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100.000 brani al giorno

Il titolo di questo post si riferisce all’offerta musicale disponibile ad ogni singolo individuo del pianeta connesso alla rete internet. Questa è una stima del settembre 2022 regalataci da Sir Lucian Grainge di Universal e Steve Cooper di Warner Music.

100.000 brani al giorno

La conclusione di questi due pezzi da 90 dell’establishment discografico è che questo vasto volume di musica con i relativi contenuti associati (video, presenza sui social ecc.) sta rendendo sempre più difficile per gli artisti raggiungere un pubblico consistente online e sta mettendo in crisi il rapporto tra le case discografiche e gli artisti che dovrebbero commercializzare, promuovere e sviluppare.

La verità è che nell’era dello streaming anche le major hanno difficoltà nel far emergere la loro canzone tra le altre 99.999 che giornalmente vengono rilasciate sulle piattaforme, per questo stanno puntando sulle opportunità offerte dal web3.0 (metaverso, NFT, ecc.) e poter finanziare adeguatamente la produzione musicale d’alto livello potendo investire adeguatamente in nuovi artisti. A quanto pare nemmeno più il tradizionale merchandising è sufficiente a mantenere in piedi una carriera artistica in un mondo in cui l’offerta musicale è decisamente sovrabbondante e dispersiva.

I dati noti ci restituiscono la prospettiva in cui dal 2018 al 2022 i brani caricati sulle app di musica in streaming si è quintuplicato, mentre Apple Music conferma che il numero totale di brani sulla sua piattaforma ha superato i 100 milioni. Il volume di traffico generato da una tale quantità di musica (sarebbe più esatto parlare di dati), ha ovviamente messo in crisi il sistema di distribuzione in streaming. Nell’anno fiscale 2021, secondo un deposito annuale della SEC, Spotify ha speso ulteriori 33 milioni di euro rispetto all’anno precedente in “costi per la tecnologia dell’informazione” principalmente a causa di un “aumento del nostro utilizzo dei servizi di cloud computing”.

Sappiamo che le App di musica in streaming stanno seguendo delle politiche per contenere questa iperattività creativa di artisti ed etichette: per esempio Spotify ha cominciato a rifiutare cover non sorrette da un preciso piano editoriale; personalmente ho poi notato che Amazon Music e Deezer tendono a nascondere nelle ricerche i prodotti discografici meno performanti o meno popolari. Un inequivocabile segno di autodifesa delle infrastrutture informatiche messe sotto stress da questa democraticità impazzita nelle produzioni discografiche.

Ma se artisti, etichette e app di streaming sono messe in difficoltà da questo assetto del mercato, chi ci sta guadagnando?

Sicuramente a guadagnarci, in questo momento, sono i distributori di artisti indipendenti come DistroKid e TuneCore che ricevono un compenso da ogni artista fai da te la cui musica viene caricata sulle piattaforme di streaming. E’ infatti indubbio che la rapida crescita recente del volume di caricamenti di musica è stata trainata dal settore della distribuzione indipendente, dove artisti o etichette possono distribuire con semplicità la propria musica con un click su Spotify, Apple Music, YouTube Music , Amazon Music ecc.

La domanda che molti si pongono è la seguente: 100 mila tracce al giorno sono migliori per il pubblico di, diciamo, 1000 al giorno?

Personalmente credo che il sistema attuale prosperi sugli artisti immaturi vendendo l’illusione di un successo discografico facile e a portata di mano e credo che il mercato delle produzioni musicali stia vivendo una bolla che in fin dei conti non premia nessuno.

Visto da oggi non credo nemmeno che il web3.0 si rivelerà determinante per cambiare queste prospettive, lo vedo come un’artefatto che, ancora una volta, ci allontana dal focus principale che resta la musica e il musicista.

In un presente così mutevole e frammentato per l’artista musicale resta fondamentale lavorare sulla sua promozione personale affiancando il proprio sito internet ai social network con l’utilizzo di tutte quelle strategie e metodi noti come personal branding.

Ciò che distingue il musicista immaturo dal musicista maturo è proprio la consapevolezza di dover curare ogni dettaglio della propria figura professionale per poter distinguersi in questa palude sconfinata di produzioni musicali.

Il mercato discografico così come lo conosciamo oggi evolverà e certamente non tornerà all’era pre-streaming, resterà sul palcoscenico solo chi saprà vivere in un mondo dove le relazioni online e dal vivo sono interconnesse tra loro.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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10 regole per una strategia di marketing musicale

Lanciare una release è un processo che ha i suoi tempi ed i suoi modi: parte dall’idea del brano sino alla sua produzione e infine alla sua promozione e lancio. E’ un lavoro articolato che richiede conoscenze, calcolo e progettazione. In questo decalogo ho cercato di fissare i punti chiave del processo che in realtà coincide, perché ne fa parte, con il percorso di crescita dell’artista musicale.

Dieci regole per una strategia di marketing musicale

1. E’ una questione di qualità

La verità, l’unica verità, è che tutto inizia e finisce con la musica: se una canzone è misera, nella scrittura, nell’arrangiamento e nell’esecuzione non aspettarti di vivere di musica. Questo significa che devi aver cura dei particolari, di tutti i particolari: l’immagine della band, il materiale per le cartelle stampa, le foto, le copertine delle pubblicazioni e i video. In breve, devi curare in egual misura la forma (l’immagine) e la sostanza (la musica) se vuoi che il tuo progetto artistico possa rivelarsi vincente.

2. Umiltà non modestia

Quando scrivi la tua musica o ti poni davanti ad un’arrangiamento affronta il lavoro con molta umiltà. Analizza il percorso creativo chiedendoti sempre se non puoi fare meglio. Vedi di mantenere la barra dritta sui tuoi obiettivi con impegno e dedizione; la musica è innanzitutto una disciplina e come tale richiede impegno e fatica, ma nel contempo non lasciarti sopraffare dalla fatica, non perdere l’entusiasmo per ciò che fai, anzi, trova nelle difficoltà lo sforzo per fare meglio: Roma non è stata costruita in un solo giorno.

