero degli ascoltatori mensili. Se chi ascolta una volta non ritorna, forse la tua strategia di marketing ha delle falle da tappare.

Ma come puoi trasformare un ascoltatore occasionale in un follower fedele? La risposta non è semplice, ma ci sono diverse strade percorribili.

Da dove arrivano gli ascolti?

La piattaforma offre diverse modalità attraverso le quali le persone possono scoprire la tua musica. Alcune sono legate al caso, come l’algoritmo che piazza il tuo brano nella home di un utente. Altre invece sono più dirette, come la ricerca mirata o le playlist personali di chi ti segue. Ma, attenzione: se i tuoi ascoltatori provengono quasi tutti da una cerchia ristretta di fan fedeli, è il momento di pensare a un’espansione del pubblico. Al contrario, se hai un gran numero di ascoltatori occasionali che non tornano, il problema è nel mantenere la loro attenzione nel tempo.

Qui entrano in gioco le playlist, uno dei motori principali della scoperta musicale su Spotify. E, se vuoi emergere, devi imparare a usarle al meglio.

Playlist: la chiave del successo (se sai come usarle)

Le playlist su Spotify sono fondamentali per far sì che la tua musica venga scoperta e ascoltata. Dovresti già sapere che esistono tre tipologie principali di playlist: personalizzate, editoriali e create dagli utenti. Quelle personalizzate, come la celebre Discover Weekly, sono generate automaticamente dall’algoritmo di Spotify, che tiene conto delle abitudini di ascolto degli utenti. Queste playlist si aggiornano costantemente, offrendo una visibilità potenzialmente esplosiva, anche se spesso fugace.

Le playlist editoriali, curate direttamente da esperti interni alla piattaforma, offrono un’esposizione ancora maggiore. Ma qui sta la sfida: per entrare in una di queste, devi catturare l’attenzione dei curatori, e questo richiede un mix di qualità musicale e, soprattutto, tempismo. Le playlist editoriali tendono a rigenerarsi rapidamente, e rimanerci è privilegio di pochi. Anche le band emergenti, pur avendo un colpo di fortuna con una nuova uscita, potrebbero vedere l’effetto svanire rapidamente se non sanno come mantenere alta l’attenzione.

Spotify for Artists: numeri e strategia

Spotify for Artists è uno strumento che ogni musicista dovrebbe conoscere come le proprie tasche. Non è solo una dashboard piena di numeri, ma una vera bussola per guidarti nelle decisioni di marketing. Qui puoi vedere da dove provengono i tuoi ascolti, quali playlist ti includono e, soprattutto, come il tuo pubblico interagisce con la tua musica.

Immagina di scoprire che una fetta considerevole dei tuoi ascolti proviene da una playlist come Anima R&B. Questo ti dice che il tuo target audience è probabilmente attratto da quel tipo di sonorità. Potresti quindi pensare di allineare la tua promozione social verso quel pubblico, magari collaborando con influencer nel settore R&B o concentrandoti sulle community legate a quel genere.

Best practice per crescere su Spotify

Quali sono le tattiche concrete da seguire per migliorare il tuo profilo e la tua visibilità su Spotify? Ecco alcune strategie efficaci:

  • Verifica il tuo profilo: La spunta blu è un simbolo di credibilità. Non solo per i fan, ma anche per i curatori delle playlist;
  • Chiedi ai tuoi fan di seguirti su Spotify: Un follower è molto più prezioso di un semplice ascoltatore. I tuoi brani saranno inseriti in più playlist automatiche se il numero di follower cresce;
  • Promuovi i tuoi brani sui social media: Non lasciare che sia solo Spotify a portare ascolti. Sfrutta i social per dirigere traffico alla tua musica, utilizzando campagne mirate o contenuti organici;
  • Contatta i curatori di playlist: Molte playlist non editoriali sono gestite da utenti o influencer. Cerca di entrare in contatto con loro per proporre la tua musica.
Errori da evitare

Non tutti i percorsi portano al successo. Alcuni errori possono persino far deragliare la tua carriera su Spotify:

