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Cura le tue playlist YouTube e Spotify

Uno dei metodi più economici, funzionali e creativi per far conoscere la tua musica sui social media è la creazione di playlist. Questo vale sia per Spotify, per Deezer e anche per YouTube. Credo seriamente che un artista musicale sia la figura più adatta per compilare una playlist coerente capace di mettere in relazione la propria musica con quella dei colleghi, creando un’esperienza di ascolto originale e appagante.

courtesy by pixabay.com

Ci sono molti modi per stilare una playlist capace di coinvolgere gli ascoltatori, per un artista musicale il primo è quello di mettere la propria musica insieme a quella dei colleghi che ama e che lo influenzano. E’ un buon metodo per creare un microcosmo nel quale l’ascoltatore familiarizza con la tua musica e riconoscendosi nei tuoi gusti diventando un fan. Una playlist di questo genere, è adattissima per essere messa in evidenza sulla tua pagina Spotify for Artist o sulla home del tuo canale YouTube.

Nella creazione di una playlist, più che il genere musicale, aiuta molto il mood che si vuole creare: allegro, triste, lento, veloce, riflessivo o motivazionale; scegli tu quello che più si adatta alla tua musica. Il pubblico sembra amare molto anche le playlist tematiche come quelle dedicate ad uno strumento: ad esempio, pianoforte, chitarra acustica, tromba, ecc.

Devi tener presente che tutti i social media sono regolati da algoritmi, perciò il campo descrizione delle tue playlist deve esser opportunamente compilato con indicazioni sul tipo di playlist che hai creato e magari con indicazioni sul genere/generi musicali che racchiude.

Nel caso di Spotify, ti consiglio di leggere questo post in cui descrivo come gli algoritmi dell’app svedese ascoltano la musica presente nei suoi database, può esserti utile per creare una playlist con una logica coerente che piaccia anche al freddi algoritmi.

Una buona playlist può partire con una selezione che può andare dai trenta ai quaranta brani, per poi ampliarla sino a otto ore di musica nel caso sia particolarmente apprezzata. Ovviamente, in testa alla selezione, insieme ai tuoi brani, conviene mettere brani più popolari, magari recenti, per attirare l’attenzione degli ascoltatori.

Le tue playlist vanno poi tenute aggiornate e arricchite, cercando sempre di mette i tuoi brani nelle prime posizioni, nella fascia alta per intenderci, ma senza sfacciataggine; il successo, il gradimento di una playlist dipende molto dal gusto con cui è stata compilata. Una lista di brani buttati giù a casaccio non servirà certo a valorizzarli.

Col tempo, potrebbe esser necessario aumentare la durata della playlist. Io consiglierei di non superare le otto ore di musica, altrimenti la selezione comincia essere troppo dispersiva e anche difficile da gestire.

Tutto quello che hai letto sopra, vale per ogni social media che ti permette di creare e condividere playlist pubbliche come Spotify, YouTube e Deezer. Sarà la condivisione e l’invito all’ascolto nei tuoi social, Instagram, Facebook o Twitter, che inizierà a fare la differenza. Potresti scoprire che, oltre essere un artista musicista, sei anche un influencer musicale e un brillante playlist curator.

Hai già una playlist che ha sollevato un certo interesse tra il tuo pubblico? Me la linki nei commenti a questo post? Grazie 🙂

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Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica

di PlayHola

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“Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica” è la guida essenziale per gli artisti che desiderano fare della promozione musicale il loro punto di forza. Grazie ai consigli di PlayHola, brand specializzato nel marketing musicale, imparerai come creare playlist efficaci, ottimizzare la tua presenza su Spotify e promuovere la tua musica attraverso i canali più adatti. Scopri come utilizzare al meglio le playlist di Spotify, una vera e propria arma nel mondo del marketing musicale, per raggiungere un pubblico più ampio e far crescere la tua carriera artistica.

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business social media You Tube

YouTube e le royalties

Sappiamo che Youtube può rivelarsi molto redditizia per un artista musicista, in termini generali è seconda solo a Spotify, con il piccolo vantaggio che l’artista può guadagnare sia dalla musica sia dal video quando entrambi sono esclusivi e di proprietà: per questo l’uso di video royalty free è sconsigliato, in quanto potrebbe generare conflitti di proprietà.

