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Audius: la musica in streaming ripaga in token

Audius è un servizio di streaming musicale decentralizzato, con una componente di social media, che ti consente di caricare, distribuire e monetizzare la tua musica senza dover passare attraverso intermediari tradizionali come etichette discografiche o servizi di streaming centralizzati. È alimentato da una blockchain, specificamente Ethereum, che consente una maggiore trasparenza e autonomia per gli artisti.

Audios: quando la musica in streaming ripaga in token.

A livello tecnico, è una blockchain che ti permette di pubblicare musica on line con una marca temporale per le tue opere creative, protette da una rete decentralizzata. Originariamente costruito su POA Network, una sidechain di Ethereum, in seguito ha spostato parti del suo servizio sulla blockchain Solana. A differenza della maggior parte degli altri progetti blockchain, Audius non sembra così ostico da escludere quanti siano a digiuno di blockchain e quant’altro e questo è decisamente il suo punto di forza ed il segreto del suo immediato successo.

Un punto controverso di questa piattaforma è la protezione del copyright. I contenuti Audius sono distribuiti su nodi decentralizzati, e per motivi tecnici la protezione del copyright al momento non può essere applicata, ma il protocollo sta attualmente sviluppando un sistema di arbitrato composto da membri della comunità che decideranno se rimuovere determinati contenuti. Questa mancanza di controllo centralizzato permette però di fornire un luogo sicuro per gli artisti in regimi oppressivi, che usano la musica come mezzo di dissenso e protesta.

L’interfaccia utente di Audius è simile a quella di altri servizi di streaming e permette agli utenti di cercare, scoprire e creare playlist personalizzate.

Caricare le tue tracce musicali su Audius utilizzando l’App o il sito web è gratuito e non prevede nessuna cessione di diritti sulla tua musica che viene distribuita su una rete peer-to-peer decentralizzata. Questo significa che la musica viene suddivisa in frammenti e distribuita tra i nodi della rete. Gli utenti che ascoltano la musica contribuiscono anche al processo di condivisione, consentendo un’esperienza di streaming più veloce e resiliente.

Puoi guadagnare attraverso Audius tramite diverse modalità. Una di queste è la possibilità di stabilire tariffe per l’ascolto delle tue canzoni o di offrire contenuti esclusivi a pagamento. Audius offre un modello di monetizzazione basato su un token nativo chiamato AUDIO.

Guadagni AUDIO tramite meccanismi come la ripartizione dei ricavi delle riproduzioni e dei ticket per eventi. Anche gli utenti possono guadagnare AUDIO eseguendo determinate azioni sulla piattaforma, come ad esempio la condivisione di playlist curate. I token AUDIO possono essere scambiati su diversi exchange crittografici o utilizzati all’interno della piattaforma per accedere a funzionalità premium.

Essendo basato su una blockchain, Audius offre anche un modello di governance decentralizzato. Gli utenti possono partecipare alle decisioni relative allo sviluppo della piattaforma e proporre modifiche tramite votazioni. Ciò consente agli utenti e agli artisti di avere un maggiore controllo sul futuro della piattaforma.

Dal 2021 l’artista che carica la sua musica su Audius può distribuirla anche su TikTok Sound.

In sintesi, Audius è un servizio di streaming musicale decentralizzato che ti permette di caricare, distribuire e monetizzare la tua musica in modo autonomo. Con una blockchain come infrastruttura, offre una maggiore trasparenza, un controllo più diretto e opportunità di guadagno per gli artisti, mentre gli utenti possono scoprire e ascoltare nuova musica in un ambiente peer-to-peer.

Vai su Audius


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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La musica glocalizzata ha modificato gli equilibri.

In un articolo del Financial Times di questi giorni i due autori Ralph Simon e Chris Dalla Riva rendono noti i risultati di un’analisi che disegna una geografia musicale con dinamiche inedite e impreviste sul mercato discografico internazionale.

La glocalizzazione ha modificato gli equilibri nell'industria discografica mondiale

Nel contesto internazionale, sono solo quattro le grandi nazioni esportatrici di musica nel mondo: Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia e Corea del Sud; senza dimenticare che il predominio mondiale della musica anglosassone è durato ininterrotto dalla seconda metà del ‘900 sino ai giorni nostri. Eppure questa posizione di vantaggio è oggi messa in discussione da un’inatteso comportamento degli ascoltatori sulle app di musica in streaming.

Oggi cosa è cambiato?

Semplicemente è successo che la globalizzazione ha ceduto il passo alla glocalizzazione.

