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Le nuove dinamiche nei social network.

Il rapporto degli utenti con social network e i social media sta mutando e gli analisti stanno osservando come queste abitudini vadano a mettere in discussione molte certezze acquisite negli anni.

Più di altri, i musicisti hanno uno stretto legame con social network e social media sui quali spendono tempo e risorse per coltivare rapporti con la propria fan base e promuovere uscite discografiche e concerti.

Le nuove dinamiche nei social network 2024

Nel momento in cui le abitudini del pubblico mutano è perciò importante capire quali sono le nuove tendenze e cercare di assecondarle, orientandosi verso metodi e scelte che ci consentano di mantenere vivo l’interesse del pubblico di riferimento.

I due fenomeni principali a cui siamo assistendo è il calo drastico dei prosumer, i consumatori produttori di contenuti e la frammentazione del pubblico nelle diverse piattaforme disponibili: una balcanizzazione del pubblico sulle diverse piattaforme,  che rende difficile analizzare e prevedere le nuove tendenze.

I contenuti di maggiore successo su Facebook, Twitch, YouTube sono sempre meno globali e sempre più circolanti all’interno di specifiche nicchie sociali o, spesso, da specifici lifestyle di riferimento. Il report annuale di Tiktok per gli Stati Uniti, per esempio, mostra una serie di video ad altissima circolazione che sono sconosciuti al pubblico globale, ma sono virali all’interno di alcune sottoculture della rete.  In questo contesto, Popolarità e viralità intese secondo i parametri classici non possono essere più considerate come punti di riferimento.

Non solo sempre meno persone pubblicano nuovi contenuti, ma è in crescita anche il numero dei Lurker, gli osservatori silenziosi che non interagiscono con i contenuti nemmeno con un like. un fenomeno chiaro su Instagram che vede calare sensibilmente le interazioni rapide con i post.

Da segnalare anche un crollo di interesse verso i micro contenuti, quelli che hanno fatto la fortuna di TikTok. Dopo un’iniziale entusiasmo, la loro efficacia, viralità, è fortemente compromessa da un pubblico che sta tornando a video di maggior durata di buona qualità tecnica e di contenuti.

Queste tendenze impongono al musicista una particolare attenzione alla sua presenza online. Il mainstream non nasce più da pochi autorevoli canali, ma nasce all’interno di nicchie di interesse che il musicista deve intercettare e curare. Saranno queste nicchie di popolarità a far crescere e sostenere il lavoro artistico del musicista.

Non è un caso che in questi mesi, nell’industria discografica, si insista molto sul ruolo del superfan. Quella esigua fetta di pubblico, particolarmente legata al musicista, che da sola genera mediamente oltre il 60% del suo fatturato.

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Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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Musica: promuoversi attraverso i social

Un musicista dovrebbe vedere i social come uno strumento per promuovere la sua professionalità e promuovere la sua musica. Il punto è questo: i social sono uno strumento per valorizzare e far conoscere le proprie opere e la propria professionalità al pubblico e agli addetti di settore.

Musica: promuoversi attraverso i social

Ma devi tener presente che il pubblico dei social è refrattario alla pubblicità, proprio non la percepisce, non la nota. Questo fenomeno è noto come Banner Blindness ed è un fenomeno notato già dagli anni ’90 del secolo scorso quando i pubblicitari si accorsero che i numerosi banner che popolavano i siti di messaggi promozionali venivano sistematicamente ignorati dagli utenti.

Ed è esattamente questo il fenomeno che si verifica quando sui social pubblichiamo un messaggio pubblicitarop esplicito e banale come ad esempio il classico Fuori Ora o Su Tutte Le App di Streaming.

Perciò cosa significa promuoversi attraverso i social?

La riposta è semplice da dare, un po’ più difficile da realizzare, ma non è forse vero che spesso nella vita le cose più interessanti e utili hanno queste caratteristiche?

Se è vero che il messaggio pubblicitario sui social non funziona, è anche vero che contenuti emozionanti, empatici, coinvolgenti o informativi trovano proprio in questo ambiente la loro ragione d’esistere.