  • Comprare ascolti o posizionamenti in playlist: Sembra una scorciatoia allettante, ma è una truffa che Spotify condanna. Potresti finire per essere bannato.
  • Ascoltare la tua musica in loop: Questa è un’altra pratica ingannevole che l’algoritmo non perdona. Meglio evitare.
  • Limitarsi alla promozione solo durante la fase di rilascio: Se promuovi la tua musica solo quando esce, stai perdendo una grande opportunità di mantenere il pubblico interessato nel lungo termine.
La sfida finale: come mantenere il pubblico

Vorrei chiudere con una riflessione chiave: mentre le playlist offrono un’esposizione importante, la tua vera sfida è mantenere l’attenzione nel lungo termine. Come puoi fare? Costruendo una relazione autentica con il pubblico. Fai in modo che gli ascoltatori salvino i tuoi brani nelle loro librerie, seguano il tuo profilo e condividano la tua musica. E, soprattutto, continua a raccontare la tua storia sui social media, con contenuti che parlano al cuore delle persone.

Cosa stai facendo per trattenere il tuo pubblico su Spotify?
Quali difficoltà hai incontrato?

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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Come creare legami profondi nella musica

In un’epoca in cui la musica è facilmente accessibile e il mercato è saturo, le emozioni possono diventare il fattore distintivo che consente a un artista di emergere. Utilizzare tecniche di marketing emozionale ti aiuta a stabilire un legame profondo con il pubblico, utilizzando le emozioni come strumento principale di comunicazione. Questa forma di marketing si basa sull’idea che la musica non è solo un prodotto da consumare, ma un’esperienza che può influenzare stati d’animo, comportamenti e decisioni d’acquisto.

Come creare legami profondi nella musica

Ma perché il marketing emozionale funzioni, è fondamentale avere  un’identità distintiva matura. Questo implica non solo la definizione di una tua immagine visiva, ma anche la costruzione di una narrazione in sintonia con il pubblico. Devi riflettere su quali emozioni vuoi evocare e come la tua musica e la tua personalità possano contribuire a quel messaggio. Un esempio semplice è quello di un artista che desidera trasmettere un senso di nostalgia utilizzando melodie e testi che richiamino ricordi passati, creando un legame emotivo più forte con i fan.

Per ottenere questo legame emotivo, l’interazione con il pubblico attraverso i social media, creando contenuti visivi e testuali è il metodo più semplice ed efficace. Puoi condividere momenti autentici della tua vita quotidiana, creando un senso di intimità e connessione. La condivisione di storie personali, dietro le quinte delle registrazioni o dei concerti, ti aiuta a costruire questo legame empatico, coinvolgendo direttamente il pubblico nelle tue gioie e nelle tue fatiche. È un approccio che non solo aumenta la fedeltà dei fan, ma incoraggia anche la condivisione e il passaparola, amplificando la portata della tua musica.

Non dimenticare mai che stessa musica gioca un ruolo fondamentale nel marketing emozionale, magari usando elementi sonori specifici per evocare emozioni particolari. Giocare con contenuti social con l’uso di melodie dolci e armoniose per trasmettere serenità, oppure ritmi più energici per stimolare entusiasmo e gioia ti aiuta a contestualizzare meglio la tua musica e lasciarla nella mente di chi l’ascolta.

Un esempio emblematico di marketing emozionale è rappresentato dalle campagne pubblicitarie di artisti che utilizzano storie personali nelle loro comunicazioni. Un cantante potrebbe condividere un racconto toccante sulla sua infanzia o sulle sfide affrontate per arrivare al successo. Questa narrazione non solo umanizza l’artista, ma permette ai fan di identificarsi con lui, creando un legame emotivo che va oltre la musica stessa. Quando il pubblico percepisce un artista come autentico e vulnerabile, è più incline a supportarlo, sia acquistando la musica che partecipando ai concerti.

Non sottovalutare nemmeno l’effetto delle playlist nelle piattaforme di streaming. I più si limitano nello sperare di accedere alle playlist ufficiali o in quelle di maggior successo, spesso dimenticando di curare loro stessi delle selezioni musicali che presentino la loro musica, ma anche quei brani che li ispirano o che riflettono il loro stile. Questo non solo arricchisce l’esperienza dell’ascoltatore, ma crea anche un senso di comunità attorno all’artista. Le playlist diventano un’estensione della tua immagine, del tuo brand, permettendo ai fan di esplorare e connettersi con il tuo universo musicale.