Sui servizi musicali in streaming, capaci di distribuire la musica di ogni luogo a livello globale, la musica locale prospera in ogni rispettivo paese rivelando una dinamica che non esisteva quando i negozi di dischi e le stazioni radio di quartiere controllavano l’attenzione del pubblico. Per esempio, gli artisti britannici o statunitensi possono aver dominato le rispettive classifiche lo scorso anno, ma i tedeschi, i francesi e gli italiani hanno a loro volta regnato nei loro mercati nazionali. Inoltre, i primi posti nelle classifiche locali si esibiscono sempre più nelle loro lingue native.

Le classifiche in Svezia, una delle prime nazioni ad adottare lo streaming, sempre lo scorso anno sono state dominate dagli svedesi che si sono esibiti in svedese. Un decennio fa, né gli svedesi né la loro lingua erano la maggioranza. Gli artisti polacchi ora dominano anche le classifiche polacche, anche se molti si esibiscono in hip-hop, un genere americano. Localizzazione degli artisti, ma globalizzazione del genere.

Questa è la glocalizzazione, termine coniato nel 1995 dal sociologo Roland Robertson che ipotizzò che la proliferazione di supermercati etnici in California non stesse appiattendo il mondo, ma piuttosto trasformando il globale in locale.

Questo fenomeno spontaneo nel comportamento del pubblico è stato notato anche in casa Amazon dove constatano che la tendenza alla glocalizzazione “sembra coerente con la più ampia tendenza sociale secondo cui, man mano che diventiamo più globali, stiamo anche diventando più tribali” e sue produzioni glocalizzate avere rendimenti migliori.

Almeno per quanto concerne l’industria musicale, questa dinamica del mercato ha funzionato meglio delle politiche sovraniste di alcuni governi nazionali, la Francia per esempio, che hanno legiferato a protezione della propria industria culturale con risultati dubbi. Lo streaming di musica e video ha raggiunto il risultato politicamente auspicabile della preminenza della musica nazionale, senza l’intervento del governo. Ironia della sorte, questi mercati globali non regolamentati hanno avuto successo laddove quelli regolamentati della radio e della televisione locale hanno fallito.

In questo contesto, possiamo anche valutare che, per quanto ci riguarda, il mercato italiano è da considerarsi una nicchia di pubblico ben precisa alla quale rivolgersi sapendo toccare i giusti tasti. Ancora una volta il problema che l’artista musicale deve affrontare è identificare ed identificarsi con il suo pubblico di riferimento, risvegliandone le emozioni e coinvolgerlo con la sua musica: il fatto che si parli la stessa lingua e si condivida la stessa cultura, può ritenersi un catalizzatore da non sottovalutare.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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marketing musicale personal branding tips & tricks tools

L’One Sheet automatico di Chartmetric

Qualche tempo fa avevo scritto due righe sull’one sheet e sulla sua utilità per costruirsi un’immagine professionale e completa che sia rapidamente consultabile. Nell’industria musicale gli one sheet si usano da decenni: si presentano come una singola pagina con tutte le informazioni salienti su un’artista o una band; uno strumento di divulgazione e promozione essenziale per negozi di dischi, stazioni radio e riviste.

One sheet automatico di Chartmetric semplifica la vita ai musicisti.

Con l’avvento dello streaming sono caduti per un po’ in disuso, sostituiti di fatto dalla semplice operazione di inserire direttamente i brani in piattaforma mediante un account personale. Ora le cose sono un po’ cambiate e gli one sheet si stanno rivelando strategici per far emergere artisti e produzioni dalla massiccia e quotidiana pubblicazione di nuovi brani sino ad essere cruciali per la pratica del pitch delle nuove uscite da parte delle label ai DSP. Un contesto in cui la necessità promozionale è nuovamente enfatizzata, insieme alla capacità di fare la differenza con informazioni ausiliari e fondamentali per collocare brano e artista.

E’ di questi giorni la notizia che Chartmetric ha acquistato la StartUp Onesheet integrandola nei propri sistemi di analisi dei dati e offrendo, anche gratuitamente, ad artisti ed etichette la possibilità di crearsi i propri one sheet che, sfruttando i dati raccolti da Chartmetric, si aggiornano automaticamente con le nuove uscite e nuove informazioni riguardanti l’artista/band.

Creando un account su Onesheet puoi creare la tua pagina cercando il tuo nome d’arte tra i 9 milioni di quelli censiti nel database della società: biografia e metriche essenziali compariranno in tempo reale e la prima versione della pagina sarà pronta. A questo punto puoi editare la pagina, sezione per sezione, aggiungendo o togliendo tutte le informazioni che riterrai utili.
Una volta completata, potrai condividerla con i DSP, sui social e ogni volta riterrai utile per promuovere o presentare la tua attività musicale.

