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Amazon Music business social music marketing

Amazon Music integra il merchandising

Amazon Music nasce nel 2007 come negozio di MP3 sulla scia di iTunes, integrando il servizio di streaming solo nel 2016, molto più tardi rispetto alla maggior parte dei suoi concorrenti. Tuttavia, in pochi anni Amazon ha saputo recuperare il ritardo soprattutto grazie alla crescente popolarità dei dispositivi Alexa. Attualmente Amazon Music vanta la crescita più rapida di pubblico tra i principali servizi di streaming dal 2019.

Amazon Music Merchandising

L’app per desktop e mobile Amazon Music è in continua evoluzione e sta seguendo la scia dei suoi competitor come Spotify e Apple Music. Recente è la notizia che Amazon stia integrando, nella sua app di streaming musicale, un servizio di merchandising legato agli artisti, così come già fanno Spotify e YouTube in collaborazione con Merchbar.

Sebbene Amazon non si aspetti grandi risultati economici da questa nuova funzione di Amazon Music, è anche vero che per l’azienda non dev’essere particolarmente complicato integrare la piattaforma e-commerce con l’app di streaming, anzi, credo che potrebbe essere pure avvantaggiata rispetto le app concorrenti, proprio per la consolidata abitudine all’uso (acquisto) degli utenti Amazon.

Il sistema è in fase di sviluppo, ma tra breve, per ogni artista, quando qualcuno visiterà la sua pagina su Amazon Music, verrà visualizzata un’opzione per acquistare i prodotti insieme ai video musicali e ai live streaming legati al personaggio. Quasi tutto il merchandising su Amazon Music è disponibile tramite Amazon Prime.

A ben pensarci, per Amazon, questa è un’evoluzione naturale del suo ecosistema e rientra nella sua mission principale che è quella di distribuire prodotti fisici porta a porta. Per l’artista c’è l’estrema comodità e la forza dell’ecosistema Amazon per poter distribuire i suoi supporti musicali fisici, cd, vinile, ecc… e il relativo merchandising in senso stretto come t-shirt e oggettistica varia. Il tutto in un’unica piattaforma e con un esperienza di acquisto che non interrompe il flusso musicale dello streaming.

Devi considerare che Amazon Music è il terzo player dopo Apple Music e Spotify, ma le distanze tra i primi due negli ultimi tempi si sono di molto accorciate, tanto che le sue entrate dello scorso anno hanno superato quelle di YouTube e Pandora. Sempre recentemente l’app ha integrato i live streaming appoggiandosi alla piattaforma Twitch e in queste settimane sta perfezionando un accordo con Wondery per la distribuzione di podcast.

Questa espansione dell’offerta di Amazon Music sembra cadere nel momento più opportuno dato che il blocco dei concerti causato dalla pandemia ha incrementato la vendita del merchandising degli artisti, al quale i fan sembrano non vogliano rinunciare. Sebbene chi segue questi trend non sappia dare cifre chiare sull’importanza del fenomeno, ritengono che i numeri che il merchandising on line nel 2020 abbia sviluppato numeri sicuramente interessanti e comunque con una tendenza in continua crescita.

La forza di Amazon, a mio modesto avviso, è quella di avere tutte le carte in regola per offrire al fan un unico punto, un hub, dove poter consumare musica, video e merchandising del proprio beniamino. Un’opportunità che Amazon Music sfrutta anche per offrire un merchanding esclusivo solo per la propria piattaforma, così come offre serie esclusive per PrimeVideo.

Vedi la pagina Amazon Music Artist Merchandising


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Amazon Music social media social music marketing

Due parole su Alexa e Amazon Music

C’è un legame stretto tra l’assistente vocale Alexa e l’app Amazon Music ed è una cosa che dovresti tener presente dato che questo elettrodomestico da compagnia sta aumentando la sua diffusione vertiginosamente ed è in grado di offrire un’esperienza altamente personalizzata e immersiva grazie alla sua intelligenza artificiale strettamente connessa all’ecosistema Amazon.

