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Come cambiare distributore senza perdere streaming

Può capitare che tu debba o voglia cambiare il distributore della tua musica sulle app di streaming (Distrokids, Tunecore, Believe, The Orchard, ecc…), come puoi farlo senza perdere il numero delle riproduzioni o essere rimosso dalle playlist nelle quali faticosamente sei riuscito ad entrare?

Come cambiare distributore senza perdere streaming

Si tratta di un’operazione piuttosto semplice ma sicuramente delicata e, sopra ogni cosa, un’operazione che non ammette errori per andare a buon fine. Le piattaforme di distribuzione seguono procedimenti diversi per garantire questo passaggio. Prima di tutto ti consiglio di consultare i loro manuali per essere sicuro di non commettere errori, se hai dei dubbi, consulta i loro centri di assistenza, è un servizio che ti devono, anche se ti stai preparando a lasciarli.

Per assicurarti che il processo di trasferimento della tua musica da un distributore all’altro avvenga senza intoppi e senza perdere il conteggio degli stream e delle playlist correlate devi rispettare alcuni passaggi chiave durante la ripubblicazione di un brano o di un’album già pubblicato in precedenza. Questi passaggi, valgono per tutte le piattaforme di distribuzione, sono regole generali che funzionano qualsiasi sia il metodo seguito dalle due piattaforme coinvolte nel trasferimento.

Perché il trasferimento vada a buon fine devi ricaricare i brani e/o l’album rispettando alla lettera le caratteristiche dei metadata delle pubblicazioni già caricate nel distributore che intendi lasciare. Procederai perciò al caricamento sulla nuova piattaforma assicurandoti che:

  1. I titoli delle canzoni, il nome dell’artista e l’artwork devono essere identici;
  2. I file audio devono essere identici. La lunghezza e il formato della traccia devono essere identici;
  3. Il tipo di pubblicazione deve essere identico (album, EP, singolo);
  4. Devi utilizzare i numeri ISRC e UPC originali (ne parlo più avanti);
  5. È necessario utilizzare la data di rilascio originale;
  6. Puoi rimuovere la versione precedente solo dopo che quella nuova è stata pubblicata sui DSP (Spotify, Apple Music, ecc.). Questo significa che magari per qualche giorno avrai un rilascio duplicato, non è un gran danno;
  7. A questo punto puoi cancellare o richiedere la cancellazione dei tuoi brani sulla vecchia piattaforma.

NOTA
Ti consiglio di verificare con attenzione ogni dettaglio del nuovo caricamento con scrupolo manuale, una minima discordanza fra i dati può mandare a gambe all’aria il trasferimento, nel senso che se le due copie non sono identiche al 100% il numero degli ascolti e l’inserimento nelle playlist viene perso.

Per assicurarti che tutto funzioni correttamente una volta che la versione del nuovo distributore appare su Spotify, controlla che i conteggi delle riproduzioni siano gli stessi su tutti i brani per entrambe le versioni. Se così è, fai ritirare la versione obsoleta dal tuo vecchio distributore. La maggior parte dei distributori ha un pulsante per rimuovere una versione. Alcuni richiedono una richiesta scritta via email. Alcuni lo fanno gratuitamente, altri lo fanno pagare. Magari qualcuno potrà essere recalcitrante, ma non può impedirti di scegliere chi distribuisce la tua musica, perciò dovrà cedere.

Riguardo ai codici ISRC e UPC

I Codici ISRC e UPC molto probabilmente non li hai generati tu, a meno che non ti sia attrezzato per l’evenienza, quasi sicuramente ti sono stati generati in automatico dal distributore delle tue release. Perciò, indipendentemente dal distributore che utilizzi, sarai in grado di trovare il numero ISRC di ogni canzone. Accedi al backend del tuo distributore, fai clic sulla release e vedrai che ci sarà un numero ISRC assegnato a ogni brano e l’UPC assegnato alla release completa. Se hai problemi a trovarlo, scrivi al loro supporto clienti e chiedi dove trovarlo.

Copia questo codice ISRC dal tuo vecchio distributore e incollalo nella sezione in cui il tuo nuovo distributore richiede il numero ISRC. Questo è molto importante e deve essere fatto correttamente ed evitare assolutamente di inserire dati non corretti. Controlla tre volte questo passaggio prima di confermarlo. Tieni anche presente che se dimentichi questo passaggio, il distributore ti assegnerà un nuovo ISRC in automatico e la tua operazione di trasferimento non sarà corretta (con il risultato che perderai lo storico degli streaming).