L’aspetto interessante è che si tratta di una pagina dinamica, le cui metriche vengono aggiornate da Chartmetric senza alcun intervento da parte del titolare della pagina: quegli aggiornamenti pervengono anche laddove quel one sheet è stato condiviso.

Una funzionalità chiave è la Spotlight Release, che consente di inserire nella pagina i link a audio e video (su SoundCloud, YouTube, Vimeo…) anche di brani non ancora pubblicati ma già pronti che, al momento ufficiale dell’uscita, saranno segnalati in pagina e alle piattaforme con cui essa viene condivisa.

Prova Onesheet, è piuttosto semplice, completo, gratuito (fino a 3 artisti) e facilmente modificabile. Un’ottima soluzione per presentarti come si deve.

Crea il tuo One Sheet
Impara ad usare Onesheet di Chartmetric


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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Conosci Noteable di Spotify?

Nel complesso e variegato ecosistema di Spotify una parte importante è composta da tutti quei servizi che la piattaforma di Daniel Ek mette a disposizione di artisti musicali ed etichette per orientarsi nelle funzionalità di Spotify e definire al meglio le strategie di marketing utili per promuovere gli artisti e le loro canzoni. Noteable è uno di questi e già da subito ti invito ad iscriverti alla sua newsletter e restare aggiornato sulle novità proposte dalla piattaforma.

Conosci Noteable di Spotify?

Noteable è un sito accessibile con le tue credenziali di Spotify for Artist in cui cantautori, produttori ed editori possono trovare una community in cui relazionarsi e ricevere aggiornamenti sull’evoluzione della piattaforma di musica in streaming.

E’ il luogo in cui lo staff di Spotify accentra tutte le risorse e i manuali utili per meglio comprenderne il funzionamento e le dinamiche, con lo scopo di offrire agli addetti del settore il maggior supporto possibile.
Attraverso guide, video e rubriche tematiche, Noteable vuol essere una fonte di ispirazione per gli artisti emergenti guidandoli nel burrascoso mare della discografia online.

Dalle pagine di Noteable è anche possibile un contatto diretto con lo staff di Spotify per la risoluzione di problemi o suggerimenti.

Servizi come Noteable si rivelano utili per comprendere le dinamiche di Spotify anche analizzando i comportamenti del pubblico sulla piattaforma, distribuendo suggerimenti per un maggiore coinvolgimento attraverso articoli e video, i gli strumenti di analisi del mercato discografico e delle tendenze del pubblico. Non solo tendenze di massa, ma anche quelle delle nicchie con casi di studio e suggerimenti da professionisti autorevoli.

Noteable ha anche un’attiva community Twitter ed Instagram.


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3 strade per promuoversi on line

La promozione online è per un’artista musicale una necessità non derogabile e irrinunciabile. È il primo passo per poter costruire una solida carriera di musicista professionista, il passaggio obbligato per raggiungere quel pubblico che parteciperà ai tuoi concerti o ascolterà i tuoi brani.

3 strade per l'auto promozione

Non esiste una tecnica promozionale in grado di raggiungere velocemente un vasto pubblico di massa senza dover investire ingenti quantità di risorse ed energie. Può accadere ma è un evento raro. Normalmente dietro un grande successo discografico o una larga popolarità artistica ci sono le grandi e costose strategie promozionali che solo le major discografiche possono permettersi.

Dove non arriva il tuo portafoglio può però arrivare l’analisi del tuo pubblico, di quelle persone che sono interessate alla tua musica o affascinate dalla tua figura artistica e professionale. Analizzare i comportamenti del tuo pubblico, le sue reazioni, le sue interazioni richiede un investimento finanziario minore ma esige un maggior sforzo intellettuale, maggior dispendio di tempo, di impegno e cura.

Per la tua promozione personale puoi concentrarti su tre direttrici che ti aiuteranno a catturare l’attenzione del pubblico affine alla tua arte senza dover ricorrere a budget onerosi, ma investendo tempo nel creare interesse attorno al tuo essere artista musicale e alla tua musica.

1. Branding

Costruisci la tua immagine pubblica di artista e di professionista della musica. Lo puoi fare curando ogni dettaglio, dall’abbigliamento al rapporto con il pubblico e con i tuoi colleghi musicisti e collaboratori. Devi mettere in conto già da ora che non è un lavoro a breve termine, per ottenere buoni risultati devi consolidare la tua presenza sul web con una comunicazione costante, puntuale, coerente e di qualità. È in assoluto la ricetta capace di dare i risultati più solidi anche sul lungo periodo ed ovviamente è anche quella più impegnativa.

