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Fan, Fandom e Superfan

Il tuo pubblico non è rappresentato dai numeri degli insight dei tuoi social o di Spotify for Artist: in realtà è molto di più. Il tuo pubblico è fatto di persone vere, reali, con una loro vita e le loro passioni, che siano poche o molte non importa, queste persone, sono i tuoi fan e messi tutti insieme formano un fandom: un insieme di persone che condivide la passione per la tua musica.

Fan, fandom e superfan

In realtà, il fan oggi ha più di una semplice passione per un prodotto mediale. Spesso la sua è una dichiarazione d’identità, un atto di appartenenza a un gruppo che trascende il semplice consumo passivo di musica. Ma che cos’è veramente il fandom e perché oggi è così rilevante, in particolare nel contesto musicale?

Il punto di partenza è che non esiste una definizione univoca di fan.

Essere fan di un musicista o di un genere musicale può significare essere ossessionati, entusiasti o semplici consumatori passivi di contenuti. Non devi commettere l’errore di vedere i fan come un blocco monolitico, ma piuttosto un insieme eterogeneo di individui che vivono il loro rapporto con la musica in modo diverso. La grande domanda però rimane: attraverso quali meccanismi le persone possono diventare tue fan?

La risposta è meno immediata di quanto sembri.

Un’individuo non diventa fan per scelta consapevole, almeno non all’inizio. Il momento dell’adesione al fandom di un musicista, è qualcosa che avviene quasi senza accorgersene, spesso a seguito di un’esperienza emotiva forte durante un concerto o nell’ascolto della musica. Capire cosa scatena l’emozione nei fan è la chiave per costruire un legame duraturo tra musicista e pubblico.

Tieni presente che i  fan creano connessioni emotive non tanto al musicista, ma all’esperienza emotiva che la sua musica riesce a suscitare.

Quando ascoltando una canzone che ti trasporta in un altro mondo, stai sperimentando quella stessa connessione che ti farà tornare su Spotify per riascoltarla ancora e ancora. Ed è proprio su questa esperienza che devi mettere al centro delle tue strategie di marketing musicale.

Non si tratta solo di vendere un tuo disco, ma di creare un momento indimenticabile, che spinga il fan a condividere, a partecipare e, infine, a sostenerti in modo attivo.

Un altro aspetto centrale è il ruolo della comunità: il fandom.

Essere parte di un fandom è anche un fenomeno sociale. Un fandom è infatti un luogo, fisico o virtuale, in cui i fan si aggregano, creando comunità che sostengono l’artista e la sua musica spingendoli a nuovi livelli di popolarità. È il passaparola tra fan, la condivisione di video su YouTube o TikTok, e le discussioni sui social media che giocano un ruolo enorme nella diffusione di un artista o di una band. Il fandom può essere composto da diverse community  che alimentano il tuo successo duraturo nel tempo. Ignorare queste dinamiche sarebbe un grave errore.

Non devi dimenticare che i fan non si limitano al consumo passivo, spesso sono a loro volta anche creatori. I fan non si limitano a godere del prodotto, ma lo reinterpretano e lo diffondono attraverso le loro creazioni. Che si tratti di creare meme o realizzare cover, i fan partecipano attivamente al processo creativo, alimentando ulteriormente l’eco mediatica di un artista. Ed è proprio qui che entra in gioco questo concetto fondamentale: il fan non è solo un destinatario del messaggio, ma un co-creatore del brand dell’artista.

I fan non si limitano a consumare il prodotto in privato; lo rendono pubblico. Indossare la maglietta della propria band preferita o postare una storia su Instagram mentre si ascolta una nuova canzone sono atti performativi che segnalano la propria appartenenza a un gruppo. E in un mondo dominato dai social media, queste performance diventano contenuti virali che possono spingere un prodotto o un artista verso il successo globale. Quando l’impegno di un fan lo porta ad essere un potenziale ambasciatore del tuo brand, possiamo parlare di superfan.

I superfan sono le persone che non solo adorano un musicista, ma vogliono anche interagire con lui e dedicano quotidianamente del tempo per coltivare la loro passione. Per approfondire questo tipo di pubblico invito a leggere questi due articoli:

Il futuro dei musicisti è nei Superfan?

Il Superfan è in tendenza e lo sarà sempre di più.

C’è però una sfida: non tutti i fandom sono uguali, né tutti si manifestano allo stesso modo.

Devi anche tener presente che ci sono fan che esternano il loro amore e quelli che lo tengono per sé. Questa dinamica può essere sfruttata in modi diversi, ma il punto chiave è che un fan che si sente a proprio agio nel manifestare la propria passione sarà molto più propenso a diventare un evangelista del brand. La chiave sta nel creare uno spazio sicuro e accogliente, dove i tuoi fan possano esprimere liberamente il loro entusiasmo senza sentirsi giudicati.

Per questo sono importanti le community online, ben gestite, dove i fan possono aggregarsi, discutere e condividere la loro passione con persone che la pensano allo stesso modo.

