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Il futuro dei musicisti è nei superfan?

Se il tema dominante nell’industria discografica del 2023, è stata l’AI generativa, per questo 2024 sembra essere il superfan. Ma cos’è un superfan?

I superfan sono la salvezza dei musicisti?

Secondo Luminate, la società di ricerche americane, un superfan è un ascoltatore di musica di età pari o superiore a 13 anni che interagisce con un artista e i suoi contenuti in oltre 5 modi diversi: streaming, social media, acquisto di musica fisica, articoli di merchandising, partecipazione ai live.

Il superfan ha una sua specificità che identifica quanto il suo ruolo ed i suoi comportamenti siano interessanti per l’artista musicale:

  • Per il 54% sono più impegnati di un fan comune nello scoprire nuovi artisti e nuova musica trasferendo poi questo entusiasmo per le novità a famigliari e amici;
  • Il 59% in più della media dei fan ritiene che sia fondamentale il rapporto personale con l’artista;
  • Il 45 % in più dei comuni consumatori di musica ama essere parte di un fandom o community.

Negli Stati Uniti i superfan rappresentano il 15% della popolazione generale di età superiore ai 13 anni e stanno influenzando sia l’evoluzione della musica sia le relazioni degli artisti con i loro ascoltatori. Le ricerche su questa nuova figura hanno svelato che le persone che acquistano CD, cassette o vinili, hanno una probabilità più che doppia (+128%) di essere superfan della musica, spendendo ogni mese più dell’80% in più rispetto all’ascoltatore.

Il fenomeno dei superfan è stato misurato, ovviamente, sulle community delle grandi star che offrono opportunità di amplificazione dell’artista che vanno oltre le piattaforme streaming. Nel contempo ha rivelato che il superfan non si limita al consumo passivo della musica, ma è un soggetto attivo in tutto ciò che coinvolge l’artista: social media, concerti e merchadinsing in prima battuta.

L’esperienza ha dimostrato che gli artisti superstar ottengono il massimo valore dai superfan quando interagiscono più profondamente con loro: il coinvolgimento attivo e l’opportunità di connettersi con altri fan sono infatti le basi che consentono di attivare una super-fandom.

Appartenere a un fandom fornisce dunque un innegabile senso di comunità e questo senso di appartenenza è un’esperienza umana fondamentale ben nota agli esperti di marketing e legata a quei meccanismi sociali, naturali, tipici della natura umana. Una ricerca di Spotify dello scorso anno conferma che, in termini economici, una piccola parte del pubblico attivo contribuisce molto di più in termini di coinvolgimento – e reddito – per un dato artista:

In media tra tutte le dimensioni degli artisti i super ascoltatori costituiscono il 2% del fatturato di un artista e rappresentano oltre il 18% degli streaming mensili

Un dato incontestato è che i superfan sono più legati all’artista, ascoltano più assiduamente la sua musica, acquistano biglietti, merchandising e supporti fisici.

Piattaforme come Deezer, Soundcloud stanno puntando la loro attenzione sui superfan, offrendo agli artisti musicali strumenti utili per intercettare questo segmento del mercato musicale.

Di suo, artista musicale può scatenare l’interesse di queste persone lavorando sulla sua presenza online creandosi un’immagine solida, attrattiva e riconoscibile, che aggreghi interessi e passioni condivise attorno ad una community attiva. Si tratta di andare oltre la semplice offerta musicale e aprire un dialogo dove l’interazione con il pubblico crei un senso di comunità e di appartenenza.


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Le 7 keywords del mercato musicale

Business e Marketing della Musica di Massimiliano Titi è un libro utile e interessante per chiunque voglia farsi una corposa scorpacciata di pratiche, meccanismi e segreti dell’industria musicale. E’ un’opera divulgativa che tratta tutto quello che c’è da sapere per vivere di musica.

Le 7 keywords del mercato musicale

In un paragrafo di questo prezioso tomo il Titi illustra le sette parole d’ordine del mercato musicale odierno: le sette keywords indispensabili per costruire una figura artistica sostenibile. Vediamo quali sono:

Identità

L’identità è ciò che ci distingue e ci caratterizza. L’identità di un artista musicale non è fatta solo dalla musica ma anche dal comportamento, dal linguaggio e da come si rapporta con gli altri. Identificare quali sono le tue unicità, le tue caratteristiche più forti e costruire su queste il tuo brand personale significa costruire una identità artistica solida, memorabile e unica.

