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business personal branding

L’importanza di una mail personalizzata.

Prova ad immaginare la mattina in cui scopri di essere stato bannato dal tuo account Google. Non solo l’account Gmail, ma proprio a tutti i servizi collegati, compreso Google Drive, YouTube, l’autenticazione a 2 fattori, ecc…

L'importanza di una mail personalizzata.
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Come sarebbe quel giorno? Prova a pensare a tutte le conseguenze che porterebbe questo avvenimento alla quotidianità, alla tua vita.

In realtà credo che ci siano scarse possibilità che questo avvenimento si verifichi, ma è anche vero che il servizi gratuiti di Google non offrono particolari garanzie contrattuali in casi di incidenti di questo tipo o altri, sebbene l’azienda più volte si sia prodigata ad a risolvere alcuni incidenti accaduti ai fruitori dei suoi servizi gratuiti: cosa non scontata perché non aveva l’obbligo contrattuale di farlo, ma ci tengono a mantenere una buona reputazione.

Scrivo questo perché in rete gira una storia di un utente Google che racconta la sua esperienza nella quale, dopo aver acquistato un nuovo smartphone, non è riuscito a farlo riconoscere dal sistema di Google. In seguito il suo account è stato segnalato come fraudolento ed è stato bloccato.
Il seguito della vicenda è una lunga odissea di tentativi di recuperare questo account e tutti i servizi collegati e non si conosce se la vicenda ha avuto un lieto fine.

Questa triste esperienza dovrebbe insegnarci che le garanzie limitate offerte dai servizi mail gratuiti non sono sufficienti per garantire la nostra identità digitale. Ma tutto questo può essere facilmente evitato con un servizio mail a pagamento legato ad un nome dominio che oramai ha costi annuali estremamente contenuti.

Se invece preferisci restare nell’ecosistema Google, potresti considerare di attivare il servizio a pagamento di Google Workspace che offre tutte le garanzie che mancano agli account gratuiti.


Nuove Economie della Musica

di Andrea Portioli
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Un libro che mette in chiaro i nuovi ruoli e le nuove economie tra loro interconnessi nel fantastico e per alcuni indecifrabile mondo della musica. Dalla bolla dello streaming alle tendenze social, dai sistemi di prevendita all’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Non esiste un libro simile che raccolga, con uno sguardo corale ma una sintesi concettuale forte, linee guida generali e le loro declinazioni possibili per vivere di musica dal vivo e di discografia oggi. Le economie dello spettacolo sono, per la maggior parte delle persone, un magma oscuro di percentuali, royalties, somme e sottrazioni di qualcosa, per cui alla fine non è mai chiaro come facciano a tornare i conti. Si può vivere di musica? Se si lavora bene, sì.

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business facebook Instagram social music marketing social network

La musica e il difficile mondo dei social network

L’apparenza è che la promozione digitale dia dei risultati miracolosi, che un post su Instagram faccia decollare il numero dei fan e che tutti siano lì pronti ad aspettare la tua prossima uscita che scalerà gli algoritmi di Spotify restituendo in breve tempo l’investimento che hai fatto per produrre la tua musica. Ma la cruda realtà spesso è diversa.

la musica e il difficile mondo dei social network
courtesy by pexels.com

Un artista musicista ai primi passi spesso si rende ben conto che far conoscere la sua arte in un mondo inflazionato da nuove produzioni musicali è difficile ed è un percorso irto di ostacoli. Noi che ci occupiamo di promozione musicale lo sappiamo bene e, cinicamente, non crediamo nei miracoli, nemmeno quando il pezzo è potente ed ha i suoi innegabili punti di forza.

Il marketing digitale non regala nulla e non offre scorciatoie per il successo, questo dev’essere chiaro sin da subito. Un artista che affida la promozione della sua immagine, o della sua musica al web deve essere consapevole di questo, sia che si affidi ad un professionista, sia che curi tutto da solo.

La verità parziale dei dati

Tutto quello che facciamo online è più o meno misurabile, ma interpretare queste misure è complesso. I dati che ti restituiscono gli insight dei vari social non ti dicono cosa pensano le persone, non sono indicatori della fiducia e del sincero apprezzamento. Sono facilmente accessibili, ma serve una grande esperienza per comprenderne il significato. La metrica dei like può essere ingannevole se male interpretata, basare un giudizio solo sui numeri può portare a conclusioni errate. Il metodo più corretto è quello di usare questi numeri per tentare di comprendere le percezioni del pubblico e lo stato d’animo, favorevole o meno ai tuoi post.

Non farti sfruttare dalle app social

Non farti illusioni, per i social network la tua fame di visibilità è una mucca da mungere e il loro interesse è limitare la portata dei tuoi post per costringerti a pagare in cambio della visibilità che cerchi. E non c’è solo questo; i tuoi fan, follower o collegamenti non ti appartengono veramente, perché al di fuori del social tu non hai un contatto diretto con loro: non hai un indirizzo mail, un numero di cellulare, un contatto Whatsapp o altro. Tutti i fan che hai raccolto (pagando) il social network appartengono al padrone di casa, il social network per l’appunto, che gestisce la tua visibilità a seconda della sua convenienza. Per questo avere un tuo sito web che raccolga direttamente i contatti dei tuoi fan ti è indispensabile se vuoi costruire una carriera artistica duratura e tenerli vicini a te senza intermediari.

