Vorrei focalizzare la tua attenzione sulle possibilità offerte da TikTok nel creare contenuti virali funzionali alla diffusione della musica e all’incremento della popolarità come artista musicale e come creator. Uno studio della scorsa estate sulle dinamiche della piattaforma cinese ci restituisce dei numeri molto interessanti e illustra alcune vie percorribili per avere buoni riscontri da questa app così popolare.
La ricerca parte dall’analisi di un campione di 208 artisti che sono riusciti ad entrare nella TikTok Top 200 e raggiungere oltre il milione di stream su Spotify.
La prima cosa che risalta dall’analisi dell’agenzia di consulenza creativa ContraBand è che quasi due terzi dei successi virali su TikTok sono stati alimentati direttamente dai post organici degli artisti presi a campione senza spese in pubblicità o il sostegno di influencer. L’effetto virale di questi brani è stato generato per il 63,8% da post organici dell’artista e di altri utenti TikTok, mentre il 35,5% era contenuto generato dall’artista e solo il 9,1% era guidato da influencer marketing, mentre la quota stimolata da annunci a pagamento è ridotta al solo 2,5%. Nel suo rapporto How Artists are Going Viral on TikTok in 2022, risulta anche che il 56% (o 117) dei 208 artisti presenti nel rapporto non avevano un contratto con un’etichetta discografica. Il rapporto ha esaminato i grafici settimanali di 20 paesi in cui opera TikTok, inclusi Stati Uniti, Australia, Canada, Regno Unito, Brasile, Germania, Corea del Sud, Giappone e Filippine.
L’ecosistema TikTok sembra mettere sullo stesso piano le produzioni delle major e delle etichette e le autoproduzioni, con il risultato che alcuni artisti emergenti auto prodotti sono riusciti a superare i 100.000 stream mensili in soli due mesi; altri artisti hanno comunque cominciato raccogliere risultati importanti applicandosi a pubblicare video per almeno 18 mesi.
Da notare il fatto che alcune auto produzioni abbiano avuto, sul breve periodo, performance superiori di quelle delle major senza alcun tipo di investimento economico. Questi risultati sembrano motivati da scelte specifiche fatte da TikTok che, rispetto a concorrenti come Facebook e Instagram, ha fatto della musica uno dei suoi elementi portanti investendo sul brand TikTok Music con lo scopo di allargare l’offerta di intrattenimento.
Non a caso in questi mesi, a cominciare dall’Australia, è in corso un braccio di ferro tra TikTok e le major discografiche per la rinegoziazione delle royalties. Lo scopo della app cinese è quello di giocare al ribasso dimostrando che i creatori di contenuti non hanno bisogno degli Artisti Top per aumentare la vitalità dei loro video.
La situazione è in evoluzione e secondo me presenta alcuni lati oscuri per il futuro. Ma se guardo al presente direi che questo studio di ContraBand riveli come oggi TikTok sia una luogo altamente democratico dove l’artista musicale può allargare la sua base di suo pubblico investendo poco o niente denaro ma comunque dedicandovi molto tempo. Per quanto riguarda il futuro, restiamo ad osservare; ciò che non mi piace, ciò che leggo tra le righe, è che TikTok non sia molto propensa a investire soldi sulle creazioni musicali, direi che è più propensa a sfruttarle, però garantendoti visibilità e forse questa l’hai già sentita anche altrove.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Tra le varie cose che sembrano determinanti per segnare il 2023 come l’anno del cambiamento una in particolare ha attirato la mia attenzione. Si tratta della previsione dello stimato giornalista tecnologico Casey Newton:
Ciao! La mia previsione per il 2023: il 2023 avvierà “l’era di molte piattaforme social”, in cui l’attenzione delle persone inizierà a concentrarsi su più piattaforme, ciascuna delle quali soddisferà le esigenze di un pubblico specifico e diverso. Mentre molte piattaforme guadagneranno abbastanza soldi per essere un’attività redditizia, questa era causerà mal di testa ai brand che cercano di capire dove spendono i loro soldi.
Mi sembra indiscutibile che l’attuale panorama dei social network sia instabile. Facebook negli Stati Uniti si sta esaurendo; Instagram è in un periodo di transizione; Twitter sta crollando; TikTok continua a essere bannato sui dispositivi governativi. E germogli verdi stanno iniziando a spuntare nello scenario dei social network: Mastodon, Post e Hive sono alcuni dei nomi che senti oggi; Immagino che tra 12 mesi almeno due di quei nomi verranno sostituiti con altri. La domanda è, una volta disaggregati, quanto velocemente i social network si riuniranno di nuovo e se qualcosa di nuovo possa ancora uscire dal nulla per dominare la nostra attenzione come ha fatto TikTok qualche anno fa?
Questo cosa comporta per un artista musicale?
Prova ad immaginare se il pubblico che ti segue abitualmente sul Social Network X decidesse di socializzare su un Social Network Y, supponiamo tu abbia una buona base fan su Instagram ma questo gruppo di appassionati emigri su un’altro social semplicemente perché lo stanno facendo anche i loro amici. Come pensi di fare per conservare il contatto social con il tuo pubblico? Come minimo dovresti investire tempo, magari denaro, per crearti una posizione sul nuovo social, sopratutto dovrai convincere i tuoi fan a seguirti sul nuovo profilo. Capisci già da subito che è un lavoraccio.
