La notizia della settimana è il lancio del Facebook Independent Artist Program in collaborazione con TuneCore e Distrokid per consentire agli artisti di portare la propria musica sulle piattaforme Facebook e Instagram senza sostenere alcun costo.
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Su Facebook e Instagram la musica viene utilizzata in vari modi, anche tramite la libreria audio all’interno di Storie e Instagram Reels, questo aveva portato la società di Menlo Park a siglare accordi di licenza con le case discografiche e i grandi distributori digitali. Da oggi, grazie a questo accordo, anche i musicisti indipendenti potranno monetizzare sui due social, semplicemente e senza costi aggiuntivi.
E’ un’opportunità importante per i musicisti indipendenti che apre le porte a nuovi utilizzi della loro musica, amplificandone la distribuzione e l’utilizzo in queste piattaforme. I brani gestiti da questi due distributori saranno disponibili come adesivi musicali o accessibili come colonne sonore nelle Storie e nelle Reels. Facebook garantisce che almeno fino al 2023 non tratterrà nessuna percentuale dalle royalties generate sui suoi social.
Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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La facilità offerta da Facebook di comunicare, di creare una community e di interagire con una moltitudine di persone a distanza, è nota ed è entrata nel nostro quotidiano come l’appuntamento con il Tg delle 20.00.
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Non a caso Facebook nasce come piattaforma di intrattenimento, permettendo alle persone di rimanere in contatto con amici e conoscenti e questa resta la sua mission principale; é anche il motivo per cui in questo 2020 ha goduto di una media di 2,60 miliardi di utenti al mese.
Resta il fatto che per invogliare a mettere anche un semplice mi piace è necessario postare contenuti interessanti e coinvolgenti con una certa regolarità, al fine di creare engagement e acquistare un pubblico attivo che ci segua e interagisca con commenti e condivisioni.
Non trovo superfluo ricordarti che Facebook vive di pubblicità e per guadagnare ha bisogno che i suoi iscritti clicchino sugli annunci. Per ottenere questo, il social blu fa di tutto per tenere gli utenti dentro le sue pagine, lo fa offrendo una vasta serie di opzioni capaci di soddisfare diverse esigenze, ma sopra ogni altra cosa penalizzando la visibilità di tutti quei post che inviano verso siti esterni, come ad esempio i video di YouTube, le playlist di Spotify e ogni genere di link ad altri siti.
Ad essere premiati, in termini di diffusione e quindi di visibilità sono al contrario tutti i contenuti pubblicati direttamente su Facebook, sia che si tratti di testo, foto o video. Questa è la cosa di cui devi tener conto quando pubblichi qualcosa sulla tua pagina artista.
Creare contenuti originali e interessanti con una certa costanza e mantenere attiva l’attenzione degli utenti sulla tua musica e sulla tua attività di musicista può non sembrare facile, ma è un passaggio necessario se vuoi allargare il tuo pubblico e far conoscere la tua attività.
Tenendo conto che, ormai da qualche mese, Facebook favorisce la visibilità dei contenuti fra amici a scapito della visibilità dei contenuti delle pagine, video e meme, puoi ben capire che una strategia attenta di pubblicazione può fare la differenza. Scegliere cosa e quando pubblicare un post è perciò molto importante se non vuoi che la tua presenza sui social sia semplicemente tempo perso.
Capisci anche che la condivisione diretta di un link al tuo video YouTube o a un tuo brano su Spotify, può non avere molta efficacia, così come perde di efficacia la condivisione verso un sito dove c’è una recensione del tuo ultimo lavoro musicale o di un tuo concerto.
Resta comunque vero, che a volte condividere articoli o post interessanti può essere un ottimo modo per informare e incuriosire chi ci segue, ma la loro importanza, in termini di visibilità, è molto ridimensionata.
Nei contenuti della tua pagina Facebook, nei tuoi post, potresti raccontare la tua professione di musicista e, se pubblichi musica, raccontare l’ispirazione e il modo in cui nascono le tue canzoni.
Post dopo post puoi anche aggiungere le informazioni su dove trovare la tua musica o le date del tuo tour, ma queste, che sono informazioni pubblicitarie, sortiranno il loro effetto solo se avrai saputo attrarre ed incuriosire i tuoi fan (nuovi e storici).