Indipendenza

Sebbene le etichette e le case discografiche mantengano un ruolo cardine nel mercato discografico, il rapporto tra editore e artista è profondamente mutato. Le dinamiche nell’era dello streaming sono diverse dai periodi precedenti dove il grosso del mercato era basato sulla vendita di supporti fonografici.

Se qualcuno vuole investire su un artista musicale, un manager, un discografico, un promoter, oggi predilige quell’artista che già ha saputo ritagliarsi e farsi conoscere da una fetta di pubblico. Partendo dall’analisi di questa base fan il professionista discografico studia le capacità e le potenzialità che l’artista emergente sa esprimere per poterle in seguito sviluppare.

Per questo l’artista musicale prima di contattare un discografico è bene che abbia già un solido personal brand. L’artista deve dimostrare la sua maturità professionale, deve rendere l’idea che investire su di lui è un buon affare, che la sua arte e la sua creatività sono rette da una disciplina creativa e produttiva solida e affidabile. In breve, l’artista musicale deve presentarsi ed essere un professionista consapevole delle proprie qualità e solido nelle competenze.

Nella musica, così come nella vita, sono consapevolezza e conoscenza che rendono indipendenti.

Verità e autenticità

Sono tempi in cui è fondamentale che il messaggio artistico, e il nostro brand, nella forma e nella sostanza, siano veri e reali. Utilizzando internet, chiunque in pochi minuti può verificare l’autenticità delle informazioni e dei messaggi che lasci nei social o in altri luoghi. Crearsi un brand di giramondo cosmopolita quando in realtà si è un provincialotto pantofolaio è una bugia che verrà presto smascherata danneggiando irreparabilmente la reputazione. Il recente caso che ha coinvolto Chiara Ferragni ci ha poi insegnato come l’autenticità costruita abbia i suoi limiti quando qualcosa va storto.

A tal proposito è illuminante la definizione di Riccardo Scandellari:
“C’è una bella differenza tra “essere autentici” ed “essere percepiti autentici”. La prima è una virtù interiore e consiste nel trovare la perfetta sintonia tra l’essere e l’apparire…diversamente, “essere percepiti autentici”, consiste nel comunicare in una direzione ben precisa, nella speranza che gli altri comprendano esattamente ciò che vogliamo far percepire.(Vedi)

Coerenza

Il percorso artistico di un artista musicista deve essere coerente, nello stile di vita, nel look, nel genere musicale in cui si muove. Il pubblico non ama i cambiamenti, in particolare quelli radicali. Lo stesso vale per l’immagine che l’artista veicola nei social e nel rapporto che ha con il suo pubblico attraverso questi.

Qualità

Ogni cosa che ti rappresenta deve essere di qualità. Le tue registrazioni devono essere di qualità, le foto, i video, i testi che pubblichi, il tuo linguaggio, il tuo modo di esse, insomma tutto, deve essere curato e all’altezza della situazione. Le sciatterie vanno evitate. I prodotti amatoriali lasciamoli ai dilettanti, tu mira al meglio possibile.

Competenza

Essere competenti non significa solo conoscere il proprio strumento. L’artista musicale prima di tutto è un professionista che conosce le regole dell’ambiente, che conosce le leggi del marketing e le figure professionali che popolano il vasto mondo della musica. Bisogna essere curiosi, informarsi sulle evoluzioni del settore e saper prevedere le sfide che si dovranno affrontare. Non ultimo, anche una cultura sulla storia della musica passata e recente aiuta, e non poco.

Perseveranza

Non si raggiunge il successo da un giorno all’altro, anche fosse, quel successo va mantenuto e nutrito. L’artista musicista deve esser pronto a costruire un suo percorso artistico sostenibile sul medio e lungo periodo. Deve ragionare col cuore e con il portafoglio: il cuore per la musica, il portafoglio per produrla. Certi progetti geniali e innovativi richiedono tempo per essere apprezzati dal pubblico, che per la stragrande maggioranza, non ama uscire dalle sue abitudini.

Queste sette keywords sono le linee guida su cui intraprendere la tua carriera di artista musicale. Regole semplici ma che richiedono disciplina, studio e metodo. Come la musica, del resto.