Devi sempre tener presente che il pubblico che ti sei conquistato sui social network, per definizione, non è il tuo pubblico ma il pubblico del social network che ti segue. Sono riuscito a farti comprendere la differenza? Forse mi riesce meglio in questi termini: cosa faresti se il social network sul quale hai investito tempo, e denaro, per promuoverti domani chiudesse i battenti? Come riallacci i contatti con i fan che avevi nella piattaforma?
Come evitare di perdere i tuoi fan?
Per mantenere un contatto solido con i tuoi fan, capace di far fronte ad ogni avversità, è necessario compiere queste operazioni:
Avere un sito internet periodicamente aggiornato con news, date di concerti, uscite discografiche e sul quale raccontare l’attività professionale a 360°, con testi e foto.
Invitare I visitatori del sito ad iscriversi alla newsletter per rimanere in contatto.
Inviare una newsletter periodica scrivendo della propria attività artistica, della propria ricerca artistica e, perché no, del lavoro di artisti tuoi amici o che ti piacciono. Magari potresti anche scrivere qualche recensione ragionata sulle uscite discografiche della settimana.
Conservare gelosamente gli indirizzi email che hai raccolto. Son questi il vero legame che hai con i tuoi fan.
Puoi anche invitarli a lasciarti il loro numero di cellulare per iscriverli in una chat broadcast su Whatsapp, l’importante è che tu raccolga tutte queste informazioni nel rispetto delle normative sulla privacy.
Se hai raccolto gli indirizzi email o il numero di cellulare dei tuoi fan, solo allora puoi dire di avere un contatto diretto con loro. Un contatto che ti permette di raggiungerli quando preferisci e che non andrà mai fuori moda, come potrebbe accadere con un social network.
Un contatto unico, che ti permetterà di raggiungere i tuoi fan con facilità anche nella dispersione delle Molte Piattaforme Social.
Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Lo scorso dicembre TikTok ha pubblicato il suo osservatorio annuale sulle tendenze future, con l’obiettivo di aiutare i professionisti del marketing a comprendere come cambieranno i desideri e le esigenze degli utenti nel corso del 2023 e come questo impatterà concretamente sul business.
Il What’s Next Report di TikTok ha evidenziato tre tendenze principali:
L’intrattenimento sarà sempre più personalizzato
Le persone cercheranno gioia e spensieratezza come fonte di benessere.
Il tutto con la community come fulcro, per condividere emozioni positive e come stimolo per portare cambiamento nella vita delle persone.
Tenendo conto che su TikTok i contenuti sono selezionati in base a ciò che gli utenti trovano divertente e che cattura la loro attenzione e fiducia, a livello globale la media del 67% di essi afferma di interagire con l’App per prendersi una pausa durante il giorno o rilassarsi a fine giornata. Il 92% degli utenti ha provato un’emozione positiva dopo aver visto un video su TikTok, il che li ha portati a compiere un’azione al di fuori dell’App. In Italia infatti, 57% delle persone su TikTok considera gli annunci in piattaforma molto interessanti, tanto da considerare i commenti degli utenti come punto di riferimento nella valutazione di un prodotto.
Stimolare l’interazione e la condivisione di idee è quindi fondamentale e ha un impatto anche sul business. (Adriano Accardo Managing Director, Global Business Solutions, Sud Europa TikTok )
Le persone amano TikTok per l’autenticità e la spontaneità dei suoi contenuti, sono sempre alla ricerca di nuove informazioni in grado di sfatare miti, aumentando così la credibilità dei creator e la fiducia con la propria fanbase. Per quanto riguarda il rapporto tra le persone e i Brand in Italia, il 58% degli utenti afferma di avere maggiori probabilità di fidarsi dei marchi dopo averne sentito parlare dai creator di TikTok.
I creator assumono così un ruolo fondamentale e, quando sono ben accreditati in piattaforma, hanno una buona influenza sulle persone: il 65% degli Italiani su TikTok afferma di fare sempre affidamento sulle recensioni online e sui consigli dei creator per decidere cosa acquistare online.
Gli utenti di TikTok sembrano saper bene cosa vogliono e sull’App cinese cercano più che altro qualcosa per divertirsi o per staccare la spina. A livello globale il 50% delle persone sostiene che TikTok è in grado di migliorare l’umore e portare positività. TikTok è il luogo perfetto in cui le persone possono scoprire umorismo, passione, relax e altri contenuti che soddisfano questa voglia di intrattenimento divertente, con il risultato che, in, Italia il 41% degli utenti afferma che sollevare il morale è la chiave per motivarli a effettuare un acquisto.
Chi usa TikTok e chi vi crea contenuti si sente parte di una community attiva e aperta alla condivisione. Per il 2023 ci si aspetta che questo coinvolgimento, questo rapporto stretto tra creator, influencer e comuni fruitori di contenuti diventi ancora più stretto. Questo aiuta gli utenti a legarsi tra loro ed essere ispirati a fare delle scelte o apportare un cambiamento nel proprio stile di vita.
A livello mondiale le persone dichiarano che TikTok ha una probabilità quasi due volte maggiore di presentare agli utenti nuovi argomenti che non sapevano di apprezzare. I contenuti in piattaforma sono così riconoscibili e accessibili che le persone sono spesso motivate a replicarli, anche su altre App.
La condivisione di valori è molto alta e questo porta le persone a ispirarsi a vicenda. In Italia più di 2 utenti su 5 affermano di sentirsi parte di una community grazie al potere inclusivo dei creator.
Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
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I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
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L’apparenza è che la promozione digitale dia dei risultati miracolosi, che un post su Instagram faccia decollare il numero dei fan e che tutti siano lì pronti ad aspettare la tua prossima uscita che scalerà gli algoritmi di Spotify restituendo in breve tempo l’investimento che hai fatto per produrre la tua musica. Ma la cruda realtà spesso è diversa.
Un artista musicista ai primi passi spesso si rende ben conto che far conoscere la sua arte in un mondo inflazionato da nuove produzioni musicali è difficile ed è un percorso irto di ostacoli. Noi che ci occupiamo di promozione musicale lo sappiamo bene e, cinicamente, non crediamo nei miracoli, nemmeno quando il pezzo è potente ed ha i suoi innegabili punti di forza.
Il marketing digitale non regala nulla e non offre scorciatoie per il successo, questo dev’essere chiaro sin da subito. Un artista che affida la promozione della sua immagine, o della sua musica al web deve essere consapevole di questo, sia che si affidi ad un professionista, sia che curi tutto da solo.
La verità parziale dei dati
Tutto quello che facciamo online è più o meno misurabile, ma interpretare queste misure è complesso. I dati che ti restituiscono gli insight dei vari social non ti dicono cosa pensano le persone, non sono indicatori della fiducia e del sincero apprezzamento. Sono facilmente accessibili, ma serve una grande esperienza per comprenderne il significato. La metrica dei like può essere ingannevole se male interpretata, basare un giudizio solo sui numeri può portare a conclusioni errate. Il metodo più corretto è quello di usare questi numeri per tentare di comprendere le percezioni del pubblico e lo stato d’animo, favorevole o meno ai tuoi post.
Non farti sfruttare dalle app social
Non farti illusioni, per i social network la tua fame di visibilità è una mucca da mungere e il loro interesse è limitare la portata dei tuoi post per costringerti a pagare in cambio della visibilità che cerchi. E non c’è solo questo; i tuoi fan, follower o collegamenti non ti appartengono veramente, perché al di fuori del social tu non hai un contatto diretto con loro: non hai un indirizzo mail, un numero di cellulare, un contatto Whatsapp o altro. Tutti i fan che hai raccolto (pagando) il social network appartengono al padrone di casa, il social network per l’appunto, che gestisce la tua visibilità a seconda della sua convenienza. Per questo avere un tuo sito web che raccolga direttamente i contatti dei tuoi fan ti è indispensabile se vuoi costruire una carriera artistica duratura e tenerli vicini a te senza intermediari.
Non esiste un modello di successo replicabile
Quando incontri un artista o una band che abbiano avuto un’intuizione di successo nella comunicazione e nel marketing scoprirai che puoi evitare di replicarlo perché non funziona più. La strategia non è esportabile, ma va costruita di volta in volta sulle esigenze specifiche del contesto. Le ricette per il successo non esistono. Non esistono metodi vincenti, a meno che chi te le propone non sia un santo che preferisce dare a te la formula piuttosto che realizzarla lui stesso.
Adattati ai mutamenti
I social network sono piattaforme di conversazione online e sono in continua evoluzione, ogni due anni cambia tutto. Il mondo dei social non è immobile, le persone passano da un social all’altro, mutano gli algoritmi e, con essi, la tua rilevanza. Quello che funziona oggi, tra sei mesi non funziona più. Lo spirito di adattamento e la ricerca di nuove piattaforme e modelli di comunicazione cambiano a una velocità mai vista nei media tradizionali. Per questo non esistono modelli replicabili, per questo è necessario sperimentare nuovi modelli di comunicazione e di dialogo con i propri fan. Nella sperimentazione e nell’analisi dei comportamenti puoi trovare il modo per entrare nel cuore di chi ti segue.
Il digital marketing richiede tempo, energie e soldi
Non esiste che con poche decine di post su Instagram, sul tuo Blog o su YouTube avrai successo. Se vuoi impegnarti in questi canali promozionali devi donare per mesi e anni senza avere la certezza di un ritorno. L’unica certezza che hai è che ti costerà anni di lavoro, energia mentale e soldi per acquistare piattaforme o pagare campagne promozionali. Non si conosce nessun caso di successo di artisti musicisti che hanno ottenuto la fiducia di un pubblico con poche settimane di attività promozionale.
Queste sono le verità scomode che nessun artista vorrebbe sentirsi dire. Ma questo è il mondo reale del marketing digitale. E per essere sincero al 100% ti dirò che ciò che hai appena scritto non è nemmeno farina del mio sacco. Si tratta dell’adattamento di un post di Riccardo Scandellari che ho riportanto alla realtà del marketing musicale e che condivido in ogni singola riga.
Quando prendi in mano la tua promozione musicale o la affidi a qualcuno, tieni presente queste cose: i miracoli non esistono. Preparati già da subito a lavorare costantemente sulla tua immagine pubblica di artista, a curarla online e offline. Devi preoccuparti che sia coerente, aperta al dialogo e propositiva con i fan. E’ una cosa da costruire nel tempo, senza ansie, con sincerità e naturalezza. Solo così potrai raccogliere un pubblico che ti presti attenzione e interessato alla tua musica.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Se come me, per passione o per lavoro navighi spesso in siti e pagine social dedicate alla musica, ti ritroverai bombardato dalle grafiche delle nuove uscite discografiche, gli immancabili Fuori Ora! o Out Now.