Puoi farlo con post che combinano testo e foto, oppure puoi farlo con dei video, magari in diretta live e interagendo con chi ti segue. Scegli il metodo che ti è più congeniale. L’importante è di riuscire a trovare una metrica, uno stile che ti contraddistingua e che calzi a pennello su quella che è la tua figura pubblica.
Se ancora non hai ben focalizzato che tipo di contenuti utili pubblicare su Facebook, ti invito a leggere questo post che certamente potrà esserti d’aiuto: Perché Un Musicista Dovrebbe Raccontarsi.
Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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Nei prossimi giorno sarò coinvolto in un progetto di concerti live in streaming, senza pubblico per le note restrizioni, una rassegna musicale che per ragioni di budget e logistiche verrà registrata nell’arco di due giornate. Questi concerti verranno registrati dal vivo, senza tagli e post produzione, in seguito, verranno diffusi sfruttando le opzioni offerte dalle piattaforme social.
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Nel corso della progettazione di questo evento naturalmente ci si è posto il problema sul fatto che i live saranno, per i fruitori, una diretta in differita e non una diretta live vera e propria. In questi tempi di creazione/fruizione immediata di contenuti video non è una questione da poco.
In realtà, in questo caso, il budget non avrebbe consentito di allestire uno studio di registrazione per qualche settimana organizzando degli appuntamenti settimanali veri e propri. La decisione di registrate tutto in una sola sessione per poi distribuirlo a dispense è stata una scelta obbligata.
Ciò non toglie che il dubbio resta: ha senso trasmettere una diretta in differita? Si può considerare un vero e proprio live? A mio avviso la risposta è semplicemente si.
Per musica dal vivo, si intende la musica suonata dal vivo senza tutte quelle post produzioni che si possono fare in studio dopo la registrazione delle parti dei vari strumenti. Chiarito questo, direi che qualsiasi esibizione che risponde a queste caratteristiche è una esibizione dal vivo: un live.
Il concetto di diretta è un attimo più sottile. Tecnicamente una trasmissione in diretta è la trasmissione di un evento nel momento stesso in cui si svolge, su questo non si sfugge. Nel momento in cui passa un lasso di tempo tra il fatto e la trasmissione delle sue immagini si parla più correttamente di (trasmissione) differita.
Perciò, la trasmissione di un concerto dal vivo in differita può ancora considerarsi un evento dal vivo? Dal mio punto di vista, per il pubblico che dal suo dispositivo segue il concerto registrato con qualche giorno di ritardo, l’evento resta a tutti gli effetti un concerto dal vivo. Questo perché è la musica che viene realizzata dal vivo.
Intendiamoci. Un concerto dal vivo è sempre un’esperienza unica e immersiva. E’ fatta dalla magia della musica che fa vibrare l’aria, è fatta dal legame empatico che si crea tra il pubblico presente e tra il pubblico e i musicisti sul palco. E’ la magia dell’essere qui ora: un’esperienza ogni volta unica e diversa. Una cosa che ben sanno i fan che seguono i loro beniamini in più tappe dei loro tour.
Non è certo una trasmissione in diretta, televisiva o via web, che potrà restituire la magica esperienza di un concerto, piccolo o grande che sia. Per questo, che si tratti di una registrazione trasmessa in diretta o in differita, a questo punto fa poca differenza.
Credo che però questo argomento sia più complesso di quello che sembra e per questo mi piacerebbe conoscere l’opinione di qualche artista musicista. Sono certo che potrebbero uscirne dei spunti di riflessione molto interessanti.
Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Impensabile fino a qualche anno fa, il rapporto interpersonale tramite social network è oramai prassi quotidiana per gran parte della popolazione attiva. Discutiamo, condividiamo passioni, ci informiamo, manteniamo contatti personali e professionali attraverso immagini, testi e link. Quanto è importante dunque per un’artista musicale essere presente online?
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La crisi scatenata dall’epidemia del Covid-19 credo abbia trovato una risposta ampiamente soddisfacente che a questo punto la domanda diventa retorica.
