Categorie
facebook Instagram social media social music marketing social network

Facebook e Instagram: gli odiati indispensabili.

Se pensi ancora che basti postare un contenuto interessante per ottenere visibilità su Facebook e Instagram, sei fuori strada. La portata organica è crollata negli ultimi anni, e l’algoritmo ha cambiato radicalmente le regole del gioco. Ad oggi, secondo Social Insider, il tasso di copertura medio su Instagram è del 4% mentre su Facebook è del 2,6%.

Spotifi e Instagram odiati indispensabili

Questo accade anche per una precisa politica di Facebook, che privilegia i post di amici e familiari, rispetto quelli delle pagine aziendali o dei brand. In particolare, tutti i social di Meta, danno scarsa diffusione a quei post con link che portano fuori dalla piattaforma.

In pratica, la tua strategia di contenuto organico è morta, o quasi. Non puoi più affidarti solo ai vecchi metodi. Hai bisogno di due cose: una comprensione profonda dell’algoritmo e una strategia di advertising efficace.

L’algoritmo di Facebook non è una bestia facile da domare, ma c’è una via di fuga. Se vuoi che i tuoi contenuti emergano dalla massa, devi capire come funziona la filter bubble. In breve, siamo tutti intrappolati in bolle di contenuti simili, che rispecchiano i nostri interessi e le nostre connessioni più strette. Ma cosa succede se vuoi raggiungere nuovi fan, fuori dalla tua bolla? Devi imparare a sfruttarla.

E qui entrano in gioco i video. Non è un caso se Facebook è diventata la seconda piattaforma per consumo di video dopo YouTube. I marketer lo sanno: già nel 2018, il video ha superato il blogging come formato di contenuto più utilizzato (63% contro 60%). E non parliamo solo di video normali: anche i video live stanno prendendo piede rapidamente.

Quindi, se vuoi avere successo, il video è il re. Ma attenzione: non basta fare un bel video e aspettare che diventi virale. Anche qui serve strategia. Devi capire il tuo pubblico, testare diversi tipi di contenuto, sfruttare l’advertising e monitorare costantemente i risultati.

Ora veniamo al vero punto di svolta: il social advertising. Se non stai già investendo in annunci su Facebook, stai perdendo un’opportunità gigantesca. È un dato di fatto che la copertura organica oggi si paga, e solo chi sa investire bene ottiene un ritorno enorme.

Facebook non è solo grande, è intelligente. Il social network non conosce solo i numeri, ma anche i comportamenti e le preferenze dei suoi utenti. Questo è il cuore del suo potere pubblicitario. Puoi targettizzare in modo preciso chiunque, ovunque, in base ai loro interessi, comportamenti e connessioni. E non finisce qui: quando crei una campagna su Facebook, stai effettivamente creando un’inserzione che può raggiungere utenti anche su Instagram e su le altre piattaforme collegate.

Ma per sfruttare al massimo questa potenza di fuoco è necessario conoscere in profondità gli strumenti pubblicitari della piattaforma. Il rischio è di investire male il tuo denaro e creare campagne che non funzionano. Dovresti anche definire l’obiettivo della campagna: vuoi aumentare la consapevolezza del tuo brand, generare traffico al sito, raccogliere lead o spingere le conversioni? Ogni scelta definisce il tipo di campagna e le metriche che monitorerai.

Il targeting è poi la chiave di tutto. Puoi segmentare il pubblico per età, genere, posizione geografica, interessi, lingue parlate e tanto altro. Facebook offre un grado di precisione che non ha paragoni nel mondo dell’advertising, tanto che puoi anche escludere dal target specifiche categorie, come le famigerate click farm, quelle fabbriche di click che gonfiano i dati ma non portano risultati reali.

La parte cruciale è il budget: puoi scegliere di impostare una spesa giornaliera o totale per la durata della campagna, con la possibilità di ottimizzare la distribuzione delle impression. Vuoi testare più creatività o target diversi? Nessun problema, gli strumenti di Meta ti permettono di farlo in modo semplice e immediato, rendendo ogni campagna un’opportunità di apprendimento continuo.

La creatività conta, ma non come pensi. Il consiglio? Sperimenta, analizza i risultati e aggiusta la rotta.

Conoscere a fondo le app di Meta, Facebook, Instagram ed anche il neonato Threads è indispensabile se vuoi far evolvere il tuo progetto musicale. Prima o poi dovrai fare i conti con loro e dovrai essere preparato o avere qualcuno che ti assiste.