Così, una volta che hai la tua canzone ben riuscita non risparmiare sforzi per promuoverla. Raccontala, parla di lei, parla del percorso creativo che l’ha generata e di come si inserisca nella tua poetica e nel contesto del genere musicale cui appartiene.

Fallo senza paura. Devi essere orgoglioso della tua creatura e sfidare a testa alta il giudizio del pubblico. Non piacerà a tutti, ma se piacerà a molti avrai raggiunto un traguardo importante. Devi ricordare che nessuna agenzia di Pubbliche Relazioni saprà mai parlare meglio di te della tua musica e del tuo stile artistico. Puoi noleggiare anche una grande agenzia di PR, ma nessuno saprà mai parlare bene quanto te della tua musica.

3. Cura i dettagli della distribuzione

Curare i propri profili artista sulle app di streaming come Spotify, Amazon e YouTube è fondamentale per avere un’immagine coerente e soddisfacente, lo stesso vale per i tuoi profili social: non tralasciare questi dettagli perché sono fondamentali. Scrivi una bella biografia e accompagnala con foto professionali che ben ti rappresentino. Crea e mantieni un sito internet aggiornato dove chiunque possa trovare informazioni utili su di te, sulla tua musica, sulle tue pubblicazioni e sui tuoi concerti, passati e futuri è fondamentale. Raccogli gli indirizzi dei tuoi fan, è l’unico modo diretto che hai per comunicare con loro. I Social passano di moda, i recapiti email durano nel tempo. Crea una newsletter e mantieni costante la tua presenza nella vita delle persone.

4. Deposita la tua musica

Deposita la tua musica presso le apposite agenzie per assicurarti di ricevere i soldi legalmente dai passaggi in radio, tv o apparizione live. Le App di musica in streaming pagano poco per ogni ascolto e i diritti d’autore provenienti da altre fonti sono indispensabili per poter costruire una carriera da musicista.

5. Programmare, promuovere, rilasciare.

Produrre musica può richiedere mesi come anni, quando il brano o l’album è pronto per l’ascolto pubblico in realtà non è ancora pronto per essere distribuito. Già durante la fase di composizione, perciò proprio quando il progetto comincia a prendere forma, inizia a raccontare il percorso creativo che stai intraprendendo, fai partecipare i tuoi fan all’evoluzione del progetto e raccontalo anche con i musicisti e tecnici che ti accompagnano. Crea un’aspettativa, un’attesa, un interesse.

Tutte queste fasi vanno pensate all’interno di una strategia comunicativa programmata e pianificata che oltre ai social possa attirare l’attenzione dei media potenzialmente interessanti. In particolare radio, web-radio webzine, sono ossessionati dalla musica, e si rivelano un ottimo canale promozionale.

Per catturare la loro attenzione devi fare in modo che il rilascio del tuo album diventi una notizia di rilievo, succosa e interessante. Troverai una concorrenza molto agguerrita e dovrai cominciare a far parlare di te da radio, webzine e blog almeno otto o sei settimane prima della data ufficiale di rilascio.

6. Sii onesto con te stesso.

Il tempo è denaro: non perdere tempo a dire in giro che siete la migliore band, o il miglior artista della terra o degli ultimi tempi, non provare nemmeno ad inventarti citazioni di fonti musicali riconosciute. La falsità non ti porta da nessuna parte.

7. Comprendere le regole e la realtà

Essere unici, trovare la propria immagine, il proprio stile, la propria dimensione. Fare la differenza è indispensabile e auspicabile se si vuole emergere come offerta musicale. Vale sempre sia per l’immagine, sia per la musica, sia sul come ci si rapporta con il pubblico. Questa tua unicità devi ricercarla nelle regole, nei canoni, del genere musicale di cui vuoi far parte. Per capirci, un’abbigliamento cuoio e borchie mal si adatta se sei un musicista jazz. La sfida è quella di rendersi riconoscile in un determinato contesto creando però uno stile che rompa i canoni fissati senza stravolgere il contesto di genere. Pensa ad una band come i Kiss che partendo dall’iconografia Heavy Metal fatta di cuoio e borchie l’ha personalizzata con quelle maschere di trucco che li ha resi unici.

8. Non contare i Mi Piace.

I Like, le Impression, I cuoricini ed anche i commenti sui social media e social network sono importanti per misurare la tua popolarità e sicuramente per sfamare il tuo ego e l’autostima, non certo per sfamare il tuo stomaco. I tuoi sforzi per catturare pubblico devono essere indirizzati all’ascolto della tua musica. Sono gli ascolti sulle app di streaming e le presenze ai tuoi concerti che confermano il successo della tua arte. Cura personalmente delle playlist sulle app di streaming principali come Amazon, Spotify; non sottovalutare altri ecosistemi com Bandcamp o SoundCloud che sono forti in alcuni generi. Studia il mercato e cerca di capire a che tipo di persone piace la tua musica.

9. Pensare a storie e cicli.

Pensa, gestisci e progetta a lungo termine, darà più entusiasmo al tuo lavoro: non pensare solo al rilascio di un album o di un singolo ma progetta un percorso e gioca fare previsioni, restando nel contempo aperto al cambiamento. Fai che il tuo percorso artistico sia la storia che racconti al pubblico, ai giornalisti, ai Dj. Condividi con loro le tue passioni musicali, i tuoi gusti, la vita con i tuoi colleghi ed i tuoi partner.