Non esiste un modello di successo replicabile

Quando incontri un artista o una band che abbiano avuto un’intuizione di successo nella comunicazione e nel marketing scoprirai che puoi evitare di replicarlo perché non funziona più. La strategia non è esportabile, ma va costruita di volta in volta sulle esigenze specifiche del contesto. Le ricette per il successo non esistono. Non esistono metodi vincenti, a meno che chi te le propone non sia un santo che preferisce dare a te la formula piuttosto che realizzarla lui stesso.

Adattati ai mutamenti

I social network sono piattaforme di conversazione online e sono in continua evoluzione, ogni due anni cambia tutto. Il mondo dei social non è immobile, le persone passano da un social all’altro, mutano gli algoritmi e, con essi, la tua rilevanza. Quello che funziona oggi, tra sei mesi non funziona più. Lo spirito di adattamento e la ricerca di nuove piattaforme e modelli di comunicazione cambiano a una velocità mai vista nei media tradizionali. Per questo non esistono modelli replicabili, per questo è necessario sperimentare nuovi modelli di comunicazione e di dialogo con i propri fan. Nella sperimentazione e nell’analisi dei comportamenti puoi trovare il modo per entrare nel cuore di chi ti segue.

Il digital marketing richiede tempo, energie e soldi

Non esiste che con poche decine di post su Instagram, sul tuo Blog o su YouTube avrai successo. Se vuoi impegnarti in questi canali promozionali devi donare per mesi e anni senza avere la certezza di un ritorno. L’unica certezza che hai è che ti costerà anni di lavoro, energia mentale e soldi per acquistare piattaforme o pagare campagne promozionali. Non si conosce nessun caso di successo di artisti musicisti che hanno ottenuto la fiducia di un pubblico con poche settimane di attività promozionale.

Queste sono le verità scomode che nessun artista vorrebbe sentirsi dire. Ma questo è il mondo reale del marketing digitale. E per essere sincero al 100% ti dirò che ciò che hai appena scritto non è nemmeno farina del mio sacco. Si tratta dell’adattamento di un post di Riccardo Scandellari che ho riportanto alla realtà del marketing musicale e che condivido in ogni singola riga.

Quando prendi in mano la tua promozione musicale o la affidi a qualcuno, tieni presente queste cose: i miracoli non esistono. Preparati già da subito a lavorare costantemente sulla tua immagine pubblica di artista, a curarla online e offline. Devi preoccuparti che sia coerente, aperta al dialogo e propositiva con i fan. E’ una cosa da costruire nel tempo, senza ansie, con sincerità e naturalezza. Solo così potrai raccogliere un pubblico che ti presti attenzione e interessato alla tua musica.


Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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business

Gli NFT salveranno i musicisti?

Da qualche tempo l’attenzione del mondo musicale si è focalizzata sugli NFT (Token Non Fungibili), che nella pratica non sono altro che attestati di proprietà su opere digitali come appunto lo è la musica quando non è su supporto fisico.

La musica ai tempi degli NFT
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Gli NFT si basano sulla tecnologia blockchain, che offre la possibilità di distribuire beni digitali in modo peer-to-peer senza intermediari finanziari. E’ la tecnologia che muove il mercato delle criptovalute, come il celebre Bitcoin, che permette di trasferire denaro senza bisogno di una banca che certifichi le transazioni, in quanto è la rete stessa che le verifica. Gli NFT hanno già trovato un grande interesse nel mercato dell’arte digitale, ora sembra proprio sia il momento del musica.

In Italia si è parlato molto dell’inedito che Morgan ha lanciato sulla piattaforma NFT Opensea, molto più interessante è però il caso dei Belladonna che non solo hanno venduto il loro brano come copia inedita originale, tramite NFT, ma anche i suoi diritti di copyright su eventuali utilizzi futuri. Questo perché la produzione della band romana ha trovato fortuna nel mercato della sincronizzazione e hanno legato al NFT un pre-contratto con le clausole di utilizzo.

Proprio l’esperienza dei Belladonna ha evidenziato alcuni limiti di questa tecnologia, legati soprattutto alla gestione dei vari diritti di utilizzo, dato che la proprietà del NFT resta nelle mani di chi lo ha emesso. Enzo Massa, presidente della FIMI fa notare infatti che

L’opera rimane comunque di chi l’ha realizzata. L’acquirente non ne diventa proprietario, quindi ne avrà una disponibilità parziale. Nel diritto comunitario non esiste il diritto di seguito: è esclusa la rivendita di un mp3, per esempio. Quindi diventi proprietario di un’opera che potenzialmente potresti anche non rivendere se non con il consenso dell’artista originario.

