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10 Tips per una buona biografia su Spotify

La sezione biografia sulla pagina artista di Spotify spesso viene usata dagli artisti musicali in maniera impropria. Mettendoci un po’ di malizia mi viene da pensare che spesso, soprattutto gli emergenti, si lascino catturare dalla pigrizia e, nel migliore dei casi, si limitano a mettere qualche frase poetica d’effetto che forse descrive il loro essere ma di certo non descrive la loro figura artistica.

tips per una buona biografia su Spotify

Questa sottovalutata biografia in Spotify è uno di quegli strumenti strategici per farti conoscere da chi ti ascolta ma anche per aiutare gli algoritmi della piattaforma a classificarti meglio e quindi trovare il pubblico giusto per te e le tue creazioni.

Una buona biografia artista su Spotify dovrebbe essere efficace e coinvolgente e contenere non solo le informazioni biografiche ma anche quelle artistiche. I caratteri a disposizione non sono molti ma sono sufficienti per redigere un buon racconto biografico ricco di suggestioni.

Di seguito, alcune linee guida che possono aiutarti a scrivere un’autobiografia ricca di contenuti e che ti rappresenti: devi solo trovare il tuo stile narrativo per renderla ancora più attraente.

1. Concisa ma informativa

Per scrivere la biografia Spotify hai a disposizione 1500 caratteri, in realtà non sono molti, ma sono sufficienti per un testo abbastanza dettagliato da fornire informazioni rilevanti sul tuo conto. Lo stile deve essere chiaro e accattivante.

2.Stile coerente

Per la tua biografia dovresti trovare uno stile coerente con la tua personalità e il tuo genere musicale. Ad esempio, se la tua musica è energica e vivace, la biografia potrebbe essere scritta in modo dinamico e coinvolgente.

3.Usa parole chiave

Ti sarà utile includere parole chiave pertinenti nella biografia per rendere più facile trovarti con la funzione di ricerca di Spotify. Ad esempio, se fai parte di un genere specifico o sei associato a un movimento artistico particolare, queste informazioni dovrebbero essere menzionate nella biografia.

4. Storia personale

Racconta la tua storia personale. Importanti sono i momenti chiave che hanno influenzato la tua carriera musicale. Volendo puoi includere informazioni sulla tua infanzia, ma più importanti sono i primi approcci alla musica e gli eventi significativi che hanno plasmato il tuo percorso artistico.

5. Stile e genere musicale

La biografia deve anche contenere lo stile musicale e il genere in cui ti collochi. Fornisci dettagli sulle influenze musicali che ti hanno ispirato e sulle caratteristiche distintive della tua musica.

6. Successi e riconoscimenti

Elencare le tue medaglie, i successi e i riconoscimenti più significativi, come premi vinti, album di successo, brani più popolari o collaborazioni di rilievo ti aiuta ad acquisire quell’autorevolezza e credibilità che suscita interesse nei potenziali ascoltatori.

7. Esperienze live

Se hai esperienze significative di esibizioni dal vivo, come concerti importanti, tour o festival, è utile menzionarle nella biografia. Questo può suscitare l’interesse di chi cerca nuove esibizioni da vedere.

8. Aneddoti e curiosità

Ovviamente puoi arricchire la tua biografia con aneddoti o curiosità interessanti. Se ben usati questi dettagli personali possono creare un legame più intimo tra te e i fan.

9. Collegamenti e contatti

Assicurati di includere collegamenti rilevanti, come il tuo sito web ufficiale, i tuoi profili social media/network e i contatti con il management o la prenotazione dei biglietti. Facilita l’accesso a ulteriori informazioni sul tuo conto e la possibilità di mettersi in contatto con te.

10. Aggiornamenti periodici

Non dimenticare mai di aggiornare la biografia con i nuovi sviluppi e le ultime notizie sul tuo conto. Aggiungi informazioni sui nuovi album, singoli o progetti futuri. Usala per mantenere i fan informati.

Come vedi, puoi veramente usare la biografia di Spotify per creare un legame diretto, veloce e pratico con i tuoi ascoltatori e farli diventare tuoi fan. Chi si appassiona alla tua musica, puoi starne certo, si appassionerà anche alla tua figura artistica e in questa sezione di Spotify farà il primo passo perché tu diventi uno dei suoi artisti di riferimento.

Non dimenticare mai di aggiornare la biografia con i nuovi sviluppi e le ultime notizie sul tuo conto. Aggiungi informazioni sui nuovi album, singoli o progetti futuri. Usala per mantenere i fan informati.

Non dimenticare che tutto il lavoro che hai fatto per la biografia su Spotify puoi replicarlo con un semplice copia e incolla su tutti i tuoi profili artista sulle altre App, anzi, dovresti proprio farlo.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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L’One Sheet automatico di Chartmetric

Qualche tempo fa avevo scritto due righe sull’one sheet e sulla sua utilità per costruirsi un’immagine professionale e completa che sia rapidamente consultabile. Nell’industria musicale gli one sheet si usano da decenni: si presentano come una singola pagina con tutte le informazioni salienti su un’artista o una band; uno strumento di divulgazione e promozione essenziale per negozi di dischi, stazioni radio e riviste.

One sheet automatico di Chartmetric semplifica la vita ai musicisti.

Con l’avvento dello streaming sono caduti per un po’ in disuso, sostituiti di fatto dalla semplice operazione di inserire direttamente i brani in piattaforma mediante un account personale. Ora le cose sono un po’ cambiate e gli one sheet si stanno rivelando strategici per far emergere artisti e produzioni dalla massiccia e quotidiana pubblicazione di nuovi brani sino ad essere cruciali per la pratica del pitch delle nuove uscite da parte delle label ai DSP. Un contesto in cui la necessità promozionale è nuovamente enfatizzata, insieme alla capacità di fare la differenza con informazioni ausiliari e fondamentali per collocare brano e artista.

E’ di questi giorni la notizia che Chartmetric ha acquistato la StartUp Onesheet integrandola nei propri sistemi di analisi dei dati e offrendo, anche gratuitamente, ad artisti ed etichette la possibilità di crearsi i propri one sheet che, sfruttando i dati raccolti da Chartmetric, si aggiornano automaticamente con le nuove uscite e nuove informazioni riguardanti l’artista/band.