10. Continuità e coerenza.

Nell’epoca della musica in streaming solo la continuità e la coerenza premiano. La tua professione di artista musicale devi costruirla sul lungo periodo attraverso una narrazione coerente e un impegno continuo di presenza in rete e off line anche quando non rilasci nuova musica o non sei in tour. Qualche settimana all’anno per ricaricarti puoi prendetela come fanno tutti :), ovviamente.

“La narrazione è l’arte di accompagnare il pubblico attraverso un viaggio che hai organizzato tu. Come ogni buon agente di viaggio hai organizzato tutto il percorso in modo da non affaticare, ma stimolare, divertire e far crescere chi lo percorre. Quindi far sentire bene e rendere attraente il viaggio che hai immaginato per i tuoi clienti immaginari.”
(Riccardo Scandellari).


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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business personal branding social music marketing

4 punti cardine del marketing musicale

Suppongo ti sia chiesto il motivo per cui alcuni musicisti di talento facciano fatica a crearsi un ricco seguito di pubblico e ottenere il riconoscimento che meriterebbero, mentre vedi che altri, di talento minore, sembrano raggiungere un riconoscimento di pubblico più consistente, ed essere visibili ovunque. Ciò sicuramente dipende da molti fattori, ma uno rilevante è la capacità di saper muoversi nel settore musicale anche sul lato più pratico del business, che nella vulgata popolare sarebbe il sapersi vendere bene.

4 punti cardine del marketing musicale

Definirei il marketing musicale quel pezzo mancante di un insieme capace di fare la differenza. Il problema è che molti musicisti sottovalutano l’importanza dell’effetto che può ottenere una buona strategia di marketing, nonostante gli strumenti per approfondire le proprie conoscenze e monitorarle con costanza siano orami alla portata di tutti. Nell’era della musica in streaming molti artisti musicali non riescono ad arrivare dove desiderano semplicemente perché si ritrovano incapaci di gestire attività di organizzazione e vendita del proprio materiale musicale.

Le fonti per documentarti oramai sono molte, le stesse piattaforme di distribuzione offrono infarinature sui concetti chiave del marketing musicale, esiste un’ampia letteratura, molti blog divulgativi (tra cui questo;) e manuali pratici che possono avvicinarti alla materia. In questo articolo vedrò di fissare alcuni punti chiave sul perché e sul per come un artista musicale deve interessarsi al marketing musicale ed alla promozione del suo essere artista e della sua musica.

1. Sveglia le coscienze

Sulle App di streaming musicale l’offerta quotidiana è talmente vasta che (ahinoi) non basta fare della buona musica per essere notati. Certo che l’ideazione, l’esecuzione e la produzione delle tue tracce deve essere ineccepibile, ma non è sufficiente per fare il botto: questo è un dato di fatto.

Essere musicisti di talento e mostrare questo talento alle persone sono due cose diverse: perché il tuo talento venga scoperto, prima devi catturare l’attenzione delle persone perché è l’attenzione il fattore che un artista musicale deve saper conquistare convincendo il pubblico che vale la pena essere ascoltato. È questa l’essenza del marketing musicale: attraverso la promozione e commercializzazione della musica si mostra al pubblico che non solo la propria musica esiste ma si convincono anche le persone ad ascoltarla. È su questi due obiettivi che dovrai focalizzarti inizialmente.

So già che alcuni lettori di stanno storcendo il naso perché faticano a coniugare loro passione creativa per la musica con il verbo vendere eppure questo è un passaggio obbligato se intendono continuare a deliziarci con le loro creazioni musicali.

Devi sapere che fare marketing musicale non è fare l’imbonitore. Fare marketing significa investire tempo e risorse sulla propria immagine e quindi sul proprio prodotto musicale. Non è richiesta nessun tipo di laurea o conoscenza particolare, ma è necessaria la volontà di voler imparare fino a possedere la materia come possiedi la conoscenza della musica.

2. Il marketing è dialogo continuo con i propri fan

Abbiamo detto che per poter vivere della tua musica è necessario catturare l’attenzione del pubblico, il prezzo di questo è che questa attenzione devi restituirla a chi ti segue. Il dialogo con il pubblico deve essere continuamente stimolato con tutti i mezzi che i social network ti offrono e anche nelle occasioni di incontro, prima o dopo un live o in occasione di una manifestazione. Rispondere alle domande, soddisfare le curiosità ed essere disponibile nei luoghi deputati è la strada più breve per crearti una fanbase affiatata: un buon marketing parte dalla costanza con cui sono curate le pubbliche relazioni, in particolare con i fan.

Il processo di marketing musicale inizia proprio dall’acquisizione e dallo studio della tua fan base. E’ un impegno che devi mantenere costante attraverso il dialogo e attraverso la misurazione delle tue iniziative di coinvolgimento del pubblico. Credere che il marketing inizi solo al momento di rilascio di un album o un singolo, e che finisca prima di iniziare a lavorare sul prossimo progetto è semplicemente un errore.

3. Non puoi fare tutto da solo

Imparare a fare marketing musicale non è complicatissimo se ci si dedica con dedizione, ma è senza dubbio un impegno che ruba tempo ed energia. Spesso dedicarsi da soli al marketing musicale può essere frustrante e stancante finché non ne possederai le dinamiche. La soluzione allora è proprio coinvolgere altri componenti a partecipare nella promozione del tuo progetto: chiedere ai tuoi fans di sostenerti, noleggiare un team di marketing, affidarsi ad un’etichetta o un agenzia che ti aiuti in questo processo.

Più mani rendono il lavoro più leggero: una volta che hai intuito chi può davvero aiutarti, coinvolgi gli altri in un gioco di squadra così che il talento acquisito nella promozione ti aiuterà a comprendere chi può fare al caso tuo e se è capace di rispondere alle tue esigenze. Conoscere quindi le regole della promozione ti aiuterà anche a scegliere le persone migliori di cui circondarti.