Attualmente, i guadagni degli artisti musicisti che hanno rilasciato musiche NFT sono di gran lunga superiori di quelli rilasciati dalle app di streaming ed è innegabile che questo settore stia vivendo un momento di crescita verticale, tanto che la stessa SIAE ha chiuso un accordo per creazione di 4 milioni di NFT su blockchain Algorand per la gestione dei diritti di 95mila autori. In Italia, case discografiche grandi e piccole stanno seguendo l’evolversi della situazione, tuttavia, un loro diretto coinvolgimento nel futuro prossimo è dato pressoché certo. Un futuro discografico dove gli NFT saranno uno strumento utilizzato come uno dei modelli di business dell’industria.

Come già detto, gli NFT musicali stanno offrendo agli autori cifre molto più consistenti rispetto quelle offerte dai canali tradizionali, ma non è detto che questo duri per sempre. E’ vero che esiste un ampio mercato alla ricerca di prodotti unici ed esclusivi, come in effetti sono gli NFT, ma è anche vero che il rischio è che si giunga molto rapidamente alla saturazione di questo nuovo mercato, se non a una vera e propria bolla speculativa, così come accade nelle blockchain delle criptovalute. La considerazione di Enzo Mazza su questo tema la trovo molto sensata e realista.

Sono anni che si parla della blockchain nel settore musicale. Ma è ancora un prodotto di nicchia. Non possiamo immaginare che questa bolla continui in questo modo. In questa fase ci sono dei numeri che sono completamente fuori mercato. Magari alla fine ti ritrovi in mano qualcosa che non vale più niente. Tornerà poi a una più normale dinamica, e a quel punto si svilupperà un mercato di lungo termine.

A questo punto ti lascio questo link che ti introduce al mondo degli NFT ed al loro utilizzo pratico, vale la pena di dargli almeno una sbirciata, anche perché affronta il tema dei diritti d’autore.
Guida Pratica agli NFT


Le 42 leggi universali del digital carisma: La fusione tra vita digitale e reale è il futuro della comunicazione

di Rudy Bandiera
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Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali “il popolo della Rete”, come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
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business musica streaming tidal

Novità importanti in casa Tidal

La concorrenza tra le piattaforme di musica in streaming continua a riservare sorprese interessanti. Oggi vorrei rivolgere la tua attenzione verso TIDAL. Questa piattaforma ha una storia piuttosto complicata e controversa, per conoscerla ti invito a leggerla su Wikipedia.

Il Payout Direct Artist di Tidal

TIDAL è stata la prima piattaforma ad offrire in streaming musica in alta qualità (lossless) e sebbene i suoi abbonamenti siano più costosi rispetto a quelli della concorrenza, ha saputo ritagliarsi la sua quota di mercato nei servizi di streaming.

Tra le novità di questi mesi c’è il lancio di TIDAL Free che al momento interessa solo il mercato statunitense. Questo probabilmente per rispondere all’avanzata aggressiva di Amazon Music nel mercato dello streaming lossless. L’offerta di TIDAL Free non metterà a disposizione l’intero catalogo disponibile, ma solo una parte, nel tentativo di attirare e fidelizzare nuovi iscritti verso la piattaforma. Una strategia semplice già usata da Amazon Music che sta dando i suoi frutti.

Ma la novità più importante su TIDAL per gli artisti musicisti è il lancio del Payout Direct Artist, ovvero il riconoscimento fino al 10% delle commissioni di un abbonato HiFi Plus direttamente all’artista in streaming più ascoltato da quell’account.

Con il programma Direct Artist Payouts, TIDAL offre agli artisti un supporto supplementare, in modo da consentire loro di creare e promuovere la loro musica in modo più efficace con l’aiuto dei loro fan.

Tutti i dettagli per poter partecipare al programma Direct Artist Payouts di TIDAL, o per verificare se ne fai già parte, li puoi trovare sulla pagina di supporto della piattaforma.


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business royalty social media You Tube

6 cosine basiche su YouTube e royalty

YouTube può essere una piattaforma redditizia e in grado di aumentare il tuo pubblico, ma tende anche a confondere anche gli utenti più esperti quando si tratta di monetizzare i video e presentare reclami sul copyright. Oggi vorrei concentrarmi su come il social media di Google si comporta con le royalty musicali, perché c’è molta confusione sull’argomento e questo porta gli artisti musicisti verso scelte non corrette.

YouTube e le royalty
courtesy by pixabay.com
1. Riscuotere royalty su video caricati da altri utenti.

In qualità di cantautore, hai il diritto di monetizzare e riscuotere royalties da qualsiasi utilizzo delle tue canzoni. Gli editori possono rivendicare qualsiasi video di YouTube che contenga musica controllata da loro e dai loro autori, sia che si tratti di una registrazione ufficiale, di un’esibizione dal vivo, di una cover o di un remix. Questo vale per qualsiasi uso, anche se non hai caricato tu stesso il video. Una volta che il tuo publisher ha avviato una rivendicazione, può scegliere di monetizzare quel video e riscuotere le royalty.