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I fondamentali di Threads

Hai già attivato il tuo account Threads? Hai capito quali sono le sue dinamiche? Una cosa certa te la posso dire: invocare l’algoritmo perché ti metta in relazione con musicisti, compositori, etichette discografiche, cantanti, ecc. ecc. ovviamente non serve a nulla. Queste cose funzionano solo con i Santi e le Madonne e ci vuole pure molta, ma molta fede.

I fondamentali di Threads

Vediamo ora quali sono le caratteristiche principali di questo giovane social nato per soddisfare gli insoddisfatti del Twitter A(X) dell’era Musk. Le informazioni sotto riportate le ho rubate senza vergogna da un post di Daniele Antoniol pubblicato su Linkedin e che in buona parte sono pure confermate da altre fonti autorevoli.

CHI USA THREADS?

Secondo dati ufficiali gli utenti mondiali di Threads superano i 2 miliardi di persone. A novembre, ha avuto 41 milioni di scaricamenti mondiali, contro i 27 milioni di Twitter. Threads ancora non copre tutto il globo terraqueo, ad oggi copre 100 paesi al mondo, quelli più industrializzati, socialmente e tecnologicamente avanzati ci sono tutti.

In Europa circa un decimo degli utenti Instagram attivi si sono iscritti a Threads che vanta oltre 100 milioni di utenti mensili. Secondo Social Media Today gli utenti Threads nell’Unione Europea arriveranno presto a circa 25,9 milioni.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
  • Un post può avere fino a 500 caratteri e lo puoi modificare entro i primi 5 minuti. Poi lo puoi solo cancellare.
  • Puoi caricare nel feed foto, gif e video fino a 5 minuti: questo è molto interessante perché puoi provare se è un luogo dove pubblicare i tuoi live domestici, per esempio, o mettere un’anteprima del tuo video per farlo conoscere. Come tutti i social di META anche a Threads non piacciono i link verso l’esterno e limita la diffusione dei post che li contengono. Perciò anche questa app di Microbloggin non è adatta per condividere link verso il tuo brano su Spotify o su Youtube. Però ha anche una funzionalità per fare i sondaggi.
  • Se non ami scrivere puoi anche creare un audio fino a 30 secondi ma a giudicare dalle reazioni direi che passano piuttosto inosservati. Me lo confermi?
  • Cliccando sui tre puntini puoi nascondere i like ricevuti e decidere chi può rispondere ai post (Tutti, Profili che segui, Solo profili menzionati). Puoi anche nascondere il numero dei Mi piace e le Condivisioni.
  • Su Threads puoi usare un solo tag che può essere composto da più parole separate da spazi e con caratteri speciali. La scelta del tag singolo è tesa ad evitare tag-bot che possono influenzare i trend come accade su X.
COME SI CONFIGURA
  • Puoi usare la versione desktop anche senza account Instagram.
  • Se entri da Instagram si collega al nome già esistente. Il nome non deve superare i 54 caratteri, spazi compresi, se vuoi evitare i puntini (…)
  • La biografia è bene che stia entro le 4 righe.
  • Come Instagram anche Threads supporta un solo link in bio da inserire su “modifica profilo\link”
  • Eventuale parole nascoste anti-spam vengono importate da Instagram se le abbiamo attivate;
COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI THREADS
  • Threads ti mostra due Feed, quello che raccoglie gli utenti che segui e quello degli utenti suggeriti in base alle tue preferenze.
  • L’algoritmo di Threads ci mostra i post degli amici (probabilmnete 50%), post di commenti degli amici su persone che non seguiamo (30%), altre persone che non conosciamo in base a probabili calcoli su Instagram (20%).
  • Più si chiacchiera\commenta, più ci si relaziona con le persone, maggiore è la probabilità di farsi conoscere. La piattaforma punta tutto sullo scambio di opinioni. Più tempo si rimane nella piattaforma per mettere like ma sopratutto per commentare… meglio è per il nostro canale.
  • Questo significa che se vuoi usare (anche) Threads per promuoverti e promuovere la tua musica serve una buona dose di impegno. Dovrai relazionarti con le persone, commentare i loro post e creare discussioni con i tuoi. Se hai tempo o se hai un social media manager, apri un tuo canale, ma ricorda di relazionarti e di essere autentico.

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Diventare un bravo artista musicale non ti basterà.