4. Non solo online

Certo Internet offre la grande occasione di promuovere la tua musica da casa ma in realtà così rischi di non andare molto lontano. Organizzare un live è una prerogativa che si avvale di un lavoro concreto, oltre al fatto che ti porterà a utilizzare le tecniche di marketing non solo online ma anche nel contatto diretto con un pubblico, magari attraverso del merchandising. È quindi un altro modo per raccogliere guadagni dalla propria musica.

Le opportunità al di fuori di internet sono molte: una telefonata o un incontro diretto possono abbreviare i tempi organizzativi e darti l’occasione di capire faccia a faccia i modi e i pensieri delle persone con cui entri in contatto. Ecco perché è importante non concentrarsi mai solo e unicamente sull’online, ma devi allargare sempre le possibilità di promozione anche dal vivo con concerti o partecipando a Contest o rassegne.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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metadata musicali musica streaming tips & tricks

Come cambiare distributore senza perdere streaming

Può capitare che tu debba o voglia cambiare il distributore della tua musica sulle app di streaming (Distrokids, Tunecore, Believe, The Orchard, ecc…), come puoi farlo senza perdere il numero delle riproduzioni o essere rimosso dalle playlist nelle quali faticosamente sei riuscito ad entrare?

Come cambiare distributore senza perdere streaming

Si tratta di un’operazione piuttosto semplice ma sicuramente delicata e, sopra ogni cosa, un’operazione che non ammette errori per andare a buon fine. Le piattaforme di distribuzione seguono procedimenti diversi per garantire questo passaggio. Prima di tutto ti consiglio di consultare i loro manuali per essere sicuro di non commettere errori, se hai dei dubbi, consulta i loro centri di assistenza, è un servizio che ti devono, anche se ti stai preparando a lasciarli.

Per assicurarti che il processo di trasferimento della tua musica da un distributore all’altro avvenga senza intoppi e senza perdere il conteggio degli stream e delle playlist correlate devi rispettare alcuni passaggi chiave durante la ripubblicazione di un brano o di un’album già pubblicato in precedenza. Questi passaggi, valgono per tutte le piattaforme di distribuzione, sono regole generali che funzionano qualsiasi sia il metodo seguito dalle due piattaforme coinvolte nel trasferimento.

Perché il trasferimento vada a buon fine devi ricaricare i brani e/o l’album rispettando alla lettera le caratteristiche dei metadata delle pubblicazioni già caricate nel distributore che intendi lasciare. Procederai perciò al caricamento sulla nuova piattaforma assicurandoti che:

  1. I titoli delle canzoni, il nome dell’artista e l’artwork devono essere identici;
  2. I file audio devono essere identici. La lunghezza e il formato della traccia devono essere identici;
  3. Il tipo di pubblicazione deve essere identico (album, EP, singolo);
  4. Devi utilizzare i numeri ISRC e UPC originali (ne parlo più avanti);
  5. È necessario utilizzare la data di rilascio originale;
  6. Puoi rimuovere la versione precedente solo dopo che quella nuova è stata pubblicata sui DSP (Spotify, Apple Music, ecc.). Questo significa che magari per qualche giorno avrai un rilascio duplicato, non è un gran danno;
  7. A questo punto puoi cancellare o richiedere la cancellazione dei tuoi brani sulla vecchia piattaforma.

NOTA
Ti consiglio di verificare con attenzione ogni dettaglio del nuovo caricamento con scrupolo manuale, una minima discordanza fra i dati può mandare a gambe all’aria il trasferimento, nel senso che se le due copie non sono identiche al 100% il numero degli ascolti e l’inserimento nelle playlist viene perso.

Per assicurarti che tutto funzioni correttamente una volta che la versione del nuovo distributore appare su Spotify, controlla che i conteggi delle riproduzioni siano gli stessi su tutti i brani per entrambe le versioni. Se così è, fai ritirare la versione obsoleta dal tuo vecchio distributore. La maggior parte dei distributori ha un pulsante per rimuovere una versione. Alcuni richiedono una richiesta scritta via email. Alcuni lo fanno gratuitamente, altri lo fanno pagare. Magari qualcuno potrà essere recalcitrante, ma non può impedirti di scegliere chi distribuisce la tua musica, perciò dovrà cedere.

Riguardo ai codici ISRC e UPC

I Codici ISRC e UPC molto probabilmente non li hai generati tu, a meno che non ti sia attrezzato per l’evenienza, quasi sicuramente ti sono stati generati in automatico dal distributore delle tue release. Perciò, indipendentemente dal distributore che utilizzi, sarai in grado di trovare il numero ISRC di ogni canzone. Accedi al backend del tuo distributore, fai clic sulla release e vedrai che ci sarà un numero ISRC assegnato a ogni brano e l’UPC assegnato alla release completa. Se hai problemi a trovarlo, scrivi al loro supporto clienti e chiedi dove trovarlo.

Copia questo codice ISRC dal tuo vecchio distributore e incollalo nella sezione in cui il tuo nuovo distributore richiede il numero ISRC. Questo è molto importante e deve essere fatto correttamente ed evitare assolutamente di inserire dati non corretti. Controlla tre volte questo passaggio prima di confermarlo. Tieni anche presente che se dimentichi questo passaggio, il distributore ti assegnerà un nuovo ISRC in automatico e la tua operazione di trasferimento non sarà corretta (con il risultato che perderai lo storico degli streaming).

Questo metodo che assegna ad ogni brano o pubblicazione un codice univoco ti permette anche di realizzare, ad esempio, una versione deluxe nella quale mettere tracce aggiuntive. Finché i file audio, la lunghezza della traccia e i titoli delle singole tracce sono gli stessi, i conteggi di riproduzione si collegheranno. Quindi, anche se mantieni la vecchia versione dell’album, i conteggi delle canzoni si collegheranno. Questo è il motivo per cui si pubblicano i singoli prima degli album e il motivo per il quale il conteggio delle riproduzioni della versione singola corrisponde al conteggio delle riproduzioni della versione dell’album (e le canzoni non sono elencate separatamente nelle tue canzoni migliori su Spotify).