Alexa e Amazon Music la forza di un sistema

L’assistente Alexa è stato creato per l’uso quotidiano domestico e la diffusione della musica attraverso comando vocale è una delle sue abilità e non certo tra le secondarie. Amazon Music offre ai propri utenti la possibilità di organizzarsi la musica preferita in playlist, ma prima di questo, lo staff editoriale ha creato oltre 500 playlist tematiche basate su mood e sui vari momenti della giornata: playlist motivazionali, playlist per cucinare, playlist per fitness, playlist per studiare, ecc…

Ma Alexa può organizzare un flusso musicale autonomo basandosi sui gusti dell’ascoltatore quando gli viene chiesto, ad esempio, “Alexa, fammi ascoltare della musica allegra.” Di fronte a questa richiesta, l’ecosistema Amazon Music risponde con la sua IA cercando di offrire un’esperienza musicale più adatta ai gusti del richiedente.

Amazon Music ovviamente offre la possibilità di condividere brani, album e playlist sui social o sul tuo sito, sia tramite link, sia tramite incorporamento (embed). Tra l’altro, tramite Amazon Affiliate, potresti pure guadagnare qualcosa nel distribuire la tua musica (su questo prima o poi dovrò scriverci un post).

La platea che utilizza Alexa nel suo quotidiano è un segmento di pubblico che può rivelarsi molto interessante, anche perché potenzialmente sono persone che ascoltano musica molte ore al giorno, magari anche solo in background. Trovare tra questi il tuo pubblico non è una cosa che dovresti sottovalutare.

Detto questo, il mio consiglio è di cominciare a far conoscere ai tuoi fan la tua presenza su Amazon Unlimited e di invitarli ad usare questa app che, detto fra noi, in fatto di revenue è più performante rispetto a Spotify. Potresti avere delle belle sorprese.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
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Amazon Music business marketing musicale musica streaming social music marketing tips & tricks

5 Tips per Amazon Music

Amazon Music offre un catalogo musicale che nulla ha da invidiare agli altri players della musica in streaming, a questo si aggiungono le potenzialità di Alexa, l’assistente vocale della maison di Bezos che svolge per Amazon Music una funzione strategica (approfondisci).

Cinque tips per amazon music

A differenza di altre app di streaming, come Spotify per esempio, Amazon Music non ha molte funzionalità di coinvolgimento social ma consente ovviamente di organizzare la propria musica in playlist e di poterle condividere tramite link nella rete. Puoi condividere i tuoi brani, i tuoi album, le tue playlist e la tua pagina artista.

In realtà Amazon Music sta evolvendo e sta elaborando nuovi strumenti per aiutare gli artisti e le etichette a promuovere il loro lavoro, tra questi la possibilità di collegare la pagina artista con il profilo Twitch. Nel frattempo, possiamo usare cinque buone pratiche per valorizzare la nostra musica presente sulla app.

  1. Segui Amazon Music: anche Amazon Music ci tiene ad aumentare la sua base fan. Per questo assicurati di seguire i suoi profili social su Facebook, Twitter, Instagram ed altri. Questo potrebbe tornarti utile come vedremo più avanti.

  2. Messaggistica: Comunicare ai propri fan l’uscita del nuovo singolo tramite Whatsapp, Messenger o email con un messaggio personalizzato e un invito all’ascolto resta uno dei migliori modi per ottenere un coinvolgimento e una risposta positiva;

  3. Tag: usa sempre il tag @AmazonMusic o @AmazonMusicItalia (o comunque gli handle locali) ogni volta che posti in un social. Potresti attirare la loro attenzione e venir ricambiato con un repost sui loro profili;

  4. Link diretto: periodicamente condividi il link diretto ad un tuo album o brano. Non dimenticare però che è il link diretto alla tua pagina artista che può far aumentare i tuoi follower ed aiutarti a farti ben volere dagli algoritmi. L’ascolto passa, il follower (se te lo meriti!) è per sempre;

  5. Gli Hashtag: come già detto è preferibile usare nei post il tag @AmazonMusic piuttosto che #AmazonMusic. Ciò non toglie che puoi accompagnare il tuo post con hashtag più mirati che possono dare delle soddisfazioni, alcuni di questi sono: #AmazonMusicHD, #AmazonMusicUnlimited, #AmazonPlaylist o #AmazonArtist. Un mio suggerimento è che il rendimento di questi hashtag va monitorato, alcuni potrebbero funzionare bene su alcuni social e non dare risultati su altri.

