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Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Prima di contattare un curatore di playlist perché inserisca il tuo brano nella sua playlist, usando servizi come Match.fy o SubmitHub o direttamente tramite social, ti sei mai fermato ad ascoltare la sua selezione per assicurarti d’essere in linea con il gusto di quella selezione?

Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Non intendo solo di essere in linea con il genere musicale, ma anche con il testo e con le vibrazioni, con il mood, che la playlist nel suo insieme trasmette. Ti potrebbe sembrare un lavoro superfluo, magari una perdita di tempo, in realtà si tratta di un’indagine strategica per comprendere se la tua musica troverà un pubblico in grado di apprezzarla e comprenderla.

Non c’è solo questo, devi anche assicurarti che gli altri brani abbiano almeno la stessa qualità creativa e tecnica del tuo brano: la mela buona in un cesto di mele marce rischia di fare la loro stessa fine.

Ci sono alcuni curatori che creano playlist con passione e amore della musica, altri che sono mestieranti in cerca di profitto, in entrambi i casi le playlist si rivelano dei calderoni nei quali il singolo artista fatica ad emergere, ovvero, fatica raccogliere follower.

Scegliere con cura le playlist a cui proporre i tuoi brani ti aiuterà a farti conoscere da un pubblico più ricettivo al tuo sound aumentando la possibilità di raccogliere follower.

Come è stato dimostrato  dalle analisi sulle abitudini dei superfan, questo genere di pubblico è molto prezioso per un artista musicale, è il suo zoccolo duro: genera ascolti ripetuti ed è disposto a spendere tempo e denaro per live o merchandising.

Creare un ambiente più sano per i musicisti e per chi ascolta musica inizia proprio dal selezionare i curatori di playlist più responsabili e professionali.


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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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La dimensione multimediale e multicanale della musica

Quando distribuisci la tua musica nel web, sulle app di streaming, sui social e in streaming video devi considerare ogni canale offre all’utente un’esperienza di ascolto simile ma diversa. Per il pubblico finale l’ascolto su Amazon Music è diverso da quello di Spotify, come è diverso guardare un video su YouTube rispetto ad un video su Facebook, per esempio.

La dimensione multimediale e multicanale della musica

Questo perché ogni singolo canale ha sue caratteristiche che influenzano le abitudini degli utenti e ne condizionano le scelte: è un particolare di cui devi tener conto e che non devi sottovalutare.

Dovresti avere una particolare cura nelle scelte video grafiche attraverso cui veicoli la tua presenza artistica. È importante progettare bene le grafiche della copertina delle tue uscite e coordinare questa immagine, il suo mood, la palette dei colori, in tutti i media ed i canali su cui fai affidamento. Lo stesso vale per i ritratti che dovranno essere coordinati cromaticamente con le dominanti della copertina; stessa cosa vale per i video e i post che andrai a realizzare durante la promozione della tua uscita.

Questo è un lavoro preparatorio che va ideato, pensato e progettato con cura prima dell’uscita della release, in modo di esser pronti a garantire un’adeguata copertura informativa su tutti i canali promozionali a tua disposizione.

Molti artisti indipendenti fanno l’errore di non prepararsi adeguatamente prima dell’uscita della release, il risultato è che troppo spesso la loro comunicazione risulta dispersiva e non viene riconosciuta quando l’ascoltatore/utente transita da un canale all’altro.


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Insidr Music: il modello Onlyfans applicato alla musica.

È sbarcata in Italia la nuova piattaforma di streaming Insidr Music che si distingue dalle altre per l’offrire agli artisti un modello di retribuzione diretto da parte dei fan.

Insidr Music, il modello Onlyfans applicato alla musica.

Con questo modello, molto simile a quello applicato da Onlyfans, Insidr Music permette ai fan di supportare i creator… ops i musicisti, pagando un abbonamento il cui importo viene stabilito dallo stesso artista. Dal canto suo, l’artista musicale potrà offrire contenuti aggiuntivi al suo catalogo istituzionale per gratificare la fedeltà del suo pubblico.