Si, è una rogna, ma se vuoi appoggiarti ai social devi fare i conti con quanto sopra.


Gli altri ottanta.
Racconti dalla galassia post-punk italiana

di Livia Satriano
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/4cmychK

Dopo l’esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento.

La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

Acquistalo su Amazon https://amzn.to/4cmychK

Categorie
marketing musicale social media social music marketing

Social media managing e musica

I social media sono la linfa vitale della promozione musicale, e se non l’accetti, rischi di rimanere fuori dai giochi. Che tu sia un artista emergente o parte di una band affermata, il tuo successo dipende in gran parte dalla tua capacità di utilizzare piattaforme come Instagram, Facebook o TikTok.

Il punto chiave? Non ti basta essere presente, devi essere strategico.

Social media managing e musica

Musica e i social media sono un mercato di condivisione, dove i tuoi contenuti devono essere coinvolgenti e pianificati in modo da creare una connessione costante con i tuoi fan. Ricordi i tempi in cui la promozione di un album significava appendere poster e distribuire volantini? Quei giorni sono ormai lontani. Oggi l’attesa per un nuovo album inizia mesi prima della sua uscita e la promozione si costruisce attraverso contenuti programmati sui social media. E qui non c’è spazio per l’improvvisazione.

Qualsiasi professionista discografico ti può dire quanto sia cruciale la gestione costante e accurata dei social per qualsiasi musicista. Non solo deve produrre buona musica, ma deve essere capace di promuoverla attraverso una serie di post, video e interazioni che tengano viva l’attenzione del pubblico.

Non hai un seguito? Nessun problema.

Ma non pensare che questo ti esenti dal dover creare contenuti di qualità. Avere una fanbase già avviata può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di attirare l’attenzione delle etichette discografiche. Ecco perché costruire la tua presenza online in modo intelligente è fondamentale.

Cosa significa questo per te?

Se sei un musicista e non hai ancora preso seriamente il tuo profilo social, stai commettendo un errore. Non importa quanto sia buona la tua musica; se non sei in grado di metterla sotto i riflettori con una strategia di marketing digitale ben pianificata, nessuno se ne accorgerà. Il successo non è più determinato solo dalla qualità delle tue tracce, ma da quanto sei capace di rimanere rilevante e visibile online. I social media, per quanto li usiamo tutti i giorni, restano un campo da gioco con regole ben precise.

I contenuti social non possono essere casuali. Non basta pubblicare un video ogni tanto e sperare che faccia il botto. Ci deve essere un pensiero strategico dietro ogni post, ogni immagine, ogni caption. Ma per passare al livello successivo, non è sufficiente intuire cosa funziona. Serve un’analisi dettagliata dei dati e una narrazione ben costruita per raggiungere obiettivi di marketing ben definiti.

E questo è il problema principale: molti musicisti si trovano a gestire le loro piattaforme social senza avere un’esperienza di marketing, come dilettanti che cercano di capire il gioco mentre ci sono già dentro. È un approccio improvvisato che, nel migliore dei casi, ti porta solo fino a un certo punto. In un mondo dove ogni minuto conta, non puoi permetterti di navigare a vista. Devi passare da una fase esplorativa a una strategia solida basata su dati reali. I numeri parlano, ma solo se sai ascoltarli e interpretarli correttamente.

Ora, fermati un attimo. Stai davvero sfruttando i tuoi social media come dovresti?

Pubblicare regolarmente non è abbastanza. La domanda è:
stai costruendo una storia, un’identità chiara che i tuoi fan possano seguire e a cui possano connettersi?
Se la tua risposta è forse o non lo so, è il momento di cambiare rotta.

Se quanto letto sin d’ora non ti ha convinto, prova a rispondere a questa rapida check-list:

  • Hai un calendario editoriale per i tuoi post?
  • Stai sfruttando ogni contenuto video o grafico per raccontare un aspetto specifico della tua band?
  • Riesci a coinvolgere i tuoi fan con domande, sondaggi o contenuti interattivi?
  • Stai analizzando le statistiche dei tuoi post per capire cosa funziona meglio?

Se hai risposto no a una di queste domande, hai del lavoro da fare.

La verità è che gestire i social media come musicista richiede molto impegno. Ma è un lavoro che può ripagare enormemente se fatto bene. La tua musica è importante, ma la storia che racconti online è ciò che la porterà nelle orecchie di più persone possibile.

