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Musica, stili di vita e community

La musica accompagna le nostre giornate e i nostri umori: c’è chi la ascolta come sottofondo mentre lavora o chi vi dedica dei momenti per poterla apprezzare, c’è anche chi la usa per riempire dei momenti della giornata e trarne semplicemente piacere.

Musica, Stili di vita e Community

Comunque sia le nostre scelte musicali sono motivate da diversi fattori che vanno dal gusto personale sino al background culturale/generazionale che comprende anche le nostre abitudini quotidiane e gli stili di vita e le passioni che coltiviamo nel lavoro o nel nostro tempo libero.

Dato che l’uomo è l’animale sociale per eccellenza, attorno a queste abitudini e passioni si creano delle comunità dove gli individui si riconoscono e condividono i propri interessi con altri che ritengono loro pari.

Nel marketing musicale individuare e comprendere abitudini e gusti di questi gruppi di persone è molto interessante perché consente di capire se il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo è pronto a recepire un determinato genere musicale o una particolare canzone.

Lo puoi fare senza particolari difficoltà analizzando siti internet, community sui social e riviste on line. Uno studio mirato a comprendere se e come la tua musica sia adatta alle abitudini di un determinato gruppo di persone ti permetterà di concentrare i tuoi sforzi per farla conoscere a chi è già pronto per comprenderla, recepirla e trarne un giovamento.

Attirare l’attenzione di una community è un volano essenziale per sfruttare dinamiche come il passa parola o il senso di appartenenza che hanno un potere legante e persuasivo.

In un contesto in cui esiste una sovrabbondanza di offerta musicale, in cui è difficile creare un legame solido tra pubblico e artista musicale, l’appartenenza o il legame ad un gruppo omogeneo di persone e uno dei metodi più accessibili per costruire legami duraturi e profittevoli per entrambi le parti.

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Segmentare significa scoprire


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Prima di contattare un curatore di playlist perché inserisca il tuo brano nella sua playlist, usando servizi come Match.fy o SubmitHub o direttamente tramite social, ti sei mai fermato ad ascoltare la sua selezione per assicurarti d’essere in linea con il gusto di quella selezione?

Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Non intendo solo di essere in linea con il genere musicale, ma anche con il testo e con le vibrazioni, con il mood, che la playlist nel suo insieme trasmette. Ti potrebbe sembrare un lavoro superfluo, magari una perdita di tempo, in realtà si tratta di un’indagine strategica per comprendere se la tua musica troverà un pubblico in grado di apprezzarla e comprenderla.

Non c’è solo questo, devi anche assicurarti che gli altri brani abbiano almeno la stessa qualità creativa e tecnica del tuo brano: la mela buona in un cesto di mele marce rischia di fare la loro stessa fine.

Ci sono alcuni curatori che creano playlist con passione e amore della musica, altri che sono mestieranti in cerca di profitto, in entrambi i casi le playlist si rivelano dei calderoni nei quali il singolo artista fatica ad emergere, ovvero, fatica raccogliere follower.

Scegliere con cura le playlist a cui proporre i tuoi brani ti aiuterà a farti conoscere da un pubblico più ricettivo al tuo sound aumentando la possibilità di raccogliere follower.

Come è stato dimostrato  dalle analisi sulle abitudini dei superfan, questo genere di pubblico è molto prezioso per un artista musicale, è il suo zoccolo duro: genera ascolti ripetuti ed è disposto a spendere tempo e denaro per live o merchandising.

Creare un ambiente più sano per i musicisti e per chi ascolta musica inizia proprio dal selezionare i curatori di playlist più responsabili e professionali.


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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Segmentare significa scoprire

Una delle operazioni importanti di auto promozione che un’artista musicale prima o poi dovrà affrontare è la segmentazione del suo pubblico. Nel concreto, si tratta di raccogliere dati e informazioni sul pubblico, analizzando le statistiche delle app di streaming, dei social e gli stessi profili social, organizzando queste informazioni in categorie utili per identificare e comprendere meglio le esigenze e le diverse preferenze del pubblico.