Queste cinque pratiche usate metodicamente ti consentiranno di agganciare il tuo pubblico che preferisce Amazon ad altre app. Se è vero che, a differenza di altri social media, Amazon Music non soddisferà il tuo ego con statistiche sulla popolarità, è anche vero che è la piattaforma di streaming che più paga per ogni singolo ascolto.

Il mio consiglio è che dovresti investirci un po’ di tempo condividendo i link del tuo profilo, delle tue canzoni e delle tue playlist. Potresti avere delle belle sorprese nei tuoi rendiconti periodici.

Per chiudere, ti lascio l’elenco dei canali social di Amazon Music preso, paro paro, dalle loro pagine For Artist.

Canali social di Amazon Music
Facebook: AmazonMusic (Global) e AmazonMusicDeSchlager (Germany)

Twitter: @AmazonMusic@AmazonMusicUK@AmazonMusicJP@AmazonMusicMX@AmazonMusicIN

Instagram@AmazonMusic@AmazonMusicUK@AmazonMusicDE@AmazonMusicJP@AmazonMusicMX@AmazonMusicES@AmazonMusicIT@AmazonMusicFR@AmazonMusicBR@AmazonMusicLatin@AmazonMusicANZ@AmazonPrimeMusicIN

Handle di genere: @rotation (Hip-Hop and R&B) e @auf_level (German Deutchrap)


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musica streaming social music marketing Spotify Spotify playlist

Quali playlist collaborative su Spotify?

Prima o poi doveva accadere, da qualche mese gli algoritmi di Spotify leggono in modo diverso, più restrittivo, la presenza di brani nelle playlist collaborative.

Quali playlist collaborative su Spotify
courtesy by pixabay.com

Fino a qualche mese fa, era sufficiente piazzare il proprio brano in almeno 100, 200 playlist collaborative per vederlo entrare in pochi giorni nelle playlist algoritmiche come Release Radar o Discover Weekly. Oggi le cose sono un po’ più complesse.

Questo cambio di parametri dell’algoritmo ha anticipato la strage di artisti che incautamente hanno affidato la loro promozione a servizi che si appoggiano a bot per generare ascolti e rientra nella lenta, ma progressiva, politica di trasparenza della piattaforma svedese. Lo scopo è quello di limitare il più possibile account e streaming fake che viziano il mercato della musica in streaming.

Dunque, inserire la tua musica nelle playlist collaborative non è più utile per entrare nelle playlist algoritmiche?

Per fortuna non è proprio così.

Nella pratica, se il tuo brano è in una playlist collaborativa sveglia, che viene regolarmente ascoltata, sicuramente guadagnerà quei punti che lo porteranno nelle playlist algoritmiche. Se invece si trova in una playlist collaborativa dormiente, ovvero che non viene ascoltata, il tuo brano non ne ricaverà alcun beneficio.

Questo significa che, da oggi in poi, puoi ancora utilizzare le playlist collaborative per spingere la tua musica, ma dovrai selezionarle con cura, preoccupandoti di verificare che siano frequentate e non abbandonate a se stesse.


Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica

di PlayHola

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“Marketing Musicale: Come sfruttare le playlist di Spotify per promuovere la tua musica” è la guida essenziale per gli artisti che desiderano fare della promozione musicale il loro punto di forza. Grazie ai consigli di PlayHola, brand specializzato nel marketing musicale, imparerai come creare playlist efficaci, ottimizzare la tua presenza su Spotify e promuovere la tua musica attraverso i canali più adatti. Scopri come utilizzare al meglio le playlist di Spotify, una vera e propria arma nel mondo del marketing musicale, per raggiungere un pubblico più ampio e far crescere la tua carriera artistica.

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business social media social music marketing

L’importanza dell’analisi del pubblico.

Per un artista musicale che vuole vivere della sua musica, la prima preoccupazione dev’essere il pubblico: la sua base fan, i suoi follower, come vengono chiamati oggi. Un pubblico con il quale intrattieni un rapporto costante durante i tuoi concerti dal vivo e anche usando gli strumenti offerti dalla tecnologia, come social network e dirette streaming. Dev’essere un pubblico realmente interessato alla tua musica, alla tua arte: non accontentarti dei pigri like di amici e parenti (cit.).

L'importanza dell'analisi del pubblico
courtesy by pixabay.com

Il pubblico è il terreno dove piantare il seme delle tue canzoni, dev’essere terreno fertile.

Mentre durante e dopo un concerto dal vivo puoi vedere tu stesso le reazioni del pubblico e trarne le dovute conclusioni, l’uso di media tecnologici rende questo rapporto empatico più difficile e meno diretto. Per questo ogni tua attività online andrebbe misurata e analizzata, per capire se le tue azioni sono utili per far avanzare la tua carriera musicale.

Non sto parlando solo delle tue esibizioni musicali, ma anche tutte quelle attività che fai sui social per promuovere sia la tua figura di artista che la tua musica: l’aggiornamento della tua pagina Spotify, delle tue playlist, sino alla cura dei profili Facebook, Twitter e così via.

Per questo i dati a cui abbiamo accesso diventato uno strumento essenziale in un panorama musicale in continua evoluzione; dare un significato ai numeri espressi dalle statistiche di Spotify for Artist, o dagli Insights di Facebook e Instagram, è a questo punto indispensabile per capire con quale pubblico abbiamo a che fare.

Premetto che non vorrei essere frainteso a riguardo: la finalità del l’analisi del pubblico e delle sue reazioni non serve necessariamente per capirne i suoi gusti, a mio avviso soprattutto serve per capire se tu, come artista musicale, hai il pubblico adatto alla tua musica.

Essendo il web una platea virtualmente illimitata, gli strumenti di analisi risultano utili all’artista per scovare la sua nicchia di pubblico, una cerchia di fan che potrebbe realmente fare la differenza per la diffusione della sua arte.

Ogni azione sul web, dalla pubblicazione della musica a tutte le azioni promozionali per farla conoscere, come post sui social, interviste e recensioni, meritano un monitoraggio delle reazioni del pubblico. Questo è indispensabile per capire molte cose, non solo se la nuova canzone è piaciuta, ma anche se il modo di promuoverla è corretto e sta attirando l’attenzione dei fan.

Le case discografiche e le produzioni con budget adeguati, stanno facendo della lettura dei dati una scienza per produrre musica che intercetti velocemente i gusti del pubblico. Nel nostro caso, più modesto, un corretto lavoro di analisi, potrà essere utile per capire se si sta navigando sulla giusta rotta nella promozione del personaggio artistico e della sua musica.

Queste analisi non sono semplici, ma sono alla portata di tutti e richiedono un certo impegno, ma se affrontate con metodo permettono di costruire una comunicazione corretta per emergere nel vasto oceano della discografia online.


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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business musica streaming social music marketing Spotify

Il pubblico di Spotify visto da Spotify

Puntuale, lo scorso 23 settembre Spotify ha rilasciato il periodico Culture Next, il rapporto che analizza i gusti e le tendenze degli ascoltatori cercando di comprenderne i gusti e le abitudini.