Recentemente un jazzista mi ha confidato che la maggior parte dei suoi post sono scatti panoramici o scorci suggestivi delle località dove si ferma a suonare. Nella sua esperienza queste foto generano molte reazioni tra i follower e spesso, nelle risposte ai commenti, ha l’occasione di spiegare che si trova in quel posto per un live e illustrare il contesto.

Questo è un bel modo, delicato e direi efficiente, per promuovere la propria attività, per far vedere che si è attivi e richiesti, evitando roboanti messaggi pubblicitari o pompose vanterie.

La vita di un professionista della musica e ben diversa da quella di un burocrate dell’ufficio protocollo: è una vita fatta di incontri, di relazione con le persone, di studio e ricerca, di emozioni creative e di difficoltà da superare. Quella del musicista è una delle professioni più avventurose che esistano. Un mestiere creativo che regala emozioni e momenti unici a chi ne viene coinvolto.

Parti da questo per creare un legame con il tuo pubblico e renderlo partecipe alla tua avventura professionale.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

di di Stefano Cristante, Angelo Di Cerbo, Giulio Spinucci
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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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marketing musicale personal branding social media social music marketing You Tube

Il predominio di YouTube

Vedere crescere il numero dei follower o degli ascolti sulle diverse piattaforme per un artista musicale è decisamente gratificante ed è sicuramente una metrica da considerare se ascolti e ascoltatori sono genuini.

YouTube e le royalty

Ma nella lotta in corso nel vasto mercato dell’intrattenimento, di cui la musica è una componente insieme a contenuti video, videogiochi, social etc, una nuova metrica trova sempre più maggior interesse: la quantità di tempo speso dagli utenti su un determinato contenuto, che potrebbe essere anche su un determinato artista.

In questa logica di concorrenza, un minuto in più passato sui tuoi contenuti musicali, o sui tuoi video musicali, è un minuto sottratto alla concorrenza, questa è l’unica cosa che conta e che ti rende attrattivo agli algoritmi di qualsiasi social media.

Nel mondo dei media online, la televisione resta la regina indiscussa, perché nella forma di Smart Tv è il portale d’accesso alle infinite app che ci aprono le porte al variegato mondo dell’intrattenimento.

La televisione rimane perciò l’elettrodomestico a cui dedichiamo maggiore attenzione e resta il luogo preferito dove consumare contenuti estremamente lunghi.

E in questo macrocosmo di contenuti che ci vengono offerti attraverso la Smart Tv il campione incontrastato resta YouTube che, negli States resta il servizio di streaming video più utilizzato, surclassando persino Netflix; senza contare i milioni di utenti che usano l’app di Google per consumare video short form su dispositivi mobili o su desktop.

Se ricordi, qualche anno fa YouTube si era ritrovata ad inseguire TikTok e Instagram sui contenuti brevi verticali creando una sua sezione dedicata agli Shorts. Oggi la tendenza si sta invertendo, l’interesse sui contenuti brevi sta scemando e sono i competitors che si ritrovano a dover contrastare i contenuti di lungo respiro di YouTube.

In particolare TikTok si sta facendo in quattro per convincere gli utenti a creare video più lunghi e orizzontali per trattenere più a lungo l’attenzione del pubblico. Questo perché, nella pratica, un video lungo vale come un scroll compulsivo di cento video brevi

Non si tratta solo di una questione di durata, altrimenti le radio o i podcast, che teniamo in sottofondo per tutta la giornata, sarebbero un business molto più grande. L’attenzione è tanto più importante quanto più siamo ingaggiati da ciò che stiamo consumando, magari  interagendo con il contenuto.

C’è anche da considerare che la distinzione tra contenuti generati dagli utenti e quelli professionali, fatti da editori e case di produzione, si fa più labile col passare del tempo. Un tempo nessuno avrebbe pensato che i video prodotti da un ragazzo nel cortile di casa potessero entrare in competizione con le produzioni di Hollywood, oggi la distinzione tra i due mondi è più sfumata.