Questo metodo che assegna ad ogni brano o pubblicazione un codice univoco ti permette anche di realizzare, ad esempio, una versione deluxe nella quale mettere tracce aggiuntive. Finché i file audio, la lunghezza della traccia e i titoli delle singole tracce sono gli stessi, i conteggi di riproduzione si collegheranno. Quindi, anche se mantieni la vecchia versione dell’album, i conteggi delle canzoni si collegheranno. Questo è il motivo per cui si pubblicano i singoli prima degli album e il motivo per il quale il conteggio delle riproduzioni della versione singola corrisponde al conteggio delle riproduzioni della versione dell’album (e le canzoni non sono elencate separatamente nelle tue canzoni migliori su Spotify).

Per lo stesso motivo puoi ridistribuire una versione rimasterizzata di un album già pubblicato. Devi assicurarti che la lunghezza della traccia sia identica a quella del primo caricamento, così come deve essere identico il formato che hai distribuito (wav, AIFF, ecc.).

Se hai bisogno di qualche chiarimento scrivimi pure, magari posso esserti d’aiuto 🙂


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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personal branding social music marketing

X-Factor: un’attitudine che va coltivata

Nei dizionari inglesi X-Factor viene definita come una qualità che non si può descrivere, quel non so che che pur non riuscendo a descriverlo rende qualcuno molto speciale. Preso dal linguaggio matematico il Fattore X è quella variabile sconosciuta che in un determinato contesto può influenzare il risultato. Nell’ambito musicale il Fattore X è quell’aura carismatica, che l’artista riesce a generare con la sua musica o con le sue esibizioni.

X Factor: un'attitudine che va coltivata

Detta così, potresti pensare che questo Fattore X sia un dono di natura e che c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Se pensi al giovane Mozart, al suo precoce genio creativo viene spontaneo pensare che l’X-Factor sia un dono divino dato a pochi. Ma siamo sicuri che sia proprio così?

Il primo ad usare l’espressione Fattore X è stato Lev Tolstoj in Guerra e Pace. Quando lo scrittore russo descrive l’epilogo dello scontro tra l’esercito di Napoleone e quello russo, Tolstoj racconta che è stato il Fattore X a determinare la vittoria di un esercito sull’altro, un valore sconosciuto che, moltiplicato per la massa dei soldati, determina la forza dell’esercito. La Strategia Militare ha preso molto in considerazione le affermazioni di Tolstoj e con l’aiuto della psicologia ha scomposto il Fattore X in tre componenti: Il morale, la coesione, lo spirito di corpo. Caratteristiche di un esercito vincente che già erano state individuate nei manuali di guerra cinesi.

Così come accade nelle discipline militari, anche per la musica il Fattore X ha le sue costanti, spesso infatti il genio artistico non è sufficiente per fare un musicista affermato. Come ogni disciplina artistica la musica richiede rigore e applicazione quotidiana, per esempio, ma per poter emergere dalla massa, l’artista musicale deve anche saper relazionarsi correttamente con il suo pubblico usando tecniche di personal branding. Fare di se stessi un marchio è la ricetta vincente per differenziarsi dagli altri e rendersi facilmente riconoscibili.

L’artista musicista deve innanzitutto fare su se stesso una valutazione su quali sono i suoi punti di forza e cominciare a costruire su di essi quell’unicità che lo aiuterà a distinguersi tra gli altri; su queste basi può cominciare a costruirsi un’immagine coerente e solida con la quale tessere quella rete di relazioni con pubblico e colleghi per farsi considerare come un professionista solido e affidabile.

Non è solo una questione di immagine pubblica, è proprio un insieme di comportamenti che ti fanno riconoscere come un musicista su cui contare per svolgere un bel lavoro sotto ogni punto di vista.

Non è detto che la tua carriera artistica ti porti ai vertici delle classifiche, ma con il giusto lavoro puoi diventare un musicista professionista apprezzato da altri artisti che ti vogliono al loro fianco e di conseguenza anche apprezzato dal pubblico che li segue e che, inevitabilmente, sarà anche il tuo.