Un’individuo diventa fan di un determinato genere musicale o di un musicista per una serie di fattori personali, culturali e sociali. Per questo è cruciale capire il tuo pubblico di riferimento. Significa comprendere non solo i gusti musicali, ma anche i valori, lo stile di vita e le aspirazioni del fan. Solo così si può creare una comunicazione efficace, che risuoni profondamente con il tuo pubblico e lo spinga ad agire.

Una delle poche cose certe è che il fandom non è qualcosa che può essere imposto o creato artificialmente. È il risultato di una connessione autentica tra il musicista, musica e il pubblico. È una forza potente, che può portare un artista dall’anonimato al successo planetario. Ma non si tratta solo di creare una buona canzone o di avere un’immagine accattivante. Si tratta di creare un’esperienza, una comunità, una connessione autentica.

E questa connessione è ciò che farà la differenza nel lungo termine.

La sfida è creare quei momenti di connessione che faranno scattare la scintilla. Come puoi fare questo? Prima di tutto, devi conoscere il tuo pubblico. Chi sono? Cosa amano? Cosa odiano? Solo allora potrai creare contenuti che parlino direttamente a loro, che tocchino quelle corde emotive che li faranno tornare, parlare e condividere.

Hai già tracciato un percorso per ottenere questi risultati?

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Gianni Sassi. Fuori di testa. L’uomo che inventò il marketing culturale.

di Maurizio Marino

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Gianni Sassi è stato il focus culturale della Milano degli anni Settanta e Ottanta. Figlio di un’epoca di grande fermento ma attivo in un periodo che si prestava particolarmente all’innovazione, alla trasgressione delle regole, alla creatività finalmente libera e protagonista, Sassi seppe esprimere il suo incontenibile talento in una molteplicità di campi, meritando il titolo di comunicatore multimediale ante litteram. Grafico di notevole inventiva, letterato, grande appassionato di musica e di arti visive e abile osservatore dei fermenti politici e culturali che agitavano violentemente la società italiana dei primi anni Settanta, Sassi ebbe gioco facile a cavalcare quell’esigenza di altenativismo che veniva espressa da certe frange dell’universo giovanile di quell’epoca, e con grande intelligenza fu abile a creare una vera e propria scena culturale, che aveva nella musica (arte d’aggregazione per eccellenza) il proprio collante sociale e il proprio elemento-guida. Ripercorrendo gli esordi con la Bla Bla Records, dove Sassi ebbe modo di produrre i primi album di Franco Battiato, e la lunga avventura della Cramps Records e degli artisti da lui lanciati (dagli Area di Demetrio Stratos a Eugenio Finardi, da Alberto Camerini agli Skiantos), è possibile rendersi conto dell’importantissimo ruolo-chiave da lui svolto nella storia della musica italiana alternativa tra anni Settanta e Ottanta.

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Facebook e Instagram: gli odiati indispensabili.

Se pensi ancora che basti postare un contenuto interessante per ottenere visibilità su Facebook e Instagram, sei fuori strada. La portata organica è crollata negli ultimi anni, e l’algoritmo ha cambiato radicalmente le regole del gioco. Ad oggi, secondo Social Insider, il tasso di copertura medio su Instagram è del 4% mentre su Facebook è del 2,6%.

Spotifi e Instagram odiati indispensabili

Questo accade anche per una precisa politica di Facebook, che privilegia i post di amici e familiari, rispetto quelli delle pagine aziendali o dei brand. In particolare, tutti i social di Meta, danno scarsa diffusione a quei post con link che portano fuori dalla piattaforma.

In pratica, la tua strategia di contenuto organico è morta, o quasi. Non puoi più affidarti solo ai vecchi metodi. Hai bisogno di due cose: una comprensione profonda dell’algoritmo e una strategia di advertising efficace.

L’algoritmo di Facebook non è una bestia facile da domare, ma c’è una via di fuga. Se vuoi che i tuoi contenuti emergano dalla massa, devi capire come funziona la filter bubble. In breve, siamo tutti intrappolati in bolle di contenuti simili, che rispecchiano i nostri interessi e le nostre connessioni più strette. Ma cosa succede se vuoi raggiungere nuovi fan, fuori dalla tua bolla? Devi imparare a sfruttarla.

E qui entrano in gioco i video. Non è un caso se Facebook è diventata la seconda piattaforma per consumo di video dopo YouTube. I marketer lo sanno: già nel 2018, il video ha superato il blogging come formato di contenuto più utilizzato (63% contro 60%). E non parliamo solo di video normali: anche i video live stanno prendendo piede rapidamente.

Quindi, se vuoi avere successo, il video è il re. Ma attenzione: non basta fare un bel video e aspettare che diventi virale. Anche qui serve strategia. Devi capire il tuo pubblico, testare diversi tipi di contenuto, sfruttare l’advertising e monitorare costantemente i risultati.

Ora veniamo al vero punto di svolta: il social advertising. Se non stai già investendo in annunci su Facebook, stai perdendo un’opportunità gigantesca. È un dato di fatto che la copertura organica oggi si paga, e solo chi sa investire bene ottiene un ritorno enorme.

