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Perché un musicista dovrebbe raccontarsi?

I social network e la musica in streaming hanno profondamente modificato il rapporto tra pubblico e musicista che oggi è direttamente gestito tra le due parti. In questa dinamica la figura della casa discografica non è più il punto di riferimento dei fan per contattare l’artista, di conseguenza, escludendo altre forme di promozione, è l’artista stesso che dovrebbe mantenere il contatto diretto con il suo pubblico nei suoi profili social.

È dimostrato che questo rapporto diretto funziona più di ogni altra formula promozionale, in particolare per un artista agli inizi. Condividere la tua musica è prioritario, ma è sicuramente non sufficiente e alla lunga diventa un lavoro sterile. La verità è che il pubblico vuole più di semplici tracce.

Racconta la tua musica
courtesy pixabay.com

La tua musica ha una sua storia e i tuoi fan vogliono conoscerla: la parte del comunicare direttamente con il pubblico è ormai indispensabile al processo creativo, fa parte di esso.

Essere un musicista, oggi significa essere bravi nel multi-tasking. Non solo devi produrre grandi brani, ma devi mantenere i tuoi fan costantemente interessati con un mare di informazioni utili ed emozionanti per apprezzare al meglio il tuo lavoro.

Ti voglio dare qualche spunto utile per aiutarti in questo importante lavoro di auto promozione:

RACCONTA LE TUE CREAZIONI

Sai bene che l’educazione musicale al giorno d’oggi è scarsa e ampiamente sottostimata, arricchire la tua musica descrivendo gli stimoli, le intuizioni e le emozioni del processo creativo aiuterà gli ascoltatori a comprendere la tua musica immergendosi nella tua sfera creativa.

Quando una persona ascolta una tua musica, la fa propria e la arricchisce di significati che magari tu nemmeno immaginavi. Succede sempre così con il prodotto di un processo artistico o creativo; è una cosa bella e positiva perché significa che la tua creazione offre molteplici chiavi di lettura e tocca diversi livelli di emozioni.

Ma se c’è qualcosa nella tua motivazione creativa che puoi condividere direttamente con i tuoi fan, perché non offrire agli ascoltatori una finestra sul tuo processo creativo?

Questo lavoro, per esempio, viene abitualmente fatto dagli scrittori che raccontano le motivazioni che li hanno spinti a scrivere un romanzo, dei temi che vengono trattati nel racconto e dello stile che hanno scelto per farlo. E’ un plus valore che l’artista da alla sua opera e che può creare un dialogo costruttivo con il pubblico.

Ci sono alcuni argomenti chiave che possono interessare a chi si approccia alle tue creazioni, sono la base per costruire questo rapporto con il tuo pubblico, ma sono molto utili anche per il giornalista o il critico che scriverà di te o ti farà un’intervista.

Sono solo alcune idee generali che puoi usare come punto di partenza per creare una narrazione coinvolgente sul tuo lavoro musicale:

  • Di cosa parla la tua canzone o il tuo album?
  • Dov’eri quando l’hai fatto e quando l’hai scritto?
  • Che cosa significa la canzone o l’album per te e come si inserisce nel tuo intero corpo di lavoro?
  • Come ti sei evoluto come artista durante il processo?
  • Quali influenze musicali ti hanno ispirato?
  • Chi sono i tuoi collaboratori e perché li hai scelti?

RACCONTA IL PROCESSO CREATIVO E TECNICO

Il racconto di come nasce la tua musica, di come riesci a dare corpo alle tue creazioni può iniziare già prima della pubblicazione del tuo album o del tuo brano, anzi questo ti viene utile proprio per preparare il pubblico alla prossima uscita e accendere la sua curiosità.

Puoi farlo descrivendo il setup e gli strumenti che usi per dar voce alle tue composizioni. Questo racconto diventa molto interessante quando stai lavorando sulla ricerca di nuove sonorità o nuove combinazioni tra strumenti. Anzi, potresti pure fare dei test per capire qual è la soluzione più apprezzata dai tuoi fan.

Un’idea potrebbe essere quella di creare dei mini documentari, dei backstage, dove i protagonisti sono i tuoi strumenti in azione. Un assaggio degli ingredienti di quello che sarà il piatto una volta servito a tavola. Foto e video delle tue sessioni di prova o di ricerca possono veramente incuriosire ed eccitare i tuoi fan e anche altri musicisti.

Ricorda che anche il lato tecnico ha sempre il suo fascino, in particolare per il pubblico più attento, non tirarti indietro, anche le configurazioni più modeste sono invitanti per i più curiosi. Non importa quanto sia sontuosa la tua strumentazione, è importante il modo in cui contribuisce alla musica che produci.