Youtube e le royalties
courtesy by pixabay.com

Su YouTube vengono generate royalties per la componente video, le registrazioni audio e le composizioni attraverso le entrate pubblicitarie, sulla base delle rivendicazioni dei titolari dei diritti che controllano i contenuti del video. Inoltre, YouTube riconosce royalties meccaniche e di performance per i cantautori e qualsiasi video che contiene una canzone, anche il video di una cover o di un’esibizione dal vivo, può essere monetizzato dagli editori.

In qualità di cantautore, nel senso esteso di interprete, autore o entrambi, hai il diritto di monetizzare e raccogliere royalties da qualsiasi utilizzo delle tue canzoni.

Gli editori possono rivendicare qualsiasi video su YouTube su qualsiasi canale che contenga musica controllata da loro e dai loro autori, indipendentemente dal fatto che il video contenga una registrazione ufficiale, un’esibizione dal vivo, una versione di copertina, ecc., indipendentemente dal fatto che tu abbia caricato o meno il video. Una volta che il tuo editore o distributore ha una rivendicazione su un video, può decidere di monetizzare quel video raccogliendone le royalties sempre che il video abbia i requisiti richiesti per essere monetizzato.

Sappiamo che le canzoni guadagnano royalties in due modi: dalla registrazione principale, il file audio effettivo, e dalla composizione, musica e testi sottostanti. La maggior parte delle etichette discografiche e dei distributori controllano solo le registrazioni principali, pertanto raccolgono solo le royalties generate dalla registrazione principale su YouTube.

In qualità di cantautore, ti sono anche dovute le royalties generate dalla composizione e potresti non riceverle da YouTube tramite la tua etichetta o distributore. Per recuperare queste royalties dovrai rivolgerti ad una società di collecting che ne curi la raccolta.

Devi tener comunque presente che i video su YouTube non generano royalties finché non viene pubblicato un annuncio su di essi. Le royalties su YouTube sono in pratica una parte delle entrate pubblicitarie. Gli annunci vengono pubblicati sui video solo da un titolare del copyright (un’etichetta, un editore e così via) che presenta una rivendicazione su un video e indica a YouTube di monetizzare quel video.

Un video su YouTube che non ha una pubblicità prima, durante, dopo o nella pagina, non sta generando alcuna royalties per i titolari dei diritti del contenuto. Questo non vale per i canali di contenuti a pagamento come YouTube Red e YouTube Music che generano regolarmente royalties  dalla visualizzazione dei video.

I tassi di royalty anche su YouTube restano il punto dolente perché dipendono da molti fattori difficilmente decifrabili. Le tariffe dipendono dal tipo di annuncio offerto sul video, dal territorio in cui è avvenuta la visualizzazione, dal periodo dell’anno, dalla piattaforma YouTube, a pagamento o meno, e da molti altri fattori. Per questo motivo, è molto difficile stimare quanto guadagnerà un video in entrate pubblicitarie.

Al fine di tutelare gli artisti e i titolari dei diritti audio video, Il canale di Google ha creato un sistema, ancora imperfetto ma comunque ampiamente collaudato, di avvertimenti sul copyright che può incidere negativamente sul canale che ha caricato il video.

Un canale YouTube riceve un avvertimento sul copyright quando un titolare dei diritti notifica formalmente a YouTube che l’autore del caricamento non è autorizzato a pubblicare i contenuti in un video e invia una richiesta legale per rimuovere il video da quel canale.

YouTube prende molto sul serio questi avvertimenti sul copyright; dopo tre avvertimenti, tutti i video su un canale vengono rimossi e il canale è soggetto a chiusura.

Devi comunque sapere che se un uploader usa una tua canzone, per esempio come base per il suo video delle vacanze, grazie al YouTube Audio Fingerprint il social media di Google riconosce il brano e ti destina le eventuali royalties tramite il tuo distributore o editore.

Dal febbraio 2018, YouTube ha deciso di porre delle soglie per la monetizzazione dei video. Ciò include che i video devono essere su un canale che ha almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi per essere idonei a inserire annunci sui tuoi video e quindi essere monetizzati.

Raggiungere questi risultati come creatore indipendente non è proprio facilissimo e richiede tempo e costanza. Per questo, se hai un editore, è preferibile pubblicare i tuoi video sul canale ufficiale dell’ etichetta che, se non è appena nata, avrà sicuramente un canale YouTube ben frequentato e abilitato a monetizzare.

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Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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business personal branding social media

Chi non c’è non ci sarà.