Il pubblico di Spotify visto da Spotify
courtesy Pixabay.com

Il campione della ricerca è stato fatto sul pubblico americano, coinvolgendo 5.000 persone, ed ha confermato l’accelerazione delle tendenze culturali che hanno preso forma negli anni scorsi tra la Z Generation (15-25 anni) e i Millenial (26-40 anni): le due fasce più interessanti per Spotify perché più attive sui dispositivi elettronici rispetto le fasce più mature.

Sulle abitudini d’ascolto, la ricerca ha evidenziato che il 75% dei Z Gen. e Millenial utilizza l’ascolto di musica per fronteggiare lo stress e l’ansia. Questo li spinge verso musiche che, secondo loro, hanno marcate qualità emotive, terapeutiche e personali, intime.

La ricerca conferma la crescita nell’ascolto di Podcast, sia d’informazione sia per intrattenimento. Negli ultimi mesi all’attenzione del giovane pubblico americano sono saliti i podcast dedicati alla politica ed ai diritti civili.

Questa indagine periodica, che Spotify usa come strumento per attrarre sponsor pubblicitari facendo un ritratto del suo utente medio, ci restituisce anche alcuni informazioni sui gusti politici delle giovani generazioni americane, dimostrando, tra le altre cose, che sono più interessate ai programmi politici che agli schieramenti. Il 66% ritiene che gli attuali sistemi politici siano corrotti ed obsoleti e solo il 30% della Z Gen. approva la politica del presidente Trump a differenza delle generazioni più anziane che arrivano fino al 54% a favore dell’attuale presidente.

Ma ciò che la politica divide, la musica unisce. A quanto risulta, Il 64% del campione, nel sondaggio afferma che ascoltare la musica dei loro genitori dia loro “una maggiore comprensione di chi sono i loro genitori”, e il 78% dei genitori intervistati ha ammesso di usare la musica come un modo per legarsi con i loro figli.

Le generazioni più giovani sono anche incuriosite dall’imprenditorialità e dalla cultura self-made-man e molto aperte cittadinanza globale. Su scala mondiale, il 65% delle Z Gen. ha dichiarato di voler essere, o di essere già, il proprio capo, addirittura un Z Gen. su tre di età pari o inferiore a 17 anni ha affermato che preferirebbe avviare un’impresa invece di andare all’università. Le due giovani generazioni sono tendenzialmente proiettate in avanti e credono che la pandemia stia offrendo nuove opportunità di sviluppo.

Nel disegno che ci fa Spotify, i giovani americani, non mi sembrano molto diversi dai giovani italiani (o europei). In entrambi i casi troviamo generazioni interessate alla politica del fare e non a quella degli schieramenti ideologici, generazioni aperte verso il mondo e verso nuove culture, generazioni intraprendenti che intendono lasciare un mondo migliore di quello che hanno trovato.

Ma quello che forse più interessa a noi, è che la Z Gen. ed i Millenial sono molto legate alla musica, la usano per vivere meglio, per provare emozioni e conoscere cose nuove. Sono generazioni curiose che non danno nulla per scontato, che guardano al domani con un occhio verso il ieri. E’ chiaro che in questo momento dove vedono l’incertezza e la paura, loro vedono nuove possibilità. D’altra parte, a mio modesto avviso, non possono far altro; sono giovani, hanno un mondo nuovo da costruire.


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personal branding social media social music marketing Spotify

Due strumenti utili per condividere la tua musica.

Oggi ti voglio far conoscere due strumenti rapidi e utili per condividere nei social o nelle mail la tua musica e il tuo profilo di artista musicale. Possono esserti utili perché confezionano i tuoi link con una veste grafica coerente e accattivante, arricchendo la qualità della tua proposta.
Le Promo Card di Spotify

Promo Card by Spotify

Le Promo Card di Spotify sono un gadget utile per condividere la tua musica sui social network e anche sul tuo sito. In pochi semplici passaggi puoi creare una semplice cartolina elettronica che può essere collegata al tuo profilo Spotify, ad un tuo album o a una tua canzone.