RACCONTA LE TUE INFLUENZE ARTISTICHE

Un’altra cosa che non devi sottovalutare nella narrazione della tua vita d’artista e delle tue creazioni sono le influenze artistiche che ti spingono verso certe scelte. E’ un fatto che il pubblico più attento ami seguire il flusso di influenze da un artista all’altro. Postare brani dei tuoi artisti preferiti, descrivere la loro tecnica o ciò che ti ispirano è un ottimo modo per condividere la musica tra una pubblicazione e l’altra. E’ un altro elemento importante che ti può avvicinare al pubblico che ancora non ti conosce.

Per fare questo, sono molto utili le playlist sulle piattaforme di streaming, ma anche quelle su YouTube. Curare e condividere qualche playlist in questi canali non è solo utile, ma anche indispensabile per orientare il pubblico verso l’ascolto della tua musica.

NON DI SOLA MUSICA

Naturalmente non vivi di sola musica, vero? Hai anche altre passioni, altri interessi. Condividi con il tuo pubblico anche queste passioni, sia che si tratti di sport, di letteratura, di cinema o cucina tipica regionale. Non sono forse anche questi gli stimoli da cui nasce la tua arte?

Tutto ciò che puoi fare per aiutare i tuo pubblico a sentirsi più connesso a te ed al tuo suono è degno di essere condiviso, ed offre opzioni su come promuovere la tua musica in modi più interessanti tra i diversi progetti.

NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA

A volte sembra che il mondo della musica sia una corsa spietata per ottenere il maggior numero di stream, che il panorama artistico sia permeato da invidie e di una spietata caccia alla popolarità. Ma sai bene che la realtà è diversa.

I musicisti possono essere legati tra di loro da un profondo senso di amicizia e da una sincera stima artistica. Perché allora non metterla in luce valorizzando chi suona con te o le tue collaborazioni? O più semplicemente, perché non condividere l’ammirazione che hai per un artista che ti piace?

Condividi anche la musica dei tuoi amici, condividi le collaborazioni che hai con loro, racconta come queste esperienze ti hanno arricchito, o anche, Se un concerto di un tuo collega ti ha appassionato condividi questo entusiasmo con i tuoi fans. E’ un modo semplice per sostenere chi apprezzi e soprattutto ti dà l’occasione di non essere sempre autoreferenziale. È divertente e ti fa sentire bene.

Ora che hai qualche idea su come portare nuove idee al tuo pubblico, prenditi lo spazio per creare la tua musica migliore e allo stesso tempo mantenere i tuoi fan interessati lungo il percorso creativo.

Devi imparare a ritagliarti uno spazio per riflettere su ciò che condividi e su cosa condividere. Devi imparare a farlo in maniera naturale, senza eccessive sovrastrutture, è molto importante, almeno quanto scrivere e realizzare un buon pezzo.

Se vuoi approfondire questo argomento o farmi sapere la tua opinione su questo tema ogni commento è gradito. Se invece ti serve una strategia per svilupparlo nella forma e nella sostanza, non esitare a contattarmi. Potrei veramente esserti utile.


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metadata musicali musica streaming

I metadata musicali in concreto.

Su suggerimento dell’unico, ma inestimabile, lettore di questo blog vorrei ritornare sui metadata musicali e sulla loro importanza nella distribuzione musicale.

metadati musicali
I metadati musicali sono fondamentali nei servizi di musica streaming.

I metadata musicali, molto semplicemente, sono le informazioni incluse nei file audio e sono utilizzati per identificare, etichettare e presentare contenuti audio da tutti i principali dispositivi e applicazioni di streaming musicale tra cui smartphone, Spotify, Apple Music, YouTube e tutti i principali servizi di musica online.

Questi dati accompagnano ogni singolo brano su supporto fisico (CD) su file digitale (.mp3) o su un servizio di streaming; sono importanti perché includono informazioni come artista, genere, etichetta, titoli, nome dell’album, numero della traccia.

Senza i metadata le tracce sarebbero semplici file anonimi nell’infinito oceano della musica online; essi diventano indispensabili per una corretta distribuzione sulle piattaforme di streaming, ma soprattutto per una corretta suddivisione delle royalties.
Sono questi dati che consentono alla tua musica di essere correttamente catalogata, ordinata ed identificata ovunque sia disponibile, in particolare su piattaforme come Spotify, Apple Music, Deezer, Youtube, Shazam, Facebook.

Nel post precedente, abbiamo visto che possono esserci errori nei metadata per una scarsa cura nel caricamento da parte della casa discografica, ma devo dire che mi è capitato spesso di vedere gli stessi artisti trattare con sufficienza queste informazioni.

Per evitare ogni spiacevole equivoco, ti consiglio di fornire tutti i metadati scritti nero su bianco al tuo editore discografico o al tuo distributore (se sei un indipendente) è un buon modo per evitare situazioni spiacevoli o equivoci.

I metadata musicali vengono associati ai brani durante il loro caricamento sulle piattaforme di distribuzione, che a loro volta li inviano ai vari store digitali o servizi di streaming. In genere questo lavoro viene svolto da un addetto della tua casa discografica, è a lui che deve pervenire l’elenco corretto dei metadata del tuo album o brano.