Questo drammatico evento ha messo in luce le differenze tra chi ha saputo costruire un rapporto tramite social con la sua fanbase e chi invece non lo ha fatto, perdendo contatto con il pubblico durante i mesi di clausura.
Voglio essere chiaro, non è che i live sui social, per esempio, abbiano potuto sostituire i concerti dal vivo, ma gli artisti con una fanbase social hanno potuto, nei mesi più difficili, mantenere un contatto stretto con i propri fan preparando le basi per una ripartenza in tempi migliori.
Tramite Facebook, Twitter e sopratutto Instagram, gli artisti musicali più avveduti si raccontano, talvolta si sfogano, spesso dialogano con il pubblico, facendo storytelling sui loro progetti, sui loro gusti e sulla loro quotidianità.
Lo fanno anche appoggiandosi ad un social media manager che confeziona i loro contenuti e pianifica l’esposizione in un vero e proprio progetto di social music marketing che copre le 24 ore della giornata, diventando un vero racconto in cui i valori dell’artista vengono condivisi con il pubblico.
Questo rapporto stretto tra artista musicale e fan, genera circoli virtuosi, in particolare durante i concerti, dove i fan fotografano o registrano l’esibizione. Questi contenuti visuali possono essere condivisi dall’artista nei suoi profili, come segno di stima verso il proprio pubblico amplificando la diffusione del suo messaggio.
Si tratta di un’esperienza mediata, in cui il mix tra online e offline garantisce il successo di una serata. L’artista documenta le sue serate live riprendendo i suoi concerti, i fan invece generano un’enorme quantità di contenuti che di riflesso potranno tornare utili all’artista. In ottica user generated content, i live possono servire per coinvolgere maggiormente i fan e per poter catturare tantissimi consensi e contenuti freschi da utilizzare per la propria strategia social.
Con contenuti opportunamente confezionati e programmati, anche le persone non presenti al live, avranno modo di parteciparvi grazie alle stories dei propri follower, in uno scambio continuo tra offline e online, dove il beneficio ricade sull’artista musicale e sul suo prodotto discografico.
Questo rapporto fondato sull’interazione, la partecipazione del pubblico, devi trattarlo con cura e attenzione. L’ errore è dietro l’angolo: una frase detta male, un passo falso, una dichiarazione sbagliata può metterti in serio imbarazzo, se non crearti veri e propri danni.
Come artista musicale ti è indispensabile lavorare sul tuo personal branding, ovvero gestire in maniera strategica la tua immagine professionale. Nota bene, non si tratta del saper vendere se stessi, ma di partire dalla tua personalità e unicità, dai tuoi punti di forza, per costruire una relazione duratura e a due vie con il tuo pubblico, capace di rafforzare e addirittura, molto spesso, migliorare il tuo essere artista e attrarre nuove opportunità.
Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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I social network e la musica in streaming hanno profondamente modificato il rapporto tra pubblico e musicista che oggi è direttamente gestito tra le due parti. In questa dinamica la figura della casa discografica non è più il punto di riferimento dei fan per contattare l’artista, di conseguenza, escludendo altre forme di promozione, è l’artista stesso che dovrebbe mantenere il contatto diretto con il suo pubblico nei suoi profili social.
È dimostrato che questo rapporto diretto funziona più di ogni altra formula promozionale, in particolare per un artista agli inizi. Condividere la tua musica è prioritario, ma è sicuramente non sufficiente e alla lunga diventa un lavoro sterile. La verità è che il pubblico vuole più di semplici tracce.
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La tua musica ha una sua storia e i tuoi fan vogliono conoscerla: la parte del comunicare direttamente con il pubblico è ormai indispensabile al processo creativo, fa parte di esso.
Essere un musicista, oggi significa essere bravi nel multi-tasking. Non solo devi produrre grandi brani, ma devi mantenere i tuoi fan costantemente interessati con un mare di informazioni utili ed emozionanti per apprezzare al meglio il tuo lavoro.