Non sai come iniziare, hai dei dubbi nel costruire una strategia di contenuti che rispecchi chi sei come artista? Se le cose stanno così non perdere tempo ed investi in un consulente che ti spiani la strada per una comunicazione efficace che sfrutti al massimo ogni piattaforma. La tua carriera dipende da questo. Sei pronto a fare il salto di qualità?

Mi offri un caffé?
Offrimi un Caffé con ko-fi.com
Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

Acquista su Amazon https://amzn.to/3YkztSC

A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

Acquista su Amazon https://amzn.to/3YkztSC

Categorie
Instagram marketing musicale musicista professionista social media social music marketing TikTok You Tube

Tra Tik Tok e YouTube vince…

Tik Tok è apparso nel 2016 sconvolgendo il panorama dei social media con la sua formula interamente incentrata su video di breve durata. Lo scrolling infinito di contenuti variegati, le potenti funzioni social e una buona gestione delle metriche di vanità hanno reso popolare l’app cinese mettendo in crisi il predominio di YouTube e Instagram che si sono prontamente adattate per rendere difficile la vita al social di Bitedance.

Ma dopo otto anni cosa sta succedendo?

Tra Tik Tok e YouTube vince...

Se in un primo momento YouTube e Instagram si sono messi all’inseguimento di Tik Tok aggiungendo Reel e Short alla loro offerta, oggi siamo al punto che il social cinese sta testando video di lunga durata, fino a 60 minuti, per fermare l’emorragia di investitori pubblicitari piuttosto scontenti dei bassi rendimenti delle campagne su questo social media.

A quanto sembra lo scrolling compulsivo su video di breve durata non offre la stessa resa dei video long form che, tra le altre cose, permettono di diluire l’investimento della produzione, catturano per più tempo l’attenzione e permettono l’inserimento di pubblicità nel loro interno; pubblicità che normalmente non viene ignorata dallo spettatore che vuol guardarsi il video fino in fondo.

Per concludere, dopo otto anni possiamo dire che la battaglia tra YouTube e Tik Tok è stata vinta dalla tv partecipativa di Google che si sta reimpossessando del pubblico e degli investitori che il social media cinese gli aveva soffiato.

Detto questo, secondo la mia esperienza, devo dire che per un canale YouTube di un musicista gli Shorts si rivelano strategici per creare velocemente contenuti con cui stringere rapporti con i fan e attirare nuove iscrizioni con comunicazioni o contenuti coinvolgenti, emozionanti o capaci di creare legami empatici.

Personalmente non gradisco TikTok e le sue dinamiche per diversi motivi mentre apprezzo molto le funzionalità e le potenzialità espresse da YouTube che permette una crescita organica ed una gestione del profilo artista completa e controllata.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

di Riccardo Scandellari
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3S9MA5u

Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3S9MA5u

Categorie
business facebook Instagram marketing musicale social media social music marketing social network TikTok

La stretta di Meta e Tik Tok

Sta facendo meno notizia dell’epico scontro tra Meta e Siae, in cui molti musicisti videro i loro brani sparire dall’offerta dell’azienda di Menlo Park, ma un drastico cambio di policy sta mettendo i crisi i musicisti che contano sulla monetizzazione generata dagli utenti delle app di Meta e di TikTok.

La stretta di Meta e TikTok

Nelle ultime settimane Meta e Bytedance hanno ristretto i criteri di ammissibilità delle musiche nei cataloghi offerti agli utenti per sonorizzare post e video. Questa mossa sembra colpire in particolare i generi EDM, le cover sound alike e i brani che fanno un uso troppo spregiudicato di sample.

Ovviamente l’operazione non ha caratteristiche chiare di trasparenza e direi che si tratta del metodo più semplice che hanno le app social per offrire contenuti di maggiore qualità con ricadute positive anche sulla qualità dei contenuti generati dagli utenti, ma più probabilmente è un metodo per far fronte alla difficoltà di gestire la mole giornaliera di canzoni che inondano il mercato dello streaming e che comportano costi di gestione e di infrastrutture informatiche non indifferenti.

Insomma, non è vero che nell’era dello streaming c’è posto per tutti.

Ma quali sono le canzoni e le musiche che rischiano il ban dalle app di Meta e Bytendance?