Questa è la lista completa dei dati che dovresti fornire per poter distribuire correttamente la tua musica:

  • Titolo della traccia: il nome della tua canzone;
  • Genere: il genere principale della tua traccia;
  • Sottogenere: il genere secondario;
  • Artista Primario: l’artista principale nel brano. Dovrai inserire questo esattamente nello stesso modo per ogni traccia della pubblicazione;
  • Artisti presenti: altri artisti presenti nella traccia. Non scrivere gli artisti presenti nel settore degli artisti primari: ecco a cosa serve questo campo!
  • Compositore: la persona che ha scritto o contribuito alla musica per la canzone;
  • Editore: l’editore che rappresenta il compositore. Inserisci di nuovo il nome del compositore se non c’è un editore;
  • Produttori: il credito del produttore (i) nella traccia;
  • Collaboratori aggiuntivi: tutti gli altri artisti che hanno lavorato su quella traccia e che devono essere accreditati;
  • Contenuto esplicito: indica se la traccia contiene contenuti espliciti;
  • Lingua delle canzoni: la lingua dei testi cantati;
  • Editore dei testi: l’editore che rappresenta l’autore dei testi;
  • Proprietario della composizione: il proprietario dei diritti di composizione;
  • Anno di composizione: l’anno in cui è stata composta la traccia;
  • Proprietario del mastering di registrazione: il proprietario della registrazione audio;
  • Anno di registrazione: l’anno in cui è avvenuta la registrazione;
  • Lingua di rilascio: la lingua del rilascio stesso. Anche se intendi distribuire la tua pubblicazione all’estero, la lingua di rilascio deve essere la lingua dei metadati che stai inserendo;

Questa lista potrebbe sembrare eccessiva ma ricorda che queste informazioni sono la carta d’identità del tuo brano, più di ogni altra cosa quello che lo rende riconoscibile. Nel dubbio, puoi sempre confrontarti con il tuo editore per una corretta compilazione.

Devi tener presente che su queste informazioni viene eseguito un controllo di qualità dai servizi di streaming, se qualcosa non è corretto o non conforme alle regole, potrebbe compromettere il rilascio del brano.

Assicurati che l’ortografia e la formattazione sia corretta, per esempio non usare l’apostrofo al posto di un accento, usa la giusta vocale accentata: la tecnologia digitale è per sua natura “stupida” e non interpreta, ma legge alla lettera ciò che scrivi.

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Se hai altri dubbi sull’argomento lasciami un commento o scrivimi una email, vediamo se posso esserti utile.


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marketing musicale metadata musicali musica streaming royalty

L’importanza dei Metadata nello streaming musicale.

Se sei un musicista che pubblica musica dovresti già sapere cosa sono i metadata che accompagnano ogni brano pubblicato ma, dato che preferisco non dare nulla per scontato, credo che stendere due righe su questo elemento così importante nella distribuzione musicale on line sia doveroso.

metadati musica streaming
Foto di ArtTower da pixabay.com

Il lockdown causato dalla pandemia, interrompendo le esibizioni live, ha messo in mostra la criticità dei bassi compensi offerti dalle piattaforme di streaming agli artisti aprendo un ampio dibattito sul tema. Una discussione che coinvolge diversi aspetti della questione royalties, ma c’è anche da dire che si è notata una certa leggerezza da parte di artisti ed etichette nella compilazione dei metadata; una scarsa attenzione che inevitabilmente comporta una scorretta ripartizione dei diritti tra le varie parti coinvolte.

I metadata sono le informazioni cruciali inserite nei siti dei distributori quando viene rilasciato un brano o un album. Questi includono titoli, nomi di cantautori e produttori, editori, etichette discografiche e altri dettagli. Quando queste informazioni non vengono inserite correttamente, è molto alto il rischio che autori e produttori non raccolgano i frutti del loro lavoro.

Contrattempi nei metadata si verificano ad ogni livello e parte del problema è anche la mancanza di uno standard universale nel settore discografico. Nonostante la consapevolezza della necessità di una maggior trasparenza nella gestione della musica in digitale, il tema dei metadata non sembra tra i primi capitoli nell’agenda del music business.

Puoi verificare tu stesso che alcuni titoli sulle piattaforme di streaming mancano di accrediti corretti o incompleti. Solitamente questo accade quando un artista indipendente pubblica i suoi progetti senza un’adeguata attenzione o più semplicemente per pigrizia. Ma ci sono anche casi che un’etichetta importante rilasci una canzone o un album senza i metadata adeguati.

Come artista, autore, musicista o interprete, al momento del rilascio di una pubblicazione, ti consiglierei di non dare nulla per scontato e inviare al tuo editore discografico tutte le informazioni utili per compilare correttamente i metadata legati al tuo progetto: titolo, autori, interpreti, producer e magari i musicisti coinvolti; ci sono anche altre informazioni “tecniche” che però sono di competenza diretta dell’editore.