La chiusura delle sale e dei teatri, dei ristoranti dei locali sta costando molto, forse anche troppo all’universo dell’industria musicale. In questo contesto gli artisti musicisti sono tra i professionisti, delle varie categorie nel settore, che hanno maggiori probabilità di mitigare gli effetti della crisi e di prepararsi al ritorno alla normalità. Quello che appare come un periodo di sosta forzata è in realtà percorso da un movimento sotterraneo di cui vedremo i risultati appena si allargheranno le imposizioni dei divieti.

I social come surrogato dei live
courtesy pixabay.com

Quello di cui si sente più urgenza in questo momento è il ripristino di un contatto diretto con il pubblico, quel l’interazione che in tempi normali si ottiene con i concerti dal vivo e che ora non è possibile.

Il problema che si sta creando per molti artisti musicali è che questa mancanza di contatto, di presenza, nuoce alla loro visibilità e notorietà, che nella musica sono due caratteristiche che vanno coltivate e curate. Per sua natura il pubblico è volubile ed affamato, farsi desiderare non sempre è la scelta giusta.

Ma per fortuna siamo nell’era dei social e della condivisione video e l’artista musicale può sopperire alla mancanza dei concerti dal vivo con le esibizioni on line. Non parlo solo delle esibizioni domestiche, molto apprezzate dai fan più stretti, mi riferisco anche a partecipazioni in trasmissioni televisive o radiofoniche, qualsiasi esse siano (nei limiti della decenza, ovviamente). In questi mesi molti big della musica ne hanno approfittato per promuoversi anche fuori contesto, perché non potrebbe farlo anche un artista emergente?

La presenza in video sui social, nelle televisioni, in radio, piccole o grandi che siano, sono i mezzi con cui surrogare la mancanza del contatto diretto. Se questi sono accompagnati con un contatto tramite social, rispondendo ai commenti dei fan, per esempio, il rapporto può essere costruito quasi a livello personale.

Non puoi sparire dalla scena per mesi pensando che il mondo aspetti che tutto ritorni normale.

Sotto la superficie la vita continua e si evolve, senza contare il fatto che, solitamente, dopo crisi di grandi proporzioni come questa, la ripartenza è brusca e veloce e normalmente ricca di sorprese e novità. Non mi stupirebbe infatti scoprire nei prossimi mesi la nascita di nuovi stili o generi musicali. Ne sono così certo che potrei pure scommetterci sopra.

Prepararsi per la ripartenza, significa anche valorizzare e coltivare la propria immagine artistica e la propria popolarità in questi tempi difficili. E’ la semina che raccoglierai quando arriverà la prossima, imminente, stagione del raccolto.

Per questo devi esserci, ora.

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Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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social media

Su Facebook valgono i contenuti originali

La facilità offerta da Facebook di comunicare, di creare una community e di interagire con una moltitudine di persone a distanza, è nota ed è entrata nel nostro quotidiano come l’appuntamento con il Tg delle 20.00.

Su Facebook valgono contenuti originali
courtesy pixabay.com

Non a caso Facebook nasce come piattaforma di intrattenimento, permettendo alle persone di rimanere in contatto con amici e conoscenti e questa resta la sua mission principale; é anche il motivo per cui in questo 2020 ha goduto di una media di 2,60 miliardi di utenti al mese.

Resta il fatto che per invogliare a mettere anche un semplice mi piace è necessario postare contenuti interessanti e coinvolgenti con una certa regolarità, al fine di creare engagement e acquistare un pubblico attivo che ci segua e interagisca con commenti e condivisioni.

Non trovo superfluo ricordarti che Facebook vive di pubblicità e per guadagnare ha bisogno che i suoi iscritti clicchino sugli annunci. Per ottenere questo, il social blu fa di tutto per tenere gli utenti dentro le sue pagine, lo fa offrendo una vasta serie di opzioni capaci di soddisfare diverse esigenze, ma sopra ogni altra cosa penalizzando la visibilità di tutti quei post che inviano verso siti esterni, come ad esempio i video di YouTube, le playlist di Spotify e ogni genere di link ad altri siti.

Ad essere premiati, in termini di diffusione e quindi di visibilità sono al contrario tutti i contenuti pubblicati direttamente su Facebook, sia che si tratti di testo, foto o video. Questa è la cosa di cui devi tener conto quando pubblichi qualcosa sulla tua pagina artista.