Segmentare è scoprire

Le informazioni per la segmentazione del pubblico, che puoi raccogliere dalle statistiche sugli ascolti e dagli insight del tuoi social e magari anche da fonti diverse consultando internet, questo per avere un quadro di confronto più generale, vanno raccolte in gruppi per valutare qual è l’impatto della tua musica in chi ti ascolta. Un buon lavoro di segmentazione permette inoltre di capire meglio quali sono i gusti del tuo pubblico e rispondere meglio alle sue esigenze.

Queste sono alcune categoria di segmentazione che puoi usare per meglio classificare i tuoi fan:

genere musicale

Ovviamente la suddivisione per genere musicale è la forma di segmentazione principe nel nostro caso. Anche nel caso tu sia artista eclettico che ama contaminare il proprio stile con influenze diverse, l’analisi di questa voce ti aiuterà a comprendere in quale genere i tuoi ascoltatori si riconoscono maggiormente.

Età demografica

Conoscere le fasce d’età del tuo pubblico ti aiuta nel scegliere un linguaggio comunicativo e uno stile musicale più consono alle sue esigenze generazionali. Puoi usare queste informazioni anche per valutare i motivi sul perché certe fasce d’età non ascoltino la tua musica.

Localizzazione geografica

I gusti musicali variano significante da una regione all’altra. Scoprire dove la tua musica è più apprezzata è un dato importante che ti può orientare nelle scelte artistiche di stile e sonorità.

Stile di vita e interessi

La musica spesso è collegata allo stile di vita e agli interessi personali. Non dimentichiamo che esistono generi musicali associati a sottoculture specifiche, come il punk, l’hip-hop o la musica indie. La musica spesso si riflette nel quotidiano, ad esempio, gli appassionati di sport estremi potrebbero essere attratti da generi musicali ad alto ritmo come l’heavy metal o l’alternative rock.

Piattaforme di consumo

Dov’è che la tua musica è maggiormente ascoltata? Sulle app di streaming? Su vinile, Cd? O download? Sapere questo è fondamentale per orientare eventuali investimenti promozionali, magari per espandere un canale più redditizio che sembra promettente.

Livello di coinvolgimento

È uno dei parametri più importanti. Analizzandolo potresti scoprire cose belle e cose meno lusinghiere. Va misurato su tutto: sullo streaming audio, sullo streaming video e anche sui post che pubblichi sui social. È la metrica, che più di ogni altra, ti dà la misura di quanto il tuo pubblico ami la tua musica o si stia legando alla tua figura artistica.

Scenari d’uso

La musica può essere consumata in vari contesti, come feste, attività sportive, momenti di relax, ecc. Capire in quali contesti le tue creazioni trovano maggior gradimento o possibilità d’espressione è fondamentale.

Tendenze culturali e sociali

La musica riflettere le tendenze culturali e sociali del momento. Nella segmentazione puoi tenere conto di come la tua musica si integri con i valori e le aspettative culturali prevalenti, in generale o nella tua nicchia culturale.

Una volta che hai questa fotografia del tuo pubblico, dovresti essere in grado di orientare meglio la tua azione promozionale, non solo, potresti avere anche una linea guida su dove orientare le tue scelte artistiche nei momenti in cui hai delle incertezze nel tuo processo creativo.

Il lavoro di segmentazione è un processo dinamico che andrebbe verificato nel corso del tempo. Negli anni, il pubblico cambia: cambiano i gusti, cambiano le età, cambiano le abitudini. Ogni tanto una nuova verifica andrebbe fatta.


La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone

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La mucca viola è il libro che ha consacrato Seth Godin come uno degli autori business più amati e ha lanciato un movimento globale che ha ridefinito le basi del marketing. Il solito marketing e i grandi investimenti sui media tradizionali non funzionano più. Oggi il marketing comincia dall’idea del prodotto, che deve essere straordinario, diverso, innovativo per poter catturare l’attenzione dei clienti e far parlare spontaneamente di sé. È questo elemento di magia e unicità a far sì che realtà come Apple, Google, Ikea, Starbucks o la bottega del macellaio toscano Dario Cecchini continuino a macinare successi, mentre grandi industrie affermate arrancano e non riescono a stare al passo.
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Per un marketing musicale umanistico.