Questa attenzione di artisti ed editori però non basta per risolvere tutti i problemi. Su una scala più ampia, mentre tecnologia informatica e settore discografico sono sempre più legati, l’importanza dei metadata e degli standard di dati nella musica, richiederebbe livelli più elevati di innovazione, protocollo e collaborazione per tutte le parti chiave coinvolte, tra cui piattaforme di streaming, importanti etichette discografiche, società tecnologiche e case editrici.

Ma mentre aspettiamo che le parti trovino un sistema per creare un business musicale più equo, i metadata restano cruciali: abbine cura.


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Instagram social media

Il nécessaire internet per un musicista.

“No che non puoi defezionare
il nécessaire col bilama e il piegaciglia
e un videoclip col Barbiere di Siviglia.”
(L’Arca di Noé di Segio Caputo).

internet per musicisti
courtesy pixabay.com

Per qualsiasi professionista avere un’adeguata presenza in rete è indispensabile per poter emergere e distinguersi, questa regola aurea vale per il musicista, sia che si tratti di uno strumentista o di un cantante, indipendentemente dal fatto che abbia pubblicato o meno la sua musica.

Spesso un musicista trae la propria sussistenza da diverse fonti di reddito: concerti, turni in sala di registrazione, pubblicazione delle proprie musiche, insegnamento, trascrizione partiture ecc… a seconda del grado di preparazione. Un musicista completo può offrire diversi servizi professionali, compresa la propria esperienza artistico-lavorativa, che vanno oltre la bravura con lo strumento o la notorietà pubblica. Perciò, perché non far conoscere queste doti professionali ad una platea che ne ha bisogno e che le richiede?

Ma cosa serve al musicista per far conoscere la propria professionalità sul web, bastano i social network? La domanda è, ovviamente, retorica e nelle prossime righe vedrai anche il perché.

1) Il Sito internet

Come ogni professionista, il musicista dovrebbe iniziare la sua presenza in rete con un sito internet ben costruito, ma sopratutto costantemente aggiornato. Il sito è l’unico modo per poter gestire la propria immagine sotto ogni punto di vista. Oltre alle date dei concerti e le uscite discografiche costantemente aggiornate, nel sito dovrebbero trovare spazio anche le altre attività, come ad esempio lezioni di musica o trascrizioni di spartiti.
E importante che il sito abbia anche un form di contatto, che raccolga gli indirizzi mail di chi scrive, per poter mantenere comunque un rapporto con chi ha fatto una richiesta, magari con una newsletter periodica. Il sito internet deve diventare il cuore della tua presenza in rete, se poi, riesci a mantenerlo vivo anche con un blog, il coinvolgimento con la tua platea sarà più performante, sia che decidi un approccio creativo-poetico o un approccio tecnico-professionale.

2) Indirizzo mail professionale

Che sia Gmail o qualsiasi altro servizio, usa una mail dedicata per il tuo lavoro di musicista. Non mescolare la vita privata con il lavoro, nemmeno nella posta elettronica. Vedrai come ti cambia la vita.

3) Pagina Facebook

Una pagina Facebook professionale da affiancare al tuo profilo personale è essenziale, curala bene, falla conoscere nelle community, con metodo e pazienza usala per aggregare i tuoi fan e fai in modo che da Facebook arrivino alle pagine del tuo sito.

4) Twitter

Twitter insieme a Instagram è il social che Spotify usa per autenticare l’artista e consentirgli la gestione del suo profilo. Ma Twitter è importante anche perché è veloce e più frequentato di quel che pensi. Come Facebook può rivelarsi un ottimo veicolo per indirizzare fan e contatti verso il tuo sito. Richiede un certo impegno e una certa costanza, ma può dare risultati brillanti. Ho scritto un piccolo manuale su come Twitter può aiutare un musicista, lo puoi scaricare gratuitamente qui.

5) Instagram

Come già detto, Instagram è importante per accedere a Spotify for Artist. Ma quello che più importa è che con Instagram puoi raccontare la tua vita professionale con immagini e video. Giocandotela bene, la tua presenza ne uscirà rafforzata e concreta.

6) Tik Tok

Il social network cinese ha dato risultati sorprendenti con la musica pop. E’ largamente usato da una platea di giovanissimi che si diverte a giocare con musica e video. Lo consiglio caldamente al musicista che ha pubblicato la sua musica, indipendentemente dal genere. Ci sono alte probabilità che riesca a trovare una sua attenzione, anche se la sua musica coinvolge una ridotta nicchia di appassionati.

Questo è tutto. In questi sei punti ho elencato lo stretto necessario degli strumenti che un musicista dovrebbe dotarsi per avere un’adeguata e completa presenza in rete. Su come poi questi strumenti vadano opportunamente usati per trarne il massimo risultato, lo vedremo magari nelle prossime settimane.