2. Monetizzare le tue composizioni su YouTube

Le canzoni guadagnano royalties in due modi : dalla registrazione principale (file audio effettivo) e dalla composizione (musica e testi sottostanti). La maggior parte delle etichette discografiche o dei distributori controllano solo le registrazioni principali e quindi possono riscuotere solo le royalty generate dalla registrazione principale su YouTube. Agli autori sono dovute anche le royalty generate dalla loro composizione; è probabile che tu non li ottenga tramite la tua etichetta o distributore. Dovrai registrare tu stesso le tue composizioni su YouTube o tramite un Music Publishing Administrator per riscuotere ciò che le tue canzoni hanno guadagnato sulla piattaforma.

3. I video senza pubblicità non generano royalty

Poiché le royalty di YouTube sono essenzialmente una parte delle entrate pubblicitarie, i video di YouTube non generano royalty fino a quando un annuncio non è stato pubblicato da un titolare del copyright. Questa operazione viene eseguita quando un’etichetta, un editore o un altro proprietario di contenuti presenta una richiesta e quindi indica a YouTube di monetizzare quel video.
Se un video di YouTube non ha una pubblicità riprodotta prima, durante o accanto, non genera alcuna royalty per i titolari dei diritti associati. Un’eccezione a questa regola sono le clip di YouTube visualizzate tramite la piattaforma di contenuti a pagamento senza pubblicità YouTube Premium. Per poter monetizzare un video, il canale dove è caricato deve rispondere a dei requisiti minimi che vedremo nel punto 6.

4. C’è un tasso di royalty fisso per vista

E’ noto che i tassi di royalty su YouTube sono confusi. Dipendono dal tipo di annuncio offerto sul video, dal territorio in cui è avvenuta la visualizzazione, dal periodo dell’anno, dal servizio YouTube (gratuito o premium) e da molti altri fattori: per esempio si è notato che le pubblicità associate ai video musicali e all’intrattenimento, in genere, sono tra le meno redditizie. Per questo motivo, è molto difficile stimare esattamente quanto guadagnerà un video in termini di entrate pubblicitarie.

5. Rivendicare un video non chiude il canale di un altro utente

Un canale YouTube riceve un avvertimento sul copyright quando un titolare dei diritti invia una richiesta formale di rimozione informando YouTube che non dispone dell’autorizzazione per pubblicare i suoi contenuti. YouTube prende molto sul serio gli avvertimenti sul copyright; dopo tre di essi, tutti i video di un canale vengono rimossi e potrebbero essere soggetti a chiusura. D’altra parte, quando un titolare dei diritti presenta un reclamo su un video per monetizzarlo, non assegna al canale dell’utente che l’ha caricato un avvertimento sul copyright né lo mette in cattiva posizione con YouTube. Un buon compromesso, davvero.

6. Quando un video su YouTube può essere monetizzato

YouTube ha delle soglie minime che devono essere soddisfatte prima che un video possa essere monetizzato. Ad esempio, il canale su cui viene pubblicato il video deve avere almeno 1.000 iscritti e ha registrato 4.000 ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi.

Se vuoi crearti un canale artista, YouTube è un ottimo strumento per creare e condividere contenuti, promuovere la tua musica e, in definitiva, generare royalties. Ma prima di arrivare a questo devi avere i requisiti del punto 6 e, come in ogni altro social, catturare un pubblico attento e affezionato richiede metodo, pazienza e costanza.


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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business musica streaming social media

Quali social pagano royalty?

Ho raccolto un po’ di informazioni su quali piattaforme riconoscano royalty per la musica presente nei contenuti pubblicati dagli utenti.

Preciso già da subito che questa guida non credo sia completa e nemmeno esauriente, ma potrebbe comunque risultare utile per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal rapporto tra musica e social. Tieni anche presente che questo articolo fotografa la situazione di questi mesi, come in qualsiasi settore, i processi cambiano e le informazioni in futuro potrebbero non essere aggiornate.

Quali social pagano royalty?
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Instagram

Instagram paga le royalty di pubblicazione e master per la musica che gli viene inviata tramite i distributori. Instagram ha integrato la gestione delle licenze musicali recentemente, ma sta lavorando alla creazione di un sistema di gestione dei contenuti (CMS), simile a quello di YouTube. In questo momento, molti detentori dei diritti hanno accordi unici e licenze generali con Instagram, garantendo pagamenti ai loro cantautori e artisti. Per verificare se il tuo distributore, editore o società di raccolta ha un accordo attuale con Instagram, puoi contattare direttamente i loro team di supporto.

Youtube

YouTube tiene traccia e paga le royalty in diversi modi. Oltre a pagare le royalty master e di pubblicazione in base agli ISRC associati al caricamento dei video, utilizza anche un sistema chiamato Content ID per tenere traccia di altri usi. Con Content ID, YouTube è in grado di scansionare e identificare i video che utilizzano la tua canzone. Il meccanismo di calcolo delle royalty di YouTube può essere complesso, inoltre le riceverai solo se il canale dove è pubblicato il video soddisfa le loro soglie monetarie. Questo significa che, affinché YouTube possa inserire annunci e monetizzare un video, questo deve trovarsi su un canale con almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi.