Resta il fatto che nel mondo della musica, un marchio, un brand, è il nome di un artista e i consumatori sono i fan: il brand dell’artista è la somma di tutte le esperienze che i fan hanno con la sua musica. Il brand di un artista è composto dalla sua persona, da come si racconta, dalla sua musica, dall’abbigliamento ed a quale mondo di riferimenti si appoggia. E’ in tutto questo insieme che un fan trova un coinvolgimento emotivo in cui riconoscersi ed apprezzare un percorso artistico.

Aver cura della propria immagine, come artista e come professionista della musica è la base per costruire una solida professione di musicista.

Dopo questa lettura, sarei curioso di conoscere quali, secondo te, sono le componenti chiave dell’ X-Factor di un artista musicale.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Sei pronto per L’Era delle Molte Piattaforme Social?

Tra le varie cose che sembrano determinanti per segnare il 2023 come l’anno del cambiamento una in particolare ha attirato la mia attenzione. Si tratta della previsione dello stimato giornalista tecnologico Casey Newton:

Sei pronto all'Era delle Molte Piattaforme?

Ciao! La mia previsione per il 2023: il 2023 avvierà “l’era di molte piattaforme social”, in cui l’attenzione delle persone inizierà a concentrarsi su più piattaforme, ciascuna delle quali soddisferà le esigenze di un pubblico specifico e diverso. Mentre molte piattaforme guadagneranno abbastanza soldi per essere un’attività redditizia, questa era causerà mal di testa ai brand che cercano di capire dove spendono i loro soldi.

 

Mi sembra indiscutibile che l’attuale panorama dei social network sia instabile. Facebook negli Stati Uniti si sta esaurendo; Instagram è in un periodo di transizione; Twitter sta crollando; TikTok continua a essere bannato sui dispositivi governativi. E germogli verdi stanno iniziando a spuntare nello scenario dei social network: Mastodon, Post e Hive sono alcuni dei nomi che senti oggi; Immagino che tra 12 mesi almeno due di quei nomi verranno sostituiti con altri. La domanda è, una volta disaggregati, quanto velocemente i social network si riuniranno di nuovo e se qualcosa di nuovo possa ancora uscire dal nulla per dominare la nostra attenzione come ha fatto TikTok qualche anno fa?

Questo cosa comporta per un artista musicale?

Prova ad immaginare se il pubblico che ti segue abitualmente sul Social Network X decidesse di socializzare su un Social Network Y, supponiamo tu abbia una buona base fan su Instagram ma questo gruppo di appassionati emigri su un’altro social semplicemente perché lo stanno facendo anche i loro amici. Come pensi di fare per conservare il contatto social con il tuo pubblico? Come minimo dovresti investire tempo, magari denaro, per crearti una posizione sul nuovo social, sopratutto dovrai convincere i tuoi fan a seguirti sul nuovo profilo. Capisci già da subito che è un lavoraccio.

Devi sempre tener presente che il pubblico che ti sei conquistato sui social network, per definizione, non è il tuo pubblico ma il pubblico del social network che ti segue. Sono riuscito a farti comprendere la differenza? Forse mi riesce meglio in questi termini: cosa faresti se il social network sul quale hai investito tempo, e denaro, per promuoverti domani chiudesse i battenti? Come riallacci i contatti con i fan che avevi nella piattaforma?

Come evitare di perdere i tuoi fan?

Per mantenere un contatto solido con i tuoi fan, capace di far fronte ad ogni avversità, è necessario compiere queste operazioni:

  1. Avere un sito internet periodicamente aggiornato con news, date di concerti, uscite discografiche e sul quale raccontare l’attività professionale a 360°, con testi e foto.
  2. Invitare I visitatori del sito ad iscriversi alla newsletter per rimanere in contatto.
  3. Inviare una newsletter periodica scrivendo della propria attività artistica, della propria ricerca artistica e, perché no, del lavoro di artisti tuoi amici o che ti piacciono. Magari potresti anche scrivere qualche recensione ragionata sulle uscite discografiche della settimana.
  4. Conservare gelosamente gli indirizzi email che hai raccolto. Son questi il vero legame che hai con i tuoi fan.

Puoi anche invitarli a lasciarti il loro numero di cellulare per iscriverli in una chat broadcast su Whatsapp, l’importante è che tu raccolga tutte queste informazioni nel rispetto delle normative sulla privacy.