Creando un account su Onesheet puoi creare la tua pagina cercando il tuo nome d’arte tra i 9 milioni di quelli censiti nel database della società: biografia e metriche essenziali compariranno in tempo reale e la prima versione della pagina sarà pronta. A questo punto puoi editare la pagina, sezione per sezione, aggiungendo o togliendo tutte le informazioni che riterrai utili.
Una volta completata, potrai condividerla con i DSP, sui social e ogni volta riterrai utile per promuovere o presentare la tua attività musicale.

L’aspetto interessante è che si tratta di una pagina dinamica, le cui metriche vengono aggiornate da Chartmetric senza alcun intervento da parte del titolare della pagina: quegli aggiornamenti pervengono anche laddove quel one sheet è stato condiviso.

Una funzionalità chiave è la Spotlight Release, che consente di inserire nella pagina i link a audio e video (su SoundCloud, YouTube, Vimeo…) anche di brani non ancora pubblicati ma già pronti che, al momento ufficiale dell’uscita, saranno segnalati in pagina e alle piattaforme con cui essa viene condivisa.

Prova Onesheet, è piuttosto semplice, completo, gratuito (fino a 3 artisti) e facilmente modificabile. Un’ottima soluzione per presentarti come si deve.

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Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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L’artista musicale è il fulcro di tutto.

Essere un artista musicale, vivere di musica, magari della propria musica e delle proprie canzoni, è sempre stato difficile. Come tutte le professioni creative c’è, vivaiddio!, una selezione della specie piuttosto feroce che lascia poco spazio all’improvvisazione.

L'artista musicale è il fulcro di tutto.

Un artista musicale vede premiati i suoi sforzi solo quando riesce a raggiungere alti livelli professionali e non sto parlando solo della sua maturazione artistica: i più grandi professionisti della musica sono quelli vivono la professione consapevoli delle regole legali e contrattuali che la caratterizzano e delle regole che muovono quel gran circo che è l’industria dell’intrattenimento. Questo perché la musica live e il settore discografico sono intrattenimento e i loro competitor sono tutto ciò che fa intrattenimento, cioè tutto quello che può riempire il tempo libero di una persona: teatro videogiochi, film in streaming ecc…

Il passaggio della musica dal supporto fisico allo streaming, l’avvento dei social media e dei social network hanno cambiato molti paradigmi rivoluzionando l’intera filiera musicale, in questo contesto l’artista musicale, proprio la figura che tiene in piedi tutta la baracca, è rimasto sacrificato da questo mutamento del mercato.

Se da un lato oggi è possibile per chiunque produrre e far conoscere la propria musica, dall’altro siamo giunti ad una saturazione dell’offerta musicale nella quale solo pochi riescono ad emergere: i Migliori.

I Migliori sono quegli artisti musicali che indirizzano i loro sforzi non solo nel perfezionare la loro arte ma investono impegno, tempo e risorse nel costruire la loro figura artistica creandosi un immagine pubblica unica e distinguibile, curando la loro base fan e guadagnandosi una buona reputazione di professionisti della musica.

Questo non vale solo per gli artisti che realizzano produzioni discografiche, vale per tutti gli artisti musicali, vale per i turnisti, i coristi, i parolieri, gli arrangiatori, i producer e tutte quelle figure professionali che contribuiscono alla lavorazione di una canzone.

Un esempio: Se un cantante all’apice del successo deve scegliere un nuovo chitarrista per la band che lo accompagnerà in tour, secondo te terrà in conto anche della presenza scenica del musicista e del rapporto che ha con il suo pubblico online o si limiterà alle sue capacità tecnico-artistiche?

Ma non c’è solo questo.

L’esperienza insegna che non esiste nessuna campagna pubblicitaria, nessun piano marketing, nessuna promozione in grado di spingere in alto un artista, o la sua produzione, se l’artista stesso non è pronto a lavorare su se stesso per diventare il brand della sua musica attraverso quei meccanismi codificati nelle tecniche di marketing.

E’ su questo che io lavoro, sul fulcro di tutto: con l’artista, per l’artista.


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6 punti per trasformare la tua musica in un brand

Non mi meraviglierei se leggendo il titolo trovassi fastidioso l’accostamento tra le parole musica e brand, accade a molti artisti musicali che vedono in questo accostamento il ridurre la musica a semplice merce di consumo.

6 punti per trasformare la tua musica in brand

Non nascondiamoci però che, in realtà, la musica è merce di consumo e mai come di questi tempi è stata prodotta e consumata in enorme quantità. Ovviamente senza dimenticare che la musica nasce da un processo creativo ed artistico che spesso è il frutto di anni di studio, lavoro e costanza.

Ci troviamo perciò in un contesto in cui è necessario creare la giusta sinergia tra l’aspetto commerciale e quello creativo. Un buon musicista professionista è tale quando riesce a coniugare l’aspetto spirituale e quello materiale della sua professione, riuscendo ad emozionare il suo pubblico e vivendo con i guadagni del suo lavoro.

Trasformare la tua musica in un brand significa renderla unica e riconoscibile, così come deve essere unica e riconoscibile la tua figura di personaggio artistico. L’artista e la sua musica devono appartenere ad un contesto che sia facilmente riconoscibile dal pubblico, ma nel contempo devono emergere da questo contesto, trovando una loro dimensione unica.

Questo risultato non è detto che sia immediato, potrebbe rivelarsi un percorso di ricerca, fatto di tentativi più o meno felici, che ti porterà a raffinare la figura artistica mentre, nel contempo, migliori anche la tua scrittura musicale e la qualità dei tuoi pezzi. E’ un percorso di maturazione nel quale valuterai anche le reazioni del pubblico e costruirai con esso un rapporto di fiducia facendolo diventare la tua fan base. Un artista musicale quindi deve ricordare sempre che il brand è ciò che associa se stesso ad un gruppo di persone in particolare, a cui si propone un progetto che rispecchi i loro gusti ed esigenze musicali.