Ti voglio dare qualche spunto utile per aiutarti in questo importante lavoro di auto promozione:
RACCONTA LE TUE CREAZIONI
Sai bene che l’educazione musicale al giorno d’oggi è scarsa e ampiamente sottostimata, arricchire la tua musica descrivendo gli stimoli, le intuizioni e le emozioni del processo creativo aiuterà gli ascoltatori a comprendere la tua musica immergendosi nella tua sfera creativa.
Quando una persona ascolta una tua musica, la fa propria e la arricchisce di significati che magari tu nemmeno immaginavi. Succede sempre così con il prodotto di un processo artistico o creativo; è una cosa bella e positiva perché significa che la tua creazione offre molteplici chiavi di lettura e tocca diversi livelli di emozioni.
Ma se c’è qualcosa nella tua motivazione creativa che puoi condividere direttamente con i tuoi fan, perché non offrire agli ascoltatori una finestra sul tuo processo creativo?
Questo lavoro, per esempio, viene abitualmente fatto dagli scrittori che raccontano le motivazioni che li hanno spinti a scrivere un romanzo, dei temi che vengono trattati nel racconto e dello stile che hanno scelto per farlo. E’ un plus valore che l’artista da alla sua opera e che può creare un dialogo costruttivo con il pubblico.
Ci sono alcuni argomenti chiave che possono interessare a chi si approccia alle tue creazioni, sono la base per costruire questo rapporto con il tuo pubblico, ma sono molto utili anche per il giornalista o il critico che scriverà di te o ti farà un’intervista.
Sono solo alcune idee generali che puoi usare come punto di partenza per creare una narrazione coinvolgente sul tuo lavoro musicale:
Di cosa parla la tua canzone o il tuo album?
Dov’eri quando l’hai fatto e quando l’hai scritto?
Che cosa significa la canzone o l’album per te e come si inserisce nel tuo intero corpo di lavoro?
Come ti sei evoluto come artista durante il processo?
Quali influenze musicali ti hanno ispirato?
Chi sono i tuoi collaboratori e perché li hai scelti?
RACCONTA IL PROCESSO CREATIVO E TECNICO
Il racconto di come nasce la tua musica, di come riesci a dare corpo alle tue creazioni può iniziare già prima della pubblicazione del tuo album o del tuo brano, anzi questo ti viene utile proprio per preparare il pubblico alla prossima uscita e accendere la sua curiosità.
Puoi farlo descrivendo il setup e gli strumenti che usi per dar voce alle tue composizioni. Questo racconto diventa molto interessante quando stai lavorando sulla ricerca di nuove sonorità o nuove combinazioni tra strumenti. Anzi, potresti pure fare dei test per capire qual è la soluzione più apprezzata dai tuoi fan.
Un’idea potrebbe essere quella di creare dei mini documentari, dei backstage, dove i protagonisti sono i tuoi strumenti in azione. Un assaggio degli ingredienti di quello che sarà il piatto una volta servito a tavola. Foto e video delle tue sessioni di prova o di ricerca possono veramente incuriosire ed eccitare i tuoi fan e anche altri musicisti.
Ricorda che anche il lato tecnico ha sempre il suo fascino, in particolare per il pubblico più attento, non tirarti indietro, anche le configurazioni più modeste sono invitanti per i più curiosi. Non importa quanto sia sontuosa la tua strumentazione, è importante il modo in cui contribuisce alla musica che produci.
RACCONTA LE TUE INFLUENZE ARTISTICHE
Un’altra cosa che non devi sottovalutare nella narrazione della tua vita d’artista e delle tue creazioni sono le influenze artistiche che ti spingono verso certe scelte. E’ un fatto che il pubblico più attento ami seguire il flusso di influenze da un artista all’altro. Postare brani dei tuoi artisti preferiti, descrivere la loro tecnica o ciò che ti ispirano è un ottimo modo per condividere la musica tra una pubblicazione e l’altra. E’ un altro elemento importante che ti può avvicinare al pubblico che ancora non ti conosce.
Per fare questo, sono molto utili le playlist sulle piattaforme di streaming, ma anche quelle su YouTube. Curare e condividere qualche playlist in questi canali non è solo utile, ma anche indispensabile per orientare il pubblico verso l’ascolto della tua musica.
