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Music video, nuovi media e viralità

Avendo vissuto l’esplosiva apparizione dei music video negli anni ’80, devo dirti che da allora ad oggi mi era sfuggito come il loro ruolo e la loro importanza si sia evoluta nel trascorrere degli anni.

Music video, nuovi media e viralità

Solo negli ultimi anni ho razionalizzato che oggi il video musicale è morto, rinato e poi trasformato in qualcosa di completamente nuovo. Non è più solo la semplice clip di un brano da 4 minuti. È un contenitore di esperienze, cultura e identità che tocca piattaforme come YouTube, Instagram, TikTok e persino i meme.

Se negli anni ‘80 MTV ha introdotto l’idea di far vedere la musica, oggi i nuovi media e il FaiDaTe permettono di ricodificare completamente il significato di un video, facendo spazio a contenuti che non si limitano a raccontare la canzone, ma che possono raccontare l’artista, le sue battaglie, o uno spaccato di vita.

È per un musicista essenziale capire come adattarsi a questi nuovi formati, altrimenti rischia di scomparire nella folla. Nel mondo attuale, infatti, la sola qualità della musica non basta. Se non riesci a trovare una voce visiva unica o un’esperienza che catturi e crei condivisione, il rischio è alto. Ciò che conta è far sentire che c’è un motivo dietro ogni visuale, dietro ogni movimento, dietro ogni scena.

Il successo di un video musicale non è più solo una questione di estetica o di produzione patinata; è una combinazione vincente di autenticità, estetica. Oggi un video musicale può essere anche un veicolo culturale di messaggi potenti, capace di amplificare cause sociali e non solo una promozione musicale. Questo quando un musicista vuol associare la sua musica ad una appartenenza ben precisa e non necessariamente politica o religiosa, tanto per capirci.

Nel corso degli ultimi anni, piattaforme come YouTube e TikTok hanno ridisegnato il panorama visivo e promozionale. Non serve avere un budget da superstar per creare un video virale; basta l’idea giusta per portare il pubblico a condividere e partecipare.

Ma perché alcuni video riescono ad attraversare confini culturali e geografici, mentre altri non fanno breccia? La risposta è nella costruzione di uno storytelling che sia riconoscibile e universale, ma che al tempo stesso offra qualcosa di unico.

Questa evoluzione rappresenta un’opportunità unica per i musicisti emergenti, i creativi e i marketer. Grazie alla cultura FaiDaTe e alla sperimentazione costante, le nuove generazioni hanno una libertà mai vista prima, non dovendo più aderire ai vecchi cliché del video musicale. Non è più necessario mostrare lussuose auto o danze coreografiche per attirare l’attenzione, anzi: il pubblico cerca autenticità e storie che riescano a coinvolgerlo realmente. I nuovi media permettono al video musicale di diventare un medium transmediale, capace di adattarsi ai diversi canali per amplificarne l’impatto.

Ecco quindi il punto: sei pronto a fare del video musicale un’esperienza completa, che rispecchi non solo il brano ma anche un messaggio, uno stile di vita o un’identità? Se sei un musicista, un marketer o un creativo, il consiglio è quello di guardare oltre i limiti tradizionali e di non farti spaventare dal FaiDaTe. Questo è il momento di sperimentare, di osare, di portare nuove idee sui social e sulle piattaforme digitali, creando qualcosa che il pubblico vorrà vedere e rivedere.

In un mondo dove la scoperta musicale avviene anche attraverso lo zapping su YouTube e il ritmo incessante dei reels di Instagram, il video musicale può diventare un potente strumento di connessione, capace di unire estetica e contenuto in una maniera unica.

Sei d’accordo? Quale pensi possa essere il prossimo passo per il video musicale?

Condividi nei commenti: come credi che il video possa reinventarsi per adattarsi a una generazione che scorre e swippa a ritmo di click?

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