2. Conversazioni

Nel web, in particolare nei social network, le conversazioni sono il mezzo più performante per ottenere risultati positivi, sono sicuramente meno costose delle campagne pubblicitarie, senza tener conto che il legame creato dalle conversazioni è più stretto e duraturo da quelli creati da una campagna annunci. Puoi interagire con tutti coloro che immagini siano interessati a te ed alla tua musica frequentando le community social, proponendo playlist o scrivendo della musica che ti piace, dialogando poi con le persone che ti trovano interessante. Dovresti anche raccogliere gli indirizzi mail dei tuoi fan e periodicamente comunicare con loro attraverso una newsletter, magari in occasione di una nuova uscita discografica.

3. Scambio

Un metodo che può essere usato per attirare l’attenzione su di se è quello di offrire qualche regalo in cambio di un contatto e-mail. E’ un buon metodo per allargare la propria base fan e gratificare chi già ti segue: puoi organizzare dei live esclusivi solo per gli iscritti alla tua newsletter, oppure puoi offrire un libretto, graficamente accattivante, con i testi e gli accordi delle tue canzoni da scaricare in pdf; potresti anche offrire del merchandising esclusivo a coloro che parteciperanno ai tuoi concerti dopo essersi iscritti. Ci sono vari metodi per ingraziarsi, e per ringraziare, l’affetto del pubblico.

Queste tre attività promozionali sono economicamente poco costose ma richiedono tempo, auto formazione e anche una comprensione dei bisogni e delle richieste di chi ascolta la tua musica (non sto dicendo che la tua creatività deve essere condizionata dai gusti del pubblico, ma che, attraverso le conversazioni, devi stringere un legame con essi). Sono tre vie che servono per valorizzare la tua creazione artistica, la tua musica che resta però il legame principale con il tuo pubblico.

L’artista che riesce a costruirsi una professione o una carriera felice di lungo periodo è colui che riesce meglio connettersi con le persone e comunicare un messaggio emozionale che viene compreso e condiviso. E’ questo impegno, questa ricerca di creazioni sonore emozionanti che premierà l’artista legandolo con il pubblico attraverso una relazione emotiva indissolubile.

L’auto promozione è il mezzo per raggiungere un pubblico solido e affidabile appassionato alla tua musica e pronto a seguirti nel tuo percorso artistico. Un’operazione necessaria per superare la regola aurea del marketing digitale: se non investi un budget devi investire il tuo tempo.


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L’artista musicale è il fulcro di tutto.

Essere un artista musicale, vivere di musica, magari della propria musica e delle proprie canzoni, è sempre stato difficile. Come tutte le professioni creative c’è, vivaiddio!, una selezione della specie piuttosto feroce che lascia poco spazio all’improvvisazione.

L'artista musicale è il fulcro di tutto.

Un artista musicale vede premiati i suoi sforzi solo quando riesce a raggiungere alti livelli professionali e non sto parlando solo della sua maturazione artistica: i più grandi professionisti della musica sono quelli vivono la professione consapevoli delle regole legali e contrattuali che la caratterizzano e delle regole che muovono quel gran circo che è l’industria dell’intrattenimento. Questo perché la musica live e il settore discografico sono intrattenimento e i loro competitor sono tutto ciò che fa intrattenimento, cioè tutto quello che può riempire il tempo libero di una persona: teatro videogiochi, film in streaming ecc…

Il passaggio della musica dal supporto fisico allo streaming, l’avvento dei social media e dei social network hanno cambiato molti paradigmi rivoluzionando l’intera filiera musicale, in questo contesto l’artista musicale, proprio la figura che tiene in piedi tutta la baracca, è rimasto sacrificato da questo mutamento del mercato.

Se da un lato oggi è possibile per chiunque produrre e far conoscere la propria musica, dall’altro siamo giunti ad una saturazione dell’offerta musicale nella quale solo pochi riescono ad emergere: i Migliori.

I Migliori sono quegli artisti musicali che indirizzano i loro sforzi non solo nel perfezionare la loro arte ma investono impegno, tempo e risorse nel costruire la loro figura artistica creandosi un immagine pubblica unica e distinguibile, curando la loro base fan e guadagnandosi una buona reputazione di professionisti della musica.

Questo non vale solo per gli artisti che realizzano produzioni discografiche, vale per tutti gli artisti musicali, vale per i turnisti, i coristi, i parolieri, gli arrangiatori, i producer e tutte quelle figure professionali che contribuiscono alla lavorazione di una canzone.

Un esempio: Se un cantante all’apice del successo deve scegliere un nuovo chitarrista per la band che lo accompagnerà in tour, secondo te terrà in conto anche della presenza scenica del musicista e del rapporto che ha con il suo pubblico online o si limiterà alle sue capacità tecnico-artistiche?