Se hai raccolto gli indirizzi email o il numero di cellulare dei tuoi fan, solo allora puoi dire di avere un contatto diretto con loro. Un contatto che ti permette di raggiungerli quando preferisci e che non andrà mai fuori moda, come potrebbe accadere con un social network.

Un contatto unico, che ti permetterà di raggiungere i tuoi fan con facilità anche nella dispersione delle Molte Piattaforme Social.


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social media social music marketing social network TikTok

Il 2023 visto da Tik Tok

Lo scorso dicembre TikTok ha pubblicato il suo osservatorio annuale sulle tendenze future, con l’obiettivo di aiutare i professionisti del marketing a comprendere come cambieranno i desideri e le esigenze degli utenti nel corso del 2023 e come questo impatterà concretamente sul business.

Il 2023 visto da TikTok

Il What’s Next Report di TikTok ha evidenziato tre tendenze principali:

  1. L’intrattenimento sarà sempre più personalizzato
  2. Le persone cercheranno gioia e spensieratezza come fonte di benessere.
  3. Il tutto con la community come fulcro, per condividere emozioni positive e come stimolo per portare cambiamento nella vita delle persone.

Tenendo conto che su TikTok i contenuti sono selezionati in base a ciò che gli utenti trovano divertente e che cattura la loro attenzione e fiducia, a livello globale la media del 67% di essi afferma di interagire con l’App per prendersi una pausa durante il giorno o rilassarsi a fine giornata. Il 92% degli utenti ha provato un’emozione positiva dopo aver visto un video su TikTok, il che li ha portati a compiere un’azione al di fuori dell’App. In Italia infatti, 57% delle persone su TikTok considera gli annunci in piattaforma molto interessanti, tanto da considerare i commenti degli utenti come punto di riferimento nella valutazione di un prodotto.

Stimolare l’interazione e la condivisione di idee è quindi fondamentale e ha un impatto anche sul business. (Adriano Accardo Managing Director, Global Business Solutions, Sud Europa TikTok )

Le persone amano TikTok per l’autenticità e la spontaneità dei suoi contenuti, sono sempre alla ricerca di nuove informazioni in grado di sfatare miti, aumentando così la credibilità dei creator e la fiducia con la propria fanbase. Per quanto riguarda il rapporto tra le persone e i Brand in Italia, il 58% degli utenti afferma di avere maggiori probabilità di fidarsi dei marchi dopo averne sentito parlare dai creator di TikTok.

I creator assumono così un ruolo fondamentale e, quando sono ben accreditati in piattaforma, hanno una buona influenza sulle persone: il 65% degli Italiani su TikTok afferma di fare sempre affidamento sulle recensioni online e sui consigli dei creator per decidere cosa acquistare online.

Gli utenti di TikTok sembrano saper bene cosa vogliono e sull’App cinese cercano più che altro qualcosa per divertirsi o per staccare la spina. A livello globale il 50% delle persone sostiene che TikTok è in grado di migliorare l’umore e portare positività. TikTok è il luogo perfetto in cui le persone possono scoprire umorismo, passione, relax e altri contenuti che soddisfano questa voglia di intrattenimento divertente, con il risultato che, in, Italia il 41% degli utenti afferma che sollevare il morale è la chiave per motivarli a effettuare un acquisto.

Chi usa TikTok e chi vi crea contenuti si sente parte di una community attiva e aperta alla condivisione. Per il 2023 ci si aspetta che questo coinvolgimento, questo rapporto stretto tra creator, influencer e comuni fruitori di contenuti diventi ancora più stretto. Questo aiuta gli utenti a legarsi tra loro ed essere ispirati a fare delle scelte o apportare un cambiamento nel proprio stile di vita.

A livello mondiale le persone dichiarano che TikTok ha una probabilità quasi due volte maggiore di presentare agli utenti nuovi argomenti che non sapevano di apprezzare. I contenuti in piattaforma sono così riconoscibili e accessibili che le persone sono spesso motivate a replicarli, anche su altre App.

La condivisione di valori è molto alta e questo porta le persone a ispirarsi a vicenda. In Italia più di 2 utenti su 5 affermano di sentirsi parte di una community grazie al potere inclusivo dei creator.

Scarica il What’s Next Report


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personal branding social media social music marketing social network

Scendi dal piedistallo, anzi dal palco.

