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Contro l’AI serve un brand

La musica creata con intelligenza artificiale generativa sta invadendo le app di streaming, artisti e band senza volto stanno occupando spazio in un mercato già saturo di suo. Come se non bastasse, la stessa Spotify ha caricato brani creati da artisti fantasma per diluire la quota di royalty da distribuire.

Contro l'AI serve un brand

In questo contesto, per poter emergere ed distinguersi, per l’artista musicale è indispensabile appoggiarsi a quelle tecniche di marketing che lo aiuteranno a posizionarsi nella mente del pubblico. In breve, l’artista deve diventare un brand di riferimento nel suo genere o contesto musicale.

Il brand non è solo un logo, un nome o un simbolo: è il cuore pulsante di ogni strategia di marketing che funzioni. È quell’elemento intangibile che trasforma un prodotto in un’esperienza, e un’esperienza in un ricordo indelebile. Ma come si costruisce un brand, meglio dire come si diventa un brand, che spicca in un mare di concorrenza? E perché è così importante oggi, anche nel mondo musicale?

La storia del brand: da marchio a personalità

Il concetto di brand, di marca, si è evoluto in una sofisticata scienza. Negli anni ‘20, il brand è diventato uno strumento per differenziare prodotti basati su qualità intangibili come affidabilità e garanzia. Ma è negli anni ‘80, grazie a Jacques Séguéla, che il brand ha assunto una dimensione più profonda: non più solo un’etichetta, ma una persona con un’anima, un carattere e uno stile ben definiti.

Questa visione tripartita, fisico, carattere e stile è oggi fondamentale per chi fa marketing. Un brand non è solo il prodotto che vendi, ma come lo comunichi, come viene percepito e che emozioni suscita.

Perché il branding è cruciale (anche nella musica)

Oggi il brand è un codice interpretativo per il consumatore: è ciò che permette a un individuo di identificarsi in un gruppo, distinguersi dagli altri e sentirsi parte di una comunità. Questo vale per le aziende, ma anche per artisti, band e musicisti.

Come musicista, fermati a riflettere:

  • La tua immagine è coerente con i tuoi valori?
  • Il tuo stile musicale viene percepito come autentico?
  • Stai comunicando un messaggio chiaro al tuo pubblico?

In un mercato saturo di contenuti musicali e infinite offerte di intrattenimento, l’attenzione del pubblico è sempre più labile. Per questo, costruire una connessione emotiva con il pubblico è vitale.

Come creare un brand musicale memorabile

Creare un brand musicale non è diverso dal costruire un brand aziendale. Ecco i punti chiave:

  1. Identità chiara: Definisci chi sei come artista. Quali sono i tuoi valori fondamentali? Qual è la tua missione?
  2. Immagine forte: Il tuo logo, i tuoi video, le copertine degli album e persino il tuo modo di comunicare sui social media devono raccontare una storia coerente.
  3. Posizionamento unico: Cosa ti distingue dagli altri? Qual è la tua proposta unica?
  4. Connessione emotiva: Non vendere solo musica, vendi un’esperienza. Pensa a come puoi creare un legame con il pubblico.
L’importanza della gestione strategica

Il branding non è un’attività una tantum. È un processo continuo che richiede adattamento e strategia. Una gestione ottimale del brand e di quello che rappresnta, può allungarne il ciclo di vita all’infinito, rendendola resistente alle crisi e capace di influenzare le scelte del pubblico.

Per ottenere questo risultato:

  • Adotta un’ottica di lungo periodo: Non puntare solo sul successo immediato, ma costruisci una base solida per il futuro.
  • Coinvolgi gli stakeholder: Che tu stia collaborando con altri artisti, produttori o piattaforme di streaming, assicurati che tutti siano allineati con la tua visione del brand.
  • Evolvi con il mercato: Il tuo pubblico cambia, e tu devi cambiare con lui. Rimani aggiornato sulle tendenze e sii pronto a innovare.
Il branding è la chiave del successo

Il branding è un elemento fondamentale per realizzare obiettivi strategici, soprattutto nel mondo della musica dove il pubblico è sempre più esigente e distratto da mille stimoli. Un’immagine di brand forte, con una propria personalità può:

  • Condizionare la domanda e guidare le preferenze del pubblico;
  • Differenziarti dai competitor;
  • Creare una community di fan fedeli.
Una domanda per te

Come stai costruendo il tuo brand musicale? La tua immagine riflette davvero chi sei e dove vuoi arrivare?