Ma non c’è solo questo.

L’esperienza insegna che non esiste nessuna campagna pubblicitaria, nessun piano marketing, nessuna promozione in grado di spingere in alto un artista, o la sua produzione, se l’artista stesso non è pronto a lavorare su se stesso per diventare il brand della sua musica attraverso quei meccanismi codificati nelle tecniche di marketing.

E’ su questo che io lavoro, sul fulcro di tutto: con l’artista, per l’artista.


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5 tips per una playlist musicale in streaming

Mi sorprende tuttora come gli artisti musicali sottovalutino la forza promozionale delle playlist nel loro profilo artista delle varie app di musica in streaming. E’ una mancanza che, a mio avviso, professionalmente non gli rende onore. Creare almeno una playlist in cui inserire i propri brani è il primo passo per l’auto promozione e per legare con il pubblico che può apprezzare la tua musica.

Per questo motivo vorrei darti qualche suggerimento di base per creare delle playlist solide in grado di catturare ascoltatori appassionati.

5 tips per una playlist musicale in streaming

1. Scegli un nome il nome giusto e non modificarlo

Una playlist per l’ascoltatore è un’esperienza personale. Un titolo non banale, capace di distinguersi dalla massa, è la scelta migliore che puoi fare. Metti in moto la tua creatività e trova un titolo evocativo capace di guidare l’ascoltatore al tipo di musica e di atmosfera che troverà nella selezione. Non dimenticare di creare anche una descrizione che renda bene l’idea della musica che proponi suggerendo a quali persone o per quali occasioni è più adatta. E’ il pubblico qualificato che darà alla tua selezione un pubblico di valore. E’ importante non modificare il titolo della playlist perché è strettamente legato agli algoritmi di ricerca, questo a diverso titolo su tutte le app di musica in streaming.

2. Mettiti nei panni del tuo pubblico

Nel creare la playlist, dove inserirai anche qualche tuo brano, devi innanzitutto preoccuparti di creare un mood, un’atmosfera coerente. Ma devi coniugare questa esigenza partendo dai tuoi gusti personali perché il risultato della selezione dev’essere sincero, genuino: il pubblico ha un sesto senso particolare quando cerchi di prenderlo in giro. Sii onesto con te stesso e crea quella playlist che ti soddisfa al 100%. La sincerità premia più di ogni altra cosa e nel mondo ci sono milioni di persone pronte a condividere i tuoi gusti e curiose di ascoltare la tua musica. Mettere in testa alla tua selezione quattro o cinque brani di successo servirà a rompere il ghiaccio e convincere l’ascoltatore a continuare nei brani successivi.

3. La Copertina e la Descrizione.

Ovviamente la copertina della playlist ha la sua importanza. Grafica ed immagine devono essere accattivanti e contenere un riferimento esplicito al contenuto della selezione musicale che hai compilato, ma questo potrebbe non bastare.

Analizza le copertine delle playlist di maggior successo, scoprirai che le immagini hanno pochi dettagli e l’immagine è facilmente identificabile anche quando sono ridotte a icona, non solo, il titolo spesso è scritto con caratteri cubitali per lo stesso motivo sopra citato.

Non è male crearsi una linea grafica omogenea in modo che il pubblico riesca a riconoscere a colpo d’occhio che quella playlist è una tua playlist, qualsiasi genere musicale contenga.

La descrizione è molto importante: dev’essere invitante e magari contenere almeno 10 nomi di artisti presenti per essere notata dagli algoritmi di ricerca.

Questi sono i suggerimenti da manuale che dovresti imparare a memoria. Nonostante questo, nel mio profilo Spotify ho preferito seguire una via diversa realizzando grafiche univoche, molto omogenee ed estremamente sintetiche. Ho scoperto che se la musica è buona ed il mood ben riuscito, la selezione ha comunque un buon riscontro di pubblico, perché a conti fatti, è sempre la qualità musicale che fa la differenza. ( Seguimi su Spotify)

4. Aggiorna costantemente la playlist

E’ importante che programmi una scadenza periodica per aggiornare la tua playlist con le nuove uscite o le nuove scoperte, magari togliendo i brani che consideri superati o che ad un ascolto più attento ti sembrano meno meritevoli: la qualità di una selezione alla lunga premia più di ogni altra cosa. Personalmente ti consiglio di creare playlist di 2-4 ore di durata, ma se riesci a collezionare un buon repertorio puoi arrivare anche a 8 o 12 ore, ma dev’essere una selezione veramente ricca di roba buona. Inoltre, se ti è possibile, non mettere più di 5-6 brani per artista: la varietà paga.