Le Promo Card hanno delle semplici opzioni di personalizzazione e puoi facilmente condividerle su Twitter o Facebook. Puoi anche salvare l’immagine per utilizzarla sulle tue email o sul tuo sito, come ho fatto io, per esempio.

Rex Von Kostia Promo Card
Esempio di una Promo Card legata ad un Profilo Artista

Nelle Promo Card puoi personalizzare il colore di sfondo e il formato: orizzontale, quadrato o verticale.

Può tornarti utile perché con pochi click ti consente di condividere la tua musica con una grafica pulita e ordinata senza aver bisogno di competenze grafiche.

Crea La tua Promo CardScopri di Più

Lnk.Bio

Presentandosi come il miglior modo per migliorare la presenza su Instagram, Lnk.Bio è uno di quei servizi che permettono di raggruppare tutti i link verso i tuoi social e i tuoi prodotti discografici in un’unica pagina. Puoi usarlo gratuitamente o sfruttare le funzioni aggiuntive con un pagamento mensile.

Lnk.Bio è strategico per social come Instagram che non ti permettono di aggiungere link nei post. Ma direi che va bene anche su altri social, potrebbe diventare un solido punto di riferimento per chi ama la tua musica e vuole rimanere aggiornato sul tuo lavoro.

Vai a Lnk.BioVedi un Esempio


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La crisi della musica richiede un cambiamento

Non è colpa solo del lunedì
Sono nutellate di deliri
E code e colpi di tosse
E tu non piangi e non ridi
Vivi come se niente fosse
(La Crisi – Bugo)

Nel primo decennio degli anni 2000 mi occupavo dello sviluppo di siti internet per aziende. La mia area di attività era la provincia di Verona e dedicavo almeno un giorno alla settimana a presentare la mia attività presso le aziende. Prima di andare facevo una piccola selezione e il mio target erano le imprese, di qualsiasi settore, con almeno quattro dipendenti. Questo perché volevo un’azienda che avesse interesse, oltre che di un sito, ad utilizzare alcuni servizi che ero in grado di offrire.

La crisi della musica richiede un cambiamento
courtesy by pixabay.com

Ricordo che ho calcolato una media dei risultati di quel periodo: ogni dieci aziende ottenevo circa quattro responsi positivi di cui però solo due si concretizzavano in un contratto. Non era male, con molte di loro sono seguiti anni di proficua collaborazione e reciproca soddisfazione.

La cosa che meglio ricordo di quel periodo, sono le risposte ricevute da quelle 6 aziende su 10 che mi davano picche, risposte che possiamo riassumere in queste due categorie:
a) Non serve un sito internet per il mio lavoro.
b) Non credo in internet.

Ogni mia parola spesa nell’illustrare le possibilità offerte da un sito internet ben progettato non è mai riuscita a sfondare questo muro di gomma. Ricordo anche che un giorno, quando andai ad un appuntamento con il mio programmatore di fiducia, quasi certo di portar a casa il lavoro, dopo aver illustrato il progetto e le funzionalità del sito ed aver ricevuto un “devo pensarci sopra”, il mio partner se ne uscì con – Ma questo non ha bisogno di un sito web. Non lo capisce. Non sa che farsene, speriamo non faccia niente.-

Aveva ragione lui, noi stavamo cercando realtà produttive che volessero investire seriamente su internet, che volessero anche seguirci nel percorso che indicavamo. Ma soprattutto che tra noi e loro nascesse una collaborazione che ci facesse crescere e maturare professionalmente entrambi.

Le cose cambiarono improvvisamente verso il 2010, ovvero quando la crisi dei subprime era all’acme e faceva sentire i suoi effetti nefasti sul territorio. Molte aziende che avevano rifiutato i miei servizi ritornarono in scena chiedendo quello che non avevano voluto e in cui ora vedevano come una speranza: purtroppo non potevo fare molto per loro.