E’ un messaggio pubblicitario, semplice e istantaneo, ormai una prassi consolidata nel marketing musicale e che sottintende l’invito ad ascoltare la traccia o l’album appena pubblicato. Ma se ci fermiamo ad analizzare alcune dinamiche, possiamo presto capire come in realtà il Fuori Ora sia un messaggio debole e come, il più delle volte, venga semplicemente ignorato quando compare nel feed di social network.
Prendiamo in considerazione che ogni giorno nel mondo vengono pubblicati circa 40.000 brani al giorno, immediatamente disponibili all’ascolto sulle piattaforme di streaming. Stiamo parlando di circa 2.000 ore di nuova musica al giorno, stimando la durata media di 3 minuti per brano. Premesso questo, quante possibilità ci sono che il tuo post Fuori Ora attiri l’attenzione più altri? Non solo.
Il classico post Fuori Ora, nella sua struttura grafica è una classica comunicazione pubblicitaria e questo, in particolare sui social network, è un problema perché cade facilmente vittima della banner blindness: ovvero quel fenomeno, misurato per la prima volta sul finire degli anni ‘90, per il quale i naviganti del web finiscono per ignorare in maniera più o meno conscia messaggi pubblicitari e altre forme di annunci simili. Questa forma di autodifesa percettiva da messaggi superflui nel corso del tempo è cresciuta e consolidata, in particolare nei social network.
Viene da se che affidare l’uscita della tua nuova creazione ad un semplice messaggio pubblicitario è una pratica insufficiente, se non inutile, se prima non hai creato un clima di aspettativa e sollecitato la curiosità dei tuoi fan attraverso settimane di post dedicati al tuo progetto discografico di imminente pubblicazione.
Nella mia esperienza, solo in due casi ho visto delle importanti interazioni su un post Fuori Ora:
1) Quando l’artista è noto ed ha un’ampia fan base appassionata e attiva che lo segue regolarmente.
2) Quando l’artista ha lavorato, anche per mesi, sui social raccontando la crescita del suo progetto e cercando strade per coinvolgere emotivamente i fan nel processo creativo.
La comunicazione sui social network non passa attraverso il messaggio pubblicitario diretto ma attraverso la creazione di contenuti coinvolgenti ed empatici capaci di interessare le persone al progetto artistico che stai realizzando.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Bandcamp nasce nel 2007 come servizio servizio musicale che permette ad artisti indipendenti di promuovere e distribuire la loro musica online, recentemente i suoi servizi si sono estesi anche alle etichette discografiche che possono contare su un’ampia platea di iscritti molto interessata a nuove esperienze musicali.
Bandcamp ti permette di caricare, ascoltare e acquistare musica, in formato fisico o digitale. La sua specificità è quella di vendere musica, attraverso un’esperienza di ricerca nella quale l’utente scopre un artista o un album che gli piace e decide di acquistare i file caricati dall’artista stesso. La piattaforma californiana nasce infatti per offrire agli artisti indipendenti un grande negozio di dischi online, dove far conoscere e commercializzare le proprie opere.
Visto in questa ottica, il servizio offerto da Bandcamp è abbastanza flessibile: come artista musicale puoi vendere la tua musica sulla piattaforma scegliendo diversi tipi di formato file ed il prezzo del singolo brano o dell’album.
Questa elasticità, la praticità d’uso e una struttura di navigazione classica e solida piace molto sia ai musicisti sia ai loro fan e garantisce al sito un giro d’affari complessivo di circa 196 miliardi di dollari in progressivo aumento.
Ma ciò che più piace agli artisti che affidano la loro carriera a Bandcamp è il rapporto musicista>ascoltatore completamente diverso da quello imposto dall’ecosistema Spotify. Un rapporto più naturale e spontaneo che non impone la filosofia competitiva dell’app svedese riassunta dalla cruda e semplice dichiarazione del CEO Daniel Ek: «Non puoi registrare un disco ogni tre o quattro anni e pensare che sia sufficiente».
A differenza di Spotify, che è un app di musica in streaming, Bandcamp si presenta come «a record store and a music community». La sua mission principale è quella di mettere in contatto gli artisti musicali con il loro pubblico, ma soprattutto di garantire loro un introito adeguato per il loro lavoro: un’angolazione completamente diversa rispetto al gigante svedese che si sta rivelando incapace di mantenere le promesse della sua mission.
Nel più vasto ecosistema della fruizione della musica online questi due modelli sembrano in antitesi, quasi contrapposti, in realtà mi è stato fatto notare che non è proprio così. Sebbene la distanza tra il Sistema Spotify e il Sistema Bandcamp sia notevole, i due servizi si dimostrano complementari per garantire un’adeguata offerta al pubblico. E questa credo sia la visione più corretta per un approccio costruttivo verso le due soluzioni.
Sebbene le dimensioni del giro d’affari di Bandcamp sia molto inferiore rispetto a quello di Spotify, potresti trovare il sito californiano molto competitivo perché più appagante rispetto l’app svedese proprio per la diversa remunerazione delle opere pubblicate e ascoltate/vendute.
Con il suo complicato e sbilanciato sistema di royalty, Spotify paga da 0,0025-0,0042 euro ad ascolto e solo una parte, al netto di ciò che spetta a casa discografica e distributore, arriva effettivamente nelle tasche dell’artista. Su Bandcamp per un artista o etichetta, basta vendere un paio di dischi per portarsi a casa il controvalore di due anni di Spotify.