Facebook non è solo grande, è intelligente. Il social network non conosce solo i numeri, ma anche i comportamenti e le preferenze dei suoi utenti. Questo è il cuore del suo potere pubblicitario. Puoi targettizzare in modo preciso chiunque, ovunque, in base ai loro interessi, comportamenti e connessioni. E non finisce qui: quando crei una campagna su Facebook, stai effettivamente creando un’inserzione che può raggiungere utenti anche su Instagram e su le altre piattaforme collegate.

Ma per sfruttare al massimo questa potenza di fuoco è necessario conoscere in profondità gli strumenti pubblicitari della piattaforma. Il rischio è di investire male il tuo denaro e creare campagne che non funzionano. Dovresti anche definire l’obiettivo della campagna: vuoi aumentare la consapevolezza del tuo brand, generare traffico al sito, raccogliere lead o spingere le conversioni? Ogni scelta definisce il tipo di campagna e le metriche che monitorerai.

Il targeting è poi la chiave di tutto. Puoi segmentare il pubblico per età, genere, posizione geografica, interessi, lingue parlate e tanto altro. Facebook offre un grado di precisione che non ha paragoni nel mondo dell’advertising, tanto che puoi anche escludere dal target specifiche categorie, come le famigerate click farm, quelle fabbriche di click che gonfiano i dati ma non portano risultati reali.

La parte cruciale è il budget: puoi scegliere di impostare una spesa giornaliera o totale per la durata della campagna, con la possibilità di ottimizzare la distribuzione delle impression. Vuoi testare più creatività o target diversi? Nessun problema, gli strumenti di Meta ti permettono di farlo in modo semplice e immediato, rendendo ogni campagna un’opportunità di apprendimento continuo.

La creatività conta, ma non come pensi. Il consiglio? Sperimenta, analizza i risultati e aggiusta la rotta.

Conoscere a fondo le app di Meta, Facebook, Instagram ed anche il neonato Threads è indispensabile se vuoi far evolvere il tuo progetto musicale. Prima o poi dovrai fare i conti con loro e dovrai essere preparato o avere qualcuno che ti assiste.

Si, è una rogna, ma se vuoi appoggiarti ai social devi fare i conti con quanto sopra.


Gli altri ottanta.
Racconti dalla galassia post-punk italiana

di Livia Satriano
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Dopo l’esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento.

La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

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Social media managing e musica

I social media sono la linfa vitale della promozione musicale, e se non l’accetti, rischi di rimanere fuori dai giochi. Che tu sia un artista emergente o parte di una band affermata, il tuo successo dipende in gran parte dalla tua capacità di utilizzare piattaforme come Instagram, Facebook o TikTok.

Il punto chiave? Non ti basta essere presente, devi essere strategico.

Social media managing e musica

Musica e i social media sono un mercato di condivisione, dove i tuoi contenuti devono essere coinvolgenti e pianificati in modo da creare una connessione costante con i tuoi fan. Ricordi i tempi in cui la promozione di un album significava appendere poster e distribuire volantini? Quei giorni sono ormai lontani. Oggi l’attesa per un nuovo album inizia mesi prima della sua uscita e la promozione si costruisce attraverso contenuti programmati sui social media. E qui non c’è spazio per l’improvvisazione.

Qualsiasi professionista discografico ti può dire quanto sia cruciale la gestione costante e accurata dei social per qualsiasi musicista. Non solo deve produrre buona musica, ma deve essere capace di promuoverla attraverso una serie di post, video e interazioni che tengano viva l’attenzione del pubblico.

Non hai un seguito? Nessun problema.

Ma non pensare che questo ti esenti dal dover creare contenuti di qualità. Avere una fanbase già avviata può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di attirare l’attenzione delle etichette discografiche. Ecco perché costruire la tua presenza online in modo intelligente è fondamentale.

Cosa significa questo per te?

Se sei un musicista e non hai ancora preso seriamente il tuo profilo social, stai commettendo un errore. Non importa quanto sia buona la tua musica; se non sei in grado di metterla sotto i riflettori con una strategia di marketing digitale ben pianificata, nessuno se ne accorgerà. Il successo non è più determinato solo dalla qualità delle tue tracce, ma da quanto sei capace di rimanere rilevante e visibile online. I social media, per quanto li usiamo tutti i giorni, restano un campo da gioco con regole ben precise.

I contenuti social non possono essere casuali. Non basta pubblicare un video ogni tanto e sperare che faccia il botto. Ci deve essere un pensiero strategico dietro ogni post, ogni immagine, ogni caption. Ma per passare al livello successivo, non è sufficiente intuire cosa funziona. Serve un’analisi dettagliata dei dati e una narrazione ben costruita per raggiungere obiettivi di marketing ben definiti.

E questo è il problema principale: molti musicisti si trovano a gestire le loro piattaforme social senza avere un’esperienza di marketing, come dilettanti che cercano di capire il gioco mentre ci sono già dentro. È un approccio improvvisato che, nel migliore dei casi, ti porta solo fino a un certo punto. In un mondo dove ogni minuto conta, non puoi permetterti di navigare a vista. Devi passare da una fase esplorativa a una strategia solida basata su dati reali. I numeri parlano, ma solo se sai ascoltarli e interpretarli correttamente.