Se hai bisogno di aiuto per definire la tua strategia di branding, per costruire una tua immagine solida e coerente, oppure vuoi scoprire come migliorare il tuo posizionamento nel mercato musicale, è il momento di agire. Parliamone nei commenti: raccontami la tua esperienza e quali sono le tue sfide. Condividere idee è il primo passo per migliorare.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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Il 2024 visto da Chartmetric

Chartmetric è un servizio dedicato agli operatori dell’industria discografica, musicisti compresi, che raccoglie ed elabora informazioni sul mercato musicale, sulle tendenze e su i singoli artisti. Chartmetric sfrutta una vasta quantità di dati integrando miliardi di informazioni da vari servizi, fornendo analisi strutturate per aiutare gli utenti, inclusi artisti, manager e dirigenti del settore, a prendere decisioni informate.

Il 2024 visto da Chartmetric

Nel suo rapporto annuale in cui tira le somme dell’appena trascorso del 2024, Chartmetric ci consegna una vista panoramica completa della discografia mondiale che posso riassumere, in parte, così:

  • Sono salite a 130.000 le tracce pubblicate ogni giorno nelle app di streaming.
  • Con 11,3 milioni di artisti mappati e oltre 25,7 milioni di brani pubblicati solo nel 2024, la realtà è chiara: la musica cresce a ritmi vertiginosi, ma l’attenzione del pubblico no;
  • Per ogni superstar che conquista le playlist, migliaia di artisti emergenti lottano per un ascolto;
  • Intere librerie musicali rimangono nel limbo del silenzio digitale.

Chartmetric analizza i dati raccolti e segmenta gli artisti creando una piramide di notorietà che ci aiuta a capire meglio lo stato delle cose:

  • 818.000 artisti emergenti: appena visibili, spesso con pochi o nessun dato di performance;
  • 61.500 artisti in sviluppo: iniziano a costruire una presenza digitale, ma sono ancora lontani dal mainstream;
  • 8.500 artisti di livello medio: mostrano una crescita costante e un pubblico più fedele;
  • 2.800 artisti mainstream: dominano piattaforme, radio e social media;
  • 308 superstar: nuovi nomi come Katseye e FloyyMenor si affermano come icone globali;
  • 65 leggende: artisti con un’eredità musicale consolidata da decenni, tra cui Ella Fitzgerald e Julio Iglesias;
  • Solo il 14% degli artisti su Spotify ha più di 10 ascoltatori mensili.

Su una base di analisi che comprende 11,3 milioni di artisti mappati e oltre 25,7 milioni di brani pubblicati solo nel 2024, il risultato dimostra che la maggior parte della musica prodotta oggi rimane nell’oblio, vittima dell’economia dell’attenzione e del sovraccarico di contenuti.

Il paradosso dello streaming: tutto e niente

La democratizzazione della musica tramite lo streaming ha eliminato molte barriere d’ingresso, ma ha anche creato un sovraffollamento. Con 1691 generi musicali identificati quest’anno, il pubblico ha accesso a una varietà senza precedenti.

Ma quanto di questa offerta viene realmente scoperta e valorizzata

La realtà è che l’industria musicale, dalle major alle indie, si muove verso una super long tail, dove la maggior parte dei contenuti rimane lontana dai riflettori.

Ma non si tratta di un fenomeno nuovo: anche prima dello streaming, solo una piccola percentuale di artisti raggiungeva il successo, mentre molti altri restavano nell’ombra. La differenza è che oggi tutto è più visibile, più misurabile. E questo rende il fallimento ancora più evidente.