Tic toc

La piattaforma di TikTok si concentra principalmente sul consentire agli utenti di abbinare la musica a brevi video clip di 15 secondi. Tuttavia, mettere semplicemente la tua musica su un video nell’app non ti farà ottenere royalties: un artista deve distribuire la propria musica tramite un distributore affinché sia ​​disponibile e monetizzabile. Devi anche essere registrato con una società di raccolta, come un PRO come SIAE, ASCAP, BMI, SESAC e avere un editore o un amministratore di pubblicazione, per riscuotere le royalty di pubblicazione. Poiché TikTok è una nuova applicazione, stanno ancora lavorando su accordi per concedere in licenza la musica con vari titolari di diritti. Dovrai verificare con il tuo distributore, società di riscossione ed editore per assicurarti che dispongano di licenze con TikTok per riscuotere le royalty per tuo conto. Se sono concessi in licenza, è lecito presumere che la tua musica riscuoterà royalties per ogni utilizzo sulla piattaforma.

Twich

Twitch è la piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon.com. E’ popolare tra i videogamers che trasmettono in diretta le loro giocate. Negli anni è diventato una delle piattaforme più usate per gli eventi in streaming. Attualmente, lo streaming di musica su Twitch può farti guadagnare royalty, ma limitatamente. Solo recentemente Twitch ha firmato un accordo di licenza con SACEM (la SIAE francese) e ha rilasciato il suo nuovo prodotto: Soundtrack. Con il servizio Soundtrack, uno streamer Twitch trasmetterà contemporaneamente il proprio video utilizzando le musiche presenti nel catalogo Soundtrack con relativa licenza sul servizio. Ciò significa che le royalty di pubblicazione e master saranno disponibili per coloro che hanno una licenza con Twitch. Come Instagram, ti consigliamo di verificare con il tuo distributore ed editore per vedere se hanno licenze con Soundtrack per Twitch. Puoi anche eseguire brani selezionati con l’estensione Twitch Sings, ma i brani sono concessi in licenza con un distributore di karaoke.

Splice

Questo servizio consente ai musicisti di caricare i propri campioni, ritmi ed effetti per l’uso da parte di altri. Quando carichi i tuoi beat su Splice, vieni pagato quando qualcuno li scarica e li usa. Le royalty non vengono prese in considerazione perché tutto sul sito Web di Splice è esente da royalty al 100% e autorizzato per l’uso commerciale. Ciò significa che verrai pagato da Splice per un produttore che scarica un beat che hai caricato, ma non riceverai royalties se caricano la canzone su Spotify. Piuttosto semplice, no?

BeatStars

BeatStars è un marketplace per i produttori hip-hop per connettersi con artisti e rapper in cerca di ritmi. Chiunque può iscriversi, mettere in vendita i propri beat e creare contratti unici di “beat lease”. Il produttore è in grado di stabilire determinati limiti su come l’artista può utilizzare il proprio ritmo e quali diritti sono divisi tra loro e l’artista. Come artista o produttore, è importante leggere i tuoi contratti quando stipuli un contratto di locazione beat. Nella maggior parte dei casi, un produttore e un artista si divideranno le royalty di pubblicazione e master . In una licenza esclusiva, i diritti master vengono trasferiti all’artista, ma il produttore manterrà i diritti di pubblicazione.

Come vedi, non è scontato che per ogni riproduzione on line della tua musica ti vengano riconosciuti dei corrispettivi. Per questo, sopratutto se sei un artista musicista che si autoproduce, è necessario che tu scelga bene la piattaforma e i servizi di distribuzione su cui poni le basi della tua carriera. Chi si affida ad un’etichetta discografica in genere non deve preoccuparsi di questo, ma qualsiasi caso, come vedi, essere un musicista professionista oggi più che ieri richiede una conoscenza precisa sulle dinamiche dei mercati digitali e sul valore delle opportunità offerte.


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Amazon Music business musica streaming social music marketing

La crescita di Amazon Music

In questo post di qualche mese fa ti avevo consigliato di non sottovalutare le potenzialità di Amazon Music consigliandoti di iscriverti al suo backstage Amazon For Artist per prendere in gestione la tua pagina artista sulla piattaforma.

Amazon Music sta occupando quote interessanti nel mondo dello streaming

Da diversi mesi ho notato che un considerevole numero di artisti fuori dal mainstream pop condividono sui social la loro musica su Amazon preferendolo a Spotify, dichiarandosi entusiasti del riscontro di pubblico ed economico che stanno raccogliendo.

A dar ragione alle loro scelte ci sono i dati resi pubblici  recentemente dal Financial Time che certificano una crescita del 70% di Amazon Unlimited, molto più corposa rispetto a quella dei concorrenti Spotify o Apple Music.