NON DI SOLA MUSICA
Naturalmente non vivi di sola musica, vero? Hai anche altre passioni, altri interessi. Condividi con il tuo pubblico anche queste passioni, sia che si tratti di sport, di letteratura, di cinema o cucina tipica regionale. Non sono forse anche questi gli stimoli da cui nasce la tua arte?
Tutto ciò che puoi fare per aiutare i tuo pubblico a sentirsi più connesso a te ed al tuo suono è degno di essere condiviso, ed offre opzioni su come promuovere la tua musica in modi più interessanti tra i diversi progetti.
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA
A volte sembra che il mondo della musica sia una corsa spietata per ottenere il maggior numero di stream, che il panorama artistico sia permeato da invidie e di una spietata caccia alla popolarità. Ma sai bene che la realtà è diversa.
I musicisti possono essere legati tra di loro da un profondo senso di amicizia e da una sincera stima artistica. Perché allora non metterla in luce valorizzando chi suona con te o le tue collaborazioni? O più semplicemente, perché non condividere l’ammirazione che hai per un artista che ti piace?
Condividi anche la musica dei tuoi amici, condividi le collaborazioni che hai con loro, racconta come queste esperienze ti hanno arricchito, o anche, Se un concerto di un tuo collega ti ha appassionato condividi questo entusiasmo con i tuoi fans. E’ un modo semplice per sostenere chi apprezzi e soprattutto ti dà l’occasione di non essere sempre autoreferenziale. È divertente e ti fa sentire bene.
Ora che hai qualche idea su come portare nuove idee al tuo pubblico, prenditi lo spazio per creare la tua musica migliore e allo stesso tempo mantenere i tuoi fan interessati lungo il percorso creativo.
Devi imparare a ritagliarti uno spazio per riflettere su ciò che condividi e su cosa condividere. Devi imparare a farlo in maniera naturale, senza eccessive sovrastrutture, è molto importante, almeno quanto scrivere e realizzare un buon pezzo.
Se vuoi approfondire questo argomento o farmi sapere la tua opinione su questo tema ogni commento è gradito. Se invece ti serve una strategia per svilupparlo nella forma e nella sostanza, non esitare a contattarmi. Potrei veramente esserti utile.
La mucca viola è il libro che ha consacrato Seth Godin come uno degli autori business più amati e ha lanciato un movimento globale che ha ridefinito le basi del marketing. Il solito marketing e i grandi investimenti sui media tradizionali non funzionano più. Oggi il marketing comincia dall’idea del prodotto, che deve essere straordinario, diverso, innovativo per poter catturare l’attenzione dei clienti e far parlare spontaneamente di sé. È questo elemento di magia e unicità a far sì che realtà come Apple, Google, Ikea, Starbucks o la bottega del macellaio toscano Dario Cecchini continuino a macinare successi, mentre grandi industrie affermate arrancano e non riescono a stare al passo.
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“No che non puoi defezionare
il nécessaire col bilama e il piegaciglia
e un videoclip col Barbiere di Siviglia.” (L’Arca di Noé di Segio Caputo).
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Per qualsiasi professionista avere un’adeguata presenza in rete è indispensabile per poter emergere e distinguersi, questa regola aurea vale per il musicista, sia che si tratti di uno strumentista o di un cantante, indipendentemente dal fatto che abbia pubblicato o meno la sua musica.
Spesso un musicista trae la propria sussistenza da diverse fonti di reddito: concerti, turni in sala di registrazione, pubblicazione delle proprie musiche, insegnamento, trascrizione partiture ecc… a seconda del grado di preparazione. Un musicista completo può offrire diversi servizi professionali, compresa la propria esperienza artistico-lavorativa, che vanno oltre la bravura con lo strumento o la notorietà pubblica. Perciò, perché non far conoscere queste doti professionali ad una platea che ne ha bisogno e che le richiede?
Ma cosa serve al musicista per far conoscere la propria professionalità sul web, bastano i social network? La domanda è, ovviamente, retorica e nelle prossime righe vedrai anche il perché.