Insidr Music va a colmare il supposto vuoto creato dalla migrazione degli artisti non legati ad alcuna struttura discografica dopo l’entrata a regime dei nuovi modelli di pagamento di Spotify e Deezer, sistemi che penalizzano i nomi con basso e bassissimo ascolto a favore dei contenuti più premiati dal pubblico.

“Se solo una decina di fan ascoltasse una determinata canzone una volta al giorno per un mese, l’artista titolare dei diritti sul brano con Insidr Music guadagnerebbe 37,24 sterline, contro le 0,86 che si vedrebbe corrispondere da Spotify” a fronte dello stesso volume di ascolti, osserva una nota dell’azienda, che sostiene di poter offrire ai futuri associati ricavi del 4000% superiori a quelli dei DSP tradizionali.”

Il modello di business di Insidr Music per certi versi può ricordare quello di Bandcamp, piattaforma nata per garantire agli artisti la totale indipendenza. Si distingue perché specificamente pensato per lo streaming e il coinvolgimento musicale. Insidr offre uno spazio dedicato ai musicisti per condividere la propria musica, interagire con i fan e offrire contenuti esclusivi tramite abbonamenti.

Di fatto si presenta come un distributore non esclusivo che si muove parallelo ad altri distributori come TuneCore, Distrokids etc…

Non ho trovato informazioni precise su come l’App tratti le varie royalty. Per capirci, puoi pubblicare anche brani su cui altri godono diritti come, per esempio, la tua etichetta discografica?
E nel caso di cover?

Vai a Insidr Music


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Quale sarà il musicista del futuro?

Oggi sono attraversato da un’irresistibile vena profetica che voglio condividere con te per sapere se la ritieni più o meno condivisibile.
Questo 2024 è cominciato con il botto ed ha portato molte novità, che non sto qui ad elencare, che stanno mutando l’assetto dell’industria musicale e più in generale di tutta l’industria dell’intrattenimento legata alla musica.

Quale sarà il musicista del futuro?

Fatta questa premessa, vorrei fare le mie previsioni su quali saranno i musicisti vincenti nel futuro prossimo venturo, ovvero, quali saranno i musicisti che riusciranno fare della loro passione un lavoro bello e remunerativo.

Musica e Intelligenza Artificiale Generativa

Rassegnati, l’IA è entrata con due piedi nell’industria discografica e sta compiendo passi da gigante. Ma dato che l’AI non genera musica di sua sponte ma su istruzioni ben precise, una delle figure professionali che saranno più richieste sarà quella del Musicista Programmatore di AI: un professionista in grado di dialogare con la macchina per farle fare uscire la musica che serve.

Musicista Multi Tasking

I più l’hanno ormai capito, con lo streaming non si mangia. Una carriera musicale va costruita con duro lavoro e pazienza. In attesa di raggiungere un pubblico sufficientemente vasto l’artista musicale deve avere fonti di reddito diverse che possono essere l’insegnamento, la specializzazione in uno strumento, la composizione di musiche per library, producer, etc…

Musicista Online-Offline

Nel futuro prossimo venturo sopravviveranno solo gli artisti musicali capaci di coniugare un contatto con il loro pubblico sia online che offline. Vincerà chi saprà tener stretto il contatto con i propri fan attraverso i social, il sito, una newsletter e che saprà trovare l’occasione di trovare luoghi per live dove ringraziarli di persona per il loro entusiasmo.

Tu come la vedi? Lasciami il tuo commento, grazie 🙂


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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Il futuro dei musicisti è nei superfan?

Se il tema dominante nell’industria discografica del 2023, è stata l’AI generativa, per questo 2024 sembra essere il superfan. Ma cos’è un superfan?

I superfan sono la salvezza dei musicisti?

Secondo Luminate, la società di ricerche americane, un superfan è un ascoltatore di musica di età pari o superiore a 13 anni che interagisce con un artista e i suoi contenuti in oltre 5 modi diversi: streaming, social media, acquisto di musica fisica, articoli di merchandising, partecipazione ai live.