Conosco un paio di artisti indipendenti che hanno fatto di Bandcamp la piattaforma privilegiata per mantenere un contatto con il pubblico, raccontano che la loro esperienza è molto positiva perché raggiungono persone motivate e realmente interessate alla loro arte e si ritengono economicamente appagati dai risultati che riescono raggiungere.
L’esperienza di ricerca e di ascolto su Bandcamp è molto diversa da quella agile e veloce delle app di musica in streaming, ma proprio per questo gli utenti di questo sito sono più attenti alla musica che ascoltano e acquistano. Questo sembra premiare quegli artisti musicisti a cui vanno strette le logiche imposte dalla musica in streaming e intendono percorrere strade creative più libere.
Per spiegarmi meglio, potrei usare questa immagine: Spotify è una grande autostrada, che ti porta velocemente lontano, ma che ti costringe in un percorso obbligato con il rischio di restare intrappolato in una coda estenuante; Bandcamp è una strada di campagna che attraversa borghi e colline. Sicuramente è più lenta e richiede attenzione nel percorrerla, ma ti lascia la libertà di cambiare percorso regalandoti dei fantastici paesaggi.
Sono due esperienze diverse, che puoi scegliere in base agli obiettivi che ti poni, senza contare che il percorso della tua attività artistica non ti impone una scelta tra le due strade, puoi anche fare un percorso misto.
Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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In linea teorica la tua presenza di artista musicale dovrebbe essere estesa in tutta i social e media network, nessuno escluso, ma diciamocelo chiaramente, è un lavoraccio. Non solo, ogni social ha il suo linguaggio e le sue caratteristiche, potresti trovare difficile lavorare su diversi registri (comunicativi), soprattutto potrebbe rubare troppo tempo alla tua attività artistica.
Ad un certo punto del tuo percorso promozionale, ti troverai costretto ad importi delle scelte. Ad esempio se proseguire il dialogo con i tuoi fan su Twitter piuttosto che su Facebook. In pratica, dovrai decidere in quale direzione concentrare i tuoi sforzi scegliendo una piattaforma di riferimento per dialogare con i tuoi fan.
Come dovresti orientare la tua scelta? Come dovresti scegliere il canale social più adatto alle tue esigenze?
Per fare una scelta ragionata, dovresti rispondere a queste domande:
Dove si trova il tuo pubblico?
Scommetto che spesso ti senti dire che i social del momento sono Instagram e TikTok e questo è vero. Ma la domanda che dovresti porti è: il mio pubblico, e il pubblico che voglio raggiungere, ama e frequenta Instagram e TikTok? L’analisi del tuo pubblico è rilevante per scegliere quello che sarà il tuo social di riferimento, se per motivi anagrafici ti senti vicino a persone tra i 20 e 30 anni, per esempio, potresti scoprire che la tua musica è apprezzata da persone più adulte. Non dare per scontato che tu sia seguito da persone della tua generazione, fatti un giro nelle statistiche dei tuoi social e comincia a determinare qual è l’età e il sesso delle persone a cui piaci di più.
Quale piattaforma ti piace di più?
Questa domanda può sembrare superflua, semplicemente perché è la più ovvia e la più facile. Su quale piattaforma social ti muovi con più naturalezza? Quale preferisci frequentare quando hai del tempo libero o sei alla ricerca di nuovi stimoli? Quale social usi come finestra sul mondo? Concentrarsi su dove trascorri naturalmente la maggior parte del tuo tempo è uno dei modi più rapidi e intelligenti per capire dove indirizzare i tuoi sforzi, perché in poche parole, se ti piace già essere lì, è probabile che tu sia anche naturalmente bravo sulla piattaforma e avere un controllo, su quale tipo di contenuto pubblicare sul linguaggio da usare e come creare quelle interazione utili per allargare la propria cerchia. Interagire in un ambiente famigliare ti aiuterà nel condividere con più naturalezza, senza preoccupazioni o stress e passerai meno tempo per creare un contenuto efficace e condividerlo.
Quali sono i punti di forza e di debolezza del social?
Quando hai deciso quale sarà il tuo social di riferimento, sarà utile riflettere su quali sono i suoi punti di forza e i suoi punti deboli. Puoi farlo anche misurando i dati statistici generati dal tuo pubblico. Valuterai quali tipi di foto riscuotono più entusiasmo, se i testi più corposi vengono apprezzati, se i video funzionano oppure no. Dovresti fare anche un confronto tra i social che usi abitualmente, per capire quale tipo contenuto funziona meglio nei rispettivi feed. Questa analisi costruita nel tempo, con l’esperienza empirica e l’analisi dei risultati, dovrebbe farti capire i punti di forza e di debolezza dei diversi social rispetto ai contenuti che condividi con i fan.
Personalmente sconsiglio sempre agli artisti musicisti di interagire su un solo social, anche se talvolta, la pigrizia o la mancanza di tempo rendono difficoltoso il lavoro di auto promozione. Non solo, tieni sempre presente che i social, media o network, hanno caratteristiche diverse e di conseguenza richiedono linguaggi diversi, che comunque devono mantenere una tua immagine coerente.
Nel mio lavoro, mi trovo spesso a dover orientare gli artisti musicali nella gestione dei loro social, spesso, dopo averli aiutati a trovare una linea editoriale nei contenuti, i più perseveranti riescono a muoversi autonomamente creando contenuti interessanti capaci di colpire l’attenzione del loro pubblico.
Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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E’ indubbio che YouTube sia il canale primario per i video musicali. Per come è organizzata la piattaforma, per le opportunità che offre, il social media di Google è essenziale per la costruzione dell’immagine di un artista musicale.
Eppure, in particolare per le session live, Facebook si è rivelato un social vincente per promuovere gli artisti e le loro canzoni. I contenuti video di Facebook raccolgono 8 miliardi di visualizzazioni al giorno e i suoi iscritti gradiscono molto l’intrattenimento video. Per un artista è un’opportunità da non perdere, ma anche qui ci sono alcune cose basilari da conoscere per partire con il piede giusto ed evitare errori che potrebbero compromettere il tuo lavoro artistico.
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Facebook non ama i link diretti su altri siti o social. I suoi algoritmi limitano la diffusione di contenuti con link. Pubblicare direttamente i tuoi video su Facebook e godere di una diffusione 10 volte superiore del tuo post. Ma ti consiglierei di usare video esclusivi che non hai pubblicato su YouTube. Delle session live ben registrate sono un ottimo contenuto per questo social network.
Cattura l’attenzione da subito
Gli utenti di Facebook manifestano scarsa capacità di attenzione e concentrazione. Ecco perché i primi secondi sono assolutamente cruciali quando si tratta di catturare l’attenzione del tuo pubblico, in particolare i primi 10 secondi. Devi essere creativo, chiaro e sintetico nella presentazione ed arrivare subito al dunque. Dovrai trovare il ritmo giusto anche nelle presentazioni, il tuo piccolo show dovrà essere scorrevole e lineare. Stupisci o emoziona il tuo pubblico già dal primo brano questo ti garantirà l’ascolto del successivo. Più a lungo il tuo pubblico resterà incollato al video, maggiore sarà la sua diffusione.
Usa la potenza di Facebook
Facebook è un’ottima piattaforma per i live in streaming, i suoi strumenti sono piuttosto solidi e non è difficile da usare. Ma un live in streaming non consente errori ed improvvisazioni, ricorda sempre che l’attenzione del pubblico è labile. Preparati con cura prima dello show.
Altro strumento dal potenziale incredibile è Facebook 360. Con un set ben organizzato, magari con un po’ di pubblico, potrai creare un’esperienza immersiva dal sicuro impatto. Per un buon video a 360° devi avere una gran cura dei dettagli e nulla deve essere fuori posto, indipendentemente dal luogo del concerto.
Ottimizza per dispositivi mobili
L’85% dei video su Facebook vengono guardati senza audio, l’uso di didascalie e sottotitoli può rivelarsi utile, molto utile. Ma soprattutto devi tener conto che il 78% dei contenuti video viene visualizzato su dispositivi mobili, assicurati che i tuoi video abbiano le caratteristiche tecniche indicate dal social.
Campagne pubblicitarie su Facebook
Realizzare un video o un live streaming per un social non deve essere un’azione fine a se stessa, deve perseguire un obiettivo utile: la promozione personale, dell’ultimo album, del prossimo tour. Per questo la massima diffusione del tuo video è importante ed un’adeguata promozione ti aiuterà in questo.
Con pochi euro potrai ampliare la platea del tuo messaggio e fissare l’obiettivo da raggiungere. Facebook ti offre tutti gli strumenti per selezionare il pubblico più adatto alla tua musica.
Chiama all’azione
Assolutamente da utilizzare gli strumenti di Chiamata all’Azione come Prenota Ora, Ulteriori Informazioni, Acquista Ora. Fanne buon uso, sono essenziali per ripagarti del lavoro fatto.
Una volta pubblicati i tuoi video dovrai sempre controllare le statistiche per misurare il coinvolgimento del pubblico e il loro gradimento. Potrai anche valutare i gusti del pubblico e trovare la formula che ti darà i risultati migliori. Dovrai provare, misurare e valutare, questo è indispensabile.
Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Indipendentemente dal social in cui ti muovi, gli hashtag hanno una funzione strategica per aumentare la visibilità di un post e per organizzare i contenuti che vai a pubblicare. Questa regola generale vale per tutti i social, anche se non trattano gli hashtag nello stesso modo.
Gli #hashtag sono etichette e come tali andrebbero usate. Il termine, è composto dalla parolahash che indica il simbolo # in informatica e tag che significa etichetta. Vien da sé che l’hashtag serve per definire un contenuto e collocarlo nella sua categoria di appartenenza. L’hashtag contestualizza il tuo contenuto, il tuo post, in modo che possa essere trovato da chi cerca contenuti di determinati argomenti. Ad esempio, se pubblichi un post o una foto della tua rock band, hashtag come #hardrock #rockduro #heavymetal #rockislife sono utili e pertinenti per classificare il contenuto del tuo post; perfettamente inutili sono hashtag che, a tutti gli effetti, non sono utili per classificare il contenuto, come ad esempio #mipiace #lamusica #dura.
Detto questo, vediamo in questo 2021 come vanno usati e scelti gli hashtag nei diversi social:
Instagram
Per Instagram gli hashtag sono fondamentali perché molte ricerche vengono fatte utilizzandoli. Fino a qualche anno fa si consigliava di usare almeno 25 hashtag scegliendo in percentuali uguali quelli molto popolari, mediamente popolari, poco utilizzati, da aggiungere a quelli personali. Ora, è consigliato non superare i 10 hashtag, sempre dosando tra popolari e meno popolari. Negli hashtag molto popolari la concorrenza è più agguerrita e la loro forza di diffusione del post decade velocemente, questo porta a far sì che hashtag meno utilizzati allunghino la vita del post e incrementino la visibilità nelle ricerche e nel feed degli utenti.