Per lo stesso motivo puoi ridistribuire una versione rimasterizzata di un album già pubblicato. Devi assicurarti che la lunghezza della traccia sia identica a quella del primo caricamento, così come deve essere identico il formato che hai distribuito (wav, AIFF, ecc.).

Se hai bisogno di qualche chiarimento scrivimi pure, magari posso esserti d’aiuto 🙂


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

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personal branding social music marketing social network

Sei pronto per L’Era delle Molte Piattaforme Social?

Tra le varie cose che sembrano determinanti per segnare il 2023 come l’anno del cambiamento una in particolare ha attirato la mia attenzione. Si tratta della previsione dello stimato giornalista tecnologico Casey Newton:

Sei pronto all'Era delle Molte Piattaforme?

Ciao! La mia previsione per il 2023: il 2023 avvierà “l’era di molte piattaforme social”, in cui l’attenzione delle persone inizierà a concentrarsi su più piattaforme, ciascuna delle quali soddisferà le esigenze di un pubblico specifico e diverso. Mentre molte piattaforme guadagneranno abbastanza soldi per essere un’attività redditizia, questa era causerà mal di testa ai brand che cercano di capire dove spendono i loro soldi.

 

Mi sembra indiscutibile che l’attuale panorama dei social network sia instabile. Facebook negli Stati Uniti si sta esaurendo; Instagram è in un periodo di transizione; Twitter sta crollando; TikTok continua a essere bannato sui dispositivi governativi. E germogli verdi stanno iniziando a spuntare nello scenario dei social network: Mastodon, Post e Hive sono alcuni dei nomi che senti oggi; Immagino che tra 12 mesi almeno due di quei nomi verranno sostituiti con altri. La domanda è, una volta disaggregati, quanto velocemente i social network si riuniranno di nuovo e se qualcosa di nuovo possa ancora uscire dal nulla per dominare la nostra attenzione come ha fatto TikTok qualche anno fa?

Questo cosa comporta per un artista musicale?

Prova ad immaginare se il pubblico che ti segue abitualmente sul Social Network X decidesse di socializzare su un Social Network Y, supponiamo tu abbia una buona base fan su Instagram ma questo gruppo di appassionati emigri su un’altro social semplicemente perché lo stanno facendo anche i loro amici. Come pensi di fare per conservare il contatto social con il tuo pubblico? Come minimo dovresti investire tempo, magari denaro, per crearti una posizione sul nuovo social, sopratutto dovrai convincere i tuoi fan a seguirti sul nuovo profilo. Capisci già da subito che è un lavoraccio.

Devi sempre tener presente che il pubblico che ti sei conquistato sui social network, per definizione, non è il tuo pubblico ma il pubblico del social network che ti segue. Sono riuscito a farti comprendere la differenza? Forse mi riesce meglio in questi termini: cosa faresti se il social network sul quale hai investito tempo, e denaro, per promuoverti domani chiudesse i battenti? Come riallacci i contatti con i fan che avevi nella piattaforma?

Come evitare di perdere i tuoi fan?

Per mantenere un contatto solido con i tuoi fan, capace di far fronte ad ogni avversità, è necessario compiere queste operazioni:

  1. Avere un sito internet periodicamente aggiornato con news, date di concerti, uscite discografiche e sul quale raccontare l’attività professionale a 360°, con testi e foto.
  2. Invitare I visitatori del sito ad iscriversi alla newsletter per rimanere in contatto.
  3. Inviare una newsletter periodica scrivendo della propria attività artistica, della propria ricerca artistica e, perché no, del lavoro di artisti tuoi amici o che ti piacciono. Magari potresti anche scrivere qualche recensione ragionata sulle uscite discografiche della settimana.
  4. Conservare gelosamente gli indirizzi email che hai raccolto. Son questi il vero legame che hai con i tuoi fan.

Puoi anche invitarli a lasciarti il loro numero di cellulare per iscriverli in una chat broadcast su Whatsapp, l’importante è che tu raccolga tutte queste informazioni nel rispetto delle normative sulla privacy.

Se hai raccolto gli indirizzi email o il numero di cellulare dei tuoi fan, solo allora puoi dire di avere un contatto diretto con loro. Un contatto che ti permette di raggiungerli quando preferisci e che non andrà mai fuori moda, come potrebbe accadere con un social network.

Un contatto unico, che ti permetterà di raggiungere i tuoi fan con facilità anche nella dispersione delle Molte Piattaforme Social.


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personal branding social media social music marketing social network

Scendi dal piedistallo, anzi dal palco.

Personal branding è quello che la gente dice di te,
una volta che sei uscito dalla stanza
Jeff Bezos

Per personal branding si intende un insieme di strategie messe in atto per promuovere un profilo personale, raccontando delle proprie esperienze professionali e anche private, ma sopratutto condividendo o illustrando il proprio bagaglio di competenze, conoscenze e risultati raggiunti. Lo scopo è quello di comunicare se stessi e gestire con metodo la propria immagine professionale.

X-Factor e Social Network

Immagino che qualche artista musicista, forse più di qualche, trovi questa definizione piuttosto fredda e forse aliena, eppure è proprio il personale branding il primo passo che ogni artista musicista dovrebbe impostare e curare nel corso del suo percorso professionale.

Sopratutto in questi decenni in cui la musica si propaga nelle app streaming e in cui una parte importante del contatto con i fan avviene attraverso i social media e i social network, avere un’immagine artistica e professionale coerente è indispensabile per rendersi riconoscibile da un pubblico sempre più distratto dall’eccesso di offerta musicale e di stimoli diversi.