Creare contenuti originali e interessanti con una certa costanza e mantenere attiva l’attenzione degli utenti sulla tua musica e sulla tua attività di musicista può non sembrare facile, ma è un passaggio necessario se vuoi allargare il tuo pubblico e far conoscere la tua attività.

Tenendo conto che, ormai da qualche mese, Facebook favorisce la visibilità dei contenuti fra amici a scapito della visibilità dei contenuti delle pagine, video e meme, puoi ben capire che una strategia attenta di pubblicazione può fare la differenza. Scegliere cosa e quando pubblicare un post è perciò molto importante se non vuoi che la tua presenza sui social sia semplicemente tempo perso.

Capisci anche che la condivisione diretta di un link al tuo video YouTube o a un tuo brano su Spotify, può non avere molta efficacia, così come perde di efficacia la condivisione verso un sito dove c’è una recensione del tuo ultimo lavoro musicale o di un tuo concerto.

Resta comunque vero, che a volte condividere articoli o post interessanti può essere un ottimo modo per informare e incuriosire chi ci segue, ma la loro importanza, in termini di visibilità, è molto ridimensionata.

Nei contenuti della tua pagina Facebook, nei tuoi post, potresti raccontare la tua professione di musicista e, se pubblichi musica, raccontare l’ispirazione e il modo in cui nascono le tue canzoni.

Post dopo post puoi anche aggiungere le informazioni su dove trovare la tua musica o le date del tuo tour, ma queste, che sono informazioni pubblicitarie, sortiranno il loro effetto solo se avrai saputo attrarre ed incuriosire i tuoi fan (nuovi e storici).

Puoi farlo con post che combinano testo e foto, oppure puoi farlo con dei video, magari in diretta live e interagendo con chi ti segue. Scegli il metodo che ti è più congeniale. L’importante è di riuscire a trovare una metrica, uno stile che ti contraddistingua e che calzi a pennello su quella che è la tua figura pubblica.

Se ancora non hai ben focalizzato che tipo di contenuti utili pubblicare su Facebook, ti invito a leggere questo post che certamente potrà esserti d’aiuto: Perché Un Musicista Dovrebbe Raccontarsi.

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business social media social music marketing

L’importanza dell’analisi del pubblico.

Per un artista musicale che vuole vivere della sua musica, la prima preoccupazione dev’essere il pubblico: la sua base fan, i suoi follower, come vengono chiamati oggi. Un pubblico con il quale intrattieni un rapporto costante durante i tuoi concerti dal vivo e anche usando gli strumenti offerti dalla tecnologia, come social network e dirette streaming. Dev’essere un pubblico realmente interessato alla tua musica, alla tua arte: non accontentarti dei pigri like di amici e parenti (cit.).

L'importanza dell'analisi del pubblico
courtesy by pixabay.com

Il pubblico è il terreno dove piantare il seme delle tue canzoni, dev’essere terreno fertile.

Mentre durante e dopo un concerto dal vivo puoi vedere tu stesso le reazioni del pubblico e trarne le dovute conclusioni, l’uso di media tecnologici rende questo rapporto empatico più difficile e meno diretto. Per questo ogni tua attività online andrebbe misurata e analizzata, per capire se le tue azioni sono utili per far avanzare la tua carriera musicale.

Non sto parlando solo delle tue esibizioni musicali, ma anche tutte quelle attività che fai sui social per promuovere sia la tua figura di artista che la tua musica: l’aggiornamento della tua pagina Spotify, delle tue playlist, sino alla cura dei profili Facebook, Twitter e così via.

Per questo i dati a cui abbiamo accesso diventato uno strumento essenziale in un panorama musicale in continua evoluzione; dare un significato ai numeri espressi dalle statistiche di Spotify for Artist, o dagli Insights di Facebook e Instagram, è a questo punto indispensabile per capire con quale pubblico abbiamo a che fare.

Premetto che non vorrei essere frainteso a riguardo: la finalità del l’analisi del pubblico e delle sue reazioni non serve necessariamente per capirne i suoi gusti, a mio avviso soprattutto serve per capire se tu, come artista musicale, hai il pubblico adatto alla tua musica.

Essendo il web una platea virtualmente illimitata, gli strumenti di analisi risultano utili all’artista per scovare la sua nicchia di pubblico, una cerchia di fan che potrebbe realmente fare la differenza per la diffusione della sua arte.