La loro disponibilità, in termini di budget, si era ristretta e si aspettavano che in poche settimane fossi in grado di assicurar loro quella presenza in rete che qualche anno prima non ritenevano utile. Dovetti rifiutare l’incarico nella maggior parte dei casi, come mi aveva fatto notare il mio collega “Questo internet non lo capisce”.

Credo che il settore musicale in questi anni viva condizioni simili a quello imprenditoriale/artigianale degli anni 10 del 2000. Il crollo verticale delle vendite di Cd e .mp3, l’avvento della musica in streaming hanno ridimensionato il guadagno di artisti e case discografiche. A questo aggiungiamo il blocco dei concerti e delle lezioni di musica causato dal Covid19, ecco che otteniamo un panorama del settore molto diverso da quello di soli 5 anni fa.

Sono tempi nuovi, che richiedono nuove soluzioni e nuove prospettive. Da quello che vedo, nessuno ha ancora trovato una risposta definitiva a questo. Le discussioni in corso sulla crisi del settore non trovano un’identità di vedute tra le parti e c’è comunque un clima di incertezza generalizzato. Nemmeno io ho una risposta vincente, e nemmeno credo esista una sola risposta.

Posso però invitarti a non chiuderti in te stesso e mettere in discussione le convinzioni maturate nella tua esperienza professionale. Il mondo della musica sta cambiando e ancora nessuno sa quanto inciderà questa mutazione o quanto tempo passerà prima di trovare un assestamento.

Direi che questo è il momento buono per uscire dalla zona confort ed affrontare il mutamento con nuova voglia di apprendere, migliorare, uscendo fuori dagli abituali confini, anche sopportando il disagio che ne consegue. E’ un investimento sul presente e sul tuo futuro professionale di musicista. Se in esso trovi un tua giusta dimensione, potrai solo trarne che benefici.


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Cos’è un musicista senza un pubblico?

In questo giovane blog dedicato ai musicisti, spesso uso i termini fan base o base fan riferendomi alle persone che seguono gli artisti musicali nei social e nella vita reale. A pensarci bene, il termine fan suona troppo ottimista e può sfalsare le aspettative. il termine fan è una contrazione di fanatico e non è detto che chi segue un artista musicale sia necessariamente fanatico dell’ artista; forse il più generico pubblico descrive meglio tutta la platea che segue un determinato artista, tra cui è auspicabile ci siano anche dei veri e propri fan.

Crearsi un pubblico on line
courtesy by pixabay.com

Ho scritto questa introduzione perché oggi mi concentrerò proprio sul pubblico, la materia prima essenziale per ogni artista musicale che voglia vivere con la sua musica. Qualsiasi cosa tu faccia, che sia una nuova pubblicazione o un concerto, o la promozione di una di queste due cose, senza un pubblico consolidato il rischio di raccogliere scarsi risultati è elevato.

In particolare sui social network, acquisire un nutrito pubblico sui propri profili è l’elemento indispensabile per vedere crescere gli stream o le vendite dei propri cd o mp3. E’ un passaggio obbligato che non si può aggirare con un paio di sponsorizzazioni di post o banner pubblicitari.

Anche se hai un album bellissimo o suoni con musicisti d’eccellenza, la possibilità di catturare l’attenzione di qualcuno on line resta molto bassa. Senza un nutrito pubblico qualsiasi metodo di marketing non riuscirà mai a raggiungere i risultati promessi.

Voglio farti notare che questo vale anche se svolgi attività didattica; magari hai costruito un tuo metodo di apprendimento dello strumento, che piace agli studenti e li appassiona. Nel momento in cui lo proponi in rete, come video corso o come libro, solo se avrai lavorato sulla tua figura professionale potrai raccogliere i frutti del tuo lavoro. Solo se ti sarai fatto apprezzare come un artista musicale stimabile, coerente e di cui fidarsi a una nutrita platea di persone potrai vedere risultati significativi dal tuo lavoro.

Questo lavoro di fidelizzazione e crescita del pubblico, nel marketing si chiama Personal Branding, ed è la via più sicura per ottenere risultati reali consolidati. Ovviamente non è la più facile, ma è dimostrato che è l’unico modo per ottenere risultati reali oltre i like.