Il superfan ha una sua specificità che identifica quanto il suo ruolo ed i suoi comportamenti siano interessanti per l’artista musicale:

  • Per il 54% sono più impegnati di un fan comune nello scoprire nuovi artisti e nuova musica trasferendo poi questo entusiasmo per le novità a famigliari e amici;
  • Il 59% in più della media dei fan ritiene che sia fondamentale il rapporto personale con l’artista;
  • Il 45 % in più dei comuni consumatori di musica ama essere parte di un fandom o community.

Negli Stati Uniti i superfan rappresentano il 15% della popolazione generale di età superiore ai 13 anni e stanno influenzando sia l’evoluzione della musica sia le relazioni degli artisti con i loro ascoltatori. Le ricerche su questa nuova figura hanno svelato che le persone che acquistano CD, cassette o vinili, hanno una probabilità più che doppia (+128%) di essere superfan della musica, spendendo ogni mese più dell’80% in più rispetto all’ascoltatore.

Il fenomeno dei superfan è stato misurato, ovviamente, sulle community delle grandi star che offrono opportunità di amplificazione dell’artista che vanno oltre le piattaforme streaming. Nel contempo ha rivelato che il superfan non si limita al consumo passivo della musica, ma è un soggetto attivo in tutto ciò che coinvolge l’artista: social media, concerti e merchadinsing in prima battuta.

L’esperienza ha dimostrato che gli artisti superstar ottengono il massimo valore dai superfan quando interagiscono più profondamente con loro: il coinvolgimento attivo e l’opportunità di connettersi con altri fan sono infatti le basi che consentono di attivare una super-fandom.

Appartenere a un fandom fornisce dunque un innegabile senso di comunità e questo senso di appartenenza è un’esperienza umana fondamentale ben nota agli esperti di marketing e legata a quei meccanismi sociali, naturali, tipici della natura umana. Una ricerca di Spotify dello scorso anno conferma che, in termini economici, una piccola parte del pubblico attivo contribuisce molto di più in termini di coinvolgimento – e reddito – per un dato artista:

In media tra tutte le dimensioni degli artisti i super ascoltatori costituiscono il 2% del fatturato di un artista e rappresentano oltre il 18% degli streaming mensili

Un dato incontestato è che i superfan sono più legati all’artista, ascoltano più assiduamente la sua musica, acquistano biglietti, merchandising e supporti fisici.

Piattaforme come Deezer, Soundcloud stanno puntando la loro attenzione sui superfan, offrendo agli artisti musicali strumenti utili per intercettare questo segmento del mercato musicale.

Di suo, artista musicale può scatenare l’interesse di queste persone lavorando sulla sua presenza online creandosi un’immagine solida, attrattiva e riconoscibile, che aggreghi interessi e passioni condivise attorno ad una community attiva. Si tratta di andare oltre la semplice offerta musicale e aprire un dialogo dove l’interazione con il pubblico crei un senso di comunità e di appartenenza.


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I fondamentali di Threads

Hai già attivato il tuo account Threads? Hai capito quali sono le sue dinamiche? Una cosa certa te la posso dire: invocare l’algoritmo perché ti metta in relazione con musicisti, compositori, etichette discografiche, cantanti, ecc. ecc. ovviamente non serve a nulla. Queste cose funzionano solo con i Santi e le Madonne e ci vuole pure molta, ma molta fede.

I fondamentali di Threads

Vediamo ora quali sono le caratteristiche principali di questo giovane social nato per soddisfare gli insoddisfatti del Twitter A(X) dell’era Musk. Le informazioni sotto riportate le ho rubate senza vergogna da un post di Daniele Antoniol pubblicato su Linkedin e che in buona parte sono pure confermate da altre fonti autorevoli.

CHI USA THREADS?

Secondo dati ufficiali gli utenti mondiali di Threads superano i 2 miliardi di persone. A novembre, ha avuto 41 milioni di scaricamenti mondiali, contro i 27 milioni di Twitter. Threads ancora non copre tutto il globo terraqueo, ad oggi copre 100 paesi al mondo, quelli più industrializzati, socialmente e tecnologicamente avanzati ci sono tutti.