Il marketing musicale umanistico è una strategia che mira a promuovere la musica in modo etico e umanamente rilevante, mettendo al centro l’artista e i valori positivi. Non è una via semplice, ma è una via percorribile da cui sia l’artista che il suo pubblico possono avere vantaggi condivisi. Ecco alcune soluzioni possibili:

Per un marketing musicale più umanistico

1. Autenticità e trasparenza

Come artista musicale devi essere autentico, sincero e trasparente nelle tue interazioni con i fan e nella promozione della tua musica. Lo puoi fare attraverso interviste oneste, video o narrazioni dal backstage, storie personali e momenti significativi da condividere con il pubblico.

2. Concentrarsi sulle storie

Racconta storie coinvolgenti sulla tua vita professionale e artistica, le tue ispirazioni, i tuoi sforzi e l’impatto della tua musica nella vita delle persone. Le storie possono creare un legame emotivo più forte tra l’artista e il pubblico.

3. Messaggi positivi e ispiratori

Promuovi la musica con messaggi positivi e ispiratori. Messaggi che possano aiutare le persone a trovare forza, speranza e conforto. La musica ha il potere di trasmettere emozioni e i messaggi positivi possono avere un impatto duraturo sul pubblico.

4. Collaborazioni con scopi umanitari

Se lo senti nelle tue corde, collabora con organizzazioni umanitarie o sostieni cause sociali attraverso la tua musica. Queste iniziative mostrano il lato empatico dell’artista musicale e possono contribuire a sensibilizzare il pubblico su temi importanti. Ma attenzione, sostenere un’associazione è un impegno serio che richiede maturità e consapevolezza. Devi essere consapevole che tuoi atteggiamenti errati possono creare danni, ma sopra ogni cosa, la tua collaborazione deve essere sincera e motivata. L’ipocrisia e le bugie hanno le gambe corte.

5. Coinvolgimento del pubblico

Favorisci l’interazione diretta con il tuo pubblico tramite social media, live streaming, incontri e sessioni di ascolto. Questo coinvolgimento crea un senso di comunità e connessione più profonda. Il senso di comunità è il legame più profondo che puoi costruire con i tuoi fan.

6. Sostenere la diversità e l’inclusione

Comunque tu la pensi, il tuo marketing musicale deve promuovere l’uguaglianza e rispettare la diversità di genere, etnia, orientamento sessuale e ogni background culturale. Rispetto ed educazione devono essere le tue parole d’ordine. Magari non sei d’accordo con il tuo interlocutore ed è giusto che tu difenda le tue opinioni, ma non dimenticare mai il rispetto.

7. Limitare il consumo eccessivo

Evita pratiche di marketing aggressive o invadenti che possano sfruttare il pubblico o spingere al consumo eccessivo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere la musica in modo sostenibile e rispettoso dei comportamenti che regolano delle sane interazioni tra gli individui.

8. Collaborazione con fan e follower

Coinvolgi i fan nell’elaborazione delle strategie di marketing o nella realizzazione di video e contenuti. Questo coinvolgimento rende i fan parte integrante del processo creativo, li farà sentire valorizzati.

9. Sostenere il benessere mentale degli artisti

Prenditi cura del tuo benessere mentale. Un marketing musicale umanistico non tralascia la salute e il benessere degli artisti, riconoscendo che il loro equilibrio emotivo è essenziale per la creazione di musica significativa.

10. Rispetto dei diritti d’autore

Assicurati di lavorare con editori e partner che rispettino i tuoi diritti d’autore e una giusta remunerazione per la tua musica. Il consiglio è di informarti e di imparare a conoscere quali sono i tuoi diritti e i tuoi doveri contrattuali. Non fidarti ciecamente, ma verifica che chi ti circonda meriti la tua fiducia e sia trasparente nel suo agire.

Queste soluzioni promuovono un marketing musicale centrato sull’artista, etico e incentrato su un onesto rapporto con il pubblico, creando connessioni più profonde tra le due parti e contribuendo a un’esperienza musicale più significativa.

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Il futuro dei musicisti è nei superfan?

Se il tema dominante nell’industria discografica del 2023, è stata l’AI generativa, per questo 2024 sembra essere il superfan. Ma cos’è un superfan?

I superfan sono la salvezza dei musicisti?

Secondo Luminate, la società di ricerche americane, un superfan è un ascoltatore di musica di età pari o superiore a 13 anni che interagisce con un artista e i suoi contenuti in oltre 5 modi diversi: streaming, social media, acquisto di musica fisica, articoli di merchandising, partecipazione ai live.