Ogni azione sul web, dalla pubblicazione della musica a tutte le azioni promozionali per farla conoscere, come post sui social, interviste e recensioni, meritano un monitoraggio delle reazioni del pubblico. Questo è indispensabile per capire molte cose, non solo se la nuova canzone è piaciuta, ma anche se il modo di promuoverla è corretto e sta attirando l’attenzione dei fan.

Le case discografiche e le produzioni con budget adeguati, stanno facendo della lettura dei dati una scienza per produrre musica che intercetti velocemente i gusti del pubblico. Nel nostro caso, più modesto, un corretto lavoro di analisi, potrà essere utile per capire se si sta navigando sulla giusta rotta nella promozione del personaggio artistico e della sua musica.

Queste analisi non sono semplici, ma sono alla portata di tutti e richiedono un certo impegno, ma se affrontate con metodo permettono di costruire una comunicazione corretta per emergere nel vasto oceano della discografia online.

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business musica streaming social media

E’ davvero indispensabile lo streaming in diretta?

Nei prossimi giorno sarò coinvolto in un progetto di concerti live in streaming, senza pubblico per le note restrizioni, una rassegna musicale che per ragioni di budget e logistiche verrà registrata nell’arco di due giornate. Questi concerti verranno registrati dal vivo, senza tagli e post produzione, in seguito, verranno diffusi sfruttando le opzioni offerte dalle piattaforme social.

E' davvero indispensabile la diretta streaming?
courtesy pexels.com

Nel corso della progettazione di questo evento naturalmente ci si è posto il problema sul fatto che i live saranno, per i fruitori, una diretta in differita e non una diretta live vera e propria. In questi tempi di creazione/fruizione immediata di contenuti video non è una questione da poco.

In realtà, in questo caso, il budget non avrebbe consentito di allestire uno studio di registrazione per qualche settimana organizzando degli appuntamenti settimanali veri e propri. La decisione di registrate tutto in una sola sessione per poi distribuirlo a dispense è stata una scelta obbligata.

Ciò non toglie che il dubbio resta: ha senso trasmettere una diretta in differita? Si può considerare un vero e proprio live? A mio avviso la risposta è semplicemente si.

Per musica dal vivo, si intende la musica suonata dal vivo senza tutte quelle post produzioni che si possono fare in studio dopo la registrazione delle parti dei vari strumenti. Chiarito questo, direi che qualsiasi esibizione che risponde a queste caratteristiche è una esibizione dal vivo: un live.

Il concetto di diretta è un attimo più sottile. Tecnicamente una trasmissione in diretta è la trasmissione di un evento nel momento stesso in cui si svolge, su questo non si sfugge. Nel momento in cui passa un lasso di tempo tra il fatto e la trasmissione delle sue immagini si parla più correttamente di (trasmissione) differita.

Perciò, la trasmissione di un concerto dal vivo in differita può ancora considerarsi un evento dal vivo? Dal mio punto di vista, per il pubblico che dal suo dispositivo segue il concerto registrato con qualche giorno di ritardo, l’evento resta a tutti gli effetti un concerto dal vivo. Questo perché è la musica che viene realizzata dal vivo.

Intendiamoci. Un concerto dal vivo è sempre un’esperienza unica e immersiva. E’ fatta dalla magia della musica che fa vibrare l’aria, è fatta dal legame empatico che si crea tra il pubblico presente e tra il pubblico e i musicisti sul palco. E’ la magia dell’essere qui ora: un’esperienza ogni volta unica e diversa. Una cosa che ben sanno i fan che seguono i loro beniamini in più tappe dei loro tour.

Non è certo una trasmissione in diretta, televisiva o via web, che potrà restituire la magica esperienza di un concerto, piccolo o grande che sia. Per questo, che si tratti di una registrazione trasmessa in diretta o in differita, a questo punto fa poca differenza.

Credo che però questo argomento sia più complesso di quello che sembra e per questo mi piacerebbe conoscere l’opinione di qualche artista musicista. Sono certo che potrebbero uscirne dei spunti di riflessione molto interessanti.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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personal branding social media social music marketing Spotify

Due strumenti utili per condividere la tua musica.

Oggi ti voglio far conoscere due strumenti rapidi e utili per condividere nei social o nelle mail la tua musica e il tuo profilo di artista musicale. Possono esserti utili perché confezionano i tuoi link con una veste grafica coerente e accattivante, arricchendo la qualità della tua proposta.
Le Promo Card di Spotify

Promo Card by Spotify

Le Promo Card di Spotify sono un gadget utile per condividere la tua musica sui social network e anche sul tuo sito. In pochi semplici passaggi puoi creare una semplice cartolina elettronica che può essere collegata al tuo profilo Spotify, ad un tuo album o a una tua canzone.