Nuove Economie della Musica

di Andrea Portioli
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Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.

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musica streaming Spotify

Che musica si ascolta negli altri paesi?

Ragazze Bulgare in costume tradizionale
Foto di MireXa da Pixabay

Ci sono parecchi motivi per cui Spotify è il più usato distributore di musica streaming nel mondo, un giorno dedicherò un po’ di righe su questo tema perché merita d’essere approfondito per meglio capire le dinamiche dell’ecosistema Spotify e trovare le strade migliori per sfruttarne le potenzialità.

Ma oggi vorrei riprendere il tema dello scorso post Sai come Spotify ascolta la musica, dove ho illustrato alcuni dei 15 parametri con cui Spotify classifica i brani caricati sulla sua piattaforma.

Questi parametri vengono resi accessibili agli sviluppatori che possono così creare applicativi per estrarre e utilizzare le informazioni sui brani raccolte dalla piattaforma, come fa, per esempio, l’etichetta Soundplate per il suo Track Analizer.

Usando questi dati offerti da SpotifyJustin Chen si è divertito ad analizzare le caratteristiche della musica ascoltata nelle diverse nazioni del globo. Lo ha fatto utilizzando 5 dei parametri che Spotify usa per classificare un brano, ovvero:

  • Danceability;
  • Energy;
  • Acousticness;
  • Speechiness;
  • Valence.

Prendendo come campione le playlist ufficiali Spotify Top50 Justin Chen ha analizzato di fatto i gusti musicali di alcune nazioni con risultati a volte sorprendenti e non così scontati.

L’articolo di Justin Chen lo trovi su The Start Up un magazine di Medium. Leggilo adesso.


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musica streaming Spotify

Sai come Spotify ascolta la musica?

Sai Come Spotify Ascolta la musica?
courtesy pixabay.com

Come già scritto su questo post dedicato alle playlist algoritmiche personalizzate, sappiamo che tra i parametri usati da Spotify per compilare queste playlist c’è un’analisi profonda di ogni singola traccia. Da questa analisi, Spotify ricava sette caratteristiche sonore utili per associare i brani ed ottenere una playlist acusticamente gradevole. Ricorda comunque che non sono le uniche funzioni che la piattaforma di musica in streaming usa per proporre la musica agli ascoltatori.

Queste sette funzioni di riconoscimento sonoro sono:

  • La Danceability, che misura quanto è adatta una traccia per ballare in base a una combinazione di elementi musicali tra cui tempo, stabilità del ritmo, forza del battito e regolarità generale.

  • L’Energia, una misura percettiva di intensità e attività. Le caratteristiche percettive che contribuiscono a questo attributo includono l’intervallo dinamico, il volume percepito, il timbro e la frequenza di insorgenza.

  • L’Acousticness è un valore da 0,0 a 1,0 che definisce se la traccia sia acustica o meno. Un punteggio di 1.0 indica che è molto probabile che la canzone sia acustica.

  • Il Parlato è il valore che misura della presenza di parole pronunciate in una traccia. Più la registrazione è esclusivamente vocale (ad es. Talk show, audiolibro, poesia), più il valore dell’attributo è vicino a 1,0. Se la discontinuità di una canzone è superiore a 0,66, probabilmente è composta da parole pronunciate, un punteggio compreso tra 0,33 e 0,66 è una canzone che può contenere sia musica che parole e un punteggio inferiore a 0,33 indica che la canzone non ha alcun discorso.

  • Spotify definisce la Valenza “Una misura da 0,0 a 1,0 che descrive la positività musicale trasmessa da una traccia. I brani con alta valenza suonano più positivi (ad esempio, felici, allegri, euforici), mentre quelli con bassa valenza suonano più negativi (ad esempio, triste, depresso, arrabbiato)”.

  • La Lively è il valore che descrive la probabilità che la canzone sia stata registrata con un pubblico dal vivo. Secondo la documentazione ufficiale fornita da Spotify “un valore superiore a 0,8 fornisce una forte probabilità che la traccia sia live”.

  • Ultima è la Strumentalità, ovvero il valore che rappresenta la quantità di voci nella canzone. Più è vicino a 1.0, più strumentale è la canzone.

Questi parametri saranno anche freddi, ma si rivelano molto utili al musicista quando propone la sua musica ai curatori di playlist. Mettendo in confronto i parametri del brano con quelli della playlist, si ottengono i valori che indicano se il brano è tecnicamente adatto a quest’ultima. Questa verifica preliminare risparmia l’inutile perdita di tempo nel richiedere l’inserimento del brano in playlist non adatte.

Non dico che sia uno strumento infallibile, perché non tiene conto del lato umano, ma è certo che molti curatori di playlist usano questi dati, prima o dopo, aver ascoltato il brano. Per loro non solo è importante che la canzone sia artisticamente valida, ma anche che rientri nei parametri medi della playlist che hanno selezionato.