Ora, fermati un attimo. Stai davvero sfruttando i tuoi social media come dovresti?

Pubblicare regolarmente non è abbastanza. La domanda è:
stai costruendo una storia, un’identità chiara che i tuoi fan possano seguire e a cui possano connettersi?
Se la tua risposta è forse o non lo so, è il momento di cambiare rotta.

Se quanto letto sin d’ora non ti ha convinto, prova a rispondere a questa rapida check-list:

  • Hai un calendario editoriale per i tuoi post?
  • Stai sfruttando ogni contenuto video o grafico per raccontare un aspetto specifico della tua band?
  • Riesci a coinvolgere i tuoi fan con domande, sondaggi o contenuti interattivi?
  • Stai analizzando le statistiche dei tuoi post per capire cosa funziona meglio?

Se hai risposto no a una di queste domande, hai del lavoro da fare.

La verità è che gestire i social media come musicista richiede molto impegno. Ma è un lavoro che può ripagare enormemente se fatto bene. La tua musica è importante, ma la storia che racconti online è ciò che la porterà nelle orecchie di più persone possibile.

Non sai come iniziare, hai dei dubbi nel costruire una strategia di contenuti che rispecchi chi sei come artista? Se le cose stanno così non perdere tempo ed investi in un consulente che ti spiani la strada per una comunicazione efficace che sfrutti al massimo ogni piattaforma. La tua carriera dipende da questo. Sei pronto a fare il salto di qualità?

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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Come creare legami profondi nella musica

In un’epoca in cui la musica è facilmente accessibile e il mercato è saturo, le emozioni possono diventare il fattore distintivo che consente a un artista di emergere. Utilizzare tecniche di marketing emozionale ti aiuta a stabilire un legame profondo con il pubblico, utilizzando le emozioni come strumento principale di comunicazione. Questa forma di marketing si basa sull’idea che la musica non è solo un prodotto da consumare, ma un’esperienza che può influenzare stati d’animo, comportamenti e decisioni d’acquisto.

Come creare legami profondi nella musica

Ma perché il marketing emozionale funzioni, è fondamentale avere  un’identità distintiva matura. Questo implica non solo la definizione di una tua immagine visiva, ma anche la costruzione di una narrazione in sintonia con il pubblico. Devi riflettere su quali emozioni vuoi evocare e come la tua musica e la tua personalità possano contribuire a quel messaggio. Un esempio semplice è quello di un artista che desidera trasmettere un senso di nostalgia utilizzando melodie e testi che richiamino ricordi passati, creando un legame emotivo più forte con i fan.

Per ottenere questo legame emotivo, l’interazione con il pubblico attraverso i social media, creando contenuti visivi e testuali è il metodo più semplice ed efficace. Puoi condividere momenti autentici della tua vita quotidiana, creando un senso di intimità e connessione. La condivisione di storie personali, dietro le quinte delle registrazioni o dei concerti, ti aiuta a costruire questo legame empatico, coinvolgendo direttamente il pubblico nelle tue gioie e nelle tue fatiche. È un approccio che non solo aumenta la fedeltà dei fan, ma incoraggia anche la condivisione e il passaparola, amplificando la portata della tua musica.

Non dimenticare mai che stessa musica gioca un ruolo fondamentale nel marketing emozionale, magari usando elementi sonori specifici per evocare emozioni particolari. Giocare con contenuti social con l’uso di melodie dolci e armoniose per trasmettere serenità, oppure ritmi più energici per stimolare entusiasmo e gioia ti aiuta a contestualizzare meglio la tua musica e lasciarla nella mente di chi l’ascolta.

Un esempio emblematico di marketing emozionale è rappresentato dalle campagne pubblicitarie di artisti che utilizzano storie personali nelle loro comunicazioni. Un cantante potrebbe condividere un racconto toccante sulla sua infanzia o sulle sfide affrontate per arrivare al successo. Questa narrazione non solo umanizza l’artista, ma permette ai fan di identificarsi con lui, creando un legame emotivo che va oltre la musica stessa. Quando il pubblico percepisce un artista come autentico e vulnerabile, è più incline a supportarlo, sia acquistando la musica che partecipando ai concerti.

Non sottovalutare nemmeno l’effetto delle playlist nelle piattaforme di streaming. I più si limitano nello sperare di accedere alle playlist ufficiali o in quelle di maggior successo, spesso dimenticando di curare loro stessi delle selezioni musicali che presentino la loro musica, ma anche quei brani che li ispirano o che riflettono il loro stile. Questo non solo arricchisce l’esperienza dell’ascoltatore, ma crea anche un senso di comunità attorno all’artista. Le playlist diventano un’estensione della tua immagine, del tuo brand, permettendo ai fan di esplorare e connettersi con il tuo universo musicale.