Lo sviluppo di internet ha stravolto i vecchi paradigmi talmente in fretta da portare con sé benefici, ma anche qualche danno. I social network, i social media e l’avvento del consumo di musica in streaming hanno inciso profondamente nell’intero settore musicale, non solo quello discografico. Non tutti gli artisti musicali hanno saputo adattarsi al nuovo ordine mondiale e non è solo un fatto generazionale, è proprio un cambio di paradigma in un settore dove l’offerta di musica è decisamente superiore alla domanda del pubblico.

Essere artista non ti salverà

In questo mondo iper collegato diventa, ora, difficile per l’artista musicista distinguere sé stesso dalla moltitudine di persone che si hanno intorno. In un mondo in cui l’online si compenetra e convive con l’offline, talvolta sovrapponendosi, diventa indispensabile per l’artista musicale saper capire cosa lo caratterizza così da superare le mille voci che lo circondano.

Oggi essere bravo in quello che fai non basta più: ciò che ti permette di emergere e distinguerti dagli altri è la tua personalità, ovvero il tuo personal branding e la tua storia personale. Sono questi i due pilastri gli elementi essenziali che permettono al pubblico di ritrovare in te un punto di riferimento.

In questo rapporto, spetta all’artista musicale, cioè a te,  prendersi l’onere e l’onore di coinvolgere gli ascoltatori e presentare loro un contenuto emozionale in cui rispecchiarsi; creare quel legame che crei un posizionamento, una condivisione di valori, una visione condivisa in cui le persone possano riconoscere e far propria. Che ti piaccia o meno, nel contesto attuale un determinato pubblico ti seguirà non (solo) perché ti ritiene musicalmente il più bravo, ma perché si riconosce in te e ti vede come un modello.

La conclusione è che l’artista deve rendere la sua identità unica e distinguibile così da posizionarsi nella mente degli stakeholder, (influencer, giornalisti, fan del genere musicale) come “diverso” e per questo creare un forte legame emotivo con i suo pubblico, il che consente la longevità del personal brand così costruito.

Acquisire le competenze di marketing che ti permettono di lavorare sul tuo personal branding, di identificare qual’è la tuano nicchia di pubblico e farti apprezzare da esso, non è impossibile, ma ci vuole costanza e impegno, come per scrivere o suonare buona musica.

Lo scopo di questo blog e della mia attività di Social Music Coach è proprio questo: offrirti degli strumenti di crescita professionale per renderti competitivo e apprezzato nel mercato discografico e in quello dei musicisti professionisti.

Questa crescita professionale deve svolgersi in sintonia con il tuo sviluppo artistico e con la tua evoluzione tecnico stilistica. In fondo si tratta proprio di accompagnare e comunicare questa evoluzione, condividendola con il pubblico ed i fan e rendendoli partecipi di questa avventura.

Se vuoi maggiori informazioni contattami senza impegno.


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Dal 2024 cambiano le Classifiche FIMI! Paura?

Dal 2024 cambiano dunque le classifiche di album e singoli, elaborate da GFK per conto di FIMI.

L’annuncio dell’iniziativa è stato dato da Enzo Mazza CEO della Federazione dell’Industria Musicale Italiana al Milan Music Week 2023 . Il cambio dei criteri con cui FIMI stilerà le sue classifiche di vendita allinea l’Italia alle altre nazioni dove l’industria musicale è un’asse importante nell’industria culturale e dell’intrattenimento.

Dal 2024 cambiano le classifiche FIMI

Dal 1° gennaio, i dati elaborati per stilare le classifiche FIMI saranno estratti da:

  • Album: da streaming free & Premium, download e fisico;
  • Singoli: streaming free & premium, download e video.

La novità principale è l’entrata nel metodo di rilevazione delle classifiche degli ascolti freemium su Spotify, per album e singoli, per quest’ultimi verranno conteggiati anche i video da YuTube e Vevo.

Il modello è quello del cosiddetto “Economic weighting”, dove la proporzione del peso nelle classifiche tra streaming a pagamento e streaming gratuiti è è di 7:1.

“il valore economico generato dai due formati di streaming dominanti (“ad-supported” o “free”, e streams in abbonamento, “paid” o “premium”), a cui viene assegnato un peso diverso basato sui rispettivi fattori economici”.