Se hai costruito una buona immagine coerente, una solida brand identity, gli Eventi dal vivo come concerti e festival sono occasioni ideali per applicare il marketing emozionale. Durante questi eventi, puoi usare elementi visivi e sonori per creare un’atmosfera coinvolgente. L’uso di luci, effetti speciali e interazioni con il pubblico può intensificare l’esperienza emotiva, rendendo il concerto memorabile. Gli artisti che riescono a creare un forte impatto emotivo durante le loro esibizioni tendono a fidelizzare i fan, che saranno più propensi a tornare per future performance. Un esempio di successo è il festival Coachella, che non solo offre una lineup di artisti di alto profilo, ma crea anche un’esperienza immersiva attraverso installazioni artistiche e interazioni sociali.

Se ti piace l’impegno sociale e non sei indifferente ai problemi del mondo, le campagne di sensibilizzazione sociale possono rivelarsi utili per unire attorno a te persone che condividono il tuo sentire. Artisti come Beyoncé e Pharrell Williams hanno utilizzato la loro piattaforma per affrontare temi sociali, creando canzoni che non solo intrattengono, ma che stimolano anche la riflessione. Queste canzoni diventano veicoli di emozioni e messaggi, avvicinando l’artista a un pubblico che condivide valori simili. Ma attenzione, questo tuo impegno deve essere sincero e non strumentale: il pubblico percepisce chiaramente se non sei mosso da un pensiero sincero e questo potrebbe trasformarsi un danno di reputazione dal quale sarà difficile risollevarsi.

Tra tutte le strategie possibili il marketing emozionale nel settore musicale è una delle più potenti,  dato si basa sulla creazione di legami emotivi tra artisti e pubblico che però devono essere sincere e autentiche. Attraverso la costruzione di un tua immagine coerente, l’interazione sui social media, l’uso strategico della musica, la creazione di esperienze coinvolgenti e campagne di sensibilizzazione sociale, puoi non solo promuovere la tua musica, ma anche costruire una comunità di fan fedeli e appassionati in un mercato altamente competitivo. La capacità di evocare emozioni e di rispondere alle esigenze del pubblico ti farà guadagnare quell’attenzione e quei legami di cui hai bisogno per coltivare la tua arte.


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marketing musicale musica streaming social media Spotify playlist superfan

Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Prima di contattare un curatore di playlist perché inserisca il tuo brano nella sua playlist, usando servizi come Match.fy o SubmitHub o direttamente tramite social, ti sei mai fermato ad ascoltare la sua selezione per assicurarti d’essere in linea con il gusto di quella selezione?

Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Non intendo solo di essere in linea con il genere musicale, ma anche con il testo e con le vibrazioni, con il mood, che la playlist nel suo insieme trasmette. Ti potrebbe sembrare un lavoro superfluo, magari una perdita di tempo, in realtà si tratta di un’indagine strategica per comprendere se la tua musica troverà un pubblico in grado di apprezzarla e comprenderla.

Non c’è solo questo, devi anche assicurarti che gli altri brani abbiano almeno la stessa qualità creativa e tecnica del tuo brano: la mela buona in un cesto di mele marce rischia di fare la loro stessa fine.

Ci sono alcuni curatori che creano playlist con passione e amore della musica, altri che sono mestieranti in cerca di profitto, in entrambi i casi le playlist si rivelano dei calderoni nei quali il singolo artista fatica ad emergere, ovvero, fatica raccogliere follower.

Scegliere con cura le playlist a cui proporre i tuoi brani ti aiuterà a farti conoscere da un pubblico più ricettivo al tuo sound aumentando la possibilità di raccogliere follower.

Come è stato dimostrato  dalle analisi sulle abitudini dei superfan, questo genere di pubblico è molto prezioso per un artista musicale, è il suo zoccolo duro: genera ascolti ripetuti ed è disposto a spendere tempo e denaro per live o merchandising.