Se vuoi analizzare la tua musica o qualche playlist, l’etichetta discografica Soundplate mette a disposizione sul suo sito il Track Analizer e il Playlist Analizer basati sulle API offerte da Spotify.

Nell’ecosistema di Spotify ogni brano deve trovare la sua giusta collocazione e una sua ragion d’essere. Nella mia esperienza ho notato che gli ascoltatori non gradiscono molto le playlist con frequenti cambi di ritmo e velocità, ma sono preferite le playlist più sonoramente omogenee: quello che in gergo viene definito mood, l’umore della playlist.


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I segreti della Discover Weekly in Spotify

Voglio spendere due parole su come Spotify lavori nell’offrire la musica agli utenti tramite le playlist algoritmiche personalizzate.

Computer musicale
courtesy pixabay.com

Lo faccio perché ritengo importante, per un artista musicale, avere una idea di base sugli ecosistemi delle piattaforme musicali digitali. Sono i luoghi dove, più di qualsiasi altro, viene consumata la musica in ogni angolo del pianeta, avere un’infarinatura sulle loro logiche di funzionamento ti aiuterà a non sottovalutare tutti gli aspetti della tua presenza in rete e, sopratutto, non sottovalutare tutte le informazioni che dovresti dare alla tua etichetta discografica (o al tuo distributore digitale) quando pubblichi la tua musica.

Come ascoltatore, non so se anche tu sei rimasto sorpreso di come Spotify riesca a coccolarti con la creazione di playlist personalizzate come Release Radar o il Daily Mix. Sono il modo in cui Spotify dialoga con te cercando di conoscere meglio i tuoi gusti e creare un ambiente musicale familiare, cucito su misura sulle tue preferenze.

Il massimo di questa attenzione, Spotify la mostra nell’offerta settimanale della playlist Discover Weekly, un mixtape personalizzato di 30 canzoni che non conosci e che vengono scelte analizzando i tuoi gusti e le tue ricerche. Lo scopo di questa playlist algoritmica apparsa sulla piattaforma nel 2015, è di accompagnarti alla scoperta di nuove musiche e nuovi autori, di fatto, rompendo la bolla in cui l’ecosistema della piattaforma tende a racchiuderti nei vari suggerimenti offerti. E’ uno dei molti sistemi usati per mantenere viva la tua curiosità, offrendo nel contempo agli artisti musicali l’opportunità di trovare il pubblico adatto alla loro musica, specialmente per coloro che ancora non godono di una platea vastissima.

Per poter generare una Discovery Weekly su misura, Spotify utilizza tre metodi di ricerca:

  • Filtro Collaborativo: analizza il tuo comportamento e quello dei tuoi amici.
  • Elaborazione del linguaggio naturale (NLP): analizza il testo delle canzoni e altri testi correlati nel web come articoli, recensioni, post, blog.
  • Modelli Audio: una complessa analisi automatica delle caratteristiche chiave delle canzoni, comprensione delle loro somiglianze fondamentali e quindi quali utenti potrebbero apprezzarle, in base alla propria storia di ascolto.

Sono tecnologie di analisi molto complesse e sofisticate, per le quali Spotify si appoggia a servizi esterni specializzati in questo tipo di ricerche; ti basti pensare che nell’Elaborazione del Linguaggio Naturale, Spotify esegue costantemente la scansione del web alla ricerca di post e altri testi scritti sulla musica per capire cosa dicono le persone su artisti e canzoni specifici, quali aggettivi e quale linguaggio particolare viene frequentemente usato in riferimento a questi artisti e canzoni, e quali altri artisti e canzoni vengono sono loro associati. L’aggregazione e l’elaborazione di queste e altre informazioni consentono di associare artisti e generi musicali con le preferenze degli ascoltatori con il risultato di poter avere un’offerta musicale mirata e costantemente aggiornata.

Detto questo, capisci come per un artista musicale, che vuole vedere considerate le sue pubblicazioni, sia molto importante avere una forte presenza in rete. Una presenza che puoi ottenere attraverso un tuo sito personale e una accurata gestione dei canali social, ma anche, con adeguate campagne stampa e recensioni. Sperare che il tuo brano emerga da solo nel mare magnum dell’offerta musicale globale per la sua intrinseca bellezza è una possibilità che, viste le premesse, vedo alquanto remota.

Restiamo in contatto, iscriviti alla mia Newsletter. Non ti bombarderò di inutili comunicazioni, ma ti aggiornerò sulle novità e le opportunità offerte dal marketing musicale digitale.


Nuove Economie della Musica

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Le Royalties Spotify spiegate al popolo

Se sei curioso di scoprire come Spotify corrisponde ai musicisti le royalties derivate dall’ascolto sulla piattaforma ti viene in aiuto un prezioso piccolo manuale scritto e reso disponibile gratuitamente da Jeff Price, CEO di Audiam e fondatore di TuneCore.