Verrà aggiornato anche il conversion rate, precedentemente fissato a 130 ascolti premium per un download, che passa a 180:1 download. Di conseguenza, secondo la proporzione 7:1, ci vogliono 1.260 ascolti ad-supported per il peso di un download.

Per gli album il totale viene moltiplicato per 10, con la conferma del “cap” che esclude gli ascolti del primo brano più ascoltato eccedenti il 70% del totale dei brani dell’album stesso (Una misura per controbilanciare gli ascolti fake?).

Verranno presi in considerazione e considerati come album i supporti che hanno 6 o più tracce e una durata superiore ai 25 minuti. Per i repack (definiti “gruppaggi” nella nota metodologica), si prendono in considerazione solo se pubblicati entro 12 mesi dall’uscita originale.

Come in prececedenza, si conferma l’esclusione di tracce streaming con durata inferiore a 30 secondi e gli streaming via radio.  Per i video verranno presi in considerazione solo quelli ufficiali.  Restano immutate le soglie per le certificazioni.

A partire dal 1° gennaio 2024, questo nuovo metodo, rilevano da GFK, la presenza del catalogo crescerà del 4,2%, e cresceranno dell’1,6% i consumi della generazione Z. I test fatti su alcune settimane dell’anno in corso fanno prevedere che la dimensione macro delle classifiche non subirà particolari scossoni, ma questa nuova modalità offre una vetrina più equa a musiche finora sotto rappresentate.

TikTok è rimasto fuori da questo sistema di rilevazionem ma Mazza ha anche rivelato che si sta studiando un modo per includerlo ( così come gli Shorts di YT e altri formati social) perché hanno comunque un posto di rilevanza per l’industria musicale.

Leggi la Nota Metodologica sul sito FIMI


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La musica in streaming nel 2024

Per la musica in streaming il 2024 sarà un anno interessante e con qualche novità che tocca direttamente chi della musica ne ha fatto una ragione di vita. Innanzitutto ci sono le soglie di pagamento messe a regime da Spotify e Deezer che già ho trattato in alcuni post e nelle mie newsletter (iscriviti ora!).

La musica in streaming nel 2024

La mossa di Spotify e Deezer è motivata dal contenere l’eccesso di produzioni musicali, magari non di qualità e/o non sorrette da adeguate coperture di promozione o marketing, che finiscono per sovraccaricare i server con brani la cui gran parte non raccoglie nemmeno 10 ascolti all’anno. D’altro canto, le due app di streaming promettono di rimettere in circolo il denaro “risparmiato” verso gli autori più apprezzati dal pubblico.

Questo ha messo in allarme etichette, artisti indipendenti e gli emergenti ma che molti, nel marketing musicale, avevano consapevolezza che prima o poi qualcosa del genere sarebbe accaduta. Per controbattere a questo ostacolo, che penalizza le produzioni a più basso budget, etichette ed artisti devono operare quel cambio di mindset da molti auspicato.

Pubblicare un singolo al mese, come consigliato da Daniel Ek quando creò Spotify, per poter emergere nel mercato musicale sfruttando gli algoritmi dell’app, nel lungo periodo si è dimostrato inutile se non dannoso per gli stessi artisti. Inflazionare il mercato di produzioni musicali prive di storia, prive di contesto, illudendosi che la loro bellezza fosse sufficiente per attirare il pubblico si è rivelata una promessa mendace.

È andata diversamente a coloro che per farsi conoscere nel mare magnum della musica in streaming hanno investito tempo e risorse in marketing e promozione con ogni mezzo possibile. E’ andata diversamente a chi, lavorando con social media e network, ha saputo costruire e dialogare con la sua base fan coinvolgendola nei progetti e nella vita artistica, attraverso un dialogo costante e una sincera connessione di anime.

Per fartela breve, è andata bene e andrà bene a tutti quegli artisti che sapranno circondarsi di un pubblico interessato e appassionato alla loro musica e lo faranno analizzandolo, andandolo a cercare e persuadendolo della qualità e delle emozioni, delle esperienze che la loro musica è in grado di offrire.

Il 2024 sarà l’anno dei musicisti e delle etichette che impareranno lavorare con il marketing.

Buona Musica a Tutti 🙂

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Music business. La grande guida: Tutti i segreti per orientarti nell’industria musicale odierna e trasformare la tua passione nel lavoro della vita

di Alessandro Liccardo
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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Perché il marketing è indispensabile ai musicisti?