1) Il Sito internet
Come ogni professionista, il musicista dovrebbe iniziare la sua presenza in rete con un sito internet ben costruito, ma sopratutto costantemente aggiornato. Il sito è l’unico modo per poter gestire la propria immagine sotto ogni punto di vista. Oltre alle date dei concerti e le uscite discografiche costantemente aggiornate, nel sito dovrebbero trovare spazio anche le altre attività, come ad esempio lezioni di musica o trascrizioni di spartiti.
E importante che il sito abbia anche un form di contatto, che raccolga gli indirizzi mail di chi scrive, per poter mantenere comunque un rapporto con chi ha fatto una richiesta, magari con una newsletter periodica. Il sito internet deve diventare il cuore della tua presenza in rete, se poi, riesci a mantenerlo vivo anche con un blog, il coinvolgimento con la tua platea sarà più performante, sia che decidi un approccio creativo-poetico o un approccio tecnico-professionale.
2) Indirizzo mail professionale
Che sia Gmail o qualsiasi altro servizio, usa una mail dedicata per il tuo lavoro di musicista. Non mescolare la vita privata con il lavoro, nemmeno nella posta elettronica. Vedrai come ti cambia la vita.
3) Pagina Facebook
Una pagina Facebook professionale da affiancare al tuo profilo personale è essenziale, curala bene, falla conoscere nelle community, con metodo e pazienza usala per aggregare i tuoi fan e fai in modo che da Facebook arrivino alle pagine del tuo sito.
4) Twitter
Twitter insieme a Instagram è il social che Spotify usa per autenticare l’artista e consentirgli la gestione del suo profilo. Ma Twitter è importante anche perché è veloce e più frequentato di quel che pensi. Come Facebook può rivelarsi un ottimo veicolo per indirizzare fan e contatti verso il tuo sito. Richiede un certo impegno e una certa costanza, ma può dare risultati brillanti. Ho scritto un piccolo manuale su come Twitter può aiutare un musicista, lo puoi scaricare gratuitamente qui.
5) Instagram
Come già detto, Instagram è importante per accedere a Spotify for Artist. Ma quello che più importa è che con Instagram puoi raccontare la tua vita professionale con immagini e video. Giocandotela bene, la tua presenza ne uscirà rafforzata e concreta.
6) Tik Tok
Il social network cinese ha dato risultati sorprendenti con la musica pop. E’ largamente usato da una platea di giovanissimi che si diverte a giocare con musica e video. Lo consiglio caldamente al musicista che ha pubblicato la sua musica, indipendentemente dal genere. Ci sono alte probabilità che riesca a trovare una sua attenzione, anche se la sua musica coinvolge una ridotta nicchia di appassionati.
Questo è tutto. In questi sei punti ho elencato lo stretto necessario degli strumenti che un musicista dovrebbe dotarsi per avere un’adeguata e completa presenza in rete. Su come poi questi strumenti vadano opportunamente usati per trarne il massimo risultato, lo vedremo magari nelle prossime settimane.
Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.
Mi chiamo Federico Rettondini e vivo nella profonda provincia di Verona. Ho iniziato a lavorare per la musica nel 1996 nel canale tv Match Music, occupandomi di grafica e postproduzione video.
Con il nuovo millennio l’attività principale era creare siti Internet per aziende realizzando tra gli altri un sito per Luisa Corna e Giovanni Caccamo. Da questa esperienza è nato il mio interesse per i social che mi ha portato alla collaborazione con Azzurra Music nella gestione delle sue piattaforme digitali.
Sul campo ho visto il mutare della fruizione della musica e l’importanza delle piattaforme di streaming per la sua diffusione. Da qui, ho compreso le opportunità che possono aprirsi per un professionista della musica, nelle conversazioni digitali. I musicisti che hanno compreso questo e saputo valorizzarlo, in questo momento, godono di maggiori opportunità e capacità di ottenere attenzione.
La mia attività attuale consiste nel curare la presenza dei professionisti della musica nel web, far loro consulenze e divulgare la conoscenza.
Mi piace ascoltare musica, mi piace consumarla come si consuma un krapfen alla crema. Con la stessa passione cerco di creare selezioni musicali che possano creare emozioni e coinvolgimento. Non ho proprio un genere musicale preferito, mi piace un po’ tutto, ma sopratutto mi piace la musica capace di sorprendere per la sua scrittura o per la sua interpretazione.