Se hai costruito una buona immagine coerente, una solida brand identity, gli Eventi dal vivo come concerti e festival sono occasioni ideali per applicare il marketing emozionale. Durante questi eventi, puoi usare elementi visivi e sonori per creare un’atmosfera coinvolgente. L’uso di luci, effetti speciali e interazioni con il pubblico può intensificare l’esperienza emotiva, rendendo il concerto memorabile. Gli artisti che riescono a creare un forte impatto emotivo durante le loro esibizioni tendono a fidelizzare i fan, che saranno più propensi a tornare per future performance. Un esempio di successo è il festival Coachella, che non solo offre una lineup di artisti di alto profilo, ma crea anche un’esperienza immersiva attraverso installazioni artistiche e interazioni sociali.

Se ti piace l’impegno sociale e non sei indifferente ai problemi del mondo, le campagne di sensibilizzazione sociale possono rivelarsi utili per unire attorno a te persone che condividono il tuo sentire. Artisti come Beyoncé e Pharrell Williams hanno utilizzato la loro piattaforma per affrontare temi sociali, creando canzoni che non solo intrattengono, ma che stimolano anche la riflessione. Queste canzoni diventano veicoli di emozioni e messaggi, avvicinando l’artista a un pubblico che condivide valori simili. Ma attenzione, questo tuo impegno deve essere sincero e non strumentale: il pubblico percepisce chiaramente se non sei mosso da un pensiero sincero e questo potrebbe trasformarsi un danno di reputazione dal quale sarà difficile risollevarsi.

Tra tutte le strategie possibili il marketing emozionale nel settore musicale è una delle più potenti,  dato si basa sulla creazione di legami emotivi tra artisti e pubblico che però devono essere sincere e autentiche. Attraverso la costruzione di un tua immagine coerente, l’interazione sui social media, l’uso strategico della musica, la creazione di esperienze coinvolgenti e campagne di sensibilizzazione sociale, puoi non solo promuovere la tua musica, ma anche costruire una comunità di fan fedeli e appassionati in un mercato altamente competitivo. La capacità di evocare emozioni e di rispondere alle esigenze del pubblico ti farà guadagnare quell’attenzione e quei legami di cui hai bisogno per coltivare la tua arte.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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Come trovare il tuo spazio nel mercato musicale

Qualsiasi musicista per poter emergere come professionista deve trovare una sua caratteristica distintiva da valorizzare nella comunicazione al fine di farlo emergere in una situazione di elevata concorrenza come in effetti è il mercato musicale. Questo vale sia per un musicista che cerchi spazio come strumentista, sia per un musicista che intenda emergere come interprete e magari autore; questa ricerca di una caratteristica distintiva vale per qualsiasi musicista professionista, qualsiasi sia il tipo di carriera tu voglia intraprendere.

Come trovare il tuo spazio nel mercato musicale.

Questa ricerca del tuo carattere distintivo come musicista e anche della tua musica, nel marketing musicale viene definito posizionamento. Posizionarsi significa definire lo spazio che la immagine artistica occupa nella mente del pubblico e dai professionisti del settore: è un complesso e variegato mix composto dalla tua reputazione, dal tuo valore artistico e professionale percepito e dagli effetti delle tue azioni di comunicazione su di essi.

Nell’attuale panorama della musicale questo richiede un approccio sfaccettato che combina creatività, strategia e profonda comprensione del mercato. Alla base di questo processo c’è la creazione di una narrazione e di un’immagine convincenti in sintonia con i potenziali fan che ti portino a distinguerti in maniera univoca in un mercato saturo dove la soglia di attenzione e per altro piuttosto bassa.

Tutto inizia con un’immersione profonda nella tua essenza di artista: il tuo sound unico, la tua storia personale, i tuoi valori e la tua visione artistica. Questa base costituisce il fondamento della tua identità artistica, del tuo marchio, che deve essere autentica ma curata con attenzione per attrarre il pubblico di riferimento. Per identificare il tipo di pubblico interessato alla tua arte i dati demografici non sono sufficienti; in gioco entrano anche le analisi e la comprensione dei dati psicografici L’identificazione di questi pubblici non si limita ai dati demografici, ma richiede la comprensione degli atteggiamenti, gli interessi, la personalità, i valori, le opinioni, lo stile di vita e dei punti di contatto culturali che definiscono i tuoi potenziali fan.

Sviluppare queste conoscenze, per un artista esordiente con scarso budget, non è comunque impossibile. Sviluppando le opportune strategie e analizzando le informazioni a disposizione si può sviluppare una tua immagine che si estenda coerente in tutte le piattaforme. Questo significa creare un’estetica visiva che sia complementare alla musica, lo sviluppo di un tono di voce per i social media che rifletta la personalità dell’artista e la garanzia che tutti i contenuti, dai video musicali alle storie di Instagram, raccontino una storia coerente. L’obiettivo è creare un mondo coinvolgente con cui i fan possano entrare in contatto a più livelli con te e la tua musica.

Diamo per scontato che nell’era dello streaming, la tua visibilità su piattaforme come Spotify, Apple Music e YouTube è fondamentale. Ma non si tratta solo di dare visibilità alla tua musica, ma anche di posizionare strategicamente le playlist, creare contenuti interessanti e collaborare con altri musicisti in modo da accrescere la tua fama tra il pubblico, nell’industria musicale e dell’intrattenimento.