Le Promo Card hanno delle semplici opzioni di personalizzazione e puoi facilmente condividerle su Twitter o Facebook. Puoi anche salvare l’immagine per utilizzarla sulle tue email o sul tuo sito, come ho fatto io, per esempio.

Rex Von Kostia Promo Card
Esempio di una Promo Card legata ad un Profilo Artista

Nelle Promo Card puoi personalizzare il colore di sfondo e il formato: orizzontale, quadrato o verticale.

Può tornarti utile perché con pochi click ti consente di condividere la tua musica con una grafica pulita e ordinata senza aver bisogno di competenze grafiche.

Crea La tua Promo CardScopri di Più

Lnk.Bio

Presentandosi come il miglior modo per migliorare la presenza su Instagram, Lnk.Bio è uno di quei servizi che permettono di raggruppare tutti i link verso i tuoi social e i tuoi prodotti discografici in un’unica pagina. Puoi usarlo gratuitamente o sfruttare le funzioni aggiuntive con un pagamento mensile.

Lnk.Bio è strategico per social come Instagram che non ti permettono di aggiungere link nei post. Ma direi che va bene anche su altri social, potrebbe diventare un solido punto di riferimento per chi ama la tua musica e vuole rimanere aggiornato sul tuo lavoro.

Vai a Lnk.BioVedi un Esempio

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
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I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
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business personal branding social media

Musica: la popolarità crea opportunità.

E’ un dato di fatto che l’avvento della musica in streaming non si limita a ridefinire l’esperienza d’ascolto della musica, ma la rende facilmente accessibile in ogni momento della giornata e in qualsiasi luogo dove ci sia una connessione alla rete riempiendo le giornate dell’ascoltatore. Questo nuovo ecosistema musicale modifica anche il rapporto tra artista e fan e, di conseguenza, sconvolge il mercato musicale che non è più centrato sulla semplice pubblicazione di un brano, ma anche sull’esperienza che ruota attorno ad esso.

Nella musica, la popolarità crea popolarità
courtesy by pixabay.com

Ti piaccia o meno, l’artista musicale in questo contesto diventa un personaggio sociale con la possibilità di dialogare con un pubblico vastissimo e di diverse culture che richiede un contatto diretto con il suo beniamino tramite i social network. Se da un lato questo è un vantaggio, perché puoi avere un feedback immediato dal pubblico, dall’altro, come artista musicale ti trovi investito di nuovi impegni e nuove responsabilità che esulano dal ruolo tradizionale e richiedono una forma mentis diversa.

Avere la musica accessibile in ogni angolo del globo, offre un vasto pubblico potenziale la cui attenzione deve essere intercettata. Un pubblico sul quale devi agire mettendo in luce le tue caratteristiche artistiche peculiari valorizzando le tue unicità.

In questo sistema, anche il ruolo del fan si evolve e si avvantaggia della presenza dei social network. L’effetto delle community (fandom) è amplificato e favorito dai social, luoghi in cui le persone condividono le stesse passioni e gli stessi interessi. Sono luoghi di dialogo e di scambio di idee: un’evoluzione dei circoli letterari dell’ottocento. Coltivare una tua community, oppure partecipare ad una di queste, è un ottimo sistema per farsi notare dalla massa degli artisti emergenti, facendoti conoscere personalmente e facendo conoscere direttamente la tua musica e le tue passioni.

Questo perché l’identificazione musicale sul web sembra essere un passo fondamentale nella creazione dell’ io digitale. Un passaggio che trasforma la musica da portatrice di emozioni in musica portatrice di valori. Il dialogo diretto con i fan sui social soddisfa il loro bisogno di comunicare con l’artista amato e la voglia di vivere un’esperienza unica e indelebile; cose che il fan di ogni epoca ricerca in ogni modo possibile. Questa attività, che potremmo definire giornaliera, va a completare le attività di contatto diretto nella vita reale, che restano indispensabili, come i meet&greet, i firmacopie, i concerti o le dirette online.

L’obiettivo ottimale è quello di riuscire a creare un buon rapporto di presenza reale e presenza online.