5. Condividi et Impera.

Questo geniale motto creato dal brillante Rudy Bandiera è l’ultimo e determinante passo per attirare attenzione verso la tua playlist. Quando condividi la tua selezione sui social cita i nomi degli artisti coinvolti, magari taggandoli, te ne saranno grati e potrebbero decidere loro stessi di condividerla sulle loro pagine creando quel circolo virale che la farà decollare.

Conclusione

Queste regole basiche per creare e gestire playlist valgono, più o meno, per tutte le app di musica in streaming e sono la base di partenza per far conoscere la tua musica ad un pubblico più ampio. La creazione di playlist va vissuta con spontaneità e leggerezza, come un hobby gratificante. Non solo può fare del bene alla tua musica, ma può far del bene anche a te offrendoti nuovi stimoli e nuove idee per le tue composizioni.

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di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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7 Segreti dell’algoritmo di Twitter

La pubblicazione di parte del codice sorgente di Twitter promossa da Elon Musk ha permesso di capire con quali criteri il social distribuisce i post rendendoli più, o meno popolari. Nella pratica ora sappiamo quali trucchi usa il social cinguettante per tenere l’attenzione degli iscritti legata al suo feed.

7 segreti dell'algoritmo di twitter

Queste risposte le abbiamo perché appena il codice è stato desecretato, un nutrito sciame di analisti informatici si è buttato sulle stringhe per analizzarne il funzionamento. Chi è esperto delle dinamiche di questo social non è rimasto sorpreso dal risultato di questi studi che però, se non altro, offrono dei punti fermi sul corretto utilizzo di Twitter.

A questo punto possiamo vedere qual’è la ricetta per espandere un contenuto al di fuori della propria cerchia. Dall’analisi del codice reso pubblico emerge che:

  1. i cuoricini garantiscono un incremento alla diffusione fino a 30 volte superiore, rispetto alle condivisioni (20 volte) e alle risposte, che offrono una spinta minima;
  2. L’integrazione di immagini nel tweet aiuta, i cuoricini restano il fattore più importante;
  3. Come Facebook, anche Twitter detesta i link verso l’esterno, come un articolo o un video su YouTube. Il limite è particolarmente pesante se il profilo non ha un buon seguito, in caso contrario influisce di meno. Questo significa che per ottenere risultati importanti condividendo playlist Spotify o video su YouTube prima bisogna raggiungere un buon numero di follower attivi;
  4. Anche le segnalazioni di spam o esser stati segnalati con parametri negativi abbassa la portata di un tweet. In particolare se si è segnalati per disinformazione;
  5. Pagare per l’abbonamento a Twitter Blue avvantaggia molto.
  6. Twitter include ogni utente, in base al profilo, in una bolla di profili simili (cluster). Significa che i contenuti coerenti con questo cluster sono avvantaggiati e viceversa contenuti difformi vengono pesantemente penalizzati;
  7. Ovviamente anche il numero di follower influisce sulla portata di un tweet;

Questi sono ad oggi le sette regole chiavi che regolano il microcosmo di Twitter che, proprio mentre scrivo, vede il logo dell’uccellino blu spodestato dal cagnolino di Dogecoin. Il prossimo passo di Crazy Musk sarà cambiare il nome del social in Barking?


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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6 punti per trasformare la tua musica in un brand

Non mi meraviglierei se leggendo il titolo trovassi fastidioso l’accostamento tra le parole musica e brand, accade a molti artisti musicali che vedono in questo accostamento il ridurre la musica a semplice merce di consumo.

6 punti per trasformare la tua musica in brand

Non nascondiamoci però che, in realtà, la musica è merce di consumo e mai come di questi tempi è stata prodotta e consumata in enorme quantità. Ovviamente senza dimenticare che la musica nasce da un processo creativo ed artistico che spesso è il frutto di anni di studio, lavoro e costanza.

Ci troviamo perciò in un contesto in cui è necessario creare la giusta sinergia tra l’aspetto commerciale e quello creativo. Un buon musicista professionista è tale quando riesce a coniugare l’aspetto spirituale e quello materiale della sua professione, riuscendo ad emozionare il suo pubblico e vivendo con i guadagni del suo lavoro.

Trasformare la tua musica in un brand significa renderla unica e riconoscibile, così come deve essere unica e riconoscibile la tua figura di personaggio artistico. L’artista e la sua musica devono appartenere ad un contesto che sia facilmente riconoscibile dal pubblico, ma nel contempo devono emergere da questo contesto, trovando una loro dimensione unica.