  • Loops musicali
  • Sottofondi musicali
  • Effetti sonori
  • Remix
  • Cover
  • Cover Sound-alike
  • Tracce Karaoke
  • Musica Classica Contemporanea o Musica Classica di pubblico dominio.
  • Colonne sonore
  • I generi Ambient, Meditation, New Age, Yoga, or Sleep Music
  • DJ sets o Mix long form
  • Registrazioni di parlato
  • Registrazioni di esibizioni comiche
  • Dialoghi di film
  • Discorsi
  • Registrazioni di preghiere
  • Audiobooks
  • Suoni generici o comuni
  • Beat non esclusivi
  • Contenuto concesso in licenza su base non esclusiva
  • Podcast
  • Registrazioni di natura o fauna selvatica
  • Registrazioni sonore ambientali
  • Rumore
  • Registrazioni o descrizioni di atti sessuali

Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3Tveys3

Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3Tveys3

Categorie
marketing musicale personal branding social media social music marketing social network

Musica: promuoversi attraverso i social

Un musicista dovrebbe vedere i social come uno strumento per promuovere la sua professionalità e promuovere la sua musica. Il punto è questo: i social sono uno strumento per valorizzare e far conoscere le proprie opere e la propria professionalità al pubblico e agli addetti di settore.

Musica: promuoversi attraverso i social

Ma devi tener presente che il pubblico dei social è refrattario alla pubblicità, proprio non la percepisce, non la nota. Questo fenomeno è noto come Banner Blindness ed è un fenomeno notato già dagli anni ’90 del secolo scorso quando i pubblicitari si accorsero che i numerosi banner che popolavano i siti di messaggi promozionali venivano sistematicamente ignorati dagli utenti.

Ed è esattamente questo il fenomeno che si verifica quando sui social pubblichiamo un messaggio pubblicitarop esplicito e banale come ad esempio il classico Fuori Ora o Su Tutte Le App di Streaming.

Perciò cosa significa promuoversi attraverso i social?

La riposta è semplice da dare, un po’ più difficile da realizzare, ma non è forse vero che spesso nella vita le cose più interessanti e utili hanno queste caratteristiche?

Se è vero che il messaggio pubblicitario sui social non funziona, è anche vero che contenuti emozionanti, empatici, coinvolgenti o informativi trovano proprio in questo ambiente la loro ragione d’esistere.

Recentemente un jazzista mi ha confidato che la maggior parte dei suoi post sono scatti panoramici o scorci suggestivi delle località dove si ferma a suonare. Nella sua esperienza queste foto generano molte reazioni tra i follower e spesso, nelle risposte ai commenti, ha l’occasione di spiegare che si trova in quel posto per un live e illustrare il contesto.

Questo è un bel modo, delicato e direi efficiente, per promuovere la propria attività, per far vedere che si è attivi e richiesti, evitando roboanti messaggi pubblicitari o pompose vanterie.

La vita di un professionista della musica e ben diversa da quella di un burocrate dell’ufficio protocollo: è una vita fatta di incontri, di relazione con le persone, di studio e ricerca, di emozioni creative e di difficoltà da superare. Quella del musicista è una delle professioni più avventurose che esistano. Un mestiere creativo che regala emozioni e momenti unici a chi ne viene coinvolto.

Parti da questo per creare un legame con il tuo pubblico e renderlo partecipe alla tua avventura professionale.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
Acquistalo su Amazon

È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

Acquistalo su Amazon

Categorie
marketing musicale personal branding social media social music marketing You Tube

Il predominio di YouTube

Vedere crescere il numero dei follower o degli ascolti sulle diverse piattaforme per un artista musicale è decisamente gratificante ed è sicuramente una metrica da considerare se ascolti e ascoltatori sono genuini.

YouTube e le royalty

Ma nella lotta in corso nel vasto mercato dell’intrattenimento, di cui la musica è una componente insieme a contenuti video, videogiochi, social etc, una nuova metrica trova sempre più maggior interesse: la quantità di tempo speso dagli utenti su un determinato contenuto, che potrebbe essere anche su un determinato artista.

In questa logica di concorrenza, un minuto in più passato sui tuoi contenuti musicali, o sui tuoi video musicali, è un minuto sottratto alla concorrenza, questa è l’unica cosa che conta e che ti rende attrattivo agli algoritmi di qualsiasi social media.

Nel mondo dei media online, la televisione resta la regina indiscussa, perché nella forma di Smart Tv è il portale d’accesso alle infinite app che ci aprono le porte al variegato mondo dell’intrattenimento.