Ci sono sei punti chiave quindi per poter realizzare il proprio brand:

1. Chi sei e chi vuoi diventare?

Prima di ogni cosa devi aver chiaro quale direzione dare al tuo percorso artistico: vuoi diventare una rockstar, un cantautore oppure vuoi diventare uno specialista di uno strumento ambito dai migliori artisti della scena? Il tuo brand riguarda le tue aspirazioni, le domande a cui devi rispondere sono: “Per cosa voglio essere ricordato?” e “Come lo evidenzio al meglio?”. Vorrei portanti l’esempio di Dodi Battaglia che per mezzo secolo ha costruito il suo percorso artistico con i Pooh, scrivendo e arrangiando con loro le canzoni che li hanno resi celebri nel mondo. Questo non gli ha impedito, anzi lo ha aiutato, nel costruirsi una carriera e una fama internazionale di grande chitarrista. La sua lunga esperienza musicale gli ha permesso di continuare una carriera solista realizzando nuove canzoni e condividendo le sue conoscenze tecnico/artistiche in affollatissime master class.

2. Conosci il tuo pubblico

Ne consegue che, se non hai le idee chiare su chi sei e cosa vuoi rappresentare con la tua musica, difficilmente le persone potranno dare un senso della tua presenza. Il brand che stai costruendo rispecchia i valori artistici che distribuisci. Devi conoscere te stesso, ma devi anche capire i gusti delle altre persone, del tuo pubblico potenziale. In altre parole, devi trovare la tua nicchia. Devi concentrare i tuoi sforzi nel catturare l’attenzione di quel pubblico specifico che si appassiona al tuo genere musicale ed al tuo sound: quello che si emoziona nell’ascoltarti. Sarà la tua fan base.

3. Costruisci la tua identità

Concentrarsi troppo su visibilità, successo di pubblico o fama può rivelarsi un problema se prima non ti sei costruito un’identità artistica solida e riconoscibile. Nella musica il successo può rivelarsi effimero se non basato su pilastri solidi che vanno oltre alle abilità artistiche. Chi ti ascolta deve amare le tua musica, ma deve amare anche il tuo personaggio artistico. Devi perciò costruirti una buona reputazione professionale che resti nelle percezioni dei tuoi colleghi musicisti o del tuo pubblico.

4. Costruisci un luogo privilegiato per farti conoscere

Il proliferare dei canali comunicativi è dispersivo. Per la natura di cui sono fatti, per le dinamiche che creano, generano una lettura non lineare dei contenuti che a sua volta può rivelarsi dispersiva e spesso superficiale. Per questo è fondamentale creare un luogo tuo dove presentarti, rappresentarti, illustrare il tuoi progressi artistici e magari mantenere un contatto privilegiato con il pubblico appassionato alla tua arte. Un buon sito internet, costantemente aggiornato con le date dei tour e magari con un blog è la soluzione ottimale per mantenere un contatto solido nel tempo con il tuo pubblico. Se poi sei un musicista professionista alla ricerca di ingaggi come turnista o per tour dal vivo, LinkedIn è il paradiso dei professionisti di ogni categoria. Come social LinkedIn ha delle caratteristiche e delle dinamiche diverse da quelle che sei abituato a vedere con Facebook o Twitter. Essendo un luogo frequentato da professionisti LinkedIn richiede anche un linguaggio professionale appropriato, ma è innegabile che è il posto giusto per far valere il proprio valore professionale ed ottenere ingaggi magari impensati.

5. Nutri il tuo pubblico di grandi aspettative

Ora che sai chi sei, qual’è il tuo pubblico e come mantenere viva la sua curiosità, devi trovare il pretesto quotidiano per farti notare e ottenere apprezzamento. Per ottenere e mantenere l’attenzione del pubblico devi attrarlo informandolo sulle tue attività e sul contesto artistico in cui ti muovi, senza dimenticare di suggestionarlo con la tua musica.

Se racconti alle persone chi sei, cosa fai, come lo fai e, perché no, come possono ottenere i tuoi risultati o ricreare i tuoi suoni, ottieni la vicinanza e l’ammirazione di un pubblico che in te vede un punto di riferimento e magari una fonte d’ispirazione. Una nicchia si alimenta con contenuti che non devono necessariamente portare alla vendita ( meglio dire al tuo ascolto in streaming): basta che chi ne fruisce comprenda che, qualora fosse necessario, che tu sei in grado di soddisfare la sua fame di emozioni e buona musica.

6. Converti l’interesse in contatti, i contatti in relazioni e le relazioni in ascoltatori

I social network non servono a vendere, ma a far scattare un primo generico interesse. Se vuoi che questo interesse diventi famigliarità e autorevolezza devi acquisire la capacità di arrivare direttamente al tuo pubblico, disintermediando social network e social media. Puoi farlo attraverso una mailing list, un gruppo chiuso, la messaggistica, le notifiche o un live. I contatti sono un punto di partenza debole, le relazioni il loro sbocco naturale.

Il valore di un follower è nullo se con esso non si instaura una conversazione, se non c’è un coinvolgimento reale e attivo. Tutto ciò che hai fatto finora porta a questo. Attraverso la comunicazione il pubblico comprende chi sei e qual’è la tua musica, nel contempo apprezza la tua disponibilità e le tue qualità umane e professionali.

A questo punto non dovrai più insistere sul pubblico perché ascolti il tuo ultimo brano o compri il biglietto del live. Sarà proprio questo tuo pubblico a restituirti l’attenzione che gli hai dato partecipando alle tue esibizioni e facendo conoscere agli amici la tua ultima produzione. Sarà un atto spontaneo di riconoscenza, un rapporto umano solido di reciproco rispetto.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Come uscire dalla rassicurante nicchia

Per una band o un artista musicale la nicchia di pubblico legata al genere musicale è la base per una buona partenza. Rivolgersi ad un pubblico ben definito con un’immagine che risponda ai canoni di genere aiuta sin dai primi passi nel farsi apprezzare e riconoscere.
Come uscire dalle nicchie di genere musicale'

Il problema è che, statisticamente, il pubblico di nicchia non è proprio un pubblico fedelissimo; non nascondiamoci che anche il pubblico di nicchia è irresistibilmente attratto dalla musica mainstream, che resta la principale concorrente della musica di nicchia, qualsiasi sia il genere musicale.