Personal branding è quello che la gente dice di te,
una volta che sei uscito dalla stanza
Jeff Bezos

Per personal branding si intende un insieme di strategie messe in atto per promuovere un profilo personale, raccontando delle proprie esperienze professionali e anche private, ma sopratutto condividendo o illustrando il proprio bagaglio di competenze, conoscenze e risultati raggiunti. Lo scopo è quello di comunicare se stessi e gestire con metodo la propria immagine professionale.

X-Factor e Social Network

Immagino che qualche artista musicista, forse più di qualche, trovi questa definizione piuttosto fredda e forse aliena, eppure è proprio il personale branding il primo passo che ogni artista musicista dovrebbe impostare e curare nel corso del suo percorso professionale.

Sopratutto in questi decenni in cui la musica si propaga nelle app streaming e in cui una parte importante del contatto con i fan avviene attraverso i social media e i social network, avere un’immagine artistica e professionale coerente è indispensabile per rendersi riconoscibile da un pubblico sempre più distratto dall’eccesso di offerta musicale e di stimoli diversi.

Fare personal branding significa creare relazioni, generare fiducia e legami empatici, differenziarsi dagli altri e ottenere che il pubblico si affezioni alla figura dell’artista ed alla sua musica. Nel fare musica nei tempi dei social direi che il personal branding sia uno degli elementi chiave che compongono il Fattore X (X-Factor) di un artista musicale.

Ho notato che diversi artisti musicisti in cuor loro detestano i social e quando li usano come un semplice veicolo pubblicitario per i loro prodotti o eventi.

Io stesso ho accompagnato alcuni di loro per un uso più corretto nell’uso dei social. Un percorso teso a costruire e rafforzare la loro presenza in rete. Si è trattato di un lavoro che spesso viaggiava in coordinamento con agenzie stampa ed riviste interessate. Con questa concertazione non solo è cresciuta la loro popolarità, ma sono aumentati anche i follower nelle app di streaming e la media degli ascolti mensili.

Non ci sono scorciatoie il proprio pubblico va amato e coltivato.


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Come guadagna chi fa musica?

Dalla sua nascita, nel primo decennio del XX secolo e per tutto il secolo breve la vendita di supporti fonografici (vinili, musicassette, cd ed .mp3) è stata la più importante fonte di reddito per musicisti ed editori discografici ma l’arrivo dello streaming nel nuovo millennio ha profondamente cambiato le carte in tavola: oggi ci troviamo nella situazione in cui di fronte all’aumento delle uscite musicali viene venduta meno musica.
Come guadagna chi fa musicaIn particolare i nuovi artisti si ritrovano ad affrontare molta più competizione rispetto al passato ed i competitor non sono semplicemente i loro colleghi. Con la fruizione in streaming la musica diventa intrattenimento e, sopratutto, nella fruizione privata, si ritrova a competere con altri prodotti creativi come videogiochi o video on demand, ovvero con tutti quei prodotti usati dalle persone per riempire il tempo libero. Non si tratta più di considerare solo il costo del prodotto discografico, ma diventa strategica la relazione che l’artista riesce a creare con l’ascoltatore.

Sebbene le vendite di musica digitale stiano quasi compensando il calo di vendite dei supporti fisici, le dinamiche del nuovo assetto del mercato discografico costringono l’artista musicista e la sua etichetta ad instaurare un nuovo rapporto in cui spesso la casa discografica è più un’agenzia di marketing piuttosto che un semplice editore.

Questo scenario influisce sul rapporto tra artista ed etichetta anche perché, a parità di impegno, i ricavi dall’ascolto in streaming non sono comunque paragonabili a quelli del supporto fisico, ma sopratutto perché rientrare nei costi di produzione, per una casa discografica, richiede più tempo.

Nell’ambiente è diventata ufficiale la voce che dal 2023 le major discografiche investiranno maggiormente su artisti giovani ben inseriti nelle dinamiche social mentre verranno messi in secondo piano gli artisti già maturi che non bucano le community.

Il passaggio era atteso e, sotto certi punti di vista, inevitabile : per poter investire su nuove produzioni l’editore discografico deve poter contare su artisti che possano generare entrate diverse dal prodotto discografico e che sappiano tener legata la propria base fan in particolare attraverso i network e media social.