Audiam di Jeff Price cura la raccolta dei diritti digitali per molti artisti tra i quali troviamo Bob Dylan, Red Hot Chili Peppers e Metallica. Il bisogno di comprendere al meglio come tutelare gli interessi dei suoi clienti, lo ha spinto a raccogliere tutte le informazioni in suo possesso in una guida pratica, che non solo gli ha chiarito le idee sulla complessità del tema, ma riesce a fare un po’ di chiarezza sulla complessità della distribuzioni delle royalties nell’epoca dello streaming (detto fra noi, non è che qualche anno fa le cose fossero più trasparenti).

“Dovrebbe esserci una risposta semplice e comprensibile. Ma non c’è. E per essere sinceri, non è davvero colpa di Spotify, né è colpa dell’industria della musica, o colpa delle leggi statunitensi sul Copyright. Ma quando metti insieme tutte e tre queste cose, ottieni uno strano mostruoso schema di royalties che è risultato da un nuovo modello di business musicale basato sui consumatori che pagano per avere accesso alla musica, piuttosto che pagare per possederla. “

Nonostante le difficoltà incontrate nella raccolta e organizzazione delle informazioni, con The Definitive Guide To Spotify Royalties  Jeff Price ci regala in 50 pagine una piccola guida che, tra le altre cose, consente ai musicisti di meglio comprendere alcune dinamiche che regolano il complesso mercato dei diritti d’autore.

Scarica The Definitive Guide To Spotify Royalties

Royalties Spotify
Courtesy Pixabay.com

Nuove Economie della Musica

di Andrea Portioli
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Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.

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Le Playlist Editoriali Personalizzate su Spotify

La missione primaria di Spotify è quella di far arrivare all’ascoltatore la musica che preferisce in base alle sue abitudini di ascolto, come ho già cercato di spiegare nel post Come lo Streaming cambia le abitudini di ascolto.

Per questo ogni giorno il team editoriale di Spotify crea e aggiorna migliaia di playlist ancorate a momenti specifici della giornata degli ascoltatori, ad esempio per quando si allenano, studiano o cucinano la cena.

Ovviamente queste playlist editoriali non intercettano i gusti di tutti, le canzoni che una persona potrebbe voler cantare sotto la doccia potrebbero non avere senso per un’altra. Per risolvere questo problema, la piattaforma di streaming ha modificato l’ ecosistema delle playlist per assicurarsi che ogni ascoltatore sia in grado di trovare la canzone perfetta per ogni momento.

Ancora non ho ben compreso la portata di questo aggiornamento che però si presenta come una novità estremamente interessante per un artista in cerca di nuovo pubblico per le sue canzoni.

Spotify ha infatti deciso che alcune playlist saranno personalizzate per ogni ascoltatore in base al suo gusto particolare. Ciò significa che per quelle playlist specifiche, non ce ne saranno due uguali.

Cosa significa questo per gli artisti e i loro team? Prima di tutto, la musica ha maggiori possibilità di farsi trovare dagli ascoltatori più interessati. Quando Spotify ha testato questo nuovo sistema ha scoperto che gli ascoltatori prestavano più attenzione alle canzoni nel loro insieme. Inoltre, queste playlist editoriali personalizzate aumentano del 30% il numero di artisti presenti e il numero di brani ascoltati del 35%.

Spotify rivela che, dopo aver scoperto una canzone attraverso una playlist editoriale personalizzata, il numero di ascoltatori che ritornano sulla traccia è aumentato dell’80%. In effetti, il numero medio di volte in cui un ascoltatore salva una traccia è aumentato del 66%, il che è una buona notizia per gli artisti.

Non solo, quando una canzone viene aggiunta a una di queste playlist, non apparirà necessariamente sulla versione personalizzata di ogni ascoltatore. Per questo Spotify ha creato un sistema di collegamenti unici a queste playlist editoriali personalizzate, che gli artisti possono condividere tramite Spotify for Artists e Spotify Analytics.

Un link unico è disponibile per le playlist editoriali personalizzate

Chiunque fa clic su un collegamento univoco condiviso da un artista vedrà una versione personalizzata della playlist con la traccia di quell’artista come prima canzone; mentre per le playlist editoriali che non sono personalizzate, gli artisti dovrebbero continuare a utilizzare i link pubblici come fanno ora.
Quando le canzoni vengono aggiunte a una di queste playlist editoriali personalizzate, viene inviata una notifica e-mail agli artisti e ai loro team, in modo che possano condividere le buone notizie con i fan.


Music business. La grande guida: Tutti i segreti per orientarti nell’industria musicale odierna e trasformare la tua passione nel lavoro della vita

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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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8 cose da evitare con i servizi musicali in streaming

Avere un album o un brano pubblicato da un distributore digitale, streaming o mp3 che sia Spotify, Deezer, Apple o altro è semplice. Questo non significa che i distributori digitali non chiedano specifici requisiti per accettare la tua musica nel loro catalogo.