Questa è una dinamica che riguarda qualsiasi mercato di generi di consumo ed è incontestabile che la musica sia un genere di consumo, se così non fosse non esisterebbe l’industria discografica e dell’intrattenimento come la conosciamo.

Date queste premesse, il primo punto da focalizzare è che la competizione vera e propria tra artisti musicali non avviene all’interno della nicchia di genere, ma avviene nel mercato generale, nel mainstream. Come succede in altri mercati, anche nel discografico chi è piccolo, di nicchia, molto probabilmente resterà tale, solo pochi riusciranno a trovare il modo creativo e commerciale per uscirne. Ma come?

Non ci sono ricette miracolose, ovviamente, ma una strada percorribile esiste ed è quella di applicare metodi di branding nella promozione della band, del cantante/autore o del singolo prodotto discografico.

Il primo passo del nostro viaggio al di fuori della nicchia è di essere presenti nella memoria del pubblico: ovvero identificarsi come una soluzione alternativa ma non diversa da quella offerta dal mainstream. Supponiamo il caso di un brano reggae ben connotato nel genere, dal ritmo vivace e dalle sonorità positive. Questo brano può rispondere bene alle persone che cercano musica allegra, spensierata e dal sapore estivo, per capirci, una canzone che possa tranquillamente stare in una playlist di tormentoni mainstream dandole un tocco di originalità.

A questo punto, proprio valutando il tuo pubblico, età, provenienza, playlist create ecc., puoi trovare le giuste corde per solleticare l’attenzione verso la tua musica utilizzando le leve e le loro varianti che hanno dato migliori risultati nel mainstream. Non si tratta della ricerca del successo, del brano commerciale, ma di una maturazione artistica e creativa che ti metta in sintonia con i gusti del pubblico solleticandone la curiosità ed offrendogli qualcosa di diverso, di alternativo.

Il terzo passo, quello fondamentale, è creare un ricordo permanente nella memoria del nostro pubblico. Per ottenere questo c’è tutto quel lavoro costante e coerente di personal branding che ci renderà unici e distinguibili dalla massa, dove distinguibili non significa differenti.

E’ nella costruzione di questa identità distinguibile che scopriremo che tutti quei soldi apparentemente buttati in loghi e brand architecture non erano, dopotutto, buttati. Ma scopriremo anche che, come nella musica, ogni cosa nel marketing, non funziona da sola.


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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
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marketing musicale musica streaming personal branding

100.000 brani al giorno

Il titolo di questo post si riferisce all’offerta musicale disponibile ad ogni singolo individuo del pianeta connesso alla rete internet. Questa è una stima del settembre 2022 regalataci da Sir Lucian Grainge di Universal e Steve Cooper di Warner Music.

100.000 brani al giorno

La conclusione di questi due pezzi da 90 dell’establishment discografico è che questo vasto volume di musica con i relativi contenuti associati (video, presenza sui social ecc.) sta rendendo sempre più difficile per gli artisti raggiungere un pubblico consistente online e sta mettendo in crisi il rapporto tra le case discografiche e gli artisti che dovrebbero commercializzare, promuovere e sviluppare.

La verità è che nell’era dello streaming anche le major hanno difficoltà nel far emergere la loro canzone tra le altre 99.999 che giornalmente vengono rilasciate sulle piattaforme, per questo stanno puntando sulle opportunità offerte dal web3.0 (metaverso, NFT, ecc.) e poter finanziare adeguatamente la produzione musicale d’alto livello potendo investire adeguatamente in nuovi artisti. A quanto pare nemmeno più il tradizionale merchandising è sufficiente a mantenere in piedi una carriera artistica in un mondo in cui l’offerta musicale è decisamente sovrabbondante e dispersiva.

I dati noti ci restituiscono la prospettiva in cui dal 2018 al 2022 i brani caricati sulle app di musica in streaming si è quintuplicato, mentre Apple Music conferma che il numero totale di brani sulla sua piattaforma ha superato i 100 milioni. Il volume di traffico generato da una tale quantità di musica (sarebbe più esatto parlare di dati), ha ovviamente messo in crisi il sistema di distribuzione in streaming. Nell’anno fiscale 2021, secondo un deposito annuale della SEC, Spotify ha speso ulteriori 33 milioni di euro rispetto all’anno precedente in “costi per la tecnologia dell’informazione” principalmente a causa di un “aumento del nostro utilizzo dei servizi di cloud computing”.

Sappiamo che le App di musica in streaming stanno seguendo delle politiche per contenere questa iperattività creativa di artisti ed etichette: per esempio Spotify ha cominciato a rifiutare cover non sorrette da un preciso piano editoriale; personalmente ho poi notato che Amazon Music e Deezer tendono a nascondere nelle ricerche i prodotti discografici meno performanti o meno popolari. Un inequivocabile segno di autodifesa delle infrastrutture informatiche messe sotto stress da questa democraticità impazzita nelle produzioni discografiche.

Ma se artisti, etichette e app di streaming sono messe in difficoltà da questo assetto del mercato, chi ci sta guadagnando?

Sicuramente a guadagnarci, in questo momento, sono i distributori di artisti indipendenti come DistroKid e TuneCore che ricevono un compenso da ogni artista fai da te la cui musica viene caricata sulle piattaforme di streaming. E’ infatti indubbio che la rapida crescita recente del volume di caricamenti di musica è stata trainata dal settore della distribuzione indipendente, dove artisti o etichette possono distribuire con semplicità la propria musica con un click su Spotify, Apple Music, YouTube Music , Amazon Music ecc.

La domanda che molti si pongono è la seguente: 100 mila tracce al giorno sono migliori per il pubblico di, diciamo, 1000 al giorno?

Personalmente credo che il sistema attuale prosperi sugli artisti immaturi vendendo l’illusione di un successo discografico facile e a portata di mano e credo che il mercato delle produzioni musicali stia vivendo una bolla che in fin dei conti non premia nessuno.