Si tratta di un duro colpo alla popolarità di Spotify, che mantiene comunque il suo primato, ma con una crescita di abbonati del 25% circa l’anno. Tenendo conto che la stessa Apple Music ha un tasso di crescita di circa 50% e che negli USA il numero dei suoi abbonati abbia superato quello della app svedese, sembra proprio che il dominio di Spotify sullo streaming musicale sia in crisi.

I motivi di questa rapida ascesa di abbonati ad Amazon Unlimited sono legati alla rapida diffusione dei dispositivi Echo e Alexa, che fanno parte integrante dell’ecosistema Amazon, ma anche un pubblico di riferimento con un’età diversa rispetto a quello di Spotify.

Secondo la società Midia Research, circa il 14% degli abbonati ad Amazon Music ha 55 anni o più, rispetto a solo il 5% degli utenti di Spotify. Ed è a questa utenza che punta il gruppo di Jeff Bezos. Secondo Steve Boom, vice presidente di Amazon Music, esiste un vuoto di offerta nel mercato statunitense e per i consumatori più anziani. “Non stiamo combattendo per gli stessi clienti di tutti gli altri. Perché lo streaming raggiunga il suo pieno potenziale, non possiamo limitarci a guardare il pubblico dai 15 a 22 anni”.

Questo stato di cose, mi induce a pensare che Amazon Music sia la piattaforma adatta a tutti gli artisti musicisti che creano musica più matura e comunque al di fuori dalle mode pop del momento.


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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
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bandcamp business social media

Perché Bandcamp è molto interessante.

Complice la pandemia che ha bloccato i concerti dal vivo, gli artisti musicali hanno preso consapevolezza dei grossi limiti del sistema con cui Spotify ripartisce le royalty. Un sistema di sperequazione progressiva che premia i più noti: più sei cliccato e più il margine sul singolo click aumenta. Per gli altri non restano che le briciole e la consapevolezza della mancata promessa di “consentire a un milione di creativi di vivere dei profitti della loro musica” ancora presente nello statuto della piattaforma svedese.

Perché Bandcamp è interessante

Spotify non è un paese per piccoli e non consola l’aumento annuale da 30.000 ad oltre 43.000 degli artisti che da soli generano il 90% del traffico. Se non sei in questo 3,5% non è che ti resti molto in mano. Se resti sotto una quota di visibilità, che è molto alta, non trovi modo di emergere.

Nonostante queste premesse, perché il numero di brani caricati quotidianamente su Spotify (oltre 60 milioni) continua ad aumentare? Perché c’è questo affanno per stare su Spotify?

La fama che gode la app svedese è sicuramente legata alla sua buona auto promozione ed alle funzionalità social che rendono molto facile per un’artista o un promoter diffondere il verbo nella rete. Sembra che poco importi se poi i guadagni sono ridicoli o i post sui social vengano regolarmente ignorati generando pochi streaming.

Arriviamo al punto: cosa offre Bandcamp che Spotify non offre?

Innanzitutto il motore del sito sono gli artisti, chi produce musica e non solo chi ne usufruisce. Con la sua conformazione classica la navigazione in Bandcamp può sembrare spartana e statica, in realtà è funzionale, intuitiva ed offre al fruitore il tempo per ragionare, ascoltare e scegliere le diverse proposte del catalogo.

Gli artisti musicali in Bandcamp trovano uno spazio per gestire in autonomia il proprio spazio nella piattaforma: possono fissare il prezzo del download, decidere cosa mettere in streaming gratuito e il tutto senza obblighi o intermediari.

Alcuni artisti mi confermano che l’ecosistema di Bandcamp ha loro permesso di costruire un dialogo proficuo con un pubblico veramente interessato alla loro musica e ben felice di spendere qualche euro per un Cd, un vinile o un file digitale. Il che non è poco dato che la vendita di un paio di dischi su Bandcamp corrisponde al controvalore di due anni su Spotify.

Il pubblico di Bandcamp ha un profilo diverso dall’utente medio di Spotify. E’ mediamente più curioso, più disponibile a nuove esperienze di ascolto e sopra ogni altra cosa, in genere cerca quella musica che non trova nel mainstream. E’ un pubblico esigente ed attento che cerca gratificazione nell’ascolto della musica.

Bandcamp si presenta come una strategia alternativa per poter raggiungere le comunità di ascolto. Lo è particolarmente in questo momento in cui l’industria del supporto fisico, cd e vinile, sta vivendo una nuova primavera come messo in evidenza dai dati della FIMI nell’ultimo trimestre. ​​


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I segreti della longevità artistica

Esiste un segreto, un metodo per avere una carriera artistica duratura? Nella vita di praticamente tutti gli artisti di successo esiste una costante divisa in quattro fasi: un duro inizio, l’ascesa ai vertici, la caduta, la rinascita. Nessuno è sfuggito a questo ciclo, nemmeno le superstar, quelle che giunte a veneranda età sono dei miti viventi della musica.

i segreti della longevità artistica
courtesy by pixbay.com

E’ inutile nascondere che avere una carriera duratura nella musica non è per nulla facile: i gusti del pubblico cambiano di generazione in generazione, l’artista è sottoposto a pressioni da parte di manager e discografici che condizionano il processo creativo; le idee per un buon pezzo non le trovi al banco del supermercato.