In questo post ti elencherò alcune linee guida usate dai principali distributori di musica digitale che devi tener in seriamente in considerazione, se non vuoi correre il rischio di veder rifiutato il tuo brano.
Queste linee guida sono inoltre applicate dai principali distributori di musica digitale (Believe, Tunecore, The Orchard…) perché sono richieste esplicitamente dalle piattaforme di streaming musicale e dai negozi digitali.

  1. Tributi, Karaoke e cover simili al brano originale.

    Si definisce una registrazione Sound-Alike quando un brano imita il suono di un disco popolare o lo stile di un artista di popolare; il termine si riferisce anche agli artisti che si esibiscono in tali registrazioni. Le piattaforme digitali amano prodotti unici e onesti, che non possano generare confusione negli ascoltatori.

  2. Release con nomi artista falsi
    o contenenti parole chiave.

    Intitolare un album o un brano Ambient, Chill Out, Music Relax o peggio Musica di Sottofondo per Ristorante, potrebbe avere brutte conseguenze. Anche un The Best of… potrebbe incorrere nella censura delle piattaforme.
    Il mio consiglio è di usare fantasia e arguzia nel trovare un titolo originale che riesca descrivere il genere musicale e attrarre l’ascoltatore. Meglio ancora se fai un’indagine di mercato prima di definire il nome della tua band o il tuo nome d’arte: hai presente quante artiste con il nome Cherie sono presenti al mondo? Prova a vedere su una piattaforma di musica streaming.

    Questo tra le altre cose potrebbe generare confusione nelle piattaforme streaming con il rischio che assegnino il brano al profilo artista errato, rischiando di compromettere il lancio del tuo brano o dell’album.

  3. Artisti, orchestre e performer generici.

    Le piattaforme digitali non amano i progetti di corto respiro. Spesso gli artisti si riuniscono in un ensemble finalizzato a sviluppare un’idea o per un album di cover e scelgono il primo nome che gli passa per la testa.

    Anche nel nome è richiesto uno sforzo di fantasia: nomi generici come Experience Music o Music Project rischiano di non trovar spazio. Direi che in generale nomi artisti e titoli troppo inflazionati, rischiano di essere rifiutati.

  4. Contenuti generici
    a tema festivo-religioso.

    In realtà ogni anno siamo bombardati da nuove pubblicazioni a tema natalizio, alcune buone altre meno,  se vuoi trovare un tuo spazio tra queste, devi riuscire a trovare una soluzione editoriale che passi la selezione per l’inserimento. Un progetto editoriale di qualità e ben progettato anche nella presentazione, non verrà rifiutato.

  5. Generi musicali generici.

    Indicare un genere musicale preciso, ma sopratutto, rispettare nelle tue composizioni i canoni del genere indicato è indispensabile per non avere problemi con i distributori di musica digitale, quindi è meglio evitare come la peste di indicare generi musicali come: Nature Sounds, Musica per Fitness/Esercizi, Fake Chill, Fake New Age, Relax, Meditation e Yoga Music, Brain Power.

  6. Contenuti male confezionati.

    L’immagine non è tutto ma ha la sua importanza, cura la qualità della copertina, assicurati che la foto non sia sgranata, sfocata, decentrata. Contenuti musicali registrati male o con scarso valore editoriale oggi vengono immediatamente cestinati. In particolare le registrazioni live che vengono valutate dallo staff: se non sono ben curate rischiano grosso.

  7. Musica licenziata, ma senza esclusiva.

    A questa regola possono incappare facilmente rapper e trapper, in genere tutti coloro che usano sample e loop acquistati. L’uso di questi strumenti genera molti conflitti con il sistema fingerprint di riconoscimento delle tracce, e questo non piace a nessuno. Se ti piace far musica con il computer è bene che sample e loop te li costruisca con le tue manine.

  8. Contenuti fuorvianti.

    L’uso di qualsiasi contenuto fuorviante, basta anche un sottotitolo del tipo le canzoni di Vasco Rossi, potrebbe esser sufficiente per far bannare il tuo album di cover del Blasco, anche se sono una reinterpretazione artisticamente ricercata e valida.
    Non usare immagini di copertina se non hai l’autorizzazione per farlo, potrebbe avere serie conseguenze legali. Mettere qualsiasi contenuto raffigurante la simbologia nazista è il modo migliore per non vedere la propria musica distribuita in rete.

Questi sono gli 8 punti principali di cui devi tener conto per poter inviare tranquillamente la tua musica alle piattaforme e store digitali ma ti invito anche a leggere le iTunes Style Guide, non dico di impararle a memoria, ma comprenderne lo scopo e la filosofia è un utile orientamento per meglio vivere nel mondo della musica in streaming.

Se vuoi approfondire questo argomento, lasciami un commento, cercherò di esserti utile.

chitarra classica con note
courtesy pixabay.com
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