Creare un ambiente più sano per i musicisti e per chi ascolta musica inizia proprio dal selezionare i curatori di playlist più responsabili e professionali.


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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marketing musicale musica streaming Spotify Spotify playlist

Come riconoscere le playlist false.

Nell’ecosistema di Spotify, che sfrutta alcune dinamiche social di condivisione, le playlist hanno un ruolo preminente perché dimostrano quanto si stia diffondendo la tua musica, quante siano le persone che ti seguono attivamente e, di conseguenza, aumentano le possibilità per essere notati dall’algoritmo e ottenere un effetto virale, sia in termini di popolarità, sia in termini di ascolti organici.

Come riconoscere le playlist Spotify false.

È noto che esistono milioni di playlist false legate a streaming farm che generano finti ascolti perché non corrispondenti a persone reali ma a bot informatici. È una piaga che Spotify ha cercato di arginare e sulla quale sta lavorando per ottenere risultati migliori. Questo perché questo genere di ascolti, non essendo legati ai gusti di un pubblico reale, minano l’esperienza di ascolto che gli algoritmi propongono agli ascoltatori, con il conseguente rischio di mettere in tendenza prodotti discografici di qualità dubbia deludendo le aspettative dell’ascoltatore.

Non esiste un modo certo per individuare una playlist falsa, ma ci sono dei segnali d’allarme utili a capire se una playlist Spotify è legata ad un utente reale o ad un bot informatico:

1.Corrispondenza tra ascoltatori e stream

Se la tua canzone è in una playlist che genera un numero di ascolti corrispondente al numero dei follower è molto probabile che sia una playlist falsa. In una playlist organica, in genere gli stream sono superiori agli ascoltatori perché le persone tendono a riprodurre i brani più volte.

2. Crescita troppo rapida di ascolti

Il tuo brano è in una playlist con migliaia di follower e, nell’arco di 24/48 ore, raggiunge o supera in ascolti il numero dei follower, ti sembra possibile? Ti sembra credibile che migliaia di persone ascoltino quasi contemporaneamente la stessa playlist?

3. Follower sospetti

Guardati dai curatori di playlist che hanno tra i loro follower migliaia di profili senza icona o con nomi o sigle improbabili. È molto probabile che si tratti di account falsi legati a streaming farm.

4. La playlist non compare IN scoperta su

Nelle statistiche di Spotify For Artist, o sulla tua pagina artista, vengono indicate le principali playlist in cui viene ascoltata la tua musica. Se una playlist non compare in questo elenco o è una playlist fasulla oppure è una playlist morta, non ascoltata, di conseguenza non ti è di nessuna utilità.

Detto questo, devi tener sempre presente che Spotify colpisce pesantemente chi usa tecniche fraudolente per spingere la sua musica. Lo fa rimuovendo i brani incriminati e, dal 2024, arrivando a multare distributori o etichette accusate di usare streaming farm o altre tecniche ritenute fraudolente.

Ma non c’è solo questo. Gli algoritmi di Spotify lavorano molto sull’esperienza personale dell’ascoltatore. Lavorano per proporre la tua musica alle persone che meglio possono recepirla e apprezzarla. Spingerla attraverso bot automatici va ad inquinare i dati che Spotify raccoglie per selezionare il pubblico più adatto alle tue produzioni.

Ti sembra poco?


Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica

di PlayHola

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“Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica” è la guida essenziale per gli artisti che desiderano fare della promozione musicale il loro punto di forza. Grazie ai consigli di PlayHola, brand specializzato nel marketing musicale, imparerai come creare playlist efficaci, ottimizzare la tua presenza su Spotify e promuovere la tua musica attraverso i canali più adatti. Scopri come utilizzare al meglio le playlist di Spotify, una vera e propria arma nel mondo del marketing musicale, per raggiungere un pubblico più ampio e far crescere la tua carriera artistica.