Per l’artista musicale che non trova ascolto in un’etichetta restano aperte le strade per l’auto produzione, ma anche queste non sono prive di ostacoli. Senza una adeguata promozione personale e del prodotto, senza un piano di crescita basato su obiettivi concreti, resta difficile per l’artista conservare il suo pubblico o crearne uno nuovo.

Ci vuole molto realismo per esigere l’impossibile.


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Alcune cose che un musicista non deve scordare.

Oggi vorrei fare un po’ il punto della situazione nel mondo dell’industria discografica. Questo perché, anche dopo la crisi pandemica che ha messo duramente alla prova i professionisti, noto che permane una riottosa ostilità verso l’evoluzione inesorabile del settore discografico.

il musicista non deve scordare

Generalizzando, sappiamo che il mercato musicale mainstream è controllato dalle major discografiche che hanno ampliato i loro interessi anche su generi e mercati secondari grazie all’acquisizione di nuove etichette e, di conseguenza, del loro know-out artistico e professionale. Alle etichette indipendenti restano polposi mercati di nicchia su cui le più abili si stanno effettivamente concentrando.

La scomparsa delle vendite di supporti fisici non ha solo modificato la distribuzione della musica, che oggi avviene attraverso le piattaforme di distribuzione (The Orchard, Believe, Distrokids etc.) ma anche la fruizione della stessa da parte degli utenti.

Già con la rivoluzione degli .mp3 negli anni ’90, gli artisti più attenti avevano colto l’occasione per svincolarsi dalle rispettive case discografiche producendo la propria arte senza vincoli di politiche aziendale. Oggi, la distribuzione in streaming ha amplificato queste possibilità, permettendo all’artista di produrre e distribuire musica con costi relativamente modesti. Auto prodursi è incredibilmente facile e poco costoso.

Ma questi cambiamenti richiedono comunque modelli di business che vanno al di là della mera composizione e registrazione di un brano o di un album. Oggi, l’artista musicale deve tener conto, come minimo di questi tre fattori:

  • Il networking, il “fare rete” è diventato indispensabile;
  • La musica, la canzone, l’album non sono più un prodotto, un bene da possedere, ma un servizio;
  • La musica oggi fa parte del settore dell’intrattenimento;
  • Il comportamento dei consumatori di musica è cambiato.

Le app di streaming, con la loro infinita offerta, hanno radicalmente modificato le abitudini degli ascoltatori, sopratutto i più giovani, che oggi trattano il prodotto musicale alla stessa stregua del videogioco o del film su Netflix che, di fatto, sono i nuovi concorrenti del settore discografico e degli artisti musicisti.

In questo contesto, per l’artista musicista è fondamentale lavorare anche sulla sua figura artistica e non solo sulla sua musica. Costruire e dialogare con la base fan, cercando di essere attrattivo creando nuovi stimoli per veicolare il pubblico all’ascolto, attraverso i social media e i social network. Tutto questo è un lavoro al quale non si può rinunciare. Solo chi riesce a costruirsi una solida e coerente immagine artistica può emergere dal marasma dell’infinita offerta musicale delle app di streaming. Su questo c’è poco da discutere.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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L’importanza di una mail personalizzata.

Prova ad immaginare la mattina in cui scopri di essere stato bannato dal tuo account Google. Non solo l’account Gmail, ma proprio a tutti i servizi collegati, compreso Google Drive, YouTube, l’autenticazione a 2 fattori, ecc…

L'importanza di una mail personalizzata.
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Come sarebbe quel giorno? Prova a pensare a tutte le conseguenze che porterebbe questo avvenimento alla quotidianità, alla tua vita.

In realtà credo che ci siano scarse possibilità che questo avvenimento si verifichi, ma è anche vero che il servizi gratuiti di Google non offrono particolari garanzie contrattuali in casi di incidenti di questo tipo o altri, sebbene l’azienda più volte si sia prodigata ad a risolvere alcuni incidenti accaduti ai fruitori dei suoi servizi gratuiti: cosa non scontata perché non aveva l’obbligo contrattuale di farlo, ma ci tengono a mantenere una buona reputazione.

Scrivo questo perché in rete gira una storia di un utente Google che racconta la sua esperienza nella quale, dopo aver acquistato un nuovo smartphone, non è riuscito a farlo riconoscere dal sistema di Google. In seguito il suo account è stato segnalato come fraudolento ed è stato bloccato.
Il seguito della vicenda è una lunga odissea di tentativi di recuperare questo account e tutti i servizi collegati e non si conosce se la vicenda ha avuto un lieto fine.