Costruire una comunità intorno al tuo essere artista è altrettanto importante. Ciò potrebbe comportare la promozione di interazioni dirette con i fan attraverso i social media o la creazione di esperienze esclusive per i superfan. La chiave è far sentire i tuoi fan parte di qualcosa di speciale, trasformando gli ascoltatori occasionali in sostenitori.

Il tempismo e la rilevanza giocano un ruolo importante nel posizionamento. Non sottovalutare l’importanza di allineare le tue uscite discografiche o il tuoi impegni artistici con momenti culturali, collaborare con marchi che condividono i tuoi valori o impegnarti in argomenti di tendenza, l’importante è la sincerità e una coerenza di pensiero, non devi sembrare autentico ma devi esserlo.

Analizzando i dati ottenuti da tutto questo lavoro, coerente, costante e continuo, consentirà a te e magari ai tuoi consulenti, di perfezionare le strategie in base al feedback del pubblico. Monitorando attentamente le metriche di streaming, il coinvolgimento sui social media e il sentiment dei fan, puoi adattarti rapidamente a ciò che funziona e abbandonare ciò che non funziona.

In definitiva, il successo del posizionamento nel settore musicale consiste nel creare un’immagine forte e distintiva, in grado di distinguersi. Si tratta di raccontare una storia che catturi l’immaginazione, crei legami emotivi e faccia sì che i fan tornino a chiedere di più. Anche se le tattiche possono evolversi con la tecnologia e le tendenze, il principio fondamentale rimane: creare un legame profondo e duraturo tra l’artista e il suo pubblico che si traduca in numeri di streaming e in un successo professionale a lungo termine.

Questa attività, come altre attività di marketing, devono rientrare nell’impegno quotidiano dell’essere un musicista professionista. Si tratta di costruire una solida reputazione mettendo in mostra la tua abilità e la tua professionalità. Sebbene ti raccontino cose diverse, anche in passato era così. Non c’era lo streaming, non c’erano i social ma la verità è che anche nel passato i musicisti altamente professionali, che hanno saputo crearsi uno stile personale ed un immagine unica, sono quelli che hanno attraversato i decenni ed ancor oggi sono icone celebrate di un certo modo d’essere.


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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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Il Jazz è condivisione.

In questi giorni ha ripreso a circolare su Facebook una risposta di Herbie Hancock di qualche anno fa in cui, alla domanda Perché il jazz non fa più parte della scena pop? L’artista di Chicago risponde:

Il Jazz è condivisione

“Perché la musica non conta più. La gente non si preoccupa più della musica stessa, ma di chi fa la musica. Il pubblico è più interessato alle celebrità e a come un certo artista sia più famoso della musica. Il modo in cui il pubblico si relaziona con la musica è cambiato. Non ha più una connessione trascendentale con la musica e la sua qualità. Vuole solo il fascino. Il jazz non vuole farne parte. Sai perché? Non si tratta di umiltà o arroganza, una posizione “non vogliamo essere famosi, siamo ‘underground'”, niente di tutto questo. Il jazz riguarda l’animo umano, non l’apparenza. Il jazz ha dei valori, insegna a vivere il momento, a lavorare insieme e soprattutto a rispettare il prossimo. Quando i musicisti si riuniscono per suonare insieme, bisogna rispettare e capire quello che fa l’altro. Il jazz in particolare è una lingua internazionale che rappresenta la libertà, grazie alle sue radici nella schiavitù. Il jazz fa sentire bene le persone con se stesse.

Tra i vari commenti al post ha attirato la mia attenzione quello semplice e sintetico della cantante jazz Sandy Patton che ha scritto

Il Jazz è condivisione non mettersi in mostra.

L’opinione di Herbie Hancock è in gran parte condivisibile, oggi gran parte del marketing nell’industria musicale è incentrato attorno alla figura dell’artista, questo perché la tendenza più funzionale nell’era della musica in streaming è quella di lavorare sul personal brand, ovvero sulla figura del musicista piuttosto che sul suo prodotto musicale.

Ma un musicista jazz che non vuole cadere nel culto del personaggio ed evitare tutte le trappole che questo comporta, trova proprio nelle moderne strategie di marketing soluzioni utili per uscire dalla nicchia degli appassionati e attirare pubblico nelle esibizioni live, nelle jam session con altri artisti del suo calibro, che essendo eventi unici, mai uguali a se stessi, possono sfruttare delle leve di marketing per rendere il jazz più popolare di quello che oggi è.

Sono dinamiche che il mondo Hip-Hop ben conosce e sfrutta per esempio nelle Freestyle Battle dove gli MC si divertono ad improvvisare dialoghi in rima in genere con uno scopo agonistico e altamente spettacolare.

Nel jazz, come fa notare Sandy Patton, in realtà si cerca una comunione tra musicisti. Nell’improvvisazione si cerca una sintonia delle parti affinché diventi un unico armonico e gratificante, sia per i musicisti che per il pubblico. Questo è il senso in cui va letto che il Jazz è condivisione.