Il superfan ha una sua specificità che identifica quanto il suo ruolo ed i suoi comportamenti siano interessanti per l’artista musicale:

  • Per il 54% sono più impegnati di un fan comune nello scoprire nuovi artisti e nuova musica trasferendo poi questo entusiasmo per le novità a famigliari e amici;
  • Il 59% in più della media dei fan ritiene che sia fondamentale il rapporto personale con l’artista;
  • Il 45 % in più dei comuni consumatori di musica ama essere parte di un fandom o community.

Negli Stati Uniti i superfan rappresentano il 15% della popolazione generale di età superiore ai 13 anni e stanno influenzando sia l’evoluzione della musica sia le relazioni degli artisti con i loro ascoltatori. Le ricerche su questa nuova figura hanno svelato che le persone che acquistano CD, cassette o vinili, hanno una probabilità più che doppia (+128%) di essere superfan della musica, spendendo ogni mese più dell’80% in più rispetto all’ascoltatore.

Il fenomeno dei superfan è stato misurato, ovviamente, sulle community delle grandi star che offrono opportunità di amplificazione dell’artista che vanno oltre le piattaforme streaming. Nel contempo ha rivelato che il superfan non si limita al consumo passivo della musica, ma è un soggetto attivo in tutto ciò che coinvolge l’artista: social media, concerti e merchadinsing in prima battuta.

L’esperienza ha dimostrato che gli artisti superstar ottengono il massimo valore dai superfan quando interagiscono più profondamente con loro: il coinvolgimento attivo e l’opportunità di connettersi con altri fan sono infatti le basi che consentono di attivare una super-fandom.

Appartenere a un fandom fornisce dunque un innegabile senso di comunità e questo senso di appartenenza è un’esperienza umana fondamentale ben nota agli esperti di marketing e legata a quei meccanismi sociali, naturali, tipici della natura umana. Una ricerca di Spotify dello scorso anno conferma che, in termini economici, una piccola parte del pubblico attivo contribuisce molto di più in termini di coinvolgimento – e reddito – per un dato artista:

In media tra tutte le dimensioni degli artisti i super ascoltatori costituiscono il 2% del fatturato di un artista e rappresentano oltre il 18% degli streaming mensili

Un dato incontestato è che i superfan sono più legati all’artista, ascoltano più assiduamente la sua musica, acquistano biglietti, merchandising e supporti fisici.

Piattaforme come Deezer, Soundcloud stanno puntando la loro attenzione sui superfan, offrendo agli artisti musicali strumenti utili per intercettare questo segmento del mercato musicale.

Di suo, artista musicale può scatenare l’interesse di queste persone lavorando sulla sua presenza online creandosi un’immagine solida, attrattiva e riconoscibile, che aggreghi interessi e passioni condivise attorno ad una community attiva. Si tratta di andare oltre la semplice offerta musicale e aprire un dialogo dove l’interazione con il pubblico crei un senso di comunità e di appartenenza.


Lettura Consigliata

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Stiamo andando verso un mondo diverso da quello che conosciamo, in cui genitori e figli vivono realtà distanti e parallele, che non ha ancora regole comuni, “non codificato”, destabilizzante: digitale in cui si compra, si vende, si parla, ci si innamora e si fa business. Come posso creare un’immagine online che generi fiducia? Come e dove trovare le persone “influenti” del mio settore, raggiungerle e stringere con loro rapporti profittevoli? Chi sono gli influencer? Come misurare chi è davvero influente e come posso esserlo a mia volta? Come reagire in caso di crisi, attacchi personali o alla mia azienda? Come misurare le attività che vengono svolte in rete? È possibile trovare nuove forme di “pubblicità” per prodotti o servizi? Perché le persone usano i social e come posso utilizzarli io in modo proficuo, oltre che divertente? È possibile fare business usando internet e le relazioni che si creano sul web? Queste sono le domande a cui il libro risponde, perché in questo mondo che cambia tanto rapidamente, per poter vivere meglio e prosperare, abbiamo il dovere di rimanere al passo, trovando nuove forme di comunicazione e costruendo tutti insieme un nuovo codice di comportamento e strade per il business innovative.