In Europa circa un decimo degli utenti Instagram attivi si sono iscritti a Threads che vanta oltre 100 milioni di utenti mensili. Secondo Social Media Today gli utenti Threads nell’Unione Europea arriveranno presto a circa 25,9 milioni.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
  • Un post può avere fino a 500 caratteri e lo puoi modificare entro i primi 5 minuti. Poi lo puoi solo cancellare.
  • Puoi caricare nel feed foto, gif e video fino a 5 minuti: questo è molto interessante perché puoi provare se è un luogo dove pubblicare i tuoi live domestici, per esempio, o mettere un’anteprima del tuo video per farlo conoscere. Come tutti i social di META anche a Threads non piacciono i link verso l’esterno e limita la diffusione dei post che li contengono. Perciò anche questa app di Microbloggin non è adatta per condividere link verso il tuo brano su Spotify o su Youtube. Però ha anche una funzionalità per fare i sondaggi.
  • Se non ami scrivere puoi anche creare un audio fino a 30 secondi ma a giudicare dalle reazioni direi che passano piuttosto inosservati. Me lo confermi?
  • Cliccando sui tre puntini puoi nascondere i like ricevuti e decidere chi può rispondere ai post (Tutti, Profili che segui, Solo profili menzionati). Puoi anche nascondere il numero dei Mi piace e le Condivisioni.
  • Su Threads puoi usare un solo tag che può essere composto da più parole separate da spazi e con caratteri speciali. La scelta del tag singolo è tesa ad evitare tag-bot che possono influenzare i trend come accade su X.
COME SI CONFIGURA
  • Puoi usare la versione desktop anche senza account Instagram.
  • Se entri da Instagram si collega al nome già esistente. Il nome non deve superare i 54 caratteri, spazi compresi, se vuoi evitare i puntini (…)
  • La biografia è bene che stia entro le 4 righe.
  • Come Instagram anche Threads supporta un solo link in bio da inserire su “modifica profilo\link”
  • Eventuale parole nascoste anti-spam vengono importate da Instagram se le abbiamo attivate;
COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI THREADS
  • Threads ti mostra due Feed, quello che raccoglie gli utenti che segui e quello degli utenti suggeriti in base alle tue preferenze.
  • L’algoritmo di Threads ci mostra i post degli amici (probabilmnete 50%), post di commenti degli amici su persone che non seguiamo (30%), altre persone che non conosciamo in base a probabili calcoli su Instagram (20%).
  • Più si chiacchiera\commenta, più ci si relaziona con le persone, maggiore è la probabilità di farsi conoscere. La piattaforma punta tutto sullo scambio di opinioni. Più tempo si rimane nella piattaforma per mettere like ma sopratutto per commentare… meglio è per il nostro canale.
  • Questo significa che se vuoi usare (anche) Threads per promuoverti e promuovere la tua musica serve una buona dose di impegno. Dovrai relazionarti con le persone, commentare i loro post e creare discussioni con i tuoi. Se hai tempo o se hai un social media manager, apri un tuo canale, ma ricorda di relazionarti e di essere autentico.

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Come si comporta la gente on line?

Dall’analisi dei comportamenti delle persone online, puoi trarre delle conclusioni utili su come gestire la tua presenza online. Per esempio, come definire una strategia utile per ottenere buoni risultati senza perdere troppo tempo o faticando troppo.
Un po' di numeri interessanti riguardo le abitudini di chi usa il web.Guardiamo insieme un po’ di cifre globali:

  • 1. A livello mondiale l’utente medio dedica circa 7 ore al giorno all’utilizzo di app on line, in pratica circa il 42% del tempo di veglia, tenendo anche conto di un tempo di riposo di 7-8 ore;
  • Il 98% della popolazione on line usa motori di ricerca per informarsi su diversi argomenti di interesse. Di questi utenti 7 su 10 usano tecnologie diverse da quella testuale:
    • Il 45% usa tecnologia di tipo voice per le ricerche e 1 utente su 3 usa anche strumenti di image recognition sui propri dispositivi mobili ( Lens di Pinterest o di Google per esempio);
  • La social search, ovvero la ricerca di argomenti o risposte all’interno dei social network, impegna il 45% degli utenti e nella Gen Z si arriva al 50%;
  • 98% degli internauti dai 16 ai 65 anni usa più di una piattaforma social: in particolare l’84% degli utenti TikTok dichiara di usare anche Facebook e il 95% degli utenti Instagram usa anche YouTube.