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5 tips per una playlist musicale in streaming

Mi sorprende tuttora come gli artisti musicali sottovalutino la forza promozionale delle playlist nel loro profilo artista delle varie app di musica in streaming. E’ una mancanza che, a mio avviso, professionalmente non gli rende onore. Creare almeno una playlist in cui inserire i propri brani è il primo passo per l’auto promozione e per legare con il pubblico che può apprezzare la tua musica.

Per questo motivo vorrei darti qualche suggerimento di base per creare delle playlist solide in grado di catturare ascoltatori appassionati.

5 tips per una playlist musicale in streaming

1. Scegli un nome il nome giusto e non modificarlo

Una playlist per l’ascoltatore è un’esperienza personale. Un titolo non banale, capace di distinguersi dalla massa, è la scelta migliore che puoi fare. Metti in moto la tua creatività e trova un titolo evocativo capace di guidare l’ascoltatore al tipo di musica e di atmosfera che troverà nella selezione. Non dimenticare di creare anche una descrizione che renda bene l’idea della musica che proponi suggerendo a quali persone o per quali occasioni è più adatta. E’ il pubblico qualificato che darà alla tua selezione un pubblico di valore. E’ importante non modificare il titolo della playlist perché è strettamente legato agli algoritmi di ricerca, questo a diverso titolo su tutte le app di musica in streaming.

2. Mettiti nei panni del tuo pubblico

Nel creare la playlist, dove inserirai anche qualche tuo brano, devi innanzitutto preoccuparti di creare un mood, un’atmosfera coerente. Ma devi coniugare questa esigenza partendo dai tuoi gusti personali perché il risultato della selezione dev’essere sincero, genuino: il pubblico ha un sesto senso particolare quando cerchi di prenderlo in giro. Sii onesto con te stesso e crea quella playlist che ti soddisfa al 100%. La sincerità premia più di ogni altra cosa e nel mondo ci sono milioni di persone pronte a condividere i tuoi gusti e curiose di ascoltare la tua musica. Mettere in testa alla tua selezione quattro o cinque brani di successo servirà a rompere il ghiaccio e convincere l’ascoltatore a continuare nei brani successivi.

3. La Copertina e la Descrizione.

Ovviamente la copertina della playlist ha la sua importanza. Grafica ed immagine devono essere accattivanti e contenere un riferimento esplicito al contenuto della selezione musicale che hai compilato, ma questo potrebbe non bastare.

Analizza le copertine delle playlist di maggior successo, scoprirai che le immagini hanno pochi dettagli e l’immagine è facilmente identificabile anche quando sono ridotte a icona, non solo, il titolo spesso è scritto con caratteri cubitali per lo stesso motivo sopra citato.

Non è male crearsi una linea grafica omogenea in modo che il pubblico riesca a riconoscere a colpo d’occhio che quella playlist è una tua playlist, qualsiasi genere musicale contenga.

La descrizione è molto importante: dev’essere invitante e magari contenere almeno 10 nomi di artisti presenti per essere notata dagli algoritmi di ricerca.

Questi sono i suggerimenti da manuale che dovresti imparare a memoria. Nonostante questo, nel mio profilo Spotify ho preferito seguire una via diversa realizzando grafiche univoche, molto omogenee ed estremamente sintetiche. Ho scoperto che se la musica è buona ed il mood ben riuscito, la selezione ha comunque un buon riscontro di pubblico, perché a conti fatti, è sempre la qualità musicale che fa la differenza. ( Seguimi su Spotify)

4. Aggiorna costantemente la playlist

E’ importante che programmi una scadenza periodica per aggiornare la tua playlist con le nuove uscite o le nuove scoperte, magari togliendo i brani che consideri superati o che ad un ascolto più attento ti sembrano meno meritevoli: la qualità di una selezione alla lunga premia più di ogni altra cosa. Personalmente ti consiglio di creare playlist di 2-4 ore di durata, ma se riesci a collezionare un buon repertorio puoi arrivare anche a 8 o 12 ore, ma dev’essere una selezione veramente ricca di roba buona. Inoltre, se ti è possibile, non mettere più di 5-6 brani per artista: la varietà paga.