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I fondamentali di Threads

Hai già attivato il tuo account Threads? Hai capito quali sono le sue dinamiche? Una cosa certa te la posso dire: invocare l’algoritmo perché ti metta in relazione con musicisti, compositori, etichette discografiche, cantanti, ecc. ecc. ovviamente non serve a nulla. Queste cose funzionano solo con i Santi e le Madonne e ci vuole pure molta, ma molta fede.

I fondamentali di Threads

Vediamo ora quali sono le caratteristiche principali di questo giovane social nato per soddisfare gli insoddisfatti del Twitter A(X) dell’era Musk. Le informazioni sotto riportate le ho rubate senza vergogna da un post di Daniele Antoniol pubblicato su Linkedin e che in buona parte sono pure confermate da altre fonti autorevoli.

CHI USA THREADS?

Secondo dati ufficiali gli utenti mondiali di Threads superano i 2 miliardi di persone. A novembre, ha avuto 41 milioni di scaricamenti mondiali, contro i 27 milioni di Twitter. Threads ancora non copre tutto il globo terraqueo, ad oggi copre 100 paesi al mondo, quelli più industrializzati, socialmente e tecnologicamente avanzati ci sono tutti.

In Europa circa un decimo degli utenti Instagram attivi si sono iscritti a Threads che vanta oltre 100 milioni di utenti mensili. Secondo Social Media Today gli utenti Threads nell’Unione Europea arriveranno presto a circa 25,9 milioni.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
  • Un post può avere fino a 500 caratteri e lo puoi modificare entro i primi 5 minuti. Poi lo puoi solo cancellare.
  • Puoi caricare nel feed foto, gif e video fino a 5 minuti: questo è molto interessante perché puoi provare se è un luogo dove pubblicare i tuoi live domestici, per esempio, o mettere un’anteprima del tuo video per farlo conoscere. Come tutti i social di META anche a Threads non piacciono i link verso l’esterno e limita la diffusione dei post che li contengono. Perciò anche questa app di Microbloggin non è adatta per condividere link verso il tuo brano su Spotify o su Youtube. Però ha anche una funzionalità per fare i sondaggi.
  • Se non ami scrivere puoi anche creare un audio fino a 30 secondi ma a giudicare dalle reazioni direi che passano piuttosto inosservati. Me lo confermi?
  • Cliccando sui tre puntini puoi nascondere i like ricevuti e decidere chi può rispondere ai post (Tutti, Profili che segui, Solo profili menzionati). Puoi anche nascondere il numero dei Mi piace e le Condivisioni.
  • Su Threads puoi usare un solo tag che può essere composto da più parole separate da spazi e con caratteri speciali. La scelta del tag singolo è tesa ad evitare tag-bot che possono influenzare i trend come accade su X.
COME SI CONFIGURA
  • Puoi usare la versione desktop anche senza account Instagram.
  • Se entri da Instagram si collega al nome già esistente. Il nome non deve superare i 54 caratteri, spazi compresi, se vuoi evitare i puntini (…)
  • La biografia è bene che stia entro le 4 righe.
  • Come Instagram anche Threads supporta un solo link in bio da inserire su “modifica profilo\link”
  • Eventuale parole nascoste anti-spam vengono importate da Instagram se le abbiamo attivate;
COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI THREADS
  • Threads ti mostra due Feed, quello che raccoglie gli utenti che segui e quello degli utenti suggeriti in base alle tue preferenze.
  • L’algoritmo di Threads ci mostra i post degli amici (probabilmnete 50%), post di commenti degli amici su persone che non seguiamo (30%), altre persone che non conosciamo in base a probabili calcoli su Instagram (20%).
  • Più si chiacchiera\commenta, più ci si relaziona con le persone, maggiore è la probabilità di farsi conoscere. La piattaforma punta tutto sullo scambio di opinioni. Più tempo si rimane nella piattaforma per mettere like ma sopratutto per commentare… meglio è per il nostro canale.
  • Questo significa che se vuoi usare (anche) Threads per promuoverti e promuovere la tua musica serve una buona dose di impegno. Dovrai relazionarti con le persone, commentare i loro post e creare discussioni con i tuoi. Se hai tempo o se hai un social media manager, apri un tuo canale, ma ricorda di relazionarti e di essere autentico.