Acquistare traffico, parole chiave, impression o pubblicità sono metodi facili e rapidi che, è dimostrato, non funzionano. Queste sponsorizzazioni spesso portano per lo più pubblico occasionale che, finita la promozione, si dissolve nel nulla.

Lavorare sulla tua figura di artista musicale significa impostare una strategia per individuare o definire i tuoi punti di forza e comunicare in maniera efficace cosa sai fare, come lo sai fare e perché gli altri dovrebbero sceglierti (L. Centenaro e T. Sorchiotti).

Acquistare traffico tramite sponsorizzazioni, per esempio i Mi Piace sulla pagina Facebook, può comunque essere utile per alimentare la fiducia in te e in quello che proponi. Ma devi tener presente che solo una tua coerente attività online e offline, sarà quella che ti darà il pubblico necessario per farti vivere della tua arte.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Da artista musicale a professionista della musica: un cambio di mindset.

Nonostante i fatturati dell’industria discografica, decisamente non è un buon momento per l’artista musicale. I bassi introiti provenienti dalle app di streaming e la piaga degli introiti non riconosciuti dai social network, evidenziano degli squilibri che gli artisti musicali cercano di fronteggiare in diversi modi.

L'artista musicale deve puntare sempre più sul professionismo.
courtesy pixabay

Ai, bassi introiti dallo streaming, io aggiungerei pure il rapporto tra domanda e offerta di prodotti e servizi musicali. E’ un fatto che un’importante fetta di artisti musicali vive soprattutto sull’insegnamento. Che lo faccia in presenza o con video lezioni, anche in questo ramo la competizione si è fatta agguerrita. Insomma, la torta non basta per tutti.

Cosa deve fare un artista musicale per fronteggiare questo momento e far fronte all’evoluzione del mercato discografico?

Opinione comune è che sia necessaria un’evoluzione professionale dell’artista musicale, una ridefinizione della sua figura in cui esaltare di più le sue qualità professionali rispetto a quelle creative/artistiche: che però restano fondamentali per la sua autorevolezza.

In una realtà in cui il mercato si restringe l’importanza di emergere valorizzando le proprie qualità, le proprie unicità diventa indispensabile e i social network e i social media se usati con metodo e con criterio diventano uno strumento formidabile per questo scopo.

Questo vale per tutti i professionisti di vari campi, dal marketing all’illustrazione, perché non dovrebbe valere per l’artista musicale? Un grafico, un illustratore non sono forse figure creative che operano in un mercato con le sue regole?

La cantante Gospel Cheryl Porter da anni cura il suo canale YouTube dove distribuisce lezioni di canto e filma le esperienze fatte con i suoi giovani allievi. Un costante lavoro nel tempo l’ha portata ad avere oltre due milioni e mezzo di iscritti imponendosi tra i migliori vocal coach presenti in rete. Credi che questo non abbia influito sulla Disney quando l’ha scelta per interpretare la colonna sonora del Re Leone?

Curare la propria presenza in rete, professionalmente e non solo artisticamente, è oggi per l’artista musicale un imperativo e anche un’opportunità da non perdere.

Oltre le tue capacità tecnico/artistiche, puoi trarre frutto anche dalla condivisione delle tue esperienze professionali nel settore. Magari insegnando o offrendo consulenze sui diritti d’autore, sulla contrattualistica o altro; offrendo cioè tutte le tue conoscenze e consigli su come muoversi bene nel vasto mondo della musica, dal settore discografico a quello dell’intrattenimento.

Quante sono le cose, i servizi, che potresti offrire a tuoi colleghi o a giovani musicisti che hai imparato nella tua esperienza artistico/professionale? Prova a farne un elenco, credo rimarrai sorpreso delle competenze che hai acquisito nel corso degli anni e che molti non conoscono o non hanno mai approfondito.


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I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
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