Lo stato delle cose inevitabilmente ti costringe a dedicare molto del tuo tempo a promuovere e organizzare campagne mediatiche del tuo prodotto musicale e della tua figura di artista musicale. Ma è un passaggio obbligato su cui devi fare i conti: i risultati sui social nascono e si raccolgono solo con un paziente e costante lavoro e magari anche con una presenza sulle varie piattaforme digitali.

Nell’ecosistema dell’industria musicale odierna il rapporto tra vendite e popolarità sui social è strettissimo. Avendo una platea potenziale mondiale, qualsiasi canzone tu scriva troverà sempre un gruppo di persone che la apprezzeranno. L’ostacolo che prima di tutto dovrai superare è di trasformare questa platea potenziale in una platea attiva di ascoltatori. Puoi farlo solo con un impegno costante supportato da piccoli investimenti promozionali.

Avere una platea di fan, di ascoltatori, consolidata è un passaggio fondamentale per poter avere un interesse da parte delle case discografiche che hanno dimezzato i rischi di produzione in quanto preferiscono investire sull’artista che ha già dei riscontri adeguati nelle classifiche delle piattaforme digitali.

Nel momento attuale la figura professionale dell’artista musicale richiede la capacità di saper dividere il proprio tempo tra l’attività artistica/professionale e quella di auto promozione.

E questo, nota bene, non vale solo per il musicista che pubblica musica, ma anche per il professionista musicale che vive del suo strumento. La sua popolarità online potrà rendergli più facile avere collaborazioni con le star della musica e aprirgli le porte per interessanti e stimolanti collaborazioni artistiche.

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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personal branding social media Spotify Spotify playlist

I follower non si acquistano, si conquistano!

Scorrendo le timeline dei social ti saranno sicuramente comparse pubblicità di servizi che offrono follower reali per i tuoi profili social o per le tue playlist e anche offerte di ascolti reali per i tuoi brani su Spotify o altre piattaforme.

Ti spoilero il finale: evitali come la peste.

I follower non si acquistano, si conquistano
courtesy by pixabay.com

Di questi servizi ne ho provati un paio perché molto allettanti, con siti ben costruiti, semplici, rapidi, chiari nella descrizione del servizio offerto e con prezzi abbordabili; per la precisione ho acquistato due pacchetti di follower per le mie playlist: devo dire che in entrambi i casi sono stati generosi e rapidi.

Di fronte a un acquisto di 500 follower di playlist mi sono ritrovato oltre 600 follower, cioè circa 100 follower regalati. E’ stato tutto molto gratificante per l’ego, meno per il portafoglio. Dato che avevo la possibilità di monitorare gli ascolti di alcuni brani in playlist, ho facilmente appurato che quei 600 follower stavano generando 0 (zero) ascolti, il che significa 0 (zero) royalties.

Ma non è finita qui.

Qualche mese fa, mentre aggiornavo queste due playlist sponsorizzate, mi sono accorto che i follower si erano improvvisamente ridimensionati, tornando a un numero a due cifre. Dato che fino a 1+1 sono capace di fare i conti, questa piccola esperienza mi ha insegnato due cose: la prima è che questi servizi ti vendono account reali, ma dubito che si tratti di follower in carne ed ossa; la seconda è che, probabilmente si tratta di account legati a bot, e quindi subiscono la pulizia periodica che Spotify compie per rimuovere i profili falsi creati per lo più per le bot che generano finti ascolti.

E qui arriviamo al secondo punto: l’acquisto degli ascolti. Ho visto con i miei occhi un intero album bannato senza appello dalla piattaforma svedese perché il cantautore incauto si era affidato a uno di questi servizi nonostante la mia netta disapprovazione. Grazie ad un pressing costante e con l’appoggio del distributore, che è uno dei maggiori players internazionali, dopo sei mesi l’album ha potuto ritornare sull’app di streaming, ripartendo da zero, ovviamente.

Questa esperienza mi ha confermato che non ci sono scorciatoie per ottenere risultati reali sui social network, qualsiasi essi siano. Che si tratti di Spotify o Youtube, che sia Instagram o Facebook, queste piattaforme sono dotate di algoritmi sofisticati che rendono vano e combattono l’uso di queste pratiche, arrivando anche a soluzioni drastiche, come abbiamo visto.