La televisione rimane perciò l’elettrodomestico a cui dedichiamo maggiore attenzione e resta il luogo preferito dove consumare contenuti estremamente lunghi.

E in questo macrocosmo di contenuti che ci vengono offerti attraverso la Smart Tv il campione incontrastato resta YouTube che, negli States resta il servizio di streaming video più utilizzato, surclassando persino Netflix; senza contare i milioni di utenti che usano l’app di Google per consumare video short form su dispositivi mobili o su desktop.

Se ricordi, qualche anno fa YouTube si era ritrovata ad inseguire TikTok e Instagram sui contenuti brevi verticali creando una sua sezione dedicata agli Shorts. Oggi la tendenza si sta invertendo, l’interesse sui contenuti brevi sta scemando e sono i competitors che si ritrovano a dover contrastare i contenuti di lungo respiro di YouTube.

In particolare TikTok si sta facendo in quattro per convincere gli utenti a creare video più lunghi e orizzontali per trattenere più a lungo l’attenzione del pubblico. Questo perché, nella pratica, un video lungo vale come un scroll compulsivo di cento video brevi

Non si tratta solo di una questione di durata, altrimenti le radio o i podcast, che teniamo in sottofondo per tutta la giornata, sarebbero un business molto più grande. L’attenzione è tanto più importante quanto più siamo ingaggiati da ciò che stiamo consumando, magari  interagendo con il contenuto.

C’è anche da considerare che la distinzione tra contenuti generati dagli utenti e quelli professionali, fatti da editori e case di produzione, si fa più labile col passare del tempo. Un tempo nessuno avrebbe pensato che i video prodotti da un ragazzo nel cortile di casa potessero entrare in competizione con le produzioni di Hollywood, oggi la distinzione tra i due mondi è più sfumata.

Partendo da questi presupposti, da questo scenario, possiamo evidenziare alcune buone pratiche per sfruttare al massimo YouTube e far parte del suo futuro radioso:

  • Fai di YouTube il centro della tua strategia video.
  • Configura con attenzione ogni dettaglio del tuo canale;
  • Scegli con cura le parole chiave del tuo canale e di ogni singolo video. Non avere paura di sostituire, nel tempo, quelle che ritieni meno performanti;
  • Lavora con short form, i video musicali per esempio, ma anche con long form: un album musicale completo in un unico video;
  • Cerca di tenere alta la qualità dei contenuti video, Youtube misura con accuratezza quanto tempo il pubblico dedica ad un contenuto;
  • Mantieni un ritmo di pubblicazione costante e cura con attenzione ogni caricamento con strategie SEO indirizzate verso il tuo pubblico di nicchia, prima di ogni altro;
  • Impara a sfruttare tutte le schede che YouTube ti mette a disposizione.

Se vuoi approfondire ancora di più questo tema, ti consiglio di iscriverti alla newsletter Scrolling Infinito di Andrea Girolami dalla quale ho tratto gran parte delle informazioni di questo post.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
Acquistalo su Amazon

È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

Acquistalo su Amazon

Categorie
marketing musicale personal branding social media social music marketing social network superfan

Musica, stili di vita e community

La musica accompagna le nostre giornate e i nostri umori: c’è chi la ascolta come sottofondo mentre lavora o chi vi dedica dei momenti per poterla apprezzare, c’è anche chi la usa per riempire dei momenti della giornata e trarne semplicemente piacere.

Musica, Stili di vita e Community

Comunque sia le nostre scelte musicali sono motivate da diversi fattori che vanno dal gusto personale sino al background culturale/generazionale che comprende anche le nostre abitudini quotidiane e gli stili di vita e le passioni che coltiviamo nel lavoro o nel nostro tempo libero.

Dato che l’uomo è l’animale sociale per eccellenza, attorno a queste abitudini e passioni si creano delle comunità dove gli individui si riconoscono e condividono i propri interessi con altri che ritengono loro pari.

Nel marketing musicale individuare e comprendere abitudini e gusti di questi gruppi di persone è molto interessante perché consente di capire se il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo è pronto a recepire un determinato genere musicale o una particolare canzone.

Lo puoi fare senza particolari difficoltà analizzando siti internet, community sui social e riviste on line. Uno studio mirato a comprendere se e come la tua musica sia adatta alle abitudini di un determinato gruppo di persone ti permetterà di concentrare i tuoi sforzi per farla conoscere a chi è già pronto per comprenderla, recepirla e trarne un giovamento.