Visto da oggi non credo nemmeno che il web3.0 si rivelerà determinante per cambiare queste prospettive, lo vedo come un’artefatto che, ancora una volta, ci allontana dal focus principale che resta la musica e il musicista.

In un presente così mutevole e frammentato per l’artista musicale resta fondamentale lavorare sulla sua promozione personale affiancando il proprio sito internet ai social network con l’utilizzo di tutte quelle strategie e metodi noti come personal branding.

Ciò che distingue il musicista immaturo dal musicista maturo è proprio la consapevolezza di dover curare ogni dettaglio della propria figura professionale per poter distinguersi in questa palude sconfinata di produzioni musicali.

Il mercato discografico così come lo conosciamo oggi evolverà e certamente non tornerà all’era pre-streaming, resterà sul palcoscenico solo chi saprà vivere in un mondo dove le relazioni online e dal vivo sono interconnesse tra loro.


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10 regole per una strategia di marketing musicale

Lanciare una release è un processo che ha i suoi tempi ed i suoi modi: parte dall’idea del brano sino alla sua produzione e infine alla sua promozione e lancio. E’ un lavoro articolato che richiede conoscenze, calcolo e progettazione. In questo decalogo ho cercato di fissare i punti chiave del processo che in realtà coincide, perché ne fa parte, con il percorso di crescita dell’artista musicale.

Dieci regole per una strategia di marketing musicale

1. E’ una questione di qualità

La verità, l’unica verità, è che tutto inizia e finisce con la musica: se una canzone è misera, nella scrittura, nell’arrangiamento e nell’esecuzione non aspettarti di vivere di musica. Questo significa che devi aver cura dei particolari, di tutti i particolari: l’immagine della band, il materiale per le cartelle stampa, le foto, le copertine delle pubblicazioni e i video. In breve, devi curare in egual misura la forma (l’immagine) e la sostanza (la musica) se vuoi che il tuo progetto artistico possa rivelarsi vincente.

2. Umiltà non modestia

Quando scrivi la tua musica o ti poni davanti ad un’arrangiamento affronta il lavoro con molta umiltà. Analizza il percorso creativo chiedendoti sempre se non puoi fare meglio. Vedi di mantenere la barra dritta sui tuoi obiettivi con impegno e dedizione; la musica è innanzitutto una disciplina e come tale richiede impegno e fatica, ma nel contempo non lasciarti sopraffare dalla fatica, non perdere l’entusiasmo per ciò che fai, anzi, trova nelle difficoltà lo sforzo per fare meglio: Roma non è stata costruita in un solo giorno.

Così, una volta che hai la tua canzone ben riuscita non risparmiare sforzi per promuoverla. Raccontala, parla di lei, parla del percorso creativo che l’ha generata e di come si inserisca nella tua poetica e nel contesto del genere musicale cui appartiene.

Fallo senza paura. Devi essere orgoglioso della tua creatura e sfidare a testa alta il giudizio del pubblico. Non piacerà a tutti, ma se piacerà a molti avrai raggiunto un traguardo importante. Devi ricordare che nessuna agenzia di Pubbliche Relazioni saprà mai parlare meglio di te della tua musica e del tuo stile artistico. Puoi noleggiare anche una grande agenzia di PR, ma nessuno saprà mai parlare bene quanto te della tua musica.

3. Cura i dettagli della distribuzione

Curare i propri profili artista sulle app di streaming come Spotify, Amazon e YouTube è fondamentale per avere un’immagine coerente e soddisfacente, lo stesso vale per i tuoi profili social: non tralasciare questi dettagli perché sono fondamentali. Scrivi una bella biografia e accompagnala con foto professionali che ben ti rappresentino. Crea e mantieni un sito internet aggiornato dove chiunque possa trovare informazioni utili su di te, sulla tua musica, sulle tue pubblicazioni e sui tuoi concerti, passati e futuri è fondamentale. Raccogli gli indirizzi dei tuoi fan, è l’unico modo diretto che hai per comunicare con loro. I Social passano di moda, i recapiti email durano nel tempo. Crea una newsletter e mantieni costante la tua presenza nella vita delle persone.

4. Deposita la tua musica

Deposita la tua musica presso le apposite agenzie per assicurarti di ricevere i soldi legalmente dai passaggi in radio, tv o apparizione live. Le App di musica in streaming pagano poco per ogni ascolto e i diritti d’autore provenienti da altre fonti sono indispensabili per poter costruire una carriera da musicista.

5. Programmare, promuovere, rilasciare.

Produrre musica può richiedere mesi come anni, quando il brano o l’album è pronto per l’ascolto pubblico in realtà non è ancora pronto per essere distribuito. Già durante la fase di composizione, perciò proprio quando il progetto comincia a prendere forma, inizia a raccontare il percorso creativo che stai intraprendendo, fai partecipare i tuoi fan all’evoluzione del progetto e raccontalo anche con i musicisti e tecnici che ti accompagnano. Crea un’aspettativa, un’attesa, un interesse.

Tutte queste fasi vanno pensate all’interno di una strategia comunicativa programmata e pianificata che oltre ai social possa attirare l’attenzione dei media potenzialmente interessanti. In particolare radio, web-radio webzine, sono ossessionati dalla musica, e si rivelano un ottimo canale promozionale.

Per catturare la loro attenzione devi fare in modo che il rilascio del tuo album diventi una notizia di rilievo, succosa e interessante. Troverai una concorrenza molto agguerrita e dovrai cominciare a far parlare di te da radio, webzine e blog almeno otto o sei settimane prima della data ufficiale di rilascio.

6. Sii onesto con te stesso.

Il tempo è denaro: non perdere tempo a dire in giro che siete la migliore band, o il miglior artista della terra o degli ultimi tempi, non provare nemmeno ad inventarti citazioni di fonti musicali riconosciute. La falsità non ti porta da nessuna parte.