Eppure nonostante le mille difficoltà, relazioni, resilienza, collaborazione e creatività riescono ad avere la meglio e consentire all’artista musicale di cavalcare gli anni e magari anche le classifiche.

E’ un impegno quotidiano che richiede una forte fiducia in se stessi e la capacità di raccogliere gli stimoli che provengono dall’esterno, dai discografici, dai colleghi, dal pubblico, senza perdere la bussola della creatività.

Arte o intrattenimento?

Il primo nemico per una carriera duratura è la spasmodica ricerca di una hit. Sembra un paradosso, ma in realtà è il duro lavoro di ricerca e creazione artistica quello che più ripaga nel lungo periodo. C’è una grande differenza tra fare arte e fare intrattenimento.

Nei discografici c’è una forte propensione alla musica d’intrattenimento dal ritmo facile e semplice da recepire e produrre. Il più delle volte queste canzoni non durano più di qualche settimana, poche resistono all’inesorabile cambio dei gusti del pubblico o delle mode, spesso vengono facilmente rimpiazzate da una nuova hit in breve tempo.

La storia della musica però ci insegna che sono le canzoni ben scritte, arrangiate e interpretate, sono quelle che riescono ad attraversare i decenni, spesso senza risentire del trascorrere degli anni, a loro modo sempre moderne ed attuali.

Cerca la tua strada, sii unico.

Chi invece ha saputo abilmente mettere insieme Arte e Intrattenimento è la band italiana Camera Soul che, con il loro sesto album, sta conquistando le radio e le chart Soul-RnB più influenti del pianeta.

Camera Soul lavorano di cesello nella composizione e nell’arrangiamento dei loro brani, forti di una solida formazione jazz, dimostrano la capacità di attingere ispirazione dalle fonti più diverse e talvolta inusuali. Ogni loro album è il risultato di una ricerca di stile che li sta premiando del loro duro lavoro.

Ma non c’è solo questo.

Te li cito come esempio perché il Soul Jazz di Camera Soul è unico nel suo genere. La band ha una sua unicità, una sua originalità, che non ha eguali nel panorama internazionale. Questo è stato subito notato dai Dj radiofonici costantemente alla ricerca di novità interessanti e la band è stata premiata dal loro interesse e dall’interesse del loro pubblico.

La capacità di trasformare i tuoi riferimenti in uno stile personale che ti rappresenti e ti renda riconoscibile, è un altro tassello fondamentale per ottenere una longevità artistica.

Disegna il tuo mondo

Una delle regole base della scrittura creativa consiglia di scrivere ciò che si conosce. Questo perché è l’esperienza vissuta quella che ti permette di poter descrivere meglio e trasmettere le emozioni, quelle emozioni che provengono da un vissuto reale.

Con la frase Siate affamati, rimanete folli, Steve Jobs non ha inteso buttare sul piatto un concetto rivoluzionario o di rottura, più semplicemente il suo è un invito a mantenere una visione aperta che consenta di recepire e assemblare gli stimoli dal mondo esterno in combinazioni non convenzionali: di usare e formare quella che è comunemente nota come visione trasversale.

Rompere i limiti di genere, magari esplorando nuovi percorsi compositi, è un buon metodo per non fossilizzare la tua creatività e trovare percorsi artistici ancora non battuti, una strada impegnativa che però non mancherà di raccogliere i suoi frutti.

C’è poco da fare, il pubblico ha un fiuto raffinato. Se i temi delle tue canzoni sono forzati e non autentici, se in qualche modo non senti tuo quello che stai cantando, il pubblico se ne accorgerà irrimediabilmente. La platea percepisce la mancanza di entusiasmo e di sincerità più di ogni altra cosa. Scrivi e canta solo pezzi che ti appassionano, sii coerente e onesto anche in questo.

L’ispirazione per le tue canzoni puoi trovare nei luoghi in cui hai vissuto, nelle persone che hai conosciuto, nelle vicende che hai superato o nella vita delle persone a te care. La musica è innanzitutto emozione e condividere il tuo sentire, la tua percezione delle cose dev’essere il tuo obiettivo.

L’umiltà prima di tutto

Diamo per scontato che ogni carriera artistica ha i suoi alti e bassi. E’ inevitabile, è lo scotto che devi pagare per intraprendere una professione legata alla creatività. Goditi tutte le tue vittorie e tutti i risultati raggiunti. Hai faticato molto per conseguirli ed è giusto festeggiare adeguatamente.

Ma non dimenticare mai la gratitudine verso il tuo pubblico e verso tutte le persone che ti hanno aiutato a raggiungere la vetta. Sii umile e generoso con tutti coloro che hanno lavorato intorno alla tua figura ed alla tua musica per farti emergere.

Nel contempo preparati anche ad un periodo di crisi, il successo è una bestia affamata e capricciosa mai sazia. Devi avere le spalle larghe e sangue freddo, se le cose cominciano prendere una brutta piega comincia a considerare tutta la situazione, prenditi il tuo tempo e cerca di non perdere la rotta.