Attirare l’attenzione di una community è un volano essenziale per sfruttare dinamiche come il passa parola o il senso di appartenenza che hanno un potere legante e persuasivo.

In un contesto in cui esiste una sovrabbondanza di offerta musicale, in cui è difficile creare un legame solido tra pubblico e artista musicale, l’appartenenza o il legame ad un gruppo omogeneo di persone e uno dei metodi più accessibili per costruire legami duraturi e profittevoli per entrambi le parti.

Leggi anche
Segmentare significa scoprire


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
Acquistalo su Amazon

È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

Acquistalo su Amazon

Categorie
marketing musicale musica streaming social media social music marketing social network superfan

Insidr Music: il modello Onlyfans applicato alla musica.

È sbarcata in Italia la nuova piattaforma di streaming Insidr Music che si distingue dalle altre per l’offrire agli artisti un modello di retribuzione diretto da parte dei fan.

Insidr Music, il modello Onlyfans applicato alla musica.

Con questo modello, molto simile a quello applicato da Onlyfans, Insidr Music permette ai fan di supportare i creator… ops i musicisti, pagando un abbonamento il cui importo viene stabilito dallo stesso artista. Dal canto suo, l’artista musicale potrà offrire contenuti aggiuntivi al suo catalogo istituzionale per gratificare la fedeltà del suo pubblico.

Insidr Music va a colmare il supposto vuoto creato dalla migrazione degli artisti non legati ad alcuna struttura discografica dopo l’entrata a regime dei nuovi modelli di pagamento di Spotify e Deezer, sistemi che penalizzano i nomi con basso e bassissimo ascolto a favore dei contenuti più premiati dal pubblico.

“Se solo una decina di fan ascoltasse una determinata canzone una volta al giorno per un mese, l’artista titolare dei diritti sul brano con Insidr Music guadagnerebbe 37,24 sterline, contro le 0,86 che si vedrebbe corrispondere da Spotify” a fronte dello stesso volume di ascolti, osserva una nota dell’azienda, che sostiene di poter offrire ai futuri associati ricavi del 4000% superiori a quelli dei DSP tradizionali.”

Il modello di business di Insidr Music per certi versi può ricordare quello di Bandcamp, piattaforma nata per garantire agli artisti la totale indipendenza. Si distingue perché specificamente pensato per lo streaming e il coinvolgimento musicale. Insidr offre uno spazio dedicato ai musicisti per condividere la propria musica, interagire con i fan e offrire contenuti esclusivi tramite abbonamenti.

Di fatto si presenta come un distributore non esclusivo che si muove parallelo ad altri distributori come TuneCore, Distrokids etc…

Non ho trovato informazioni precise su come l’App tratti le varie royalty. Per capirci, puoi pubblicare anche brani su cui altri godono diritti come, per esempio, la tua etichetta discografica?
E nel caso di cover?

Vai a Insidr Music


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3Tveys3

Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3Tveys3

Categorie
facebook Instagram marketing musicale personal branding social media social music marketing social network tips & tricks

I fondamentali di Threads

Hai già attivato il tuo account Threads? Hai capito quali sono le sue dinamiche? Una cosa certa te la posso dire: invocare l’algoritmo perché ti metta in relazione con musicisti, compositori, etichette discografiche, cantanti, ecc. ecc. ovviamente non serve a nulla. Queste cose funzionano solo con i Santi e le Madonne e ci vuole pure molta, ma molta fede.

I fondamentali di Threads

Vediamo ora quali sono le caratteristiche principali di questo giovane social nato per soddisfare gli insoddisfatti del Twitter A(X) dell’era Musk. Le informazioni sotto riportate le ho rubate senza vergogna da un post di Daniele Antoniol pubblicato su Linkedin e che in buona parte sono pure confermate da altre fonti autorevoli.

CHI USA THREADS?

Secondo dati ufficiali gli utenti mondiali di Threads superano i 2 miliardi di persone. A novembre, ha avuto 41 milioni di scaricamenti mondiali, contro i 27 milioni di Twitter. Threads ancora non copre tutto il globo terraqueo, ad oggi copre 100 paesi al mondo, quelli più industrializzati, socialmente e tecnologicamente avanzati ci sono tutti.