Questo risultato non è detto che sia immediato, potrebbe rivelarsi un percorso di ricerca, fatto di tentativi più o meno felici, che ti porterà a raffinare la figura artistica mentre, nel contempo, migliori anche la tua scrittura musicale e la qualità dei tuoi pezzi. E’ un percorso di maturazione nel quale valuterai anche le reazioni del pubblico e costruirai con esso un rapporto di fiducia facendolo diventare la tua fan base. Un artista musicale quindi deve ricordare sempre che il brand è ciò che associa se stesso ad un gruppo di persone in particolare, a cui si propone un progetto che rispecchi i loro gusti ed esigenze musicali.

Ci sono sei punti chiave quindi per poter realizzare il proprio brand:

1. Chi sei e chi vuoi diventare?

Prima di ogni cosa devi aver chiaro quale direzione dare al tuo percorso artistico: vuoi diventare una rockstar, un cantautore oppure vuoi diventare uno specialista di uno strumento ambito dai migliori artisti della scena? Il tuo brand riguarda le tue aspirazioni, le domande a cui devi rispondere sono: “Per cosa voglio essere ricordato?” e “Come lo evidenzio al meglio?”. Vorrei portanti l’esempio di Dodi Battaglia che per mezzo secolo ha costruito il suo percorso artistico con i Pooh, scrivendo e arrangiando con loro le canzoni che li hanno resi celebri nel mondo. Questo non gli ha impedito, anzi lo ha aiutato, nel costruirsi una carriera e una fama internazionale di grande chitarrista. La sua lunga esperienza musicale gli ha permesso di continuare una carriera solista realizzando nuove canzoni e condividendo le sue conoscenze tecnico/artistiche in affollatissime master class.

2. Conosci il tuo pubblico

Ne consegue che, se non hai le idee chiare su chi sei e cosa vuoi rappresentare con la tua musica, difficilmente le persone potranno dare un senso della tua presenza. Il brand che stai costruendo rispecchia i valori artistici che distribuisci. Devi conoscere te stesso, ma devi anche capire i gusti delle altre persone, del tuo pubblico potenziale. In altre parole, devi trovare la tua nicchia. Devi concentrare i tuoi sforzi nel catturare l’attenzione di quel pubblico specifico che si appassiona al tuo genere musicale ed al tuo sound: quello che si emoziona nell’ascoltarti. Sarà la tua fan base.

3. Costruisci la tua identità

Concentrarsi troppo su visibilità, successo di pubblico o fama può rivelarsi un problema se prima non ti sei costruito un’identità artistica solida e riconoscibile. Nella musica il successo può rivelarsi effimero se non basato su pilastri solidi che vanno oltre alle abilità artistiche. Chi ti ascolta deve amare le tua musica, ma deve amare anche il tuo personaggio artistico. Devi perciò costruirti una buona reputazione professionale che resti nelle percezioni dei tuoi colleghi musicisti o del tuo pubblico.

4. Costruisci un luogo privilegiato per farti conoscere

Il proliferare dei canali comunicativi è dispersivo. Per la natura di cui sono fatti, per le dinamiche che creano, generano una lettura non lineare dei contenuti che a sua volta può rivelarsi dispersiva e spesso superficiale. Per questo è fondamentale creare un luogo tuo dove presentarti, rappresentarti, illustrare il tuoi progressi artistici e magari mantenere un contatto privilegiato con il pubblico appassionato alla tua arte. Un buon sito internet, costantemente aggiornato con le date dei tour e magari con un blog è la soluzione ottimale per mantenere un contatto solido nel tempo con il tuo pubblico. Se poi sei un musicista professionista alla ricerca di ingaggi come turnista o per tour dal vivo, LinkedIn è il paradiso dei professionisti di ogni categoria. Come social LinkedIn ha delle caratteristiche e delle dinamiche diverse da quelle che sei abituato a vedere con Facebook o Twitter. Essendo un luogo frequentato da professionisti LinkedIn richiede anche un linguaggio professionale appropriato, ma è innegabile che è il posto giusto per far valere il proprio valore professionale ed ottenere ingaggi magari impensati.

5. Nutri il tuo pubblico di grandi aspettative

Ora che sai chi sei, qual’è il tuo pubblico e come mantenere viva la sua curiosità, devi trovare il pretesto quotidiano per farti notare e ottenere apprezzamento. Per ottenere e mantenere l’attenzione del pubblico devi attrarlo informandolo sulle tue attività e sul contesto artistico in cui ti muovi, senza dimenticare di suggestionarlo con la tua musica.