5. Condividi et Impera.

Questo geniale motto creato dal brillante Rudy Bandiera è l’ultimo e determinante passo per attirare attenzione verso la tua playlist. Quando condividi la tua selezione sui social cita i nomi degli artisti coinvolti, magari taggandoli, te ne saranno grati e potrebbero decidere loro stessi di condividerla sulle loro pagine creando quel circolo virale che la farà decollare.

Conclusione

Queste regole basiche per creare e gestire playlist valgono, più o meno, per tutte le app di musica in streaming e sono la base di partenza per far conoscere la tua musica ad un pubblico più ampio. La creazione di playlist va vissuta con spontaneità e leggerezza, come un hobby gratificante. Non solo può fare del bene alla tua musica, ma può far del bene anche a te offrendoti nuovi stimoli e nuove idee per le tue composizioni.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Instagram personal branding social network Spotify Spotify playlist

Come portare follower da Instagram a Spotify?

La domanda del titolo te la potrei declinare per qualsiasi app musicale e social tu voglia.
Come portare un follower da Instagram a Amazon Music?
Come portare un follower da Facebook a Spotify?
Come portare un follower di Twitter a Tidal?
E così via dicendo…

Come portare follower da instagram a spotify?
courtesy pexels.com

In qualsiasi caso, devi tenere conto che far transitare un follower da un’app all’altra non è mai un’impresa facile. Non lo è per nessuno. Questo perché gli utenti non amano uscire dal loro social network preferito per andare ad ascoltare l’ultimo tuo brano su un’app di musica in streaming.

Tutti i social network sono strutturati per mantenere gli utenti all’interno del loro ecosistema, tutti i social di Meta (la società che gestisce Facebook, Instagram, ecc..), più di altri, scoraggiano in tutti i modi possibili l’uso di link verso l’esterno.

Come puoi spingere allora i tuoi 1000 follower di Instagram ad ascoltare la tua musica su Spotify?

In realtà a questa domanda non c’è una risposta risolutiva. O meglio c’è, ma non ti farà piacere saperla perché comporta importanti investimenti di denaro e di tempo.

La soluzione più semplice e immediata per attirare l’attenzione dei tuoi follower social verso l’ascolto della tua musica e delle tue canzoni resta la creazione di playlist.

In questo contesto la playlist va intesa come il luogo dove mettere in relazione le tue creazioni con quelle dei tuoi colleghi musicisti più o meno famosi. Per questo ti consiglio di creare una o più playlist da mettere in bella mostra sulla tua pagina artista Spotify nell’apposita sezione Artist Pitch.

Ci sono diversi criteri con cui puoi creare una playlist che attiri l’attenzione, il primo è sicuramente il genere musicale, ma poi puoi sfruttare anche il mood delle tue canzoni e compilare selezioni allegre, tristi, rilassanti o dinamiche a seconda dei brani, dei tuoi brani, che vuoi inserire.

Non è necessario che la playlist sia particolarmente corposa, puoi partire con selezioni di 50 brani dove tra i primi dieci inserisci un paio di tue composizioni. Fatto questo, potrai far sapere al tuo pubblico dell’esistenza di queste selezioni e lanciare sui social un invito all’ascolto: la playlist è un ottimo contenuto da condividere e anche su cui costruire una discussione.

Dovrai però offrire un valido motivo perché le persone vengano ad ascoltare le tue scelte ed essendo un musicista non dovresti faticare a trovare argomenti per attirare i tuoi fan verso le tue selezioni.

Ci sono molti tasti che puoi utilizzare per invogliare all’ascolto, per esempio la qualità degli artisti o dei brani che hai scelto, oppure raccontare come alcuni degli artisti presenti ti abbiano artisticamente influenzato o di come queste musiche abbiano un significato particolare nella tua vita.

Puoi giocare sulla curiosità delle persone che ti stimano artisticamente invitandoli a conoscere il tuo universo musicale, condividerlo con loro e fare in modo che da questo confronto meglio capiscano su quali leve si muove il tuo processo creativo.