Fare personal branding significa creare relazioni, generare fiducia e legami empatici, differenziarsi dagli altri e ottenere che il pubblico si affezioni alla figura dell’artista ed alla sua musica. Nel fare musica nei tempi dei social direi che il personal branding sia uno degli elementi chiave che compongono il Fattore X (X-Factor) di un artista musicale.

Ho notato che diversi artisti musicisti in cuor loro detestano i social e quando li usano come un semplice veicolo pubblicitario per i loro prodotti o eventi.

Io stesso ho accompagnato alcuni di loro per un uso più corretto nell’uso dei social. Un percorso teso a costruire e rafforzare la loro presenza in rete. Si è trattato di un lavoro che spesso viaggiava in coordinamento con agenzie stampa ed riviste interessate. Con questa concertazione non solo è cresciuta la loro popolarità, ma sono aumentati anche i follower nelle app di streaming e la media degli ascolti mensili.

Non ci sono scorciatoie il proprio pubblico va amato e coltivato.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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business social music marketing

Come guadagna chi fa musica?

Dalla sua nascita, nel primo decennio del XX secolo e per tutto il secolo breve la vendita di supporti fonografici (vinili, musicassette, cd ed .mp3) è stata la più importante fonte di reddito per musicisti ed editori discografici ma l’arrivo dello streaming nel nuovo millennio ha profondamente cambiato le carte in tavola: oggi ci troviamo nella situazione in cui di fronte all’aumento delle uscite musicali viene venduta meno musica.
Come guadagna chi fa musicaIn particolare i nuovi artisti si ritrovano ad affrontare molta più competizione rispetto al passato ed i competitor non sono semplicemente i loro colleghi. Con la fruizione in streaming la musica diventa intrattenimento e, sopratutto, nella fruizione privata, si ritrova a competere con altri prodotti creativi come videogiochi o video on demand, ovvero con tutti quei prodotti usati dalle persone per riempire il tempo libero. Non si tratta più di considerare solo il costo del prodotto discografico, ma diventa strategica la relazione che l’artista riesce a creare con l’ascoltatore.

Sebbene le vendite di musica digitale stiano quasi compensando il calo di vendite dei supporti fisici, le dinamiche del nuovo assetto del mercato discografico costringono l’artista musicista e la sua etichetta ad instaurare un nuovo rapporto in cui spesso la casa discografica è più un’agenzia di marketing piuttosto che un semplice editore.

Questo scenario influisce sul rapporto tra artista ed etichetta anche perché, a parità di impegno, i ricavi dall’ascolto in streaming non sono comunque paragonabili a quelli del supporto fisico, ma sopratutto perché rientrare nei costi di produzione, per una casa discografica, richiede più tempo.

Nell’ambiente è diventata ufficiale la voce che dal 2023 le major discografiche investiranno maggiormente su artisti giovani ben inseriti nelle dinamiche social mentre verranno messi in secondo piano gli artisti già maturi che non bucano le community.

Il passaggio era atteso e, sotto certi punti di vista, inevitabile : per poter investire su nuove produzioni l’editore discografico deve poter contare su artisti che possano generare entrate diverse dal prodotto discografico e che sappiano tener legata la propria base fan in particolare attraverso i network e media social.

Per l’artista musicale che non trova ascolto in un’etichetta restano aperte le strade per l’auto produzione, ma anche queste non sono prive di ostacoli. Senza una adeguata promozione personale e del prodotto, senza un piano di crescita basato su obiettivi concreti, resta difficile per l’artista conservare il suo pubblico o crearne uno nuovo.

Ci vuole molto realismo per esigere l’impossibile.


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social music marketing Spotify

La dimensione social di Spotify

La caratteristica principale di Spotify è la sua dimensione social, molto più elevata rispetto ad altre piattaforme di musica in streaming.

La dimensione social di Spotify

Se sei un artista su Spotify, probabilmente sai già quanto sia importante acquisire e conquistare (non acquistare!) follower. Questi possono aiutarti a monitorare i tuoi progressi e aumentare le tue possibilità di accedere alle playlist editoriali, che siano redazionali o algoritmiche.

Non solo, i follower di Spotify sono la tua mailing list. Spotify invia ai tuoi follower aggiornamenti automatici ogni volta che rilasci nuova musica o programmi uno concerto nella loro zona. E’ un potenziale per far crescere la tua base di fan e aumentare la partecipazione ai tuoi concerti che dovresti sfruttare. Premesso questo, puoi ben capire che raccogliere follower attivi sia più importante che raccogliere solo ascolti.

Ci sono alcuni semplici modi che possono aiutarti a raccogliere iscrizioni alla tua pagina artista, ovvero raccogliere follower, vediamo ora i più semplici ed immediati.

Codici QR Spotify

Il Codice QR di Spotify offre la possibilità per essere creativo nella promozione della tua musica. Genera un codice toccando il pulsante (…) accanto al brano/album/playlist che vuoi condividere. Gli utenti possono salvare l’immagine direttamente sul proprio telefono o fare uno screenshot del codice nell’app Spotify per essere immediatamente inviato al brano, all’album o alla playlist per cui l’hai creato. Una volta creato un codice, puoi condividerlo praticamente ovunque. Potresti creare dei biglietti da visita o degli adesivi da distribuire. Includi il codice sui poster dei tuoi concerti, oppure usalo nella comunicazione dei tuoi social. Da notare che il codice QR di Spotify può essere generato solo sull’app per dispositivi mobili.