Come emergere nell’oceano digitale?

La domanda che bisogna porsi in questo contesto è nota: come posso farmi notare in un mercato così saturo? In verità la risposta non è semplice. Non lo è perché non esistono formule magiche che accorcino la via per il successo; ogni artista musicale ha la sua storia, ha un suo quotidiano ed un suo pubblico: non esistono dei metodi validi per tutti.
Esistono però delle strategie che possono essere adattate alle diverse situazioni e fare la differenza:

  • Conosci il tuo pubblico.
    Non puoi piacere a tutti, ma puoi diventare essenziale per qualcuno. Usa i dati per capire chi sono i tuoi ascoltatori e cosa cercano.
  • Punta sulla narrazione.
    La musica non è solo suono, è storia. Racconta il tuo percorso, i tuoi valori, il significato dietro le tue canzoni.
  • Investi nella tua presenza digitale.
    Non basta pubblicare una canzone e sperare che diventi virale. Pianifica contenuti sui social, collabora con altri artisti, sii attivo.
  • Sfrutta i micro-nicchie.
    Con 1691 generi mappati, c’è spazio per tutti, ma devi trovare il tuo. Non aver paura di essere specifico: le comunità più piccole possono essere incredibilmente fedeli.
  • Lavora sulla fidelizzazione.
    È meglio avere 1.000 fan fedeli che ascoltano ogni tuo brano piuttosto che inseguire numeri giganteschi senza connessione.
Cosa possiamo imparare dal report di Chartmetric?

Il problema non è la sovrabbondanza di musica, ma l’incapacità di gestire e valorizzare questa abbondanza.
Forse, come suggerisce il report, il futuro sarà quello del non-genere, dove i confini tra le categorie musicali si dissolvono e l’identità artistica diventa il vero punto focale. Questo potrebbe aprire nuove opportunità per gli artisti che riescono a distinguersi non solo con la musica, ma con una presenza autentica e coerente.

Cosa può fare il musicista oggi?

Come artista musicale nel report di Chartmetric non dovresti vedere solo un’analisi: è un campanello d’allarme.
Non basta che tu sia presente, devi essere rilevante.

Inizia con questi passi:

  1. Rivedi la tua strategia di comunicazione.
    I tuoi contenuti parlano davvero al tuo pubblico?
  2. Usa i dati a tuo vantaggio.
    Analizza le piattaforme che funzionano meglio per te e concentra lì i tuoi sforzi.
  3. Collabora con altri artisti o creator.
    L’unione fa la forza, soprattutto in un mercato frammentato.

Il mio lavoro consiste proprio nell’aiutare gli artisti musicisti a muoversi in questa realtà complessa, offrendo strategie e strumenti per muovere i primi passi in una realtà così articolata.

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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Email per musicisti: il layout perfetto esiste?

Un’email, per un musicista, non è solo un messaggio: è la tua opportunità di comunicare, coinvolgere e, soprattutto, mantenere un contatto privilegiato con nuovi e vecchi fan. In questo contesto che il layout che scegli può fare la differenza tra un destinatario che clicca e uno che ti ignora? In questo articolo esploriamo una guida pratica al design delle email, con un focus su come i layout influenzano l’esperienza dell’utente e, di conseguenza, il tuo successo.

E mail per musicisti: il layout perfetto esiste?

Il piè di pagina: uno spazio strategico

Parliamoci chiaro: la maggior parte degli email marketer utilizza il footer come un riempitivo. Un paio di link obbligatori, i social media, e via. Ma stai sprecando un’occasione d’oro. Il piè di pagina può diventare un potente strumento per:

  • Rafforzare la tua identità di brand: includi una frase che rievochi i tuoi valori o un il tuo modo di vivere la musica.
  • Promuovere contenuti extra: utilizza questo spazio per portare i lettori verso il tuo sito, il tuo profilo Spotify o verso i tuoi social.
  • Offerte riservate: Premia i destinatari fedeli con contenuti nascosti a cui solo i destinatari delle mail possono accedere.
  • Umanizzarti: una tua foto, con una tua breve biografia artistica ed un saluto o un messaggio creano connessione.
Il layout giusto per le email: questione di strategia