Il settore musicale, all’interno di quel grande sistema che è l’industria dell’intrattenimento, ancora non si è ben adattato ai cambiamenti imposti dall’evoluzione tecnologica, che vede la fruizione della musica in streaming e l’abbandono dei supporti fisici. L’estrema facilità con cui gli artisti musicali possono generare e pubblicare contenuti rende cruciale la necessità di emergere in mezzo all’abbondante offerta musicale.

Perché il marketing è indispensabile ai musicisti.

Il rapporto Luminate relativo al 2022 fotografa una situazione in cui il 42% delle pubblicazioni musicali mondiali ha meno di 10 ascolti annui e di questi, il 24% non ne ha proprio nessuno. Ma non c’è solo questo, fino a qualche anno fa un artista emergente poteva iniziare una carriera artistica trovando spazio negli spazi dedicati alla musica come club, festival, o rassegne, nei quali farsi conoscere o notare dal pubblico.

A detta di molti, questo paradigma si è parzialmente invertito, è l’artista che si è conquistato uno spazio attraverso i social media ed i social network quello che riesce a trovare un palcoscenico per un contatto diretto con il pubblico. Mentre un tempo l’artista emergente poteva iniziare dai live per arrivare alla produzione discografica, magari con un bel contratto pluriennale, oggi è l’artista che spesso deve investire nelle sue produzioni discografiche, investire nella loro diffusione e promozione, dedicare tempo e risorse sulla sua immagine per poter avere quell’autorevolezza che gli aprirà le porte ai live. Per farla breve, è l’artista musicale che ha già una sua base fan attiva che trova gli spazi e chi è disposto ad investire per le sue esibizioni.

A queste difficoltà, aggiungiamo anche le novità che dal 2024 coinvolgono Spotify e Deezer che, con modalità diverse, hanno messo delle soglie per la monetizzazione delle royalty, rendendo la sopravvivenza degli artisti meno performanti un po’ più complicata.

Per poter emergere e ritagliarsi una propria posizione in questo contesto, oltre a dimostrare la propria competenza musicale, l’artista deve sviluppare una personalità autentica che risuoni con il pubblico utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla comunicazione digitale. Lo può fare applicando quelle strategie di personal branding che vengono utilizzate in prodotti diversi da quello discografico.

Il segreto è di andare oltre alla semplice qualità del prodotto musicale, che comunque deve essere alta, e costruire una connessione emotiva con il pubblico. Gli artisti di successo non sono apprezzati solo per le loro abilità musicali, ma anche per la coerenza della loro identità, online e offline, e l’abilità di rappresentare valori che il pubblico desidera abbracciare.

Il mio impegno va esattamente in questa direzione: offrire agli artisti musicali gli strumenti, i metodi e le strategie per poter costruire un’identità unica e riconoscibile al fine di creare una fedeltà duratura tra i fan e garantendo la sostenibilità e la longevità della loro carriera. Lo faccio attraverso il dialogo, l’analisi delle potenzialità, del mercato e degli obiettivi che ogni singolo artista vuol ottenere; offrendo il mio supporto nella costruzione del personal brand e nella promozione dei prodotti discografici.


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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Spotify e Believe giocano sporco?

In questi giorni Audiocoop, associazione di piccoli produttori ed editori che si occupa della tutela dei diritti connessi e copia privata, ha lanciato un grido d’allarme rivolto ad AgCom perché prenda provvedimenti verso i comportamenti di Spotify e Believe, quest’ultimo uno dei più grandi distributori di musica mondiali.

Ma cosa sta succedendo?

Spotify e Believe giocano sporco?

Come già anticipato in questo post di novembre, Spotify a partire da gennaio cambierà il suo modello di pagamento e verserà le royalty solo agli artisti musicali che raggiungono i 1000 ascolti all’anno: le indiscrezioni di novembre indicavano 200 stream all’anno.

Secondo Spotify, in questo modo si liberano 40 milioni di dollari all’anno che potranno essere distribuiti verso gli artisti che superano questa soglia, ma evidentemente queste buone intenzioni non convincono gli associati Audiocoop e nemmeno altre rappresentanze delle piccole etichette nazionali.

A questo si aggiunge un’altro allarme dagli artisti che hanno la loro musica distribuita dalla francese Believe che è il secondo distributore di musica digitale al mondo.