Partendo da questi presupposti, da questo scenario, possiamo evidenziare alcune buone pratiche per sfruttare al massimo YouTube e far parte del suo futuro radioso:

  • Fai di YouTube il centro della tua strategia video.
  • Configura con attenzione ogni dettaglio del tuo canale;
  • Scegli con cura le parole chiave del tuo canale e di ogni singolo video. Non avere paura di sostituire, nel tempo, quelle che ritieni meno performanti;
  • Lavora con short form, i video musicali per esempio, ma anche con long form: un album musicale completo in un unico video;
  • Cerca di tenere alta la qualità dei contenuti video, Youtube misura con accuratezza quanto tempo il pubblico dedica ad un contenuto;
  • Mantieni un ritmo di pubblicazione costante e cura con attenzione ogni caricamento con strategie SEO indirizzate verso il tuo pubblico di nicchia, prima di ogni altro;
  • Impara a sfruttare tutte le schede che YouTube ti mette a disposizione.

Se vuoi approfondire ancora di più questo tema, ti consiglio di iscriverti alla newsletter Scrolling Infinito di Andrea Girolami dalla quale ho tratto gran parte delle informazioni di questo post.


La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra

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È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro “La rivolta dello stile”, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre.

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La musica e i mutamenti dei mercati digitali

Per quanto concerne il mercato musicale, la differenza fondamentale tra il passato ed il presente è l’avvento dei social media che ha profondamente ridefinito il concetto di mercato della condivisione, dove il valore di ogni contenuto è soggettivo e co-costruito. Il mercato della condivisione si contrappone al modello di mercato tradizionale che assegna un prezzo a ogni cosa.

La musica e i mutamenti dei mercati digitali

Questo fenomeno ha influenzato sia i brand che i consumatori, creando nuove modalità di interazione e partecipazione. Il concetto di Web 2.0 si basa sull’interattività e la partecipazione attraverso piattaforme gratuite e sempre accessibili, permettendo il passaggio da una pubblicazione verticale di contenuti da parte di fonti autorevoli al coinvolgimento del pubblico, noto come orizzontalità.

Il crowdsourcing, ovvero l’accesso alla conoscenza e alle risorse comuni per fini personali, è diventato una pratica diffusa, con esempi come Wikipedia, Spotify e Netflix, che rappresentano aggregazioni di prodotti culturali co-costruiti dalla comunità. Questo nuovo modo di fruire dei contenuti ha anche trasformato il marketing, con i provider delle piattaforme sociali che cercano di monetizzare attraverso l’inserimento di pubblicità durante la fruizione dei contenuti e la vendita dei dati degli utenti alle aziende.

Il social media marketing è diventato un elemento chiave nel comunicare, distribuire e scambiare offerte di valore per le aziende, alle tradizionali 4P del marketing, Prodotto, Prezzo, Promozione, Punto Vendita, si introduce la Partecipazione. Questo ha segnato un passaggio dalla comunicazione tradizionale, in cui i media distribuivano contenuti in modo unilaterale, a una logica, in cui il pubblico partecipa attivamente alla vita del brand, che nel nostro caso corrisponde all’artista.

Sono questi i cambiamenti che hanno influenzato anche l’industria musicale. Dopo una fase di pirateria digitale nel vuoto di una regolamentazione ufficiale, ora l’industria musicale sta sperimentando una ripresa grazie alla consapevolezza delle potenzialità nuovi media digitali e alle nuove strategie di fruizione e distribuzione dei contenuti.

In questo contesto l’artista musicale deve imparare le dinamiche del sistema, accumulando un bagaglio di esperienze e conoscenze che gli rendano possibile operare le scelte migliori per la sua carriera. Come già è accaduto ad altre figure professionali, anche per i musicisti è giunto il tempo di considerarsi un po’ meno artisti e più professionisti.

Lo hanno già fatto gli illustratori, i fumettisti, gli scrittori e molti altri, non mi sembra che il mondo sia crollato, no?


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