Un design ben studiato non serve solo a fare scena. L’obiettivo principale è rendere il tuo messaggio facilmente leggibile e spingere all’azione. Ecco i layout più utilizzati e i loro pro e contro:

  1. Layout mono-colonna

    Questo formato è essenziale e versatile. Posiziona i contenuti uno sopra l’altro, creando un flusso naturale. È ideale per offerte specifiche o campagne che puntano tutto su una sola CTA (Call to Action). Inoltre, è perfetto per dispositivi mobili, dove ogni dettaglio deve essere chiaro e immediato.Pro: leggibilità semplice e ottimizzata per mobile.
    Contro: limita la creatività visiva.

  2. Piramide invertita

    Un layout strategico che guida lo sguardo dell’utente verso la tua CTA finale. Partendo da un’immagine o da un’intestazione ampia, restringe il focus fino al pulsante. Questo approccio è ottimo per chi vuole massimizzare i clic. Può esserti utile qualora vuoi indirizzare il pubblico verso la tua ultima uscita o verso il tuo nuovo video.Pro: orienta il lettore verso l’obiettivo principale.
    Contro: richiede una perfetta armonia tra grafica e contenuto.

  3. Zig-zag

    Quando hai più messaggi da condividere, il layout a zig-zag è il tuo miglior alleato. Alterna immagini e testo, mantenendo vivo l’interesse visivo. Ma attenzione: sui dispositivi mobili, il formato può risultare confuso se non è ottimizzato.Pro: dinamico e coinvolgente.
    Contro: può compromettere la leggibilità su schermi più piccoli.

  4. Due colonne

    Un mix tra semplicità e creatività, questo layout funziona per newsletter ricche di contenuti visivi. Tuttavia, su mobile potrebbe risultare meno efficace, poiché i blocchi vengono impilati verticalmente.Pro: struttura visiva accattivante.
    Contro: richiede molta attenzione al responsive design.

regole di base per un design EMAIL impeccabile

Anche il miglior layout fallisce senza una progettazione tecnica adeguata. Ecco alcuni principi fondamentali per garantire un’email efficace:

    >

  • Larghezza massima:600-640 px. Non importa quanto grandi siano gli schermi moderni, molti client di posta elettronica preferiscono layout più stretti.
  • Spaziatura e padding: il cosiddetto “spazio bianco” è il tuo miglior amico. Mantieni un padding laterale di 20-30 px e una distanza di 10-20 px tra sezioni per evitare un aspetto sovraffollato.
  • Ottimizzazione per dispositivi mobili: controlla sempre come appare la tua email su smartphone e tablet. Un messaggio che funziona su desktop potrebbe perdere leggibilità su schermi più piccoli.

Nota pratica:

un messaggio troppo lungo rischia di essere troncato da alcuni provider come Gmail. Se devi raccontare una storia, considera di portare il lettore su una landing page.

la coerenza tra contenuto e design

Che tu stia promuovendo un concerto, l’uscita di un nuovo album o un corso di formazione musicale, il tuo layout deve riflettere il messaggio. Un design minimalista funziona per una comunicazione urgente, mentre uno stile più elaborato è perfetto per un annuncio visivamente accattivante.

La progettazione delle email non è un’arte oscura, ma un mix di strategia, design e sperimentazione. Analizza i dati, prova nuovi layout e non aver paura di uscire dagli schemi. Ci sono diverse piattaforme che possono renderti la vita facile nel progettare email e gestirne le campagne. Se vuoi posso aiutarti, contattami liberamente.

Vuoi approfondire?

Le due vie dell’Email marketing musicale

Email design per musicisti: l’intestazione

Email per musicisti: il design è strategia

Email per musicisti: il mobile first è l’imperativo

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Email per musicisti: mobile first è l’imperativo.