7. Comprendere le regole e la realtà

Essere unici, trovare la propria immagine, il proprio stile, la propria dimensione. Fare la differenza è indispensabile e auspicabile se si vuole emergere come offerta musicale. Vale sempre sia per l’immagine, sia per la musica, sia sul come ci si rapporta con il pubblico. Questa tua unicità devi ricercarla nelle regole, nei canoni, del genere musicale di cui vuoi far parte. Per capirci, un’abbigliamento cuoio e borchie mal si adatta se sei un musicista jazz. La sfida è quella di rendersi riconoscile in un determinato contesto creando però uno stile che rompa i canoni fissati senza stravolgere il contesto di genere. Pensa ad una band come i Kiss che partendo dall’iconografia Heavy Metal fatta di cuoio e borchie l’ha personalizzata con quelle maschere di trucco che li ha resi unici.

8. Non contare i Mi Piace.

I Like, le Impression, I cuoricini ed anche i commenti sui social media e social network sono importanti per misurare la tua popolarità e sicuramente per sfamare il tuo ego e l’autostima, non certo per sfamare il tuo stomaco. I tuoi sforzi per catturare pubblico devono essere indirizzati all’ascolto della tua musica. Sono gli ascolti sulle app di streaming e le presenze ai tuoi concerti che confermano il successo della tua arte. Cura personalmente delle playlist sulle app di streaming principali come Amazon, Spotify; non sottovalutare altri ecosistemi com Bandcamp o SoundCloud che sono forti in alcuni generi. Studia il mercato e cerca di capire a che tipo di persone piace la tua musica.

9. Pensare a storie e cicli.

Pensa, gestisci e progetta a lungo termine, darà più entusiasmo al tuo lavoro: non pensare solo al rilascio di un album o di un singolo ma progetta un percorso e gioca fare previsioni, restando nel contempo aperto al cambiamento. Fai che il tuo percorso artistico sia la storia che racconti al pubblico, ai giornalisti, ai Dj. Condividi con loro le tue passioni musicali, i tuoi gusti, la vita con i tuoi colleghi ed i tuoi partner.

10. Continuità e coerenza.

Nell’epoca della musica in streaming solo la continuità e la coerenza premiano. La tua professione di artista musicale devi costruirla sul lungo periodo attraverso una narrazione coerente e un impegno continuo di presenza in rete e off line anche quando non rilasci nuova musica o non sei in tour. Qualche settimana all’anno per ricaricarti puoi prendetela come fanno tutti :), ovviamente.

“La narrazione è l’arte di accompagnare il pubblico attraverso un viaggio che hai organizzato tu. Come ogni buon agente di viaggio hai organizzato tutto il percorso in modo da non affaticare, ma stimolare, divertire e far crescere chi lo percorre. Quindi far sentire bene e rendere attraente il viaggio che hai immaginato per i tuoi clienti immaginari.”
(Riccardo Scandellari).

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Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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business personal branding social music marketing

4 punti cardine del marketing musicale

Suppongo ti sia chiesto il motivo per cui alcuni musicisti di talento facciano fatica a crearsi un ricco seguito di pubblico e ottenere il riconoscimento che meriterebbero, mentre vedi che altri, di talento minore, sembrano raggiungere un riconoscimento di pubblico più consistente, ed essere visibili ovunque. Ciò sicuramente dipende da molti fattori, ma uno rilevante è la capacità di saper muoversi nel settore musicale anche sul lato più pratico del business, che nella vulgata popolare sarebbe il sapersi vendere bene.

4 punti cardine del marketing musicale

Definirei il marketing musicale quel pezzo mancante di un insieme capace di fare la differenza. Il problema è che molti musicisti sottovalutano l’importanza dell’effetto che può ottenere una buona strategia di marketing, nonostante gli strumenti per approfondire le proprie conoscenze e monitorarle con costanza siano orami alla portata di tutti. Nell’era della musica in streaming molti artisti musicali non riescono ad arrivare dove desiderano semplicemente perché si ritrovano incapaci di gestire attività di organizzazione e vendita del proprio materiale musicale.

Le fonti per documentarti oramai sono molte, le stesse piattaforme di distribuzione offrono infarinature sui concetti chiave del marketing musicale, esiste un’ampia letteratura, molti blog divulgativi (tra cui questo;) e manuali pratici che possono avvicinarti alla materia. In questo articolo vedrò di fissare alcuni punti chiave sul perché e sul per come un artista musicale deve interessarsi al marketing musicale ed alla promozione del suo essere artista e della sua musica.

1. Sveglia le coscienze

Sulle App di streaming musicale l’offerta quotidiana è talmente vasta che (ahinoi) non basta fare della buona musica per essere notati. Certo che l’ideazione, l’esecuzione e la produzione delle tue tracce deve essere ineccepibile, ma non è sufficiente per fare il botto: questo è un dato di fatto.

Essere musicisti di talento e mostrare questo talento alle persone sono due cose diverse: perché il tuo talento venga scoperto, prima devi catturare l’attenzione delle persone perché è l’attenzione il fattore che un artista musicale deve saper conquistare convincendo il pubblico che vale la pena essere ascoltato. È questa l’essenza del marketing musicale: attraverso la promozione e commercializzazione della musica si mostra al pubblico che non solo la propria musica esiste ma si convincono anche le persone ad ascoltarla. È su questi due obiettivi che dovrai focalizzarti inizialmente.

So già che alcuni lettori di stanno storcendo il naso perché faticano a coniugare loro passione creativa per la musica con il verbo vendere eppure questo è un passaggio obbligato se intendono continuare a deliziarci con le loro creazioni musicali.

Devi sapere che fare marketing musicale non è fare l’imbonitore. Fare marketing significa investire tempo e risorse sulla propria immagine e quindi sul proprio prodotto musicale. Non è richiesta nessun tipo di laurea o conoscenza particolare, ma è necessaria la volontà di voler imparare fino a possedere la materia come possiedi la conoscenza della musica.

2. Il marketing è dialogo continuo con i propri fan

Abbiamo detto che per poter vivere della tua musica è necessario catturare l’attenzione del pubblico, il prezzo di questo è che questa attenzione devi restituirla a chi ti segue. Il dialogo con il pubblico deve essere continuamente stimolato con tutti i mezzi che i social network ti offrono e anche nelle occasioni di incontro, prima o dopo un live o in occasione di una manifestazione. Rispondere alle domande, soddisfare le curiosità ed essere disponibile nei luoghi deputati è la strada più breve per crearti una fanbase affiatata: un buon marketing parte dalla costanza con cui sono curate le pubbliche relazioni, in particolare con i fan.