In Europa circa un decimo degli utenti Instagram attivi si sono iscritti a Threads che vanta oltre 100 milioni di utenti mensili. Secondo Social Media Today gli utenti Threads nell’Unione Europea arriveranno presto a circa 25,9 milioni.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
  • Un post può avere fino a 500 caratteri e lo puoi modificare entro i primi 5 minuti. Poi lo puoi solo cancellare.
  • Puoi caricare nel feed foto, gif e video fino a 5 minuti: questo è molto interessante perché puoi provare se è un luogo dove pubblicare i tuoi live domestici, per esempio, o mettere un’anteprima del tuo video per farlo conoscere. Come tutti i social di META anche a Threads non piacciono i link verso l’esterno e limita la diffusione dei post che li contengono. Perciò anche questa app di Microbloggin non è adatta per condividere link verso il tuo brano su Spotify o su Youtube. Però ha anche una funzionalità per fare i sondaggi.
  • Se non ami scrivere puoi anche creare un audio fino a 30 secondi ma a giudicare dalle reazioni direi che passano piuttosto inosservati. Me lo confermi?
  • Cliccando sui tre puntini puoi nascondere i like ricevuti e decidere chi può rispondere ai post (Tutti, Profili che segui, Solo profili menzionati). Puoi anche nascondere il numero dei Mi piace e le Condivisioni.
  • Su Threads puoi usare un solo tag che può essere composto da più parole separate da spazi e con caratteri speciali. La scelta del tag singolo è tesa ad evitare tag-bot che possono influenzare i trend come accade su X.
COME SI CONFIGURA
  • Puoi usare la versione desktop anche senza account Instagram.
  • Se entri da Instagram si collega al nome già esistente. Il nome non deve superare i 54 caratteri, spazi compresi, se vuoi evitare i puntini (…)
  • La biografia è bene che stia entro le 4 righe.
  • Come Instagram anche Threads supporta un solo link in bio da inserire su “modifica profilo\link”
  • Eventuale parole nascoste anti-spam vengono importate da Instagram se le abbiamo attivate;
COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI THREADS
  • Threads ti mostra due Feed, quello che raccoglie gli utenti che segui e quello degli utenti suggeriti in base alle tue preferenze.
  • L’algoritmo di Threads ci mostra i post degli amici (probabilmnete 50%), post di commenti degli amici su persone che non seguiamo (30%), altre persone che non conosciamo in base a probabili calcoli su Instagram (20%).
  • Più si chiacchiera\commenta, più ci si relaziona con le persone, maggiore è la probabilità di farsi conoscere. La piattaforma punta tutto sullo scambio di opinioni. Più tempo si rimane nella piattaforma per mettere like ma sopratutto per commentare… meglio è per il nostro canale.
  • Questo significa che se vuoi usare (anche) Threads per promuoverti e promuovere la tua musica serve una buona dose di impegno. Dovrai relazionarti con le persone, commentare i loro post e creare discussioni con i tuoi. Se hai tempo o se hai un social media manager, apri un tuo canale, ma ricorda di relazionarti e di essere autentico.

Lettura Consigliata

Condivide et impera. Convinci con il cervello, persuadi con il cuore e influenza per come sei Copertina flessibile
di Rudy Bandiera

Guarda su Amazon https://amzn.to/3U6BvUC

Stiamo andando verso un mondo diverso da quello che conosciamo, in cui genitori e figli vivono realtà distanti e parallele, che non ha ancora regole comuni, “non codificato”, destabilizzante: digitale in cui si compra, si vende, si parla, ci si innamora e si fa business. Come posso creare un’immagine online che generi fiducia? Come e dove trovare le persone “influenti” del mio settore, raggiungerle e stringere con loro rapporti profittevoli? Chi sono gli influencer? Come misurare chi è davvero influente e come posso esserlo a mia volta? Come reagire in caso di crisi, attacchi personali o alla mia azienda? Come misurare le attività che vengono svolte in rete? È possibile trovare nuove forme di “pubblicità” per prodotti o servizi? Perché le persone usano i social e come posso utilizzarli io in modo proficuo, oltre che divertente? È possibile fare business usando internet e le relazioni che si creano sul web? Queste sono le domande a cui il libro risponde, perché in questo mondo che cambia tanto rapidamente, per poter vivere meglio e prosperare, abbiamo il dovere di rimanere al passo, trovando nuove forme di comunicazione e costruendo tutti insieme un nuovo codice di comportamento e strade per il business innovative.