Da questi pochi numeri puoi già trarre alcune indicazioni importanti sui comportamenti delle persone nella rete quando hanno il bisogno di soddisfare una necessità, che può essere la risposta ad un problema contingente, come la semplice ricerca di intrattenimento.

E’ interessante vedere come abbia preso piede la Social Search che è gestita, a livello di algoritmi, in maniera diversa rispetto i tradizionali motori di ricerca.

…i risultati di una ricerca con la ricerca social evidenziano il contenuto creato o toccato da altri utenti che si trovano nel grafico sociale della persona che effettua una ricerca. È una tecnologia di ricerca personalizzata con filtro della comunità online per produrre risultati altamente personalizzati. La ricerca sociale assume molte forme, che vanno dai semplici segnalibri condivisi o all’etichettatura dei contenuti con etichette descrittive fino ad approcci più sofisticati che combinano l’intelligenza umana con gli algoritmi informatici. (Wikipedia)

Un’altra cosa che vorrei farti notare è la relazione tra TikTok > Facebook e Instagram > YouTube tra la maggior parte degli internauti. E’ un dato importante perché ti indica una serie di possibili strategie per veicolare la tua presenza di artista musicale e la tua musica sulle diverse app, mantenendo un’immagine unica, coerente e riconoscibile fornendo contenuti ad hoc per ogni singolo social.

Leggendo questi numeri quale riflessione ti viene da fare? Vuoi raccontarmi quale strategia di auto promozione ti suggeriscono di intraprendere? Scrivilo nei commenti.


Lettura Consigliata

Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchainintelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.

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Non farti fregare dai numeri

Nei social i numeri sono fondamentali e su questo non si discute. Ma la verità è che avere molte visualizzazioni, like, condivisioni, commenti, click e nuovi follower su TikTok piuttosto che su Instagram, per esempio, significa poco se poi i video su YouTube o la musica sulle app di streaming non genera iscrizioni al tuo canale artista o non si convertono in ascolti.
Non fidarti dei numeri dei social.

Per questo motivo, questi benedetti numeri, vanno interpretati e verificati, se non altro per capire se stai andando nella giusta direzione, ovvero trasformare i follower sui social in ascoltatori attivi della tua musica.

Avvicinare nuovi ascoltatori alla tua musica non è semplice, devi attirare la loro attenzione e legarli a te aprendo un dialogo attraverso la condivisione di contenuti con il doppio obiettivo di costruire con loro un legame empatico e quella tua immagine artistica che ti renda unico e memorabile.

Non puoi evitare di dedicare del tempo per un’attività quotidiana sui social con la quale stringere nuove amicizie, iniziare discussioni, proporre soluzioni tecniche musicali o raccontare le tue esperienze.

Puoi farlo anche scrivendo della tua musica e del contesto in cui nasce, cosa per altro molto importante, ma anche scrivendo delle tue canzoni o musicisti preferiti e cercando di suscitare emozioni o evocando ricordi in chi ti legge.

Devi trovare una tua forma di linguaggio, coerente e sincero, che ti rappresenti e ti renda riconoscibile.

Questo lavoro lo puoi fare scrivendo e pubblicando regolarmente post e video sui social network ma non tralasciare di creare e aggiornare playlist su social media quali YouTube e Spotify, ovviamente inserendo con criterio le tue musiche in queste selezioni: è una cosa molto utile e tristemente trascurata da molti artisti musicali.

Devi sempre tener conto che c’è un’ampia fetta di pubblico che non ti conosce e nemmeno conosce la tua musica; costruendo una solida immagine artistica che ti renda unico e memorabile ti aiuterà ad emergere nel contesto del tuo genere musicale.


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Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. Music Business – La Grande Guida racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. Music Business – La Grande Guida è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come il testo di riferimento per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
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Audius: la musica in streaming ripaga in token

Audius è un servizio di streaming musicale decentralizzato, con una componente di social media, che ti consente di caricare, distribuire e monetizzare la tua musica senza dover passare attraverso intermediari tradizionali come etichette discografiche o servizi di streaming centralizzati. È alimentato da una blockchain, specificamente Ethereum, che consente una maggiore trasparenza e autonomia per gli artisti.