I follower per un artista musicale sono i suoi fan: persone reali che amano la sua musica e magari anche il suo personaggio artistico. Il pubblico te lo devi conquistare, non acquistare, lo fai con un rapporto onesto e costante durante le tue esibizioni dal vivo e dialogando con loro nei social. La tua figura di artista musicale deve diventare degna di stima e alimentare un senso di coerenza, fiducia e utilità attraverso il tempo. E’ un percorso che richiede impegno e attenzione, ma è l’unico in grado di dare risultati soddisfacenti e duraturi.

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musica streaming personal branding social media

L’importanza dei social per l’artista musicale

Della presenza e dell’importanza della musica nell’evoluzione sociale della razza umana credo siamo tutti d’accordo, vero? In ogni cultura, in ogni latitudine, la potenza comunicativa della musica si è fatta carico di comunicare ideali, emozioni, bellezza; la musica ha saputo diventare portavoce dei disagi, raccontare i fenomeni sociali e diventare manifesto di movimenti d’opinione o politici, come rivolte popolari, lotte operaie e agitazioni studentesche.

L'importanza dei social per l'artista musicale
courtesy by pixabay.com

La musica ha la capacità di agire direttamente sulla psiche umana influenzando l’umore e la creatività, aiuta a memorizzare e sviluppare le capacità di analisi individuale. Ma la musica non è solo questo, è anche esperienza.

La musica è esperienza quando, crea un ricordo indelebile e preciso, legato a un periodo della vita attraverso l’emozione del momento. Le sensazioni legate a una musica o a una canzone sono e restano soggettive, ogni individuo le elabora nel suo intimo, ed è per questo che talvolta siamo portati a scegliere un genere preciso di melodia per accompagnare un dato momento di vita. Una sorta di fotografia mentale che attraverso il suono imprima nel ricordo ogni particolare di quell’attimo.

In meno di un secolo, l’evoluzione della musica registrata è passata dal supporto fisico allo streaming: attraverso un’evoluzione tecnologica che ha visto prima il vinile, poi le musicassette, quindi il Cd e gli .mp3 e infine le app di musica in streaming. Ognuno di questi passaggi, ha segnato un cambio di abitudini nell’ascoltatore finale. Per esempio, con l’avvento delle musicassette l’ascoltatore ha iniziato a comporre le proprie playlist di brani preferiti, magari mescolando generi e artisti in un unico personalissimo mixtape.

La realtà di oggi ci mostra l’individuo immerso in un continuo richiamo sonoro, una sorta di bombardamento destabilizzante che non gli permette di apprendere o conservare nessun ricordo. Nel contempo, il consumatore di musica trova nelle app di musica in streaming la possibilità di accedere, gestendo con le playlist, un catalogo di brani praticamente infinito ed in continua evoluzione.

Con le playlist, l’ascoltatore può costruire un castello di emozioni personalizzato e, tra le altre cose, di identificarsi all’interno di gruppo sociale nel web, disegnandosi una costruzione che lo rappresenta e dandosi un ruolo ben definito all’interno del mondo social.

Nel tempo della musica in streaming e dei social network, il ruolo ed i compiti dell’artista musicale cambiano radicalmente, investendolo di responsabilità che prima non aveva o erano mediate dalla struttura delle case discografiche. Oggi l’artista musicale si ritrova a dover/poter comunicare direttamente con un pubblico ampissimo, anche di differenti culture, alla ricerca di un contatto diretto con la star. Questo tipo di rapporto tra fan e musicista si amplifica e nel contempo si approfondisce nei social network, dove l’autore può comunicare con più persone contemporaneamente e ricevere un immediato feedback.

Sebbene questo impegno possa essere delegato dall’artista musicale a figure terze, egli deve conservare la consapevolezza di dover dedicare parte del suo tempo alla cura della sua base fan. E’ molto importante perché oramai la nostra vita sociale è inevitabilmente interconnessa tra mondo reale e mondo virtuale. Un artista musicale, in particolare se emergente, può trovare nei social network un modo pratico per costruire e coltivare una comunità di appassionati alla sua musica.

E’ un’opportunità che va colta perché può incidere profondamente nel successo di una carriera professionale.

Vorrei essere chiaro su questo punto, quanto scritto sopra, non vale solo per l’artista musicale che distribuisce la sua musica, vale per ogni artista musicale, anche per coloro che non hanno mai prodotto un loro album solista e nemmeno hanno l’intenzione di farlo. Una base fan appassionata e solida dà un credito professionale all’artista che può dimostrare di avere una platea di appassionati alla sua tecnica, al suo stile ed alla sua personalità.

Se ci rifletti un attimo, sono cose che possono fare la differenza.

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