In questi giorni, molti artisti o le loro piccole etichette hanno ricevuto una mail in cui vengono informati che la loro musica verrà tolta dai cataloghi Believe, perciò da tutte le piattaforme di streaming, perché secondo Believe hanno praticato attività di streaming fraudolente: a quanto pare cosa non vera per buona parte di loro.

Cosa sta succedendo? Io un’idea me la sono fatta.

Distribuire musica in digitale è semplice, ma in realtà ha enormi costi energetici e di infrastrutture. Già nel 2022 Spotify era in sofferenza per questi investimenti utili per gestire e distribuire le 100.000 canzoni che ogni giorno vengono caricare sulla piattaforma.

Per Spotify mettere un tetto ai pagamenti è certamente un modo di contenere i costi di questo impegno, scoraggiando tutti quei musicisti che, senza un reale convincimento e magari senza arte ne parte, tentano la carriera discografica. La stessa cosa, a mio avviso, vale per Believe Italia che sembra volersi liberare degli artisti meno economicamente produttivi per alleggerire il suo carico di lavoro.

Per fartela facile, stanno tagliando i rami secchi.

Detto questo, bene fa Audiocoop a interessare AgCom e Ministero della Cultura su questa situazione e sinceramente spero che a loro si aggreghino tutte le altre realtà legate agli indipendenti.

In un sistema di distribuzione così centralizzato l’abuso di posizioni dominanti o altre situazioni che possono distorcere il mercato musicale vanno evidenziate e opportunamente censurate e auguro che chi di competenza si muova e pure piuttosto in fretta.

Riguardo il comportamento di Believe, da quanto risulta nella testimonianza del cantautore Francesco Sacco, sembra proprio che ci sia una mancanza di trasparenza e pure una male motivata decisione unilaterale da parte della piattaforma.

Ma già che ci siamo, vorrei anche fare l’avvocato del diavolo.

Ho sempre trovato sorprendente come le etichette, soprattutto ma non solo, indipendenti, in questi anni si siano limitate a buttare sul mercato pubblicazioni come non ci fosse un domani, senza mai investire tempo o risorse nel marketing dei prodotti o sul branding degli artisti: in un mondo così affollato di proposte musicali il genio o la bravura musicale di un artista non è sufficiente ad attrarre pubblico se questi nemmeno sa della sua esistenza ed è distratto da mille altri stimoli più attrattivi.

L’avvento della musica in streaming ci ha forse fatto credere che l’avvio di una carriera discografica fosse alla portata di tutti, di chiunque, ma direi che evidentemente non è così e forse non lo è mai stato.

Per poter vivere nell’ecosistema della comunicazione digitale fatto di social, siti, web radio e app di streaming, artisti ed etichette devono prendere coscienza che non basta investire in buone produzioni, ma è indispensabile investire tempo e risorse in promozione e marketing, sul prodotto musicale e sull’artista.

L’alternativa è l’estinzione.

Leggi il comunicato di Audiocoop


Music business. La grande guida: Tutti i segreti per orientarti nell’industria musicale odierna e trasformare la tua passione nel lavoro della vita

di Alessandro Liccardo
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Come si comporta la gente on line?

Dall’analisi dei comportamenti delle persone online, puoi trarre delle conclusioni utili su come gestire la tua presenza online. Per esempio, come definire una strategia utile per ottenere buoni risultati senza perdere troppo tempo o faticando troppo.
Un po' di numeri interessanti riguardo le abitudini di chi usa il web.Guardiamo insieme un po’ di cifre globali:

  • 1. A livello mondiale l’utente medio dedica circa 7 ore al giorno all’utilizzo di app on line, in pratica circa il 42% del tempo di veglia, tenendo anche conto di un tempo di riposo di 7-8 ore;
  • Il 98% della popolazione on line usa motori di ricerca per informarsi su diversi argomenti di interesse. Di questi utenti 7 su 10 usano tecnologie diverse da quella testuale:
    • Il 45% usa tecnologia di tipo voice per le ricerche e 1 utente su 3 usa anche strumenti di image recognition sui propri dispositivi mobili ( Lens di Pinterest o di Google per esempio);
  • La social search, ovvero la ricerca di argomenti o risposte all’interno dei social network, impegna il 45% degli utenti e nella Gen Z si arriva al 50%;
  • 98% degli internauti dai 16 ai 65 anni usa più di una piattaforma social: in particolare l’84% degli utenti TikTok dichiara di usare anche Facebook e il 95% degli utenti Instagram usa anche YouTube.