Magari farai loro scoprire nuove canzoni o nuovi artisti che non conoscono, li aiuterai a capire più profondamente la musica e loro apprezzeranno di non essere considerati degli ascoltatori passivi, semplici consumatori di musica; la tua reputazione ne trarrà beneficio e di conseguenza anche la tua musica verrà più apprezzata.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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Your Release Radar richiede follower reali

Le due principali playlist algoritmiche di Spotify, sono Discover Weekly e Your Release Radar. Discover Weekly viene generata e proposta all’ascoltatore selezionando brani che potrebbero interessargli scelti in base alle sue abitudini d’ascolto. Your Release Radar invece, raccoglie le ultime uscite degli artisti che l’ascoltatore segue o ascolta con maggior frequenza.

YOUR RELEASE RADAR RICHIEDE FOLLOWER REALI
courtesy by pixabay.com

Oggi vorrei concentrarmi su Your Release Radar, giusto per mettere in chiaro un paio di cose che già dovresti aver intuito nella premessa che hai appena letto.

Your Release Radar è una playlist che Spotify aggiorna settimanalmente il venerdì, il giorno in cui generalmente le etichette discografiche pubblicano i nuovi brani. Questa playlist, come già detto, offre all’ascoltatore la possibilità di essere aggiornato sulle nuove uscite degli artisti che segue.

Your Release Radar pubblica un solo brano per artista, nella sua selezione settimanale, ma se l’ascoltatore dedica la sua attenzione a questo brano, la settimana successiva si vedrà riproporre le più recenti uscite dello stesso artista. In pratica la Your Release Radar è la playlist principe per tener legati gli artisti con la loro fanbase su Spotify.

Tenendo conto che questa playlist è tra le più seguite della app, significa che avere un’ampia platea di follower farebbe decollare gli ascolti di un brano immediatamente dopo la sua pubblicazione, con ricadute positive anche sul suo inserimento in altre playlist algoritmiche.

Ottenere follower su Spotify però richiede attenzione, lavoro e costanza. Non si tratta solo di condividere le tue canzoni sui canali social media che gestisci, ma di costruire un dialogo capace di interessare il tuo pubblico e quello a cui piace il genere musicale che suoni.

Sebbene internet offra enormi potenzialità di promozione, non sottovalutare il potere del passaparola, o le situazioni, come i live, in cui ti incontri con il tuo pubblico: invitali a seguire il tuo profilo Spotify oppure il tuo profilo nella loro app preferita.

Non tirarti indietro se qualcuno ti chiede di parlare delle tue canzoni, sia online che nella vita reale. Rendi partecipe il tuo pubblico del tuo processo creativo, imparerà ad apprezzare meglio il lavoro che stai facendo.

Avere un pubblico realmente interessato alla tua musica è molto importante, sono persone che ti apprezzano per quello fai. Una cosa ben diversa dai follower che puoi acquisire con una campagna di ascolti a pagamento e che, come ho sperimentato, si dissolvono appena l’investimento è esaurito.


Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica

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“Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica” è la guida essenziale per gli artisti che desiderano fare della promozione musicale il loro punto di forza. Grazie ai consigli di PlayHola, brand specializzato nel marketing musicale, imparerai come creare playlist efficaci, ottimizzare la tua presenza su Spotify e promuovere la tua musica attraverso i canali più adatti. Scopri come utilizzare al meglio le playlist di Spotify, una vera e propria arma nel mondo del marketing musicale, per raggiungere un pubblico più ampio e far crescere la tua carriera artistica.

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Quali playlist collaborative su Spotify?

Prima o poi doveva accadere, da qualche mese gli algoritmi di Spotify leggono in modo diverso, più restrittivo, la presenza di brani nelle playlist collaborative.

Quali playlist collaborative su Spotify
courtesy by pixabay.com

Fino a qualche mese fa, era sufficiente piazzare il proprio brano in almeno 100, 200 playlist collaborative per vederlo entrare in pochi giorni nelle playlist algoritmiche come Release Radar o Discover Weekly. Oggi le cose sono un po’ più complesse.

Questo cambio di parametri dell’algoritmo ha anticipato la strage di artisti che incautamente hanno affidato la loro promozione a servizi che si appoggiano a bot per generare ascolti e rientra nella lenta, ma progressiva, politica di trasparenza della piattaforma svedese. Lo scopo è quello di limitare il più possibile account e streaming fake che viziano il mercato della musica in streaming.