Se sei indeciso su quali hashtag inserire sul tuo post, ti consiglio di utilizzare Sixtrix, un motore di analisi che ti suggerisce quali utilizzare e la loro performance su Instagram.
Twitter
Il social veloce è l’inventore degli hashtag. E’ stato il primo a capirne la forza e l’utilità. Considerato che un tweet ha una vita media di 15 minuti, per poi venir superato dal flusso di notizie, la scelta accurata degli hashtag su questo social è determinante, in particolare se si considera che si suggerisce di non utilizzarne più di 2 per tweet.
Se ti è possibile, se è pertinente, utilizza un hashtag popolare nel momento in cui pubblichi (trend-topic). Su Twitter questo metodo può dare risultati molto al di sopra della media.
Facebook
Su Facebook gli hashtag non sono fondamentali. Anzi, diversi studi hanno dimostrato che limitano la diffusione dei post nelle timeline degli utenti. Eppure, nonostante questo, trovano la loro utilità nell’organizzazione dei contenuti, in particolare se stai pubblicando per il lancio di un tuo disco o di un tuo tour.
In particolare, gli hashtag su Facebook restano uno strumento molto interessante soprattutto nel caso di campagne cross-channel (su diversi social o siti), di eventi e anche nel caso di nicchie che ne fanno molto uso; tuttavia, si consiglia di evitare di inserirne più di 1 o 2 per post.
TikTok
Come su Instagram, anche su TikTok gli hashtag sono vitali per dare diffusione ai video, ma in più sono utili per poter partecipare alle Challenge TikTok periodicamente. In molti consigliano di non esagerare con gli hashtag, come su altre, anche su questa App la didascalia ha un ruolo fondamentale. Una strategia di hashtag simile a quella suggerita per Instagram è un buon punto di partenza per capire come meglio sfruttare questo social.
Telegram
Telegram non consente le ricerche tra canali tramite hashtag. Ma anche qui possono avere l’importante funzione di catalogare i contenuti del tuo canale: non è cosa da poco.
Resta il fatto che nei social non esistono strategie universalmente valide. Quello che hai letto sopra sono dei buoni consigli per orientarti nel lavoro, ma sarà con l’esperienza e la misurazione dei risultati che potrai comprendere quali hashtag sono più funzionali per i tuoi profili sociali e quali ti restituiscono risultati migliori. Misurare il rendimento del tuo lavoro nei social è fondamentale se non vuoi insistere a perdere tempo ed energie nel pubblicare post che pochi leggono.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Qualche anno fa, alcune compagnie di analisi finanziaria prevedevano che entro il 2022, nell’industria discografica, la componente più importante del fatturato sarebbe derivata dalla musica in streaming. Nonostante i mesi di pandemia e i relativi lockdown a livello mondiale, le cose non sembrano proprio andare in questo senso.
Complice la bassa remunerazione delle App di musica in streaming, le esibizioni dal vivo restano indispensabili per la sopravvivenza degli artisti e delle loro etichette, sempre più coinvolte nell’organizzazione dei tour che offrono denaro fresco per le nuove produzioni. D’altra parte, c’è da considerare che tra i settori industriali, l’intrattenimento è quello che ha il rapporto più basso tra investimenti e ricavi e per un’etichetta, piccola o grande che sia, i costi di produzione e promozione spesso superano i ricavi.
L’epidemia del 2020 ha mostrato tutta la fragilità del sistema, in particolare per gli artisti musicali che, non essendo in grado di fare tournée, hanno visto crollare le loro entrate. In questo contesto, le potenzialità offerte dalla rete si sono rivelate strategiche almeno per limitare i danni o per poter continuare a mantenere un coinvolgimento con i fan. In questo post farò una panoramica sulle varie possibilità offerte, con qualche suggerimento per concretizzare la tua presenza nella rete.
Social media
I social media si sono rivelati essenziali per aiutare gli artisti a emergere. Che si tratti di condividere video, esibirsi dal vivo online o semplicemente promuovere nuova uscita o un progetto in corso, si è vista l’importanza di tenere aggiornati i fan sulle diverse novità e comunque mantenere con loro dei canali di dialogo.
Instagram
Instagram è attualmente il social media più promettente per gli artisti musicali. Durante i mesi difficili alcuni musicisti hanno usato con un discreto successo Instagram Live invitando i loro collaboratori alla diretta per creare una session live a distanza.
Tik tok
TikTok è diventata un punto di riferimento per i musicisti. Il suo pubblico cerca intrattenimento e divertimento e la piattaforma consente agli utenti di creare e condividere video sincronizzandoli con la musica. Avere la tua musica su TikTok consente alle persone di utilizzare il tuo lavoro in modo creativo, dandoti più visibilità e guadagnando royalty per ogni utilizzo. Gli artisti possono anche creare i propri profili e connettersi direttamente con i propri fan su TikTok.
Streaming
Molti musicisti hanno iniziato a trasmettere spettacoli dal vivo, su YouTube, Twitch, Patreon o talvolta tramite il software di chat video Zoom. A seconda del servizio di streaming con cui stai andando, puoi addebitare i biglietti, chiedere alle persone di donare ciò che possono attraverso il servizio di streaming o farlo in base a un modello di abbonamento.