Lettura Consigliata

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Diventare un bravo artista musicale non ti basterà.

Lo sviluppo di internet ha stravolto i vecchi paradigmi talmente in fretta da portare con sé benefici, ma anche qualche danno. I social network, i social media e l’avvento del consumo di musica in streaming hanno inciso profondamente nell’intero settore musicale, non solo quello discografico. Non tutti gli artisti musicali hanno saputo adattarsi al nuovo ordine mondiale e non è solo un fatto generazionale, è proprio un cambio di paradigma in un settore dove l’offerta di musica è decisamente superiore alla domanda del pubblico.

Essere artista non ti salverà

In questo mondo iper collegato diventa, ora, difficile per l’artista musicista distinguere sé stesso dalla moltitudine di persone che si hanno intorno. In un mondo in cui l’online si compenetra e convive con l’offline, talvolta sovrapponendosi, diventa indispensabile per l’artista musicale saper capire cosa lo caratterizza così da superare le mille voci che lo circondano.

Oggi essere bravo in quello che fai non basta più: ciò che ti permette di emergere e distinguerti dagli altri è la tua personalità, ovvero il tuo personal branding e la tua storia personale. Sono questi i due pilastri gli elementi essenziali che permettono al pubblico di ritrovare in te un punto di riferimento.

In questo rapporto, spetta all’artista musicale, cioè a te,  prendersi l’onere e l’onore di coinvolgere gli ascoltatori e presentare loro un contenuto emozionale in cui rispecchiarsi; creare quel legame che crei un posizionamento, una condivisione di valori, una visione condivisa in cui le persone possano riconoscere e far propria. Che ti piaccia o meno, nel contesto attuale un determinato pubblico ti seguirà non (solo) perché ti ritiene musicalmente il più bravo, ma perché si riconosce in te e ti vede come un modello.

La conclusione è che l’artista deve rendere la sua identità unica e distinguibile così da posizionarsi nella mente degli stakeholder, (influencer, giornalisti, fan del genere musicale) come “diverso” e per questo creare un forte legame emotivo con i suo pubblico, il che consente la longevità del personal brand così costruito.

Acquisire le competenze di marketing che ti permettono di lavorare sul tuo personal branding, di identificare qual’è la tuano nicchia di pubblico e farti apprezzare da esso, non è impossibile, ma ci vuole costanza e impegno, come per scrivere o suonare buona musica.

Lo scopo di questo blog e della mia attività di Social Music Coach è proprio questo: offrirti degli strumenti di crescita professionale per renderti competitivo e apprezzato nel mercato discografico e in quello dei musicisti professionisti.

Questa crescita professionale deve svolgersi in sintonia con il tuo sviluppo artistico e con la tua evoluzione tecnico stilistica. In fondo si tratta proprio di accompagnare e comunicare questa evoluzione, condividendola con il pubblico ed i fan e rendendoli partecipi di questa avventura.

Se vuoi maggiori informazioni contattami senza impegno.


Lettura Consigliata

Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchainintelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.

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La musica in streaming nel 2024

Per la musica in streaming il 2024 sarà un anno interessante e con qualche novità che tocca direttamente chi della musica ne ha fatto una ragione di vita. Innanzitutto ci sono le soglie di pagamento messe a regime da Spotify e Deezer che già ho trattato in alcuni post e nelle mie newsletter (iscriviti ora!).

La musica in streaming nel 2024

La mossa di Spotify e Deezer è motivata dal contenere l’eccesso di produzioni musicali, magari non di qualità e/o non sorrette da adeguate coperture di promozione o marketing, che finiscono per sovraccaricare i server con brani la cui gran parte non raccoglie nemmeno 10 ascolti all’anno. D’altro canto, le due app di streaming promettono di rimettere in circolo il denaro “risparmiato” verso gli autori più apprezzati dal pubblico.

Questo ha messo in allarme etichette, artisti indipendenti e gli emergenti ma che molti, nel marketing musicale, avevano consapevolezza che prima o poi qualcosa del genere sarebbe accaduta. Per controbattere a questo ostacolo, che penalizza le produzioni a più basso budget, etichette ed artisti devono operare quel cambio di mindset da molti auspicato.