Ciò che a mio avviso è fuorviante nella dichiarazione di Hancock, è pensare che, nonostante gli aspetti negativi della nostra modernità, sia impossibile per un artista jazz mettere al centro la propria musica piuttosto che il proprio personaggio. Le strade in realtà ci sono e come spesso accade sono delle sagge vie di mezzo.

Magari sono strategie di marketing meno rapide, meno performanti, ma se intraprese con coerenza e costanza possono ottenere l’effetto desiderato: un pubblico attratto dalla magia della musica e non dalle luci dello show business.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

di Riccardo Scandellari
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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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social media social music marketing You Tube

YouTube e la musica: coppia vincente

Se usato correttamente, curandolo con attenzione e strategia, un canale YouTube può diventare una delle fonti primarie per il posizionamento di un musicista nell’ultra competitivo mercato musicale. Come per tutti i social ha le sue caratteristiche e le sue dinamiche, che vanno conosciute e sfruttate, per poter raccogliere frutti concreti e duraturi.

You Tube e la musica, una coppia vincente

L’importanza di YouTube per un musicista è evidente, in particolare alla luce dei dati recenti sull’utilizzo dei social media in Italia come riporta puntualmente Vincenzo Cosenza nel suo blog. Con un’audience di 36,9 milioni di utenti nel 2023, segnando un incremento dell’1,5% rispetto all’anno precedente YouTube si conferma come la piattaforma più utilizzata dagli italiani.

I dati elaborati da Cosenza, sono in linea con le analisi di Andrea Girolami sul predominio di Youtube di cui ho scritto qualche settimana fa. Dati sulle abitudini del pubblico che sottolineano, non solo la popolarità della piattaforma, ma rivelano il suo potenziale come strumento di promozione e distribuzione per i musicisti.

Sebbene sia vissuta dal pubblico come una tv on demand, i musicisti dovrebbero considerareYouTube come uno dei loro social network primari non limitandosi al caricamento dei video, ma considerandolo un ambiente propizio interagire con i fan, condividere il processo creativo e costruire una comunità attorno alla loro musica.

Il tempo medio dedicato dagli utenti a YouTube è di 5 ore e 7 minuti al mese, posizionandosi come il terzo social media per tempo di utilizzo, dopo Facebook e Instagram. Questo dato è cruciale per i musicisti, poiché indica che gli utenti sono disposti a investire tempo nella fruizione di contenuti musicali. Un musicista può sfruttare questa tendenza non limitandosi ai video musicali, ma  sfruttando tutti quelle funzioni che offre la piattaforma come: Short, la troppo sottovalutata scheda Community, Live, chat e rispondendo puntualmente ai commenti in calce al video.

Non voglio dilungarmi troppo, ma vorrei che sia chiaro il concetto che caricare una sfilza di video su YouTube, magari senza curare tag, descrizione ed altri dettagli, non è assolutamente sufficiente per ottenere in un tempo ragionevolmente breve dei risultati concreti.

Anche un canale YouTube richiede un approccio strategico ritagliato su misura dell’artista e un impegno costante nel mantenere il canale interessante per incrementare iscritti e visualizzazioni.

Se vuoi approfondire la tua conoscenza sulle dinamiche di YouTube o elaborare una strategia in base alle tue disponibilità, ti invito a contattarmi. Facciamoci due chiacchiere.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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marketing musicale musica streaming musicista professionista social music marketing

La saturazione del mercato musicale e come uscirne

Oggi vediamo insieme un po’ di tendenze evidenziate nel rapporto Luminate di metà anno sull’industria musicale. Sebbene sia una vista dall’alto sull’intera industria discografica globale, con dei focus sul mercato americano, questo rapporto ci evidenzia alcune dinamiche che possono interessare direttamente anche i musicisti auto prodotti o esordienti ovvero tutti coloro che ancora non si sono ritagliati uno spazio apprezzabile nel mercato dello streaming.

La saturazione del mercato musicale e come uscirne.

Il rapporto Luminate evidenzia la lenta marcia verso la totale saturazione dell’offerta musicale nei paesi più sviluppati a cui i servizi di streaming musicale rispondono con un rafforzamento della redditività e sull’identificazione di modi per comprendere meglio e monetizzare il loro pubblico. Lo fanno con iniziative che includono aumenti dei prezzi degli abbonamenti e l’introduzione di nuove funzionalità al fine di aumentare il legame ed il coinvolgimento del pubblico.

Date queste condizioni e il più ampio contesto inflazionistico, è evidente come i recenti aumenti dei costi del settore abbiano avuto un impatto negativo sugli abbonamenti alle app di streaming. Ad esempio, lo studio Music 360 di Luminate ha scoperto che le donne che pagano lo streaming sono più attente ai prezzi rispetto alle loro controparti maschili. Secondo la ricerca, più del 51% del pubblico femminile sostiene di voler abbandonare le formule in abbonamento perché troppo costose.