Scelta dell’artista

La tua scelta dell’artista appare nella parte superiore del tuo profilo Spotify e può essere qualsiasi brano, album o playlist (tua o di altri) che desideri mettere in evidenza. Questa è la prima cosa che gli ascoltatori vedranno quando visualizzano il tuo profilo, quindi è un dettaglio che non devi trascurare. Il contenuto che evidenzi qui può essere la chiave per ottenere un seguito. Appunta il brano di cui ti senti più sicuro o che ritieni catturi meglio il tuo sound. Oppure prova ad appuntare una playlist personale che rappresenti le tue influenze o i tuoi brani preferiti. Ciò offre agli utenti un motivo in più per seguirti e interagire con te.

Contatta i blogger musicali

I blog musicali sono uno dei modi migliori in cui le persone cercano e scoprono nuovi artisti. Ci sono migliaia di potenziali fan là fuori che cercano artisti nuovi e sono affamati di nuova musica, al di fuori del mainstream. Semplicemente non sanno ancora che esisti. Perché non presentare il tuo lavoro in un blog di musica, dove spontaneamente le persone vanno ogni giorno per trovare nuova musica? Cerca blog che promuovano il tuo genere musicale e proponi loro la tua musica. Questo è un ottimo modo per promuovere la tua nuova uscita, in particolare se offri un’anteprima esclusiva potresti stuzzicare l’interesse del blogger. avere maggiori possibilità.

Collabora!

Quando collabori con altri artisti, metti la tua musica direttamente davanti a una base di fan completamente nuova con le orecchie aperte. Contatta altri artisti e vedi se sarebbero disponibili a remixare la tua musica o viceversa. Fai un passo avanti e prova a collaborare con qualcuno al di fuori del tuo genere. Questi possono sia crescere che diversificare il tuo seguito.

Link a Spotify

Non dimenticare mai di mettere il link alla tua pagina artista ovunque tu abbia una presenza digitale, in firma sulle email, sul tuo sito, nelle biografie dei tuoi profili social. Sul tuo sito web, puoi includere un lettore Spotify con i tuoi brani migliori e, ancora meglio, puoi incorporare un pulsante Segui Spotify nella pagina per rendere ancora più facile il seguito.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Gli NFT salveranno i musicisti?

Da qualche tempo l’attenzione del mondo musicale si è focalizzata sugli NFT (Token Non Fungibili), che nella pratica non sono altro che attestati di proprietà su opere digitali come appunto lo è la musica quando non è su supporto fisico.

La musica ai tempi degli NFT
courtesy by pexels.com

Gli NFT si basano sulla tecnologia blockchain, che offre la possibilità di distribuire beni digitali in modo peer-to-peer senza intermediari finanziari. E’ la tecnologia che muove il mercato delle criptovalute, come il celebre Bitcoin, che permette di trasferire denaro senza bisogno di una banca che certifichi le transazioni, in quanto è la rete stessa che le verifica. Gli NFT hanno già trovato un grande interesse nel mercato dell’arte digitale, ora sembra proprio sia il momento del musica.

In Italia si è parlato molto dell’inedito che Morgan ha lanciato sulla piattaforma NFT Opensea, molto più interessante è però il caso dei Belladonna che non solo hanno venduto il loro brano come copia inedita originale, tramite NFT, ma anche i suoi diritti di copyright su eventuali utilizzi futuri. Questo perché la produzione della band romana ha trovato fortuna nel mercato della sincronizzazione e hanno legato al NFT un pre-contratto con le clausole di utilizzo.

Proprio l’esperienza dei Belladonna ha evidenziato alcuni limiti di questa tecnologia, legati soprattutto alla gestione dei vari diritti di utilizzo, dato che la proprietà del NFT resta nelle mani di chi lo ha emesso. Enzo Massa, presidente della FIMI fa notare infatti che

L’opera rimane comunque di chi l’ha realizzata. L’acquirente non ne diventa proprietario, quindi ne avrà una disponibilità parziale. Nel diritto comunitario non esiste il diritto di seguito: è esclusa la rivendita di un mp3, per esempio. Quindi diventi proprietario di un’opera che potenzialmente potresti anche non rivendere se non con il consenso dell’artista originario.

Attualmente, i guadagni degli artisti musicisti che hanno rilasciato musiche NFT sono di gran lunga superiori di quelli rilasciati dalle app di streaming ed è innegabile che questo settore stia vivendo un momento di crescita verticale, tanto che la stessa SIAE ha chiuso un accordo per creazione di 4 milioni di NFT su blockchain Algorand per la gestione dei diritti di 95mila autori. In Italia, case discografiche grandi e piccole stanno seguendo l’evolversi della situazione, tuttavia, un loro diretto coinvolgimento nel futuro prossimo è dato pressoché certo. Un futuro discografico dove gli NFT saranno uno strumento utilizzato come uno dei modelli di business dell’industria.

Come già detto, gli NFT musicali stanno offrendo agli autori cifre molto più consistenti rispetto quelle offerte dai canali tradizionali, ma non è detto che questo duri per sempre. E’ vero che esiste un ampio mercato alla ricerca di prodotti unici ed esclusivi, come in effetti sono gli NFT, ma è anche vero che il rischio è che si giunga molto rapidamente alla saturazione di questo nuovo mercato, se non a una vera e propria bolla speculativa, così come accade nelle blockchain delle criptovalute. La considerazione di Enzo Mazza su questo tema la trovo molto sensata e realista.

Sono anni che si parla della blockchain nel settore musicale. Ma è ancora un prodotto di nicchia. Non possiamo immaginare che questa bolla continui in questo modo. In questa fase ci sono dei numeri che sono completamente fuori mercato. Magari alla fine ti ritrovi in mano qualcosa che non vale più niente. Tornerà poi a una più normale dinamica, e a quel punto si svilupperà un mercato di lungo termine.