Questa triste esperienza dovrebbe insegnarci che le garanzie limitate offerte dai servizi mail gratuiti non sono sufficienti per garantire la nostra identità digitale. Ma tutto questo può essere facilmente evitato con un servizio mail a pagamento legato ad un nome dominio che oramai ha costi annuali estremamente contenuti.

Se invece preferisci restare nell’ecosistema Google, potresti considerare di attivare il servizio a pagamento di Google Workspace che offre tutte le garanzie che mancano agli account gratuiti.


Nuove Economie della Musica

di Andrea Portioli
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Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.

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La musica e il difficile mondo dei social network

L’apparenza è che la promozione digitale dia dei risultati miracolosi, che un post su Instagram faccia decollare il numero dei fan e che tutti siano lì pronti ad aspettare la tua prossima uscita che scalerà gli algoritmi di Spotify restituendo in breve tempo l’investimento che hai fatto per produrre la tua musica. Ma la cruda realtà spesso è diversa.

la musica e il difficile mondo dei social network
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Un artista musicista ai primi passi spesso si rende ben conto che far conoscere la sua arte in un mondo inflazionato da nuove produzioni musicali è difficile ed è un percorso irto di ostacoli. Noi che ci occupiamo di promozione musicale lo sappiamo bene e, cinicamente, non crediamo nei miracoli, nemmeno quando il pezzo è potente ed ha i suoi innegabili punti di forza.

Il marketing digitale non regala nulla e non offre scorciatoie per il successo, questo dev’essere chiaro sin da subito. Un artista che affida la promozione della sua immagine, o della sua musica al web deve essere consapevole di questo, sia che si affidi ad un professionista, sia che curi tutto da solo.

La verità parziale dei dati

Tutto quello che facciamo online è più o meno misurabile, ma interpretare queste misure è complesso. I dati che ti restituiscono gli insight dei vari social non ti dicono cosa pensano le persone, non sono indicatori della fiducia e del sincero apprezzamento. Sono facilmente accessibili, ma serve una grande esperienza per comprenderne il significato. La metrica dei like può essere ingannevole se male interpretata, basare un giudizio solo sui numeri può portare a conclusioni errate. Il metodo più corretto è quello di usare questi numeri per tentare di comprendere le percezioni del pubblico e lo stato d’animo, favorevole o meno ai tuoi post.

Non farti sfruttare dalle app social

Non farti illusioni, per i social network la tua fame di visibilità è una mucca da mungere e il loro interesse è limitare la portata dei tuoi post per costringerti a pagare in cambio della visibilità che cerchi. E non c’è solo questo; i tuoi fan, follower o collegamenti non ti appartengono veramente, perché al di fuori del social tu non hai un contatto diretto con loro: non hai un indirizzo mail, un numero di cellulare, un contatto Whatsapp o altro. Tutti i fan che hai raccolto (pagando) il social network appartengono al padrone di casa, il social network per l’appunto, che gestisce la tua visibilità a seconda della sua convenienza. Per questo avere un tuo sito web che raccolga direttamente i contatti dei tuoi fan ti è indispensabile se vuoi costruire una carriera artistica duratura e tenerli vicini a te senza intermediari.

Non esiste un modello di successo replicabile

Quando incontri un artista o una band che abbiano avuto un’intuizione di successo nella comunicazione e nel marketing scoprirai che puoi evitare di replicarlo perché non funziona più. La strategia non è esportabile, ma va costruita di volta in volta sulle esigenze specifiche del contesto. Le ricette per il successo non esistono. Non esistono metodi vincenti, a meno che chi te le propone non sia un santo che preferisce dare a te la formula piuttosto che realizzarla lui stesso.

Adattati ai mutamenti

I social network sono piattaforme di conversazione online e sono in continua evoluzione, ogni due anni cambia tutto. Il mondo dei social non è immobile, le persone passano da un social all’altro, mutano gli algoritmi e, con essi, la tua rilevanza. Quello che funziona oggi, tra sei mesi non funziona più. Lo spirito di adattamento e la ricerca di nuove piattaforme e modelli di comunicazione cambiano a una velocità mai vista nei media tradizionali. Per questo non esistono modelli replicabili, per questo è necessario sperimentare nuovi modelli di comunicazione e di dialogo con i propri fan. Nella sperimentazione e nell’analisi dei comportamenti puoi trovare il modo per entrare nel cuore di chi ti segue.