Audios: quando la musica in streaming ripaga in token.

A livello tecnico, è una blockchain che ti permette di pubblicare musica on line con una marca temporale per le tue opere creative, protette da una rete decentralizzata. Originariamente costruito su POA Network, una sidechain di Ethereum, in seguito ha spostato parti del suo servizio sulla blockchain Solana. A differenza della maggior parte degli altri progetti blockchain, Audius non sembra così ostico da escludere quanti siano a digiuno di blockchain e quant’altro e questo è decisamente il suo punto di forza ed il segreto del suo immediato successo.

Un punto controverso di questa piattaforma è la protezione del copyright. I contenuti Audius sono distribuiti su nodi decentralizzati, e per motivi tecnici la protezione del copyright al momento non può essere applicata, ma il protocollo sta attualmente sviluppando un sistema di arbitrato composto da membri della comunità che decideranno se rimuovere determinati contenuti. Questa mancanza di controllo centralizzato permette però di fornire un luogo sicuro per gli artisti in regimi oppressivi, che usano la musica come mezzo di dissenso e protesta.

L’interfaccia utente di Audius è simile a quella di altri servizi di streaming e permette agli utenti di cercare, scoprire e creare playlist personalizzate.

Caricare le tue tracce musicali su Audius utilizzando l’App o il sito web è gratuito e non prevede nessuna cessione di diritti sulla tua musica che viene distribuita su una rete peer-to-peer decentralizzata. Questo significa che la musica viene suddivisa in frammenti e distribuita tra i nodi della rete. Gli utenti che ascoltano la musica contribuiscono anche al processo di condivisione, consentendo un’esperienza di streaming più veloce e resiliente.

Puoi guadagnare attraverso Audius tramite diverse modalità. Una di queste è la possibilità di stabilire tariffe per l’ascolto delle tue canzoni o di offrire contenuti esclusivi a pagamento. Audius offre un modello di monetizzazione basato su un token nativo chiamato AUDIO.

Guadagni AUDIO tramite meccanismi come la ripartizione dei ricavi delle riproduzioni e dei ticket per eventi. Anche gli utenti possono guadagnare AUDIO eseguendo determinate azioni sulla piattaforma, come ad esempio la condivisione di playlist curate. I token AUDIO possono essere scambiati su diversi exchange crittografici o utilizzati all’interno della piattaforma per accedere a funzionalità premium.

Essendo basato su una blockchain, Audius offre anche un modello di governance decentralizzato. Gli utenti possono partecipare alle decisioni relative allo sviluppo della piattaforma e proporre modifiche tramite votazioni. Ciò consente agli utenti e agli artisti di avere un maggiore controllo sul futuro della piattaforma.

Dal 2021 l’artista che carica la sua musica su Audius può distribuirla anche su TikTok Sound.

In sintesi, Audius è un servizio di streaming musicale decentralizzato che ti permette di caricare, distribuire e monetizzare la tua musica in modo autonomo. Con una blockchain come infrastruttura, offre una maggiore trasparenza, un controllo più diretto e opportunità di guadagno per gli artisti, mentre gli utenti possono scoprire e ascoltare nuova musica in un ambiente peer-to-peer.

Vai su Audius


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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5 tips per una playlist musicale in streaming

Mi sorprende tuttora come gli artisti musicali sottovalutino la forza promozionale delle playlist nel loro profilo artista delle varie app di musica in streaming. E’ una mancanza che, a mio avviso, professionalmente non gli rende onore. Creare almeno una playlist in cui inserire i propri brani è il primo passo per l’auto promozione e per legare con il pubblico che può apprezzare la tua musica.

Per questo motivo vorrei darti qualche suggerimento di base per creare delle playlist solide in grado di catturare ascoltatori appassionati.