Per un musicista raggiungere e mantenersi in contatto con i propri fan attraverso i social è sempre più complicato. Tutte le app social riducono sempre di più la portata organica dei post e questo significa che il tuo messaggio viene visto da sempre meno persone. L’ email marketing è il sistema più accessibile per controbilanciare questa tendenza negativa: per mantenere un dialogo con chi ti conosce e anche per raccogliere nuovi estimatori.

Email per musicisti: mobile first è l'imperativo.

Ma anche la comunicazione via mail ha le sue regole e le sue strategie, oggi vedremo insieme l’approccio Mobile First, ovvero, come ottimizzare una mail perché sia agilmente fruibile da dispositivi mobili.

Il Mobile First non è una scelta, è una necessità

Pensa a quante volte controlli la posta elettronica dal tuo smartphone. Non sei il solo, più della metà della popolazione mondiale legge le email da un dispositivo mobile. Questo significa che ogni messaggio che invii deve essere non solo leggibile, ma perfetto su uno schermo piccolo.

Per questo seguire alcune regole base di design mobile-responsive ti aiuterà dare il massimo impatto ai tuoi messaggi:

  1. Leggibilità senza sforzo
    Testi principali tra 14-16 px e titoli almeno a 22 px. Non costringere il lettore a zoomare.
  2. CTA grandi e cliccabili:
    Un pulsante invisibile non serve a niente. Dimensioni minime? 44 x 44 px. Anche un clic mancato è una conversione persa.
  3. Landing page coerenti:
    Non basta ottimizzare l’email. Se il sito collegato non è mobile-friendly, hai sprecato tempo (e denaro).
  4. Testa tutto, sempre:
    Un layout perfetto sul desktop può essere un disastro sullo smartphone. Verifica ogni dettaglio.

Ma il design è solo una parte dell’equazione.

Scelte stilistiche che fanno la differenza

Hai mai aperto un’email e pensato: “Che pasticcio!”? È successo a tutti. Una cattiva scelta di font, troppi colori confusi, o semplicemente un design sovraccarico possono distruggere l’efficacia del tuo messaggio.

Scegliere il font giusto, per esempio, è come decidere il tono di una conversazione. Vuoi sembrare professionale? Affidati a font di sistema come Verdana o Times New Roman. Vuoi qualcosa di moderno? Prova Roboto o Montserrat, ma abbina sempre un’alternativa universale.

E ricordati: meno è meglio. Non usare più di due font diversi, uno per il testo e uno per i titoli. Se vuoi essere sicuro che tutto sia armonico, strumenti come Google Fonts possono diventare i tuoi migliori amici.

Il Copy: la ciliegina sul design

Un’email bellissima ma vuota è inutile. Ma il copy per le email non è come scrivere un articolo. È un’arte che richiede precisione:

  1. Testo breve e incisivo:
    Le persone non leggono, scorrono. Usa elenchi puntati e titoli accattivanti per mantenere alta l’attenzione.
  2. Personalizzazione intelligente:
    Usa dati come il nome o le preferenze del cliente per creare messaggi che sembrino scritti apposta per lui.
  3. CTA irresistibili:
    Ogni email ha un obiettivo. Che sia un clic, l’acquisto di un biglietto o un download, rendilo chiaro e facile da raggiungere.

La personalizzazione non è un extra, è il cuore di un’email che converte. Sfruttare contenuti dinamici può fare la differenza. Mostra prodotti specifici, premi fedeltà o offerte su misura per ciascun cliente. I numeri parlano chiaro: le email personalizzate hanno un tasso di click-through del 19%, ben al di sopra della media.

Accessibilità: il design per tutti

Non dimenticare mai che il tuo pubblico è variegato. Non tutti vedono i colori nello stesso modo o possono leggere testi piccoli. Ecco alcune regole d’oro:

  • Usa testo ALT per descrivere le immagini. È essenziale per gli screen reader.
  • Garantisci un contrasto elevato. Il testo deve essere leggibile anche in condizioni di luce sfavorevole.
  • Dimensioni dei caratteri e spaziatura: i tuoi lettori non devono strizzare gli occhi per capire il messaggio.
  • Scrivi link chiari e descrittivi. Un generico clicca qui non dice niente.