Pubblicare un singolo al mese, come consigliato da Daniel Ek quando creò Spotify, per poter emergere nel mercato musicale sfruttando gli algoritmi dell’app, nel lungo periodo si è dimostrato inutile se non dannoso per gli stessi artisti. Inflazionare il mercato di produzioni musicali prive di storia, prive di contesto, illudendosi che la loro bellezza fosse sufficiente per attirare il pubblico si è rivelata una promessa mendace.

È andata diversamente a coloro che per farsi conoscere nel mare magnum della musica in streaming hanno investito tempo e risorse in marketing e promozione con ogni mezzo possibile. E’ andata diversamente a chi, lavorando con social media e network, ha saputo costruire e dialogare con la sua base fan coinvolgendola nei progetti e nella vita artistica, attraverso un dialogo costante e una sincera connessione di anime.

Per fartela breve, è andata bene e andrà bene a tutti quegli artisti che sapranno circondarsi di un pubblico interessato e appassionato alla loro musica e lo faranno analizzandolo, andandolo a cercare e persuadendolo della qualità e delle emozioni, delle esperienze che la loro musica è in grado di offrire.

Il 2024 sarà l’anno dei musicisti e delle etichette che impareranno lavorare con il marketing.

Buona Musica a Tutti 🙂

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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Spotify e Believe giocano sporco?

In questi giorni Audiocoop, associazione di piccoli produttori ed editori che si occupa della tutela dei diritti connessi e copia privata, ha lanciato un grido d’allarme rivolto ad AgCom perché prenda provvedimenti verso i comportamenti di Spotify e Believe, quest’ultimo uno dei più grandi distributori di musica mondiali.

Ma cosa sta succedendo?

Spotify e Believe giocano sporco?

Come già anticipato in questo post di novembre, Spotify a partire da gennaio cambierà il suo modello di pagamento e verserà le royalty solo agli artisti musicali che raggiungono i 1000 ascolti all’anno: le indiscrezioni di novembre indicavano 200 stream all’anno.

Secondo Spotify, in questo modo si liberano 40 milioni di dollari all’anno che potranno essere distribuiti verso gli artisti che superano questa soglia, ma evidentemente queste buone intenzioni non convincono gli associati Audiocoop e nemmeno altre rappresentanze delle piccole etichette nazionali.

A questo si aggiunge un’altro allarme dagli artisti che hanno la loro musica distribuita dalla francese Believe che è il secondo distributore di musica digitale al mondo.

In questi giorni, molti artisti o le loro piccole etichette hanno ricevuto una mail in cui vengono informati che la loro musica verrà tolta dai cataloghi Believe, perciò da tutte le piattaforme di streaming, perché secondo Believe hanno praticato attività di streaming fraudolente: a quanto pare cosa non vera per buona parte di loro.

Cosa sta succedendo? Io un’idea me la sono fatta.

Distribuire musica in digitale è semplice, ma in realtà ha enormi costi energetici e di infrastrutture. Già nel 2022 Spotify era in sofferenza per questi investimenti utili per gestire e distribuire le 100.000 canzoni che ogni giorno vengono caricare sulla piattaforma.

Per Spotify mettere un tetto ai pagamenti è certamente un modo di contenere i costi di questo impegno, scoraggiando tutti quei musicisti che, senza un reale convincimento e magari senza arte ne parte, tentano la carriera discografica. La stessa cosa, a mio avviso, vale per Believe Italia che sembra volersi liberare degli artisti meno economicamente produttivi per alleggerire il suo carico di lavoro.

Per fartela facile, stanno tagliando i rami secchi.

Detto questo, bene fa Audiocoop a interessare AgCom e Ministero della Cultura su questa situazione e sinceramente spero che a loro si aggreghino tutte le altre realtà legate agli indipendenti.

In un sistema di distribuzione così centralizzato l’abuso di posizioni dominanti o altre situazioni che possono distorcere il mercato musicale vanno evidenziate e opportunamente censurate e auguro che chi di competenza si muova e pure piuttosto in fretta.

Riguardo il comportamento di Believe, da quanto risulta nella testimonianza del cantautore Francesco Sacco, sembra proprio che ci sia una mancanza di trasparenza e pure una male motivata decisione unilaterale da parte della piattaforma.