Se racconti alle persone chi sei, cosa fai, come lo fai e, perché no, come possono ottenere i tuoi risultati o ricreare i tuoi suoni, ottieni la vicinanza e l’ammirazione di un pubblico che in te vede un punto di riferimento e magari una fonte d’ispirazione. Una nicchia si alimenta con contenuti che non devono necessariamente portare alla vendita ( meglio dire al tuo ascolto in streaming): basta che chi ne fruisce comprenda che, qualora fosse necessario, che tu sei in grado di soddisfare la sua fame di emozioni e buona musica.

6. Converti l’interesse in contatti, i contatti in relazioni e le relazioni in ascoltatori

I social network non servono a vendere, ma a far scattare un primo generico interesse. Se vuoi che questo interesse diventi famigliarità e autorevolezza devi acquisire la capacità di arrivare direttamente al tuo pubblico, disintermediando social network e social media. Puoi farlo attraverso una mailing list, un gruppo chiuso, la messaggistica, le notifiche o un live. I contatti sono un punto di partenza debole, le relazioni il loro sbocco naturale.

Il valore di un follower è nullo se con esso non si instaura una conversazione, se non c’è un coinvolgimento reale e attivo. Tutto ciò che hai fatto finora porta a questo. Attraverso la comunicazione il pubblico comprende chi sei e qual’è la tua musica, nel contempo apprezza la tua disponibilità e le tue qualità umane e professionali.

A questo punto non dovrai più insistere sul pubblico perché ascolti il tuo ultimo brano o compri il biglietto del live. Sarà proprio questo tuo pubblico a restituirti l’attenzione che gli hai dato partecipando alle tue esibizioni e facendo conoscere agli amici la tua ultima produzione. Sarà un atto spontaneo di riconoscenza, un rapporto umano solido di reciproco rispetto.

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Come uscire dalla rassicurante nicchia

Per una band o un artista musicale la nicchia di pubblico legata al genere musicale è la base per una buona partenza. Rivolgersi ad un pubblico ben definito con un’immagine che risponda ai canoni di genere aiuta sin dai primi passi nel farsi apprezzare e riconoscere.
Come uscire dalle nicchie di genere musicale'

Il problema è che, statisticamente, il pubblico di nicchia non è proprio un pubblico fedelissimo; non nascondiamoci che anche il pubblico di nicchia è irresistibilmente attratto dalla musica mainstream, che resta la principale concorrente della musica di nicchia, qualsiasi sia il genere musicale.

Questa è una dinamica che riguarda qualsiasi mercato di generi di consumo ed è incontestabile che la musica sia un genere di consumo, se così non fosse non esisterebbe l’industria discografica e dell’intrattenimento come la conosciamo.

Date queste premesse, il primo punto da focalizzare è che la competizione vera e propria tra artisti musicali non avviene all’interno della nicchia di genere, ma avviene nel mercato generale, nel mainstream. Come succede in altri mercati, anche nel discografico chi è piccolo, di nicchia, molto probabilmente resterà tale, solo pochi riusciranno a trovare il modo creativo e commerciale per uscirne. Ma come?

Non ci sono ricette miracolose, ovviamente, ma una strada percorribile esiste ed è quella di applicare metodi di branding nella promozione della band, del cantante/autore o del singolo prodotto discografico.

Il primo passo del nostro viaggio al di fuori della nicchia è di essere presenti nella memoria del pubblico: ovvero identificarsi come una soluzione alternativa ma non diversa da quella offerta dal mainstream. Supponiamo il caso di un brano reggae ben connotato nel genere, dal ritmo vivace e dalle sonorità positive. Questo brano può rispondere bene alle persone che cercano musica allegra, spensierata e dal sapore estivo, per capirci, una canzone che possa tranquillamente stare in una playlist di tormentoni mainstream dandole un tocco di originalità.

A questo punto, proprio valutando il tuo pubblico, età, provenienza, playlist create ecc., puoi trovare le giuste corde per solleticare l’attenzione verso la tua musica utilizzando le leve e le loro varianti che hanno dato migliori risultati nel mainstream. Non si tratta della ricerca del successo, del brano commerciale, ma di una maturazione artistica e creativa che ti metta in sintonia con i gusti del pubblico solleticandone la curiosità ed offrendogli qualcosa di diverso, di alternativo.

Il terzo passo, quello fondamentale, è creare un ricordo permanente nella memoria del nostro pubblico. Per ottenere questo c’è tutto quel lavoro costante e coerente di personal branding che ci renderà unici e distinguibili dalla massa, dove distinguibili non significa differenti.

E’ nella costruzione di questa identità distinguibile che scopriremo che tutti quei soldi apparentemente buttati in loghi e brand architecture non erano, dopotutto, buttati. Ma scopriremo anche che, come nella musica, ogni cosa nel marketing, non funziona da sola.


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