Guarda su Amazon https://amzn.to/3U6BvUC

Categorie
business marketing musicale tips & tricks You Tube

Cosa sapere del Content ID di YouTube

Sono giorni in cui sto scoprendo che ancora molti artisti musicali non hanno ben chiaro come funziona il Content ID di YouTube: il sistema di riconoscimento che la piattaforma usa per riconoscere la traccia audio e video di ogni singolo caricamento.

Content ID di YouTube è un sistema di rilevamento delle impronte digitali che i creatori di contenuti (come etichette discografiche e artisti) possono utilizzare per identificare e gestire facilmente i propri contenuti protetti da copyright su YouTube.

Cosa sapere del Content ID di YouTube

Quando un’artista musicale affida la diffusione di un suo brano ad un distributore, iMusicians, TuneCore, Distrokid, ecc… in genere il brano viene anche inviato a YouTube che, basandosi sui metadati, genera un ArtTrack utilizzando per la parte video l’immagine di copertina associata al brano. In quel momento, YouTube crea l’impronta digitale, fingerprint, con la quale il sistema Content ID saprà riconoscere quel singolo brano nel sistema e, di conseguenza, riconoscere agli autori i relativi compensi.

Uno dei casi più frequenti che genera confusione negli artisti musicali, si verifica quando l’artista ha un canale YouTube che non ha superato la soglia per aderire al programma YouTube Partner pur avendo il canale autenticato.

Ovvero quando l’artista, dopo aver caricato il suo video scopre che questo ha un reclamo proveniente dal suo distributore. Questo accade perché è il distributore, iMusicians, TuneCore, Distrokid, ecc… che raccoglie per conto dell’artista i proventi di YouTube.

Purtroppo anche questi reclami possono interdire all’artista l’accesso al Programma Partner di YouTube, ma c’è sempre la possibilità di chiedere al distributore di essere inseriti nella sua white list dove, nella pratica, rinuncia ai proventi di YouTube.

Vorrei essere chiaro più chiaro, se possibile:

Se caricando un brano sul tuo Canale Artista di YouTube questo entra in conflitti di attribuzione con il tuo distributore, i proventi pubblicitari generati dal video ti verranno comunque riconosciuti dal distributore e dovresti trovarteli conteggiati nel rendiconto periodico.

Resta il fatto che per non avere conflitti di attribuzione da altre parti, è bene che i tuoi video rispettino, sia nell’audio che nel video alcune regole che, di anno in anno si fanno sempre più stringenti.

Le registrazioni idonee a monetizzare su YouTube sono quelle che:

  • Usano esclusivamente il materiale di cui detieni i diritti in esclusiva;
  • Utilizzano materiale di terzi di cui detieni i diritti in esclusiva.

Le registrazioni non idonee a monetizzare su YouTube sono quelle che:

  • Contengono contenuti strumentali che sono stati precedentemente utilizzati in altre tracce, come campioni o beat, anche se ora concessi in licenza esclusivamente a te;
  • Contengono effetti sonori ambientali (come i suoni della natura), loop di produzione (come i loop di GarageBand) o campioni da librerie audio (come Musicbed e Audiojungle);
  • Sono meditazione, yoga o musica per dormire;
  • Contiene più di 10 secondi consecutivi di materiale parlato;
  • Contenere clip o discorsi di pubblico dominio;
  • Sono versioni karaoke, soundalike o tribute;
  • Sono cover di canzoni tradizionali o di pubblico dominio, incluse ma non limitate a: musica per bambini, brani classici, canzoni natalizie, canti / inni religiosi;
  • Fanno parte di una compilation, pubblicazione di Various Artists, DJ set o mix continuo;
  • Hai precedentemente concesso in licenza a una terza parte, in esclusiva;
  • Sono già monetizzati su YouTube da un altro distributore;
  • Sono colonne sonore di videogiochi, TV o film (a meno che tu non sia l’editore);
  • Sono stati creati esclusivamente per essere utilizzati nei video di YouTube per sfruttare Content ID (ad es. Musica utilizzata per endcard).

Come vedi, anche gestire un semplice canale YouTube richiede molta attenzione e conoscenza del mezzo. Per fortuna la piattaforma ha dedicato molte pagine per spiegare nei dettagli il suo funzionamento. Si tratta di una mole di materiale che richiede un discreto impegno di studio, per questo ci sono figure professionali come la mia che risolvono problemi o ti indicano la strada per farlo.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3GsD4nH

Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
Acquistalo su Amazon https://amzn.to/3t67IQF