Seguendo questi principi, non solo renderai le tue email accessibili a tutti, ma aumenterai anche la tua credibilità.

Email Marketing: il gioco è cambiato

L’email design non è solo una questione estetica, ma una strategia. Ogni elemento, dal font al pulsante CTA, contribuisce a raccontare una storia e portare il lettore verso un’azione. Ignorare questi dettagli significa perdere opportunità.

Metti alla prova ciò che hai letto: aggiorna subito i tuoi template. Sperimenta con i font, rivedi i tuoi CTA e testa l’aspetto delle tue email su diversi dispositivi. Ci sono diverse piattaforme che ti permettono di creare semplicemente campagne mail. Le più note sono GetResponse, Brevo e MailChimp: provale e vedi quale riponde meglio alle tue esigenze.

Se vuoi una consulenza su come costruire delle campagne mail per mantenere un contatto costante con i tuoi fan e raggiungerne di nuovi, contattami.

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Le due vie dell’Email marketing musicale

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Musica: un 2025 di grandi mutamenti.

Per il mondo musicale il 2024 è iniziato con le restrizioni sulle royalty operate da Deezer, Spotify ed anche YouTube. Nel corso dell’anno l’ingombrante presenza di musica prodotta con IA generative si è fatta sempre più ingombrante e non può essere più ignorata; sempre riguardo le royalty, poche settimana fa, Harper Magazine ha pubblicato un’inchiesta che accusa Spotify di barare riempiendo le playlist con musiche di Ghost Artist con lo scopo di annacquare le quote pro-rata da destinare agli artisti reali.

La musica del 2025

Insomma, per gli artisti sconosciuti ed emergenti la via verso il successo e la popolarità si fa sempre più stretta e ardua. Il problema non è, non è mai stato, pubblicare la propria musica ma far sapere che lo si sta facendo.

Giunti a questo punto, cosa ci riserva il 2025? Come evolverà il settore musicale e discografico?

Innanzitutto sta sempre più mutando il rapporto tra etichette e artisti. Che si tratti di major o indipendenti, le etichette sono sempre meno editori, nel senso classico, e sempre più promoter discografici. In particolare le major stanno subendo una loro evoluzione interna che le porta a privilegiare musicisti che hanno già un’identità forte, un loro posizionamento nel pubblico, per poi lavorare sull’esistente e svilupparlo.

Le etichette indipendenti restano più propense al rischio ed alla sperimentazione di nuove strade e nuovi linguaggi musicali, ma dal canto loro faticano a farsi strada in questo mondo saturo di nuove proposte: siamo arrivati a 150.000 pubblicazioni giornaliere su Spotify a livello mondiale.

Questo significa che la patata bollente resta in mano all’artista che è sempre più un professionista freelance che, oltre a dedicarsi alla sua attività artistica, deve dedicare tempo alla gestione professionale e burocratica della sua attività.

Per il musicista del 2025 è imperativo produrre musica di qualità elevata, ma è altrettando imperativo avere una visione manageriale del proprio lavoro. Questo richiede una conoscenza del mercato musicale o del genere musicale, delle mode, delle tendenze, del mutare dei gusti del pubblico.

In molti concordano che le produzioni DIY sono destinate a rimanere marginali e sconosciute. A vincere saranno quegli artisti che sapranno circondarsi di persone capaci di aiutarli a costruire un percorso artistico originale e coerente e che sapranno investire risorse nel promuoversi adeguatamente, valorizzando il proprio lavoro e la propria figura artistica.

Il tempo degli improvvisati sembra proprio essere finito e chi non saprà adeguarsi resterà nell’infinita schiera di musicisti sconosciuti che altro non fanno se non arricchire Il Sistema con il loro desiderio di fama.

Sei interessato ad avere qualche approfondimento sullo stato delle cose nel settore discografico e nella musica dal vivo?
Scrivimi e chiedi

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