Da questi pochi numeri puoi già trarre alcune indicazioni importanti sui comportamenti delle persone nella rete quando hanno il bisogno di soddisfare una necessità, che può essere la risposta ad un problema contingente, come la semplice ricerca di intrattenimento.

E’ interessante vedere come abbia preso piede la Social Search che è gestita, a livello di algoritmi, in maniera diversa rispetto i tradizionali motori di ricerca.

…i risultati di una ricerca con la ricerca social evidenziano il contenuto creato o toccato da altri utenti che si trovano nel grafico sociale della persona che effettua una ricerca. È una tecnologia di ricerca personalizzata con filtro della comunità online per produrre risultati altamente personalizzati. La ricerca sociale assume molte forme, che vanno dai semplici segnalibri condivisi o all’etichettatura dei contenuti con etichette descrittive fino ad approcci più sofisticati che combinano l’intelligenza umana con gli algoritmi informatici. (Wikipedia)

Un’altra cosa che vorrei farti notare è la relazione tra TikTok > Facebook e Instagram > YouTube tra la maggior parte degli internauti. E’ un dato importante perché ti indica una serie di possibili strategie per veicolare la tua presenza di artista musicale e la tua musica sulle diverse app, mantenendo un’immagine unica, coerente e riconoscibile fornendo contenuti ad hoc per ogni singolo social.

Leggendo questi numeri quale riflessione ti viene da fare? Vuoi raccontarmi quale strategia di auto promozione ti suggeriscono di intraprendere? Scrivilo nei commenti.


Lettura Consigliata

Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchainintelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.

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Quando inizia il Natale Discografico?

Quando inizia il Natale? Secondo il rapporto Luminate, riferito al 2022 per il pubblico americano, il periodo natalizio inizia subito dopo Halloween.

Quando inizia il natale discografico

Per quanto riguarda gli streaming, per l’industria discografica il periodo più bello dell’anno inizia con novembre e si protrae per tutto dicembre.  È il periodo in cui la musica natalizia è padrona incontrastata dello streaming on demand con un picco di consumo del 70% superiore rispetto alla media.

C’è da notare che in questo periodo trovano spazio non solo i grandi classici del Natale, che comunque dominano la scena, ma anche tutti quei brani che si legano al mood del periodo e che ben si accompagnano in una playlist natalizia.

L’analisi degli insight fatta da Luminate mostra che il tipico ascoltatore americano di questo genere musicale è composto per il 32% da Baby Boomer, che scoprono le canzoni tramite la tv con un valore del 68% superiore rispetto l’ascoltatore medio americano.

Il rapporto rivela anche che gli appassionati di musica natalizia hanno il 60% di probabilità in più di ascoltare musica su supporto fisico rispetto all’ascoltatore medio statunitense e il doppio di probabilità di ascoltare musica su dischi in vinile/LP, ma non solo, le abitudini di questo pubblico mostrano un 64% di probabilità in più di utilizzare Pinterest rispetto all’ascoltatore musicale medio statunitense.

Quella dell’Holiday Music è una nicchia molto ricca che va sfruttata con tempestività e programmata per tempo con tutte le azioni promozionali di marketing concentrate tra novembre e le prime settimane di dicembre. L’importante è che tu sia pronto ad entrare in azione allo scoccare della mezzanotte del 1 novembre.

Ecco, ora sai come tenerti impegnato la prossima estate


La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone

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La mucca viola è il libro che ha consacrato Seth Godin come uno degli autori business più amati e ha lanciato un movimento globale che ha ridefinito le basi del marketing. Il solito marketing e i grandi investimenti sui media tradizionali non funzionano più. Oggi il marketing comincia dall’idea del prodotto, che deve essere straordinario, diverso, innovativo per poter catturare l’attenzione dei clienti e far parlare spontaneamente di sé. È questo elemento di magia e unicità a far sì che realtà come Apple, Google, Ikea, Starbucks o la bottega del macellaio toscano Dario Cecchini continuino a macinare successi, mentre grandi industrie affermate arrancano e non riescono a stare al passo.
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