Per un musicista questo significa che, per fronteggiare l’andamento negativo, dovrà trovare un vantaggio aumentando la fedeltà tra gli abbonati attuali e conquistando i nomadi degli abbonamenti. Il rapporto di Luminate da la sua risposta identificando le aree che potrebbero essere più efficaci nell’aiutare alla fidelizzazione degli abbonati.

Sebbene prezzo e catalogo delle app di streaming siano ancora importanti per il pubblico, sono le funzionalità di coinvolgimento più approfondito (concerti in streaming live, contenuti esclusivi sugli artisti, notizie e contenuti aggiuntivi non correlati alla musica) a fare davvero la differenza per portare il pubblico freemium a livello premium.

Questa indagine mette in rilievo che il pubblico non vive di sola musica ed il musicista oggi più che mai deve trovare un livello di coinvolgimento e partecipazione costante alzando la posta e offrendo qualcosa di più dei semplici brani caricati in streaming.

In questo contesto per un musicista esordiente o in auto produzione sfruttare in pieno la comunicazione con micro contenuti tramite social come Instagram, Facebook e Tik Tok, nonché offrire contenuti esclusivi tramite YouTube, qualcosa come live in streaming o micro eventi domestici, diventa sempre più indispensabile per non rimanere ai margini di un panorama saturo di offerta musicale.


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Una canzone è per sempre

Uno degli errori più frequenti che vedo fare ai musicisti esordienti è quello di non considerare, quasi mai, il proprio catalogo nella sua interezza concentrandosi nella promozione dell’ultima uscita, abbandonando a se stesse le pubblicazioni precedenti.

Una canzone è per sempre.

Lo considero un’errore perché il musicista dovrebbe sempre ragionare su orizzonti ampi e guardare il suo percorso artistico dall’alto, in modo di avere una panoramica completa che consideri il tutto: da dove è partito, dove è arrivato e dove sta andando.

Un progetto musicale è un percorso a lungo termine, fatto di tappe, di scelte, di accelerazioni e ripensamenti in cui ogni mossa richiede una riflessione.

Se è vero e doveroso che a cavallo di un’uscita discografica l’impegno va profuso nel far sapere e diffondere la nuova pubblicazione, non bisogna dimenticare che una buona canzone non ha mai una data di scadenza; ci sono successi internazionali che sono stati scoperti dopo anni dalla loro uscita, altri che dopo decenni sono stati ripescati e nuovamente valorizzati, magari come cover.

Il mio consiglio è perciò quello di non dimenticare mai da dove si viene, di non dimenticare mai quei brani su cui si sono mossi i primi passi nel mercato discografico, in particolare se ancora non hanno attirato l’attenzione di un pubblico vasto.

Questo mio consiglio è ancora più valido se qualcuno dei tuoi brani di qualche anno fa ha raccolto qualche decina di migliaia di ascolti. Questo potrebbe indicare che è un buon brano e che ancora non è stato adeguatamente valorizzato. Perché dunque non riproporlo all’attenzione dei fan, del pubblico, puntando sui suoi punti di forza?


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Instagram marketing musicale musicista professionista social media social music marketing TikTok You Tube

Tra Tik Tok e YouTube vince…

Tik Tok è apparso nel 2016 sconvolgendo il panorama dei social media con la sua formula interamente incentrata su video di breve durata. Lo scrolling infinito di contenuti variegati, le potenti funzioni social e una buona gestione delle metriche di vanità hanno reso popolare l’app cinese mettendo in crisi il predominio di YouTube e Instagram che si sono prontamente adattate per rendere difficile la vita al social di Bitedance.

Ma dopo otto anni cosa sta succedendo?

Tra Tik Tok e YouTube vince...

Se in un primo momento YouTube e Instagram si sono messi all’inseguimento di Tik Tok aggiungendo Reel e Short alla loro offerta, oggi siamo al punto che il social cinese sta testando video di lunga durata, fino a 60 minuti, per fermare l’emorragia di investitori pubblicitari piuttosto scontenti dei bassi rendimenti delle campagne su questo social media.

A quanto sembra lo scrolling compulsivo su video di breve durata non offre la stessa resa dei video long form che, tra le altre cose, permettono di diluire l’investimento della produzione, catturano per più tempo l’attenzione e permettono l’inserimento di pubblicità nel loro interno; pubblicità che normalmente non viene ignorata dallo spettatore che vuol guardarsi il video fino in fondo.

Per concludere, dopo otto anni possiamo dire che la battaglia tra YouTube e Tik Tok è stata vinta dalla tv partecipativa di Google che si sta reimpossessando del pubblico e degli investitori che il social media cinese gli aveva soffiato.

Detto questo, secondo la mia esperienza, devo dire che per un canale YouTube di un musicista gli Shorts si rivelano strategici per creare velocemente contenuti con cui stringere rapporti con i fan e attirare nuove iscrizioni con comunicazioni o contenuti coinvolgenti, emozionanti o capaci di creare legami empatici.

Personalmente non gradisco TikTok e le sue dinamiche per diversi motivi mentre apprezzo molto le funzionalità e le potenzialità espresse da YouTube che permette una crescita organica ed una gestione del profilo artista completa e controllata.


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