Il processo di marketing musicale inizia proprio dall’acquisizione e dallo studio della tua fan base. E’ un impegno che devi mantenere costante attraverso il dialogo e attraverso la misurazione delle tue iniziative di coinvolgimento del pubblico. Credere che il marketing inizi solo al momento di rilascio di un album o un singolo, e che finisca prima di iniziare a lavorare sul prossimo progetto è semplicemente un errore.

3. Non puoi fare tutto da solo

Imparare a fare marketing musicale non è complicatissimo se ci si dedica con dedizione, ma è senza dubbio un impegno che ruba tempo ed energia. Spesso dedicarsi da soli al marketing musicale può essere frustrante e stancante finché non ne possederai le dinamiche. La soluzione allora è proprio coinvolgere altri componenti a partecipare nella promozione del tuo progetto: chiedere ai tuoi fans di sostenerti, noleggiare un team di marketing, affidarsi ad un’etichetta o un agenzia che ti aiuti in questo processo.

Più mani rendono il lavoro più leggero: una volta che hai intuito chi può davvero aiutarti, coinvolgi gli altri in un gioco di squadra così che il talento acquisito nella promozione ti aiuterà a comprendere chi può fare al caso tuo e se è capace di rispondere alle tue esigenze. Conoscere quindi le regole della promozione ti aiuterà anche a scegliere le persone migliori di cui circondarti.

4. Non solo online

Certo Internet offre la grande occasione di promuovere la tua musica da casa ma in realtà così rischi di non andare molto lontano. Organizzare un live è una prerogativa che si avvale di un lavoro concreto, oltre al fatto che ti porterà a utilizzare le tecniche di marketing non solo online ma anche nel contatto diretto con un pubblico, magari attraverso del merchandising. È quindi un altro modo per raccogliere guadagni dalla propria musica.

Le opportunità al di fuori di internet sono molte: una telefonata o un incontro diretto possono abbreviare i tempi organizzativi e darti l’occasione di capire faccia a faccia i modi e i pensieri delle persone con cui entri in contatto. Ecco perché è importante non concentrarsi mai solo e unicamente sull’online, ma devi allargare sempre le possibilità di promozione anche dal vivo con concerti o partecipando a Contest o rassegne.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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metadata musicali musica streaming tips & tricks

Come cambiare distributore senza perdere streaming

Può capitare che tu debba o voglia cambiare il distributore della tua musica sulle app di streaming (Distrokids, Tunecore, Believe, The Orchard, ecc…), come puoi farlo senza perdere il numero delle riproduzioni o essere rimosso dalle playlist nelle quali faticosamente sei riuscito ad entrare?

Come cambiare distributore senza perdere streaming

Si tratta di un’operazione piuttosto semplice ma sicuramente delicata e, sopra ogni cosa, un’operazione che non ammette errori per andare a buon fine. Le piattaforme di distribuzione seguono procedimenti diversi per garantire questo passaggio. Prima di tutto ti consiglio di consultare i loro manuali per essere sicuro di non commettere errori, se hai dei dubbi, consulta i loro centri di assistenza, è un servizio che ti devono, anche se ti stai preparando a lasciarli.

Per assicurarti che il processo di trasferimento della tua musica da un distributore all’altro avvenga senza intoppi e senza perdere il conteggio degli stream e delle playlist correlate devi rispettare alcuni passaggi chiave durante la ripubblicazione di un brano o di un’album già pubblicato in precedenza. Questi passaggi, valgono per tutte le piattaforme di distribuzione, sono regole generali che funzionano qualsiasi sia il metodo seguito dalle due piattaforme coinvolte nel trasferimento.

Perché il trasferimento vada a buon fine devi ricaricare i brani e/o l’album rispettando alla lettera le caratteristiche dei metadata delle pubblicazioni già caricate nel distributore che intendi lasciare. Procederai perciò al caricamento sulla nuova piattaforma assicurandoti che:

  1. I titoli delle canzoni, il nome dell’artista e l’artwork devono essere identici;
  2. I file audio devono essere identici. La lunghezza e il formato della traccia devono essere identici;
  3. Il tipo di pubblicazione deve essere identico (album, EP, singolo);
  4. Devi utilizzare i numeri ISRC e UPC originali (ne parlo più avanti);
  5. È necessario utilizzare la data di rilascio originale;
  6. Puoi rimuovere la versione precedente solo dopo che quella nuova è stata pubblicata sui DSP (Spotify, Apple Music, ecc.). Questo significa che magari per qualche giorno avrai un rilascio duplicato, non è un gran danno;
  7. A questo punto puoi cancellare o richiedere la cancellazione dei tuoi brani sulla vecchia piattaforma.

NOTA
Ti consiglio di verificare con attenzione ogni dettaglio del nuovo caricamento con scrupolo manuale, una minima discordanza fra i dati può mandare a gambe all’aria il trasferimento, nel senso che se le due copie non sono identiche al 100% il numero degli ascolti e l’inserimento nelle playlist viene perso.

Per assicurarti che tutto funzioni correttamente una volta che la versione del nuovo distributore appare su Spotify, controlla che i conteggi delle riproduzioni siano gli stessi su tutti i brani per entrambe le versioni. Se così è, fai ritirare la versione obsoleta dal tuo vecchio distributore. La maggior parte dei distributori ha un pulsante per rimuovere una versione. Alcuni richiedono una richiesta scritta via email. Alcuni lo fanno gratuitamente, altri lo fanno pagare. Magari qualcuno potrà essere recalcitrante, ma non può impedirti di scegliere chi distribuisce la tua musica, perciò dovrà cedere.

