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Facebook e Instagram: gli odiati indispensabili.

Se pensi ancora che basti postare un contenuto interessante per ottenere visibilità su Facebook e Instagram, sei fuori strada. La portata organica è crollata negli ultimi anni, e l’algoritmo ha cambiato radicalmente le regole del gioco. Ad oggi, secondo Social Insider, il tasso di copertura medio su Instagram è del 4% mentre su Facebook è del 2,6%.

Spotifi e Instagram odiati indispensabili

Questo accade anche per una precisa politica di Facebook, che privilegia i post di amici e familiari, rispetto quelli delle pagine aziendali o dei brand. In particolare, tutti i social di Meta, danno scarsa diffusione a quei post con link che portano fuori dalla piattaforma.

In pratica, la tua strategia di contenuto organico è morta, o quasi. Non puoi più affidarti solo ai vecchi metodi. Hai bisogno di due cose: una comprensione profonda dell’algoritmo e una strategia di advertising efficace.

L’algoritmo di Facebook non è una bestia facile da domare, ma c’è una via di fuga. Se vuoi che i tuoi contenuti emergano dalla massa, devi capire come funziona la filter bubble. In breve, siamo tutti intrappolati in bolle di contenuti simili, che rispecchiano i nostri interessi e le nostre connessioni più strette. Ma cosa succede se vuoi raggiungere nuovi fan, fuori dalla tua bolla? Devi imparare a sfruttarla.

E qui entrano in gioco i video. Non è un caso se Facebook è diventata la seconda piattaforma per consumo di video dopo YouTube. I marketer lo sanno: già nel 2018, il video ha superato il blogging come formato di contenuto più utilizzato (63% contro 60%). E non parliamo solo di video normali: anche i video live stanno prendendo piede rapidamente.

Quindi, se vuoi avere successo, il video è il re. Ma attenzione: non basta fare un bel video e aspettare che diventi virale. Anche qui serve strategia. Devi capire il tuo pubblico, testare diversi tipi di contenuto, sfruttare l’advertising e monitorare costantemente i risultati.

Ora veniamo al vero punto di svolta: il social advertising. Se non stai già investendo in annunci su Facebook, stai perdendo un’opportunità gigantesca. È un dato di fatto che la copertura organica oggi si paga, e solo chi sa investire bene ottiene un ritorno enorme.

Facebook non è solo grande, è intelligente. Il social network non conosce solo i numeri, ma anche i comportamenti e le preferenze dei suoi utenti. Questo è il cuore del suo potere pubblicitario. Puoi targettizzare in modo preciso chiunque, ovunque, in base ai loro interessi, comportamenti e connessioni. E non finisce qui: quando crei una campagna su Facebook, stai effettivamente creando un’inserzione che può raggiungere utenti anche su Instagram e su le altre piattaforme collegate.

Ma per sfruttare al massimo questa potenza di fuoco è necessario conoscere in profondità gli strumenti pubblicitari della piattaforma. Il rischio è di investire male il tuo denaro e creare campagne che non funzionano. Dovresti anche definire l’obiettivo della campagna: vuoi aumentare la consapevolezza del tuo brand, generare traffico al sito, raccogliere lead o spingere le conversioni? Ogni scelta definisce il tipo di campagna e le metriche che monitorerai.

Il targeting è poi la chiave di tutto. Puoi segmentare il pubblico per età, genere, posizione geografica, interessi, lingue parlate e tanto altro. Facebook offre un grado di precisione che non ha paragoni nel mondo dell’advertising, tanto che puoi anche escludere dal target specifiche categorie, come le famigerate click farm, quelle fabbriche di click che gonfiano i dati ma non portano risultati reali.

La parte cruciale è il budget: puoi scegliere di impostare una spesa giornaliera o totale per la durata della campagna, con la possibilità di ottimizzare la distribuzione delle impression. Vuoi testare più creatività o target diversi? Nessun problema, gli strumenti di Meta ti permettono di farlo in modo semplice e immediato, rendendo ogni campagna un’opportunità di apprendimento continuo.

La creatività conta, ma non come pensi. Il consiglio? Sperimenta, analizza i risultati e aggiusta la rotta.

Conoscere a fondo le app di Meta, Facebook, Instagram ed anche il neonato Threads è indispensabile se vuoi far evolvere il tuo progetto musicale. Prima o poi dovrai fare i conti con loro e dovrai essere preparato o avere qualcuno che ti assiste.

Si, è una rogna, ma se vuoi appoggiarti ai social devi fare i conti con quanto sopra.


Gli altri ottanta.
Racconti dalla galassia post-punk italiana

di Livia Satriano
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Dopo l’esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento.

La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

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marketing musicale social media social music marketing

Social media managing e musica

I social media sono la linfa vitale della promozione musicale, e se non l’accetti, rischi di rimanere fuori dai giochi. Che tu sia un artista emergente o parte di una band affermata, il tuo successo dipende in gran parte dalla tua capacità di utilizzare piattaforme come Instagram, Facebook o TikTok.

Il punto chiave? Non ti basta essere presente, devi essere strategico.

Social media managing e musica

Musica e i social media sono un mercato di condivisione, dove i tuoi contenuti devono essere coinvolgenti e pianificati in modo da creare una connessione costante con i tuoi fan. Ricordi i tempi in cui la promozione di un album significava appendere poster e distribuire volantini? Quei giorni sono ormai lontani. Oggi l’attesa per un nuovo album inizia mesi prima della sua uscita e la promozione si costruisce attraverso contenuti programmati sui social media. E qui non c’è spazio per l’improvvisazione.

Qualsiasi professionista discografico ti può dire quanto sia cruciale la gestione costante e accurata dei social per qualsiasi musicista. Non solo deve produrre buona musica, ma deve essere capace di promuoverla attraverso una serie di post, video e interazioni che tengano viva l’attenzione del pubblico.

Non hai un seguito? Nessun problema.

Ma non pensare che questo ti esenti dal dover creare contenuti di qualità. Avere una fanbase già avviata può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di attirare l’attenzione delle etichette discografiche. Ecco perché costruire la tua presenza online in modo intelligente è fondamentale.

Cosa significa questo per te?

Se sei un musicista e non hai ancora preso seriamente il tuo profilo social, stai commettendo un errore. Non importa quanto sia buona la tua musica; se non sei in grado di metterla sotto i riflettori con una strategia di marketing digitale ben pianificata, nessuno se ne accorgerà. Il successo non è più determinato solo dalla qualità delle tue tracce, ma da quanto sei capace di rimanere rilevante e visibile online. I social media, per quanto li usiamo tutti i giorni, restano un campo da gioco con regole ben precise.

I contenuti social non possono essere casuali. Non basta pubblicare un video ogni tanto e sperare che faccia il botto. Ci deve essere un pensiero strategico dietro ogni post, ogni immagine, ogni caption. Ma per passare al livello successivo, non è sufficiente intuire cosa funziona. Serve un’analisi dettagliata dei dati e una narrazione ben costruita per raggiungere obiettivi di marketing ben definiti.

E questo è il problema principale: molti musicisti si trovano a gestire le loro piattaforme social senza avere un’esperienza di marketing, come dilettanti che cercano di capire il gioco mentre ci sono già dentro. È un approccio improvvisato che, nel migliore dei casi, ti porta solo fino a un certo punto. In un mondo dove ogni minuto conta, non puoi permetterti di navigare a vista. Devi passare da una fase esplorativa a una strategia solida basata su dati reali. I numeri parlano, ma solo se sai ascoltarli e interpretarli correttamente.

Ora, fermati un attimo. Stai davvero sfruttando i tuoi social media come dovresti?

Pubblicare regolarmente non è abbastanza. La domanda è:
stai costruendo una storia, un’identità chiara che i tuoi fan possano seguire e a cui possano connettersi?
Se la tua risposta è forse o non lo so, è il momento di cambiare rotta.

Se quanto letto sin d’ora non ti ha convinto, prova a rispondere a questa rapida check-list:

  • Hai un calendario editoriale per i tuoi post?
  • Stai sfruttando ogni contenuto video o grafico per raccontare un aspetto specifico della tua band?
  • Riesci a coinvolgere i tuoi fan con domande, sondaggi o contenuti interattivi?
  • Stai analizzando le statistiche dei tuoi post per capire cosa funziona meglio?

Se hai risposto no a una di queste domande, hai del lavoro da fare.

La verità è che gestire i social media come musicista richiede molto impegno. Ma è un lavoro che può ripagare enormemente se fatto bene. La tua musica è importante, ma la storia che racconti online è ciò che la porterà nelle orecchie di più persone possibile.

Non sai come iniziare, hai dei dubbi nel costruire una strategia di contenuti che rispecchi chi sei come artista? Se le cose stanno così non perdere tempo ed investi in un consulente che ti spiani la strada per una comunicazione efficace che sfrutti al massimo ogni piattaforma. La tua carriera dipende da questo. Sei pronto a fare il salto di qualità?

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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marketing musicale musica streaming musicista professionista personal branding social media social music marketing

L’importanza di un ringraziamento

Da qualche anno uso la piattaforma Matchfy per popolare le mie playlist Spotify di nuova musica sperando di fare delle belle scoperte. Da qualche mese il sito ha implementato i suoi servizi con un sistema basato su IA personalizzabile che inserisce in automatico i brani nelle playlist cercando di azzeccarne lo spirito: non chiedetemi in base a che criteri.

Ringraziare è importante

Questa automazione rende la vita più facile sia al musicista che al curatore della playlist ma rende anche il rapporto tra le parti più freddo e distratto. Se da un lato l’automazione facilita l’inserimento dei tuoi brani in numerose playlist, questo meccanismo, di fatto, mette in secondo piano il rapporto che potrebbe instaurarsi tra curatore di playlist e musicista.

Sebbene abbia configurato dei filtri piuttosto restrittivi, nella mia collezione di playlist Spotify ogni settimana vengono inseriti centinaia di brani che difficilmente troveranno l’attenzione sperata: ho solo due orecchie, in un giorno ci sono solo 24 ore e molte delle mie playlist hanno poche decine di iscritti.

Quello che voglio farti notare è che il nesso +playlist=+ascolti e +playlist=+popolarità non è proprio così automatico come lo staff di Matchfy vorrebbe farti credere.

Lasciamo per il momento da parte la tesi proposta da Matchfy che sostiene che un brano inserito in migliaia di playlist è in grado di ottenere streaming come non ci fosse un domani.

Poniti queste semplici domande: sono solo gli streaming che vuoi ottenere? Oppure vuoi costruire un rapporto stretto con il tuo pubblico perché continui a seguirti nel tuo percorso artistico?

Ti chiedo questo perché qualche giorno fa mi è arrivata una mail di ringraziamento da un’etichetta discografica per aver inserito un loro brano in una mia playlist. Molto probabilmente una mail automatica, ma comunque ben scritta e circostanziata.

Questa mail di ringraziamento ha attirato la mia attenzione verso il brano che era stato inserito in automatico nella mia playlist e che assolutamente non avevo notato. Il risultato è che sono andato ad ascoltarmelo e l’ho trovato talmente interessante che ho cominciato a seguirne l’autore.

Non c’è solo questo.

Mi è capitato spesso che musicisti citassero nelle loro storie o post la playlist in cui li avevo inseriti, sebbene la playlist non avesse un ampio seguito. Ciò mi ha gratificato e ha fatto in modo che il loro nome mi restasse impresso nella mente.

Il contatto umano, la cortesia e la gratitudine sono le cose che fanno la differenza. Quella differenza che ti distingue dalla massa che si affida ciecamente all’automazione riducendo l’ascolto della musica a semplice e anonimo consumo.

Creare legami con chi ti ascolta non è semplice e richiede tempo, ma è una semina che promette nel tempo un buon raccolto.

Se anche tu usi i servizi di Matchfy per diffondere la tua musica, raccontami la tua esperienza nei commenti.


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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social media social music marketing You Tube

YouTube e la musica: coppia vincente

Se usato correttamente, curandolo con attenzione e strategia, un canale YouTube può diventare una delle fonti primarie per il posizionamento di un musicista nell’ultra competitivo mercato musicale. Come per tutti i social ha le sue caratteristiche e le sue dinamiche, che vanno conosciute e sfruttate, per poter raccogliere frutti concreti e duraturi.

You Tube e la musica, una coppia vincente

L’importanza di YouTube per un musicista è evidente, in particolare alla luce dei dati recenti sull’utilizzo dei social media in Italia come riporta puntualmente Vincenzo Cosenza nel suo blog. Con un’audience di 36,9 milioni di utenti nel 2023, segnando un incremento dell’1,5% rispetto all’anno precedente YouTube si conferma come la piattaforma più utilizzata dagli italiani.

I dati elaborati da Cosenza, sono in linea con le analisi di Andrea Girolami sul predominio di Youtube di cui ho scritto qualche settimana fa. Dati sulle abitudini del pubblico che sottolineano, non solo la popolarità della piattaforma, ma rivelano il suo potenziale come strumento di promozione e distribuzione per i musicisti.

Sebbene sia vissuta dal pubblico come una tv on demand, i musicisti dovrebbero considerareYouTube come uno dei loro social network primari non limitandosi al caricamento dei video, ma considerandolo un ambiente propizio interagire con i fan, condividere il processo creativo e costruire una comunità attorno alla loro musica.

Il tempo medio dedicato dagli utenti a YouTube è di 5 ore e 7 minuti al mese, posizionandosi come il terzo social media per tempo di utilizzo, dopo Facebook e Instagram. Questo dato è cruciale per i musicisti, poiché indica che gli utenti sono disposti a investire tempo nella fruizione di contenuti musicali. Un musicista può sfruttare questa tendenza non limitandosi ai video musicali, ma  sfruttando tutti quelle funzioni che offre la piattaforma come: Short, la troppo sottovalutata scheda Community, Live, chat e rispondendo puntualmente ai commenti in calce al video.

Non voglio dilungarmi troppo, ma vorrei che sia chiaro il concetto che caricare una sfilza di video su YouTube, magari senza curare tag, descrizione ed altri dettagli, non è assolutamente sufficiente per ottenere in un tempo ragionevolmente breve dei risultati concreti.

Anche un canale YouTube richiede un approccio strategico ritagliato su misura dell’artista e un impegno costante nel mantenere il canale interessante per incrementare iscritti e visualizzazioni.

Se vuoi approfondire la tua conoscenza sulle dinamiche di YouTube o elaborare una strategia in base alle tue disponibilità, ti invito a contattarmi. Facciamoci due chiacchiere.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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marketing musicale musicista professionista personal branding social media social music marketing social network superfan

Il musicista bravo non si salverà!

Vabbé, il titolo è da clickbait, non lo è il contenuto di questo post che ti invito a prendere in considerazione.

Il musicista bravo non si salverà

Dopo aver incontrato decine di professionisti ed esordienti, aver dialogato con loro aiutandoli nell’uso degli strumenti della comunicazione digitale, mi è chiaro che esiste un grado di consapevolezza che essere dei bravi, talvolta ottimi, professionisti della musica non è più sufficiente per poter mantenere il proprio pubblico, troppo distratto, o per poter mantenere attivo il giro di ingaggi che si è consolidato negli anni.

Nonostante questo, noto che c’è ancora troppa timidezza nell’uscire dal guscio, dalla propria comfort zone di riservatezza, un tentennamento nell’aprirsi verso la comunicazione social che spesso si traduce in rinuncia.

Eppure spesso i musicisti navigati ne hanno di cose da raccontare: aneddoti, tecniche strumentali o compositive, amicizie e percorsi da condividere e perché no, anche tutta la conoscenza riguardo la storia della musica, magari del loro genere musicale preferito.

Ma talvolta basta anche molto meno, come ad esempio un selfie con un fan particolarmente appassionato o un saluto al pubblico dopo un’esibizione, ma anche un ringraziamento per un incremento degli ascolti sulle app di streaming.

Non importa sei hai 500 o 500.000 follower.

Si tratta sempre di persone che amano la tua musica e amano il tuo modo di interpretarla. Sentirti vicino con qualche post sui social regolarmente pubblicato li terrà vicini a te ed alla tua arte. Con il tuo pubblico puoi condividere molte cose e ti saranno grati per questa tua attenzione nei loro confronti: è garantito.

Saper costruire questo tipo di rapporto tra artista e pubblico, oggi più di ieri, fa la differenza in questo mondo ricco di stimoli e di nuove proposte. Se saprai mantenere costante il rapporto con il tuo pubblico, se saprai gestirlo e incrementarlo, ti seguiranno nel percorso artistico anno dopo anno. Sempre al tuo fianco per darti sostegno e divertirsi con te, con la musica, con lo spettacolo che saprai offrire.

Ecco perché essere un bravissimo musicista non basta più: devi anche farlo sapere in giro.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

di Riccardo Scandellari
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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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Instagram marketing musicale musicista professionista social media social music marketing TikTok You Tube

Tra Tik Tok e YouTube vince…

Tik Tok è apparso nel 2016 sconvolgendo il panorama dei social media con la sua formula interamente incentrata su video di breve durata. Lo scrolling infinito di contenuti variegati, le potenti funzioni social e una buona gestione delle metriche di vanità hanno reso popolare l’app cinese mettendo in crisi il predominio di YouTube e Instagram che si sono prontamente adattate per rendere difficile la vita al social di Bitedance.

Ma dopo otto anni cosa sta succedendo?

Tra Tik Tok e YouTube vince...

Se in un primo momento YouTube e Instagram si sono messi all’inseguimento di Tik Tok aggiungendo Reel e Short alla loro offerta, oggi siamo al punto che il social cinese sta testando video di lunga durata, fino a 60 minuti, per fermare l’emorragia di investitori pubblicitari piuttosto scontenti dei bassi rendimenti delle campagne su questo social media.

A quanto sembra lo scrolling compulsivo su video di breve durata non offre la stessa resa dei video long form che, tra le altre cose, permettono di diluire l’investimento della produzione, catturano per più tempo l’attenzione e permettono l’inserimento di pubblicità nel loro interno; pubblicità che normalmente non viene ignorata dallo spettatore che vuol guardarsi il video fino in fondo.

Per concludere, dopo otto anni possiamo dire che la battaglia tra YouTube e Tik Tok è stata vinta dalla tv partecipativa di Google che si sta reimpossessando del pubblico e degli investitori che il social media cinese gli aveva soffiato.

Detto questo, secondo la mia esperienza, devo dire che per un canale YouTube di un musicista gli Shorts si rivelano strategici per creare velocemente contenuti con cui stringere rapporti con i fan e attirare nuove iscrizioni con comunicazioni o contenuti coinvolgenti, emozionanti o capaci di creare legami empatici.

Personalmente non gradisco TikTok e le sue dinamiche per diversi motivi mentre apprezzo molto le funzionalità e le potenzialità espresse da YouTube che permette una crescita organica ed una gestione del profilo artista completa e controllata.


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federico rettondini jazz marketing musicale musicista professionista personal branding social media social music marketing social network Uncategorized

Social Music Coach al Bobby Durham Jazz Camp

Giovedì 18 luglio 2024 sarò a Darfo Boario Terme per tenere la Masterclass Social Music Coaching a margine di quella bellissima manifestazione che è il Bobby Durham Jazz Camp.

Social Music Coaching a Darfo Boario Terme

L’opportunità mi è stata offerta nientepopòdimeno che da Massimo Faraò in persona che dal 1993 è il motore di questa scuola di jazz che vede coinvolti artisti affermati a stretto contatto con emergenti e appassionati in una comunione fatta di musica, passione e amicizia.

Per quanto mi riguarda, sono onorato dell’occasione che mi è stata offerta e vedrò con questa lezione, che ci terrà impegnati circa tre ore, di sciogliere dubbi e indicare strade su come un musicista può affrontare i cambiamenti in corso nella professione e nell’industria discografica.

Partiremo nel cercare di disegnare il musicista del XXI secolo nell’era dei social e dello streaming, vedendo di far chiarezza sulle dinamiche dei social e sulle dinamiche del web più in generale.

In questo contesto vedremo quale ruolo hanno oggi le etichette discografiche e il loro rapporto con il musicista professionista.

Parleremo di quella brutta cosa che (in genere) infastidisce i musicisti conosciuta come personal branding e la sua importanza nella vita professionale online e offline.

E per concludere parleremo dei social network, dei social media e di alcune strategie pratiche.

Ci sarà anche tempo sufficiente per le domande e magari per approfondire quei punti che risveglieranno maggior interesse.

La Masterclass Social Music Coaching si svolgerà nei locali del Hotel Sorriso alle 17.30 di giovedì 18 luglio 2024

Per iscriverti alla Masterclass Social Music Coaching contatta maxfarao@gmail.com – +39 348 900 1390

L’edizione 2024 del Bobby Durham Jazz Camp vede come docenti:

Sandy Patton – Jazz vocal
Rodney Bradley – Organ e Gospel
Byron Landham – Drums
Massimo Faraò – Piano
Nicola Barbon – Doublebass
Davide Palladin – Chitarra
Claudio Chiara – Sassofono
Luca Begonia – Tromba e trombone

Mentre scrivo non so se per le lezioni di questi maestri del jazz ci sono ancora posti disponibili, ma provarci non costa nulla. Vai sul sito www.bobbydurhamjazzcamp.com e chiedi informazioni.

Comunque vada, spero di vederti a Darfo Boario Terme 🙂


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business facebook Instagram marketing musicale social media social music marketing social network TikTok

La stretta di Meta e Tik Tok

Sta facendo meno notizia dell’epico scontro tra Meta e Siae, in cui molti musicisti videro i loro brani sparire dall’offerta dell’azienda di Menlo Park, ma un drastico cambio di policy sta mettendo i crisi i musicisti che contano sulla monetizzazione generata dagli utenti delle app di Meta e di TikTok.

La stretta di Meta e TikTok

Nelle ultime settimane Meta e Bytedance hanno ristretto i criteri di ammissibilità delle musiche nei cataloghi offerti agli utenti per sonorizzare post e video. Questa mossa sembra colpire in particolare i generi EDM, le cover sound alike e i brani che fanno un uso troppo spregiudicato di sample.

Ovviamente l’operazione non ha caratteristiche chiare di trasparenza e direi che si tratta del metodo più semplice che hanno le app social per offrire contenuti di maggiore qualità con ricadute positive anche sulla qualità dei contenuti generati dagli utenti, ma più probabilmente è un metodo per far fronte alla difficoltà di gestire la mole giornaliera di canzoni che inondano il mercato dello streaming e che comportano costi di gestione e di infrastrutture informatiche non indifferenti.

Insomma, non è vero che nell’era dello streaming c’è posto per tutti.

Ma quali sono le canzoni e le musiche che rischiano il ban dalle app di Meta e Bytendance?

  • Loops musicali
  • Sottofondi musicali
  • Effetti sonori
  • Remix
  • Cover
  • Cover Sound-alike
  • Tracce Karaoke
  • Musica Classica Contemporanea o Musica Classica di pubblico dominio.
  • Colonne sonore
  • I generi Ambient, Meditation, New Age, Yoga, or Sleep Music
  • DJ sets o Mix long form
  • Registrazioni di parlato
  • Registrazioni di esibizioni comiche
  • Dialoghi di film
  • Discorsi
  • Registrazioni di preghiere
  • Audiobooks
  • Suoni generici o comuni
  • Beat non esclusivi
  • Contenuto concesso in licenza su base non esclusiva
  • Podcast
  • Registrazioni di natura o fauna selvatica
  • Registrazioni sonore ambientali
  • Rumore
  • Registrazioni o descrizioni di atti sessuali

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Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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Le nuove dinamiche nei social network.

Il rapporto degli utenti con social network e i social media sta mutando e gli analisti stanno osservando come queste abitudini vadano a mettere in discussione molte certezze acquisite negli anni.

Più di altri, i musicisti hanno uno stretto legame con social network e social media sui quali spendono tempo e risorse per coltivare rapporti con la propria fan base e promuovere uscite discografiche e concerti.

Le nuove dinamiche nei social network 2024

Nel momento in cui le abitudini del pubblico mutano è perciò importante capire quali sono le nuove tendenze e cercare di assecondarle, orientandosi verso metodi e scelte che ci consentano di mantenere vivo l’interesse del pubblico di riferimento.

I due fenomeni principali a cui siamo assistendo è il calo drastico dei prosumer, i consumatori produttori di contenuti e la frammentazione del pubblico nelle diverse piattaforme disponibili: una balcanizzazione del pubblico sulle diverse piattaforme,  che rende difficile analizzare e prevedere le nuove tendenze.

I contenuti di maggiore successo su Facebook, Twitch, YouTube sono sempre meno globali e sempre più circolanti all’interno di specifiche nicchie sociali o, spesso, da specifici lifestyle di riferimento. Il report annuale di Tiktok per gli Stati Uniti, per esempio, mostra una serie di video ad altissima circolazione che sono sconosciuti al pubblico globale, ma sono virali all’interno di alcune sottoculture della rete.  In questo contesto, Popolarità e viralità intese secondo i parametri classici non possono essere più considerate come punti di riferimento.

Non solo sempre meno persone pubblicano nuovi contenuti, ma è in crescita anche il numero dei Lurker, gli osservatori silenziosi che non interagiscono con i contenuti nemmeno con un like. un fenomeno chiaro su Instagram che vede calare sensibilmente le interazioni rapide con i post.

Da segnalare anche un crollo di interesse verso i micro contenuti, quelli che hanno fatto la fortuna di TikTok. Dopo un’iniziale entusiasmo, la loro efficacia, viralità, è fortemente compromessa da un pubblico che sta tornando a video di maggior durata di buona qualità tecnica e di contenuti.

Queste tendenze impongono al musicista una particolare attenzione alla sua presenza online. Il mainstream non nasce più da pochi autorevoli canali, ma nasce all’interno di nicchie di interesse che il musicista deve intercettare e curare. Saranno queste nicchie di popolarità a far crescere e sostenere il lavoro artistico del musicista.

Non è un caso che in questi mesi, nell’industria discografica, si insista molto sul ruolo del superfan. Quella esigua fetta di pubblico, particolarmente legata al musicista, che da sola genera mediamente oltre il 60% del suo fatturato.

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Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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Musica: promuoversi attraverso i social

Un musicista dovrebbe vedere i social come uno strumento per promuovere la sua professionalità e promuovere la sua musica. Il punto è questo: i social sono uno strumento per valorizzare e far conoscere le proprie opere e la propria professionalità al pubblico e agli addetti di settore.

Musica: promuoversi attraverso i social

Ma devi tener presente che il pubblico dei social è refrattario alla pubblicità, proprio non la percepisce, non la nota. Questo fenomeno è noto come Banner Blindness ed è un fenomeno notato già dagli anni ’90 del secolo scorso quando i pubblicitari si accorsero che i numerosi banner che popolavano i siti di messaggi promozionali venivano sistematicamente ignorati dagli utenti.

Ed è esattamente questo il fenomeno che si verifica quando sui social pubblichiamo un messaggio pubblicitarop esplicito e banale come ad esempio il classico Fuori Ora o Su Tutte Le App di Streaming.

Perciò cosa significa promuoversi attraverso i social?

La riposta è semplice da dare, un po’ più difficile da realizzare, ma non è forse vero che spesso nella vita le cose più interessanti e utili hanno queste caratteristiche?

Se è vero che il messaggio pubblicitario sui social non funziona, è anche vero che contenuti emozionanti, empatici, coinvolgenti o informativi trovano proprio in questo ambiente la loro ragione d’esistere.

Recentemente un jazzista mi ha confidato che la maggior parte dei suoi post sono scatti panoramici o scorci suggestivi delle località dove si ferma a suonare. Nella sua esperienza queste foto generano molte reazioni tra i follower e spesso, nelle risposte ai commenti, ha l’occasione di spiegare che si trova in quel posto per un live e illustrare il contesto.

Questo è un bel modo, delicato e direi efficiente, per promuovere la propria attività, per far vedere che si è attivi e richiesti, evitando roboanti messaggi pubblicitari o pompose vanterie.

La vita di un professionista della musica e ben diversa da quella di un burocrate dell’ufficio protocollo: è una vita fatta di incontri, di relazione con le persone, di studio e ricerca, di emozioni creative e di difficoltà da superare. Quella del musicista è una delle professioni più avventurose che esistano. Un mestiere creativo che regala emozioni e momenti unici a chi ne viene coinvolto.

Parti da questo per creare un legame con il tuo pubblico e renderlo partecipe alla tua avventura professionale.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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