Il digital marketing richiede tempo, energie e soldi

Non esiste che con poche decine di post su Instagram, sul tuo Blog o su YouTube avrai successo. Se vuoi impegnarti in questi canali promozionali devi donare per mesi e anni senza avere la certezza di un ritorno. L’unica certezza che hai è che ti costerà anni di lavoro, energia mentale e soldi per acquistare piattaforme o pagare campagne promozionali. Non si conosce nessun caso di successo di artisti musicisti che hanno ottenuto la fiducia di un pubblico con poche settimane di attività promozionale.

Queste sono le verità scomode che nessun artista vorrebbe sentirsi dire. Ma questo è il mondo reale del marketing digitale. E per essere sincero al 100% ti dirò che ciò che hai appena scritto non è nemmeno farina del mio sacco. Si tratta dell’adattamento di un post di Riccardo Scandellari che ho riportanto alla realtà del marketing musicale e che condivido in ogni singola riga.

Quando prendi in mano la tua promozione musicale o la affidi a qualcuno, tieni presente queste cose: i miracoli non esistono. Preparati già da subito a lavorare costantemente sulla tua immagine pubblica di artista, a curarla online e offline. Devi preoccuparti che sia coerente, aperta al dialogo e propositiva con i fan. E’ una cosa da costruire nel tempo, senza ansie, con sincerità e naturalezza. Solo così potrai raccogliere un pubblico che ti presti attenzione e interessato alla tua musica.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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La pratica del FUORI ORA! funziona?

Se come me, per passione o per lavoro navighi spesso in siti e pagine social dedicate alla musica, ti ritroverai bombardato dalle grafiche delle nuove uscite discografiche, gli immancabili Fuori Ora! o Out Now.

I post Fuori Ora! funzionano?
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E’ un messaggio pubblicitario, semplice e istantaneo, ormai una prassi consolidata nel marketing musicale e che sottintende l’invito ad ascoltare la traccia o l’album appena pubblicato. Ma se ci fermiamo ad analizzare alcune dinamiche, possiamo presto capire come in realtà il Fuori Ora sia un messaggio debole e come, il più delle volte, venga semplicemente ignorato quando compare nel feed di social network.

Prendiamo in considerazione che ogni giorno nel mondo vengono pubblicati circa 40.000 brani al giorno, immediatamente disponibili all’ascolto sulle piattaforme di streaming. Stiamo parlando di circa 2.000 ore di nuova musica al giorno, stimando la durata media di 3 minuti per brano. Premesso questo, quante possibilità ci sono che il tuo post Fuori Ora attiri l’attenzione più altri? Non solo.

Il classico post Fuori Ora, nella sua struttura grafica è una classica comunicazione pubblicitaria e questo, in particolare sui social network, è un problema perché cade facilmente vittima della banner blindness: ovvero quel fenomeno, misurato per la prima volta sul finire degli anni ‘90, per il quale i naviganti del web finiscono per ignorare in maniera più o meno conscia messaggi pubblicitari e altre forme di annunci simili. Questa forma di autodifesa percettiva da messaggi superflui nel corso del tempo è cresciuta e consolidata, in particolare nei social network.

Viene da se che affidare l’uscita della tua nuova creazione ad un semplice messaggio pubblicitario è una pratica insufficiente, se non inutile, se prima non hai creato un clima di aspettativa e sollecitato la curiosità dei tuoi fan attraverso settimane di post dedicati al tuo progetto discografico di imminente pubblicazione.

Nella mia esperienza, solo in due casi ho visto delle importanti interazioni su un post Fuori Ora:
1) Quando l’artista è noto ed ha un’ampia fan base appassionata e attiva che lo segue regolarmente.
2) Quando l’artista ha lavorato, anche per mesi, sui social raccontando la crescita del suo progetto e cercando strade per coinvolgere emotivamente i fan nel processo creativo.

La comunicazione sui social network non passa attraverso il messaggio pubblicitario diretto ma attraverso la creazione di contenuti coinvolgenti ed empatici capaci di interessare le persone al progetto artistico che stai realizzando.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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