Riguardo ai codici ISRC e UPC

I Codici ISRC e UPC molto probabilmente non li hai generati tu, a meno che non ti sia attrezzato per l’evenienza, quasi sicuramente ti sono stati generati in automatico dal distributore delle tue release. Perciò, indipendentemente dal distributore che utilizzi, sarai in grado di trovare il numero ISRC di ogni canzone. Accedi al backend del tuo distributore, fai clic sulla release e vedrai che ci sarà un numero ISRC assegnato a ogni brano e l’UPC assegnato alla release completa. Se hai problemi a trovarlo, scrivi al loro supporto clienti e chiedi dove trovarlo.

Copia questo codice ISRC dal tuo vecchio distributore e incollalo nella sezione in cui il tuo nuovo distributore richiede il numero ISRC. Questo è molto importante e deve essere fatto correttamente ed evitare assolutamente di inserire dati non corretti. Controlla tre volte questo passaggio prima di confermarlo. Tieni anche presente che se dimentichi questo passaggio, il distributore ti assegnerà un nuovo ISRC in automatico e la tua operazione di trasferimento non sarà corretta (con il risultato che perderai lo storico degli streaming).

Questo metodo che assegna ad ogni brano o pubblicazione un codice univoco ti permette anche di realizzare, ad esempio, una versione deluxe nella quale mettere tracce aggiuntive. Finché i file audio, la lunghezza della traccia e i titoli delle singole tracce sono gli stessi, i conteggi di riproduzione si collegheranno. Quindi, anche se mantieni la vecchia versione dell’album, i conteggi delle canzoni si collegheranno. Questo è il motivo per cui si pubblicano i singoli prima degli album e il motivo per il quale il conteggio delle riproduzioni della versione singola corrisponde al conteggio delle riproduzioni della versione dell’album (e le canzoni non sono elencate separatamente nelle tue canzoni migliori su Spotify).

Per lo stesso motivo puoi ridistribuire una versione rimasterizzata di un album già pubblicato. Devi assicurarti che la lunghezza della traccia sia identica a quella del primo caricamento, così come deve essere identico il formato che hai distribuito (wav, AIFF, ecc.).

Se hai bisogno di qualche chiarimento scrivimi pure, magari posso esserti d’aiuto 🙂


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personal branding social music marketing social network

Sei pronto per L’Era delle Molte Piattaforme Social?

Tra le varie cose che sembrano determinanti per segnare il 2023 come l’anno del cambiamento una in particolare ha attirato la mia attenzione. Si tratta della previsione dello stimato giornalista tecnologico Casey Newton:

Sei pronto all'Era delle Molte Piattaforme?

Ciao! La mia previsione per il 2023: il 2023 avvierà “l’era di molte piattaforme social”, in cui l’attenzione delle persone inizierà a concentrarsi su più piattaforme, ciascuna delle quali soddisferà le esigenze di un pubblico specifico e diverso. Mentre molte piattaforme guadagneranno abbastanza soldi per essere un’attività redditizia, questa era causerà mal di testa ai brand che cercano di capire dove spendono i loro soldi.

 

Mi sembra indiscutibile che l’attuale panorama dei social network sia instabile. Facebook negli Stati Uniti si sta esaurendo; Instagram è in un periodo di transizione; Twitter sta crollando; TikTok continua a essere bannato sui dispositivi governativi. E germogli verdi stanno iniziando a spuntare nello scenario dei social network: Mastodon, Post e Hive sono alcuni dei nomi che senti oggi; Immagino che tra 12 mesi almeno due di quei nomi verranno sostituiti con altri. La domanda è, una volta disaggregati, quanto velocemente i social network si riuniranno di nuovo e se qualcosa di nuovo possa ancora uscire dal nulla per dominare la nostra attenzione come ha fatto TikTok qualche anno fa?

Questo cosa comporta per un artista musicale?

Prova ad immaginare se il pubblico che ti segue abitualmente sul Social Network X decidesse di socializzare su un Social Network Y, supponiamo tu abbia una buona base fan su Instagram ma questo gruppo di appassionati emigri su un’altro social semplicemente perché lo stanno facendo anche i loro amici. Come pensi di fare per conservare il contatto social con il tuo pubblico? Come minimo dovresti investire tempo, magari denaro, per crearti una posizione sul nuovo social, sopratutto dovrai convincere i tuoi fan a seguirti sul nuovo profilo. Capisci già da subito che è un lavoraccio.

Devi sempre tener presente che il pubblico che ti sei conquistato sui social network, per definizione, non è il tuo pubblico ma il pubblico del social network che ti segue. Sono riuscito a farti comprendere la differenza? Forse mi riesce meglio in questi termini: cosa faresti se il social network sul quale hai investito tempo, e denaro, per promuoverti domani chiudesse i battenti? Come riallacci i contatti con i fan che avevi nella piattaforma?

Come evitare di perdere i tuoi fan?

Per mantenere un contatto solido con i tuoi fan, capace di far fronte ad ogni avversità, è necessario compiere queste operazioni:

  1. Avere un sito internet periodicamente aggiornato con news, date di concerti, uscite discografiche e sul quale raccontare l’attività professionale a 360°, con testi e foto.
  2. Invitare I visitatori del sito ad iscriversi alla newsletter per rimanere in contatto.
  3. Inviare una newsletter periodica scrivendo della propria attività artistica, della propria ricerca artistica e, perché no, del lavoro di artisti tuoi amici o che ti piacciono. Magari potresti anche scrivere qualche recensione ragionata sulle uscite discografiche della settimana.
  4. Conservare gelosamente gli indirizzi email che hai raccolto. Son questi il vero legame che hai con i tuoi fan.

Puoi anche invitarli a lasciarti il loro numero di cellulare per iscriverli in una chat broadcast su Whatsapp, l’importante è che tu raccolga tutte queste informazioni nel rispetto delle normative sulla privacy.

Se hai raccolto gli indirizzi email o il numero di cellulare dei tuoi fan, solo allora puoi dire di avere un contatto diretto con loro. Un contatto che ti permette di raggiungerli quando preferisci e che non andrà mai fuori moda, come potrebbe accadere con un social network.

Un contatto unico, che ti permetterà di raggiungere i tuoi fan con facilità anche nella dispersione delle Molte Piattaforme Social.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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