A questo punto ti lascio questo link che ti introduce al mondo degli NFT ed al loro utilizzo pratico, vale la pena di dargli almeno una sbirciata, anche perché affronta il tema dei diritti d’autore.
Guida Pratica agli NFT


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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business musica streaming social media

Quali social pagano royalty?

Ho raccolto un po’ di informazioni su quali piattaforme riconoscano royalty per la musica presente nei contenuti pubblicati dagli utenti.

Preciso già da subito che questa guida non credo sia completa e nemmeno esauriente, ma potrebbe comunque risultare utile per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal rapporto tra musica e social. Tieni anche presente che questo articolo fotografa la situazione di questi mesi, come in qualsiasi settore, i processi cambiano e le informazioni in futuro potrebbero non essere aggiornate.

Quali social pagano royalty?
coutesy by pixabay.com
Instagram

Instagram paga le royalty di pubblicazione e master per la musica che gli viene inviata tramite i distributori. Instagram ha integrato la gestione delle licenze musicali recentemente, ma sta lavorando alla creazione di un sistema di gestione dei contenuti (CMS), simile a quello di YouTube. In questo momento, molti detentori dei diritti hanno accordi unici e licenze generali con Instagram, garantendo pagamenti ai loro cantautori e artisti. Per verificare se il tuo distributore, editore o società di raccolta ha un accordo attuale con Instagram, puoi contattare direttamente i loro team di supporto.

Youtube

YouTube tiene traccia e paga le royalty in diversi modi. Oltre a pagare le royalty master e di pubblicazione in base agli ISRC associati al caricamento dei video, utilizza anche un sistema chiamato Content ID per tenere traccia di altri usi. Con Content ID, YouTube è in grado di scansionare e identificare i video che utilizzano la tua canzone. Il meccanismo di calcolo delle royalty di YouTube può essere complesso, inoltre le riceverai solo se il canale dove è pubblicato il video soddisfa le loro soglie monetarie. Questo significa che, affinché YouTube possa inserire annunci e monetizzare un video, questo deve trovarsi su un canale con almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi.

Tic toc

La piattaforma di TikTok si concentra principalmente sul consentire agli utenti di abbinare la musica a brevi video clip di 15 secondi. Tuttavia, mettere semplicemente la tua musica su un video nell’app non ti farà ottenere royalties: un artista deve distribuire la propria musica tramite un distributore affinché sia ​​disponibile e monetizzabile. Devi anche essere registrato con una società di raccolta, come un PRO come SIAE, ASCAP, BMI, SESAC e avere un editore o un amministratore di pubblicazione, per riscuotere le royalty di pubblicazione. Poiché TikTok è una nuova applicazione, stanno ancora lavorando su accordi per concedere in licenza la musica con vari titolari di diritti. Dovrai verificare con il tuo distributore, società di riscossione ed editore per assicurarti che dispongano di licenze con TikTok per riscuotere le royalty per tuo conto. Se sono concessi in licenza, è lecito presumere che la tua musica riscuoterà royalties per ogni utilizzo sulla piattaforma.

Twich

Twitch è la piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon.com. E’ popolare tra i videogamers che trasmettono in diretta le loro giocate. Negli anni è diventato una delle piattaforme più usate per gli eventi in streaming. Attualmente, lo streaming di musica su Twitch può farti guadagnare royalty, ma limitatamente. Solo recentemente Twitch ha firmato un accordo di licenza con SACEM (la SIAE francese) e ha rilasciato il suo nuovo prodotto: Soundtrack. Con il servizio Soundtrack, uno streamer Twitch trasmetterà contemporaneamente il proprio video utilizzando le musiche presenti nel catalogo Soundtrack con relativa licenza sul servizio. Ciò significa che le royalty di pubblicazione e master saranno disponibili per coloro che hanno una licenza con Twitch. Come Instagram, ti consigliamo di verificare con il tuo distributore ed editore per vedere se hanno licenze con Soundtrack per Twitch. Puoi anche eseguire brani selezionati con l’estensione Twitch Sings, ma i brani sono concessi in licenza con un distributore di karaoke.

Splice

Questo servizio consente ai musicisti di caricare i propri campioni, ritmi ed effetti per l’uso da parte di altri. Quando carichi i tuoi beat su Splice, vieni pagato quando qualcuno li scarica e li usa. Le royalty non vengono prese in considerazione perché tutto sul sito Web di Splice è esente da royalty al 100% e autorizzato per l’uso commerciale. Ciò significa che verrai pagato da Splice per un produttore che scarica un beat che hai caricato, ma non riceverai royalties se caricano la canzone su Spotify. Piuttosto semplice, no?

BeatStars

BeatStars è un marketplace per i produttori hip-hop per connettersi con artisti e rapper in cerca di ritmi. Chiunque può iscriversi, mettere in vendita i propri beat e creare contratti unici di “beat lease”. Il produttore è in grado di stabilire determinati limiti su come l’artista può utilizzare il proprio ritmo e quali diritti sono divisi tra loro e l’artista. Come artista o produttore, è importante leggere i tuoi contratti quando stipuli un contratto di locazione beat. Nella maggior parte dei casi, un produttore e un artista si divideranno le royalty di pubblicazione e master . In una licenza esclusiva, i diritti master vengono trasferiti all’artista, ma il produttore manterrà i diritti di pubblicazione.

Come vedi, non è scontato che per ogni riproduzione on line della tua musica ti vengano riconosciuti dei corrispettivi. Per questo, sopratutto se sei un artista musicista che si autoproduce, è necessario che tu scelga bene la piattaforma e i servizi di distribuzione su cui poni le basi della tua carriera. Chi si affida ad un’etichetta discografica in genere non deve preoccuparsi di questo, ma qualsiasi caso, come vedi, essere un musicista professionista oggi più che ieri richiede una conoscenza precisa sulle dinamiche dei mercati digitali e sul valore delle opportunità offerte.


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