Lo streaming live non va improvvisato e richiede un’attrezzatura adeguata per garantire una buona qualità del suono e dell’immagine, inoltre necessita di una connessione stabile. Tutte cose che dovresti verificare prima di cimentarti in questa impresa.
Per quanto riguarda la piattaforma su cui trasmettere il tuo live, ecco alcune delle opzioni più popolari:
Zoom
Zoom è diventato uno dei servizi di chat video più popolari. Ha una versione base gratuita e diversi livelli a pagamento. La più grande differenza tra pagamento e gratuito è che puoi fare una chiamata di gruppo di 40 minuti solo con la versione gratuita. Se paghi per il servizio, puoi effettuare chiamate di gruppo di 24 ore o più. Con Zoom, puoi suonare con altri musicisti e controllare chi può parlare e chi può ascoltare, consentendo ai musicisti di inviare link ai fan per esibizioni dal vivo o interviste. Zoom offre anche la possibilità di registrare e scaricare le tue chiamate, in modo da poterle caricare sui tuoi social e su Youtube.
Twitch
Twitch è uno strumento di streaming interattivo della galassia Amazon. Crei un “canale” e i follower del tuo canale ricevono notifiche quando vai in diretta. Se ottieni abbastanza follower, puoi diventare un affiliato, il che ti consente di addebitare agli abbonati contenuti esclusivi. C’è anche una funzione di donazione che consente agli utenti di inviarti una mancia con valuta Twitch (si chiamano Bit).
Youtube
Un grande vantaggio di YouTube è la sua popolarità. Youtube sta implementando un servizio di abbonamento a pagamento, in cui le persone possono unirsi al tuo canale per un abbonamento mensile in cambio di contenuti esclusivi. Per ottenere abbonati, il tuo canale deve rispondere a specifici requisiti richiesti. Ad esempio, per trasmettere in streaming da dispositivi mobili, è necessario disporre almeno di un live streaming di Youtube e avere almeno 1.000 abbonati.
YouNow
Ci sono artisti che in YouNow hanno trovato il loro strumento di streaming preferito. Con questa piattaforma non solo si esibiscono dal vivo, ma interagiscono, dialogando con i fan. Gli spettatori possono quindi scegliere di dare una mancia allo stream oppure iscriversi e pagare mensilmente per contenuti aggiuntivi e funzionalità bonus.
Patreon
Patreon è un servizio che consente ai fan di abbonarsi al tuo lavoro a diversi livelli, con pagamenti mensili variabili in cambio dell’accesso a merchandising, spettacoli o altri contenuti esclusivi. Se sei un musicista, puoi offrire live streaming esclusivi agli abbonati a Patreon utilizzando Youtube Live o un servizio chiamato Crowdcast.
Vendere e fare musica
Bandcamp e Spotify hanno adottato approcci diversi per aiutare musicisti e artisti. Bandcamp opera tradizionalmente con un modello di condivisione degli utili, prendendo una percentuale delle vendite fisiche e digitali da ogni acquisto. Recentemente, Bandcamp ha preso parte alla rimozione di questo modello di condivisione degli utili una volta al mese, dando il 100% delle vendite agli artisti sul loro sito web. Spotify ha aggiunto una funzione di raccolta fondi anche per le pagine degli artisti. Questa nuova funzione consente agli artisti di aggiungere i loro link personali Paypal, Cash App o GoFundMe alle loro pagine. Ecco alcune risorse aggiuntive per vendere e creare la tua musica senza uscire di casa:
Splice
Splice è una piattaforma per gli artisti per caricare e utilizzare campioni di altri artisti. Come musicista, puoi abbonarti al servizio e avere accesso a milioni di campioni e loop. Puoi anche diventare un creatore per il sito, caricando i tuoi campioni per gli altri.
Resonate
E’ un interessante servizio di streaming di proprietà della comunità Co-op nato per pagare i musicisti meglio rispetto ai grandi servizi di streaming. Gli artisti possono caricare la loro musica e i fan, ascoltando la musica in streaming, la pagano in maniera incrementale per ogni ascolto. Al nono streaming, l’ascoltatore ha praticamente pagato adeguatamente l’artista e può accedere al download digitale del brano.
Stationhead
Stationhead è molto interessante, consente a chiunque di creare il proprio canale radio utilizzando Apple Music o Spotify. Se sei un artista che cerca di promuovere la tua musica, puoi creare la tua stazione e trasmettere in streaming ai tuoi fan. Questi programmi possono anche essere registrati in modo che gli ascoltatori possano ascoltare vecchi episodi. La piattaforma paga per stream in base all’ascoltatore, quindi se stai trasmettendo con 50 fan e riproduci loro la tua canzone, sono 50 stream.
Mentre scrivo questo post, l’attività live è ripresa e le cose sembrano andare bene, purtroppo in alcune parti del mondo la Variante Delta del Covid-19 sta costringendo a nuove forme di lockdown, perciò non è detto che il prossimo autunno-inverno le cose saranno tornate alla completa normalità. Ti consiglierei perciò di studiare gli strumenti che ti ho proposto, così da esser pronto a fronteggiare un eventuale altro periodo di vacche magre. Potrebbero rivelarsi un salvagente indispensabile ma anche una nuova fonte di entrate, anche se le cose dovessero andare per il meglio. Cosa in cui tutti speriamo.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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