Dunque, inserire la tua musica nelle playlist collaborative non è più utile per entrare nelle playlist algoritmiche?

Per fortuna non è proprio così.

Nella pratica, se il tuo brano è in una playlist collaborativa sveglia, che viene regolarmente ascoltata, sicuramente guadagnerà quei punti che lo porteranno nelle playlist algoritmiche. Se invece si trova in una playlist collaborativa dormiente, ovvero che non viene ascoltata, il tuo brano non ne ricaverà alcun beneficio.

Questo significa che, da oggi in poi, puoi ancora utilizzare le playlist collaborative per spingere la tua musica, ma dovrai selezionarle con cura, preoccupandoti di verificare che siano frequentate e non abbandonate a se stesse.

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Cura le tue playlist YouTube e Spotify

Uno dei metodi più economici, funzionali e creativi per far conoscere la tua musica sui social media è la creazione di playlist. Questo vale sia per Spotify, per Deezer e anche per YouTube. Credo seriamente che un artista musicale sia la figura più adatta per compilare una playlist coerente capace di mettere in relazione la propria musica con quella dei colleghi, creando un’esperienza di ascolto originale e appagante.

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Ci sono molti modi per stilare una playlist capace di coinvolgere gli ascoltatori, per un artista musicale il primo è quello di mettere la propria musica insieme a quella dei colleghi che ama e che lo influenzano. E’ un buon metodo per creare un microcosmo nel quale l’ascoltatore familiarizza con la tua musica e riconoscendosi nei tuoi gusti diventando un fan. Una playlist di questo genere, è adattissima per essere messa in evidenza sulla tua pagina Spotify for Artist o sulla home del tuo canale YouTube.

Nella creazione di una playlist, più che il genere musicale, aiuta molto il mood che si vuole creare: allegro, triste, lento, veloce, riflessivo o motivazionale; scegli tu quello che più si adatta alla tua musica. Il pubblico sembra amare molto anche le playlist tematiche come quelle dedicate ad uno strumento: ad esempio, pianoforte, chitarra acustica, tromba, ecc.

Devi tener presente che tutti i social media sono regolati da algoritmi, perciò il campo descrizione delle tue playlist deve esser opportunamente compilato con indicazioni sul tipo di playlist che hai creato e magari con indicazioni sul genere/generi musicali che racchiude.

Nel caso di Spotify, ti consiglio di leggere questo post in cui descrivo come gli algoritmi dell’app svedese ascoltano la musica presente nei suoi database, può esserti utile per creare una playlist con una logica coerente che piaccia anche al freddi algoritmi.

Una buona playlist può partire con una selezione che può andare dai trenta ai quaranta brani, per poi ampliarla sino a otto ore di musica nel caso sia particolarmente apprezzata. Ovviamente, in testa alla selezione, insieme ai tuoi brani, conviene mettere brani più popolari, magari recenti, per attirare l’attenzione degli ascoltatori.

Le tue playlist vanno poi tenute aggiornate e arricchite, cercando sempre di mette i tuoi brani nelle prime posizioni, nella fascia alta per intenderci, ma senza sfacciataggine; il successo, il gradimento di una playlist dipende molto dal gusto con cui è stata compilata. Una lista di brani buttati giù a casaccio non servirà certo a valorizzarli.

Col tempo, potrebbe esser necessario aumentare la durata della playlist. Io consiglierei di non superare le otto ore di musica, altrimenti la selezione comincia essere troppo dispersiva e anche difficile da gestire.

Tutto quello che hai letto sopra, vale per ogni social media che ti permette di creare e condividere playlist pubbliche come Spotify, YouTube e Deezer. Sarà la condivisione e l’invito all’ascolto nei tuoi social, Instagram, Facebook o Twitter, che inizierà a fare la differenza. Potresti scoprire che, oltre essere un artista musicista, sei anche un influencer musicale e un brillante playlist curator.

Hai già una playlist che ha sollevato un certo interesse tra il tuo pubblico? Me la linki nei commenti a questo post? Grazie 🙂

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