5 tips per una playlist musicale in streaming

1. Scegli un nome il nome giusto e non modificarlo

Una playlist per l’ascoltatore è un’esperienza personale. Un titolo non banale, capace di distinguersi dalla massa, è la scelta migliore che puoi fare. Metti in moto la tua creatività e trova un titolo evocativo capace di guidare l’ascoltatore al tipo di musica e di atmosfera che troverà nella selezione. Non dimenticare di creare anche una descrizione che renda bene l’idea della musica che proponi suggerendo a quali persone o per quali occasioni è più adatta. E’ il pubblico qualificato che darà alla tua selezione un pubblico di valore. E’ importante non modificare il titolo della playlist perché è strettamente legato agli algoritmi di ricerca, questo a diverso titolo su tutte le app di musica in streaming.

2. Mettiti nei panni del tuo pubblico

Nel creare la playlist, dove inserirai anche qualche tuo brano, devi innanzitutto preoccuparti di creare un mood, un’atmosfera coerente. Ma devi coniugare questa esigenza partendo dai tuoi gusti personali perché il risultato della selezione dev’essere sincero, genuino: il pubblico ha un sesto senso particolare quando cerchi di prenderlo in giro. Sii onesto con te stesso e crea quella playlist che ti soddisfa al 100%. La sincerità premia più di ogni altra cosa e nel mondo ci sono milioni di persone pronte a condividere i tuoi gusti e curiose di ascoltare la tua musica. Mettere in testa alla tua selezione quattro o cinque brani di successo servirà a rompere il ghiaccio e convincere l’ascoltatore a continuare nei brani successivi.

3. La Copertina e la Descrizione.

Ovviamente la copertina della playlist ha la sua importanza. Grafica ed immagine devono essere accattivanti e contenere un riferimento esplicito al contenuto della selezione musicale che hai compilato, ma questo potrebbe non bastare.

Analizza le copertine delle playlist di maggior successo, scoprirai che le immagini hanno pochi dettagli e l’immagine è facilmente identificabile anche quando sono ridotte a icona, non solo, il titolo spesso è scritto con caratteri cubitali per lo stesso motivo sopra citato.

Non è male crearsi una linea grafica omogenea in modo che il pubblico riesca a riconoscere a colpo d’occhio che quella playlist è una tua playlist, qualsiasi genere musicale contenga.

La descrizione è molto importante: dev’essere invitante e magari contenere almeno 10 nomi di artisti presenti per essere notata dagli algoritmi di ricerca.

Questi sono i suggerimenti da manuale che dovresti imparare a memoria. Nonostante questo, nel mio profilo Spotify ho preferito seguire una via diversa realizzando grafiche univoche, molto omogenee ed estremamente sintetiche. Ho scoperto che se la musica è buona ed il mood ben riuscito, la selezione ha comunque un buon riscontro di pubblico, perché a conti fatti, è sempre la qualità musicale che fa la differenza. ( Seguimi su Spotify)

4. Aggiorna costantemente la playlist

E’ importante che programmi una scadenza periodica per aggiornare la tua playlist con le nuove uscite o le nuove scoperte, magari togliendo i brani che consideri superati o che ad un ascolto più attento ti sembrano meno meritevoli: la qualità di una selezione alla lunga premia più di ogni altra cosa. Personalmente ti consiglio di creare playlist di 2-4 ore di durata, ma se riesci a collezionare un buon repertorio puoi arrivare anche a 8 o 12 ore, ma dev’essere una selezione veramente ricca di roba buona. Inoltre, se ti è possibile, non mettere più di 5-6 brani per artista: la varietà paga.

5. Condividi et Impera.

Questo geniale motto creato dal brillante Rudy Bandiera è l’ultimo e determinante passo per attirare attenzione verso la tua playlist. Quando condividi la tua selezione sui social cita i nomi degli artisti coinvolti, magari taggandoli, te ne saranno grati e potrebbero decidere loro stessi di condividerla sulle loro pagine creando quel circolo virale che la farà decollare.

Conclusione

Queste regole basiche per creare e gestire playlist valgono, più o meno, per tutte le app di musica in streaming e sono la base di partenza per far conoscere la tua musica ad un pubblico più ampio. La creazione di playlist va vissuta con spontaneità e leggerezza, come un hobby gratificante. Non solo può fare del bene alla tua musica, ma può far del bene anche a te offrendoti nuovi stimoli e nuove idee per le tue composizioni.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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