Ma già che ci siamo, vorrei anche fare l’avvocato del diavolo.

Ho sempre trovato sorprendente come le etichette, soprattutto ma non solo, indipendenti, in questi anni si siano limitate a buttare sul mercato pubblicazioni come non ci fosse un domani, senza mai investire tempo o risorse nel marketing dei prodotti o sul branding degli artisti: in un mondo così affollato di proposte musicali il genio o la bravura musicale di un artista non è sufficiente ad attrarre pubblico se questi nemmeno sa della sua esistenza ed è distratto da mille altri stimoli più attrattivi.

L’avvento della musica in streaming ci ha forse fatto credere che l’avvio di una carriera discografica fosse alla portata di tutti, di chiunque, ma direi che evidentemente non è così e forse non lo è mai stato.

Per poter vivere nell’ecosistema della comunicazione digitale fatto di social, siti, web radio e app di streaming, artisti ed etichette devono prendere coscienza che non basta investire in buone produzioni, ma è indispensabile investire tempo e risorse in promozione e marketing, sul prodotto musicale e sull’artista.

L’alternativa è l’estinzione.

Leggi il comunicato di Audiocoop


Music business. La grande guida: Tutti i segreti per orientarti nell’industria musicale odierna e trasformare la tua passione nel lavoro della vita

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Come si comporta la gente on line?

Dall’analisi dei comportamenti delle persone online, puoi trarre delle conclusioni utili su come gestire la tua presenza online. Per esempio, come definire una strategia utile per ottenere buoni risultati senza perdere troppo tempo o faticando troppo.
Un po' di numeri interessanti riguardo le abitudini di chi usa il web.Guardiamo insieme un po’ di cifre globali:

  • 1. A livello mondiale l’utente medio dedica circa 7 ore al giorno all’utilizzo di app on line, in pratica circa il 42% del tempo di veglia, tenendo anche conto di un tempo di riposo di 7-8 ore;
  • Il 98% della popolazione on line usa motori di ricerca per informarsi su diversi argomenti di interesse. Di questi utenti 7 su 10 usano tecnologie diverse da quella testuale:
    • Il 45% usa tecnologia di tipo voice per le ricerche e 1 utente su 3 usa anche strumenti di image recognition sui propri dispositivi mobili ( Lens di Pinterest o di Google per esempio);
  • La social search, ovvero la ricerca di argomenti o risposte all’interno dei social network, impegna il 45% degli utenti e nella Gen Z si arriva al 50%;
  • 98% degli internauti dai 16 ai 65 anni usa più di una piattaforma social: in particolare l’84% degli utenti TikTok dichiara di usare anche Facebook e il 95% degli utenti Instagram usa anche YouTube.

Da questi pochi numeri puoi già trarre alcune indicazioni importanti sui comportamenti delle persone nella rete quando hanno il bisogno di soddisfare una necessità, che può essere la risposta ad un problema contingente, come la semplice ricerca di intrattenimento.

E’ interessante vedere come abbia preso piede la Social Search che è gestita, a livello di algoritmi, in maniera diversa rispetto i tradizionali motori di ricerca.

…i risultati di una ricerca con la ricerca social evidenziano il contenuto creato o toccato da altri utenti che si trovano nel grafico sociale della persona che effettua una ricerca. È una tecnologia di ricerca personalizzata con filtro della comunità online per produrre risultati altamente personalizzati. La ricerca sociale assume molte forme, che vanno dai semplici segnalibri condivisi o all’etichettatura dei contenuti con etichette descrittive fino ad approcci più sofisticati che combinano l’intelligenza umana con gli algoritmi informatici. (Wikipedia)

Un’altra cosa che vorrei farti notare è la relazione tra TikTok > Facebook e Instagram > YouTube tra la maggior parte degli internauti. E’ un dato importante perché ti indica una serie di possibili strategie per veicolare la tua presenza di artista musicale e la tua musica sulle diverse app, mantenendo un’immagine unica, coerente e riconoscibile fornendo contenuti ad hoc per ogni singolo social.

Leggendo questi numeri quale riflessione ti viene da fare? Vuoi raccontarmi quale strategia di auto promozione ti suggeriscono di intraprendere? Scrivilo nei commenti.


Lettura Consigliata

Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchainintelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.

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