Puoi comunque contare sui tuoi collaboratori, appoggiati a loro, fatti consigliare e sii onesto con te stesso. Le crisi vanno affrontate e possono rivelarsi il volano utile per intraprendere nuove direzioni creative inesplorate.

Adattati ai mutamenti

Nell’arco del tuo percorso artistico, inevitabilmente, ti capiterà di perdere per strada qualche collaboratore, un membro della tua band, il tuo fonico di fiducia, il manager o un’altra figura sulla quale fai grande affidamento.

Sono casi della vita che devi accettare e ai quali ti devi adattare cercando, ancora una volta, la strada per evolverti, per ritrovare quell’equilibrio creativo a te congeniale. Questi momenti di separazione possono essere tristi, ma come tutte le crisi sono preziose opportunità per maturare artisticamente.

Stai sereno

Con la pandemia abbiamo imparato come i live siano fondamentali non solo da un punto di vista economico, ma anche per avere quel contatto diretto con il pubblico che ti fa toccare con mano l’emozione che la tua musica è in grado di dare.

I live in streaming si sono rivelati dei surrogati, talvolta importanti, ma pur sempre dei surrogati.

Comunque, in questi mesi dovresti aver imparato quanto la serenità interiore sia fondamentale per poter affrontare anche i periodi più difficili.

Prima o poi la nuttata passa e dovrai esser pronto per risalire in sella, con il sorriso sul volto e tutta la bellezza della tua arte per incantare il pubblico.


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Amazon Music integra il merchandising

Amazon Music nasce nel 2007 come negozio di MP3 sulla scia di iTunes, integrando il servizio di streaming solo nel 2016, molto più tardi rispetto alla maggior parte dei suoi concorrenti. Tuttavia, in pochi anni Amazon ha saputo recuperare il ritardo soprattutto grazie alla crescente popolarità dei dispositivi Alexa. Attualmente Amazon Music vanta la crescita più rapida di pubblico tra i principali servizi di streaming dal 2019.

Amazon Music Merchandising

L’app per desktop e mobile Amazon Music è in continua evoluzione e sta seguendo la scia dei suoi competitor come Spotify e Apple Music. Recente è la notizia che Amazon stia integrando, nella sua app di streaming musicale, un servizio di merchandising legato agli artisti, così come già fanno Spotify e YouTube in collaborazione con Merchbar.

Sebbene Amazon non si aspetti grandi risultati economici da questa nuova funzione di Amazon Music, è anche vero che per l’azienda non dev’essere particolarmente complicato integrare la piattaforma e-commerce con l’app di streaming, anzi, credo che potrebbe essere pure avvantaggiata rispetto le app concorrenti, proprio per la consolidata abitudine all’uso (acquisto) degli utenti Amazon.

Il sistema è in fase di sviluppo, ma tra breve, per ogni artista, quando qualcuno visiterà la sua pagina su Amazon Music, verrà visualizzata un’opzione per acquistare i prodotti insieme ai video musicali e ai live streaming legati al personaggio. Quasi tutto il merchandising su Amazon Music è disponibile tramite Amazon Prime.

A ben pensarci, per Amazon, questa è un’evoluzione naturale del suo ecosistema e rientra nella sua mission principale che è quella di distribuire prodotti fisici porta a porta. Per l’artista c’è l’estrema comodità e la forza dell’ecosistema Amazon per poter distribuire i suoi supporti musicali fisici, cd, vinile, ecc… e il relativo merchandising in senso stretto come t-shirt e oggettistica varia. Il tutto in un’unica piattaforma e con un esperienza di acquisto che non interrompe il flusso musicale dello streaming.

Devi considerare che Amazon Music è il terzo player dopo Apple Music e Spotify, ma le distanze tra i primi due negli ultimi tempi si sono di molto accorciate, tanto che le sue entrate dello scorso anno hanno superato quelle di YouTube e Pandora. Sempre recentemente l’app ha integrato i live streaming appoggiandosi alla piattaforma Twitch e in queste settimane sta perfezionando un accordo con Wondery per la distribuzione di podcast.

Questa espansione dell’offerta di Amazon Music sembra cadere nel momento più opportuno dato che il blocco dei concerti causato dalla pandemia ha incrementato la vendita del merchandising degli artisti, al quale i fan sembrano non vogliano rinunciare. Sebbene chi segue questi trend non sappia dare cifre chiare sull’importanza del fenomeno, ritengono che i numeri che il merchandising on line nel 2020 abbia sviluppato numeri sicuramente interessanti e comunque con una tendenza in continua crescita.

La forza di Amazon, a mio modesto avviso, è quella di avere tutte le carte in regola per offrire al fan un unico punto, un hub, dove poter consumare musica, video e merchandising del proprio beniamino. Un’opportunità che Amazon Music sfrutta anche per offrire un merchanding esclusivo solo per la propria piattaforma, così come offre serie esclusive per PrimeVideo.

Vedi la